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Archivio per il mese di Febbraio 2008


giovedì 21 Febbraio 2008, 10:19

Oggetti

Caro diario,

anche ieri, come spesso in questi giorni, ho impiegato la pausa pranzo per tornare indietro fino alla mia vecchia casa. Ormai vivo in quella nuova da quasi un mese, ma ovviamente il trasloco non è ancora finito, e anzi diventa sempre più lungo.

Il problema è che, spostate velocemente le cose essenziali, restano tuttavia quelle superflue; che proprio per questo richiedono molto più tempo.

Per esempio, io per anni sono andato in viaggio riportando indietro, con efficienza svizzera, tutti i campioni di sapone e di shampoo che trovavo negli alberghi: sai mai che così si riesca a risparmiare sull’igiene! Aprendo armadi e cassetti, sono saltate fuori una, due, tre, quattro scatole da scarpe piene zeppe di saponcini, flaconcini, pettinini, spazzolini, batuffolini, persino i cottonfioc. E tu che ne fai? Vorrai mica buttar via tutto questo patrimonio costruito negli anni? In più, ogni sapone è un ricordo: ah come mi ero lavato bene in Uruguay, ah che bella doccia che aveva quell’albergo a Palo Alto, e così via.

E le salviettine umidificate, ognuna racchiusa nella sua brava confezione di alluminio? A botte di un fazzolettino per volo, ne ho un cassetto pieno, anche di linee aeree che non esistono più. Anzi, mentre ci siamo, mi faccio una pausa con queste caramelle della Swissair, che la compagnia è fallita da sei anni, ma le caramelle sono ancora qui.

Sì, è vero, potrei cominciare a buttar via. Ma solo un bruto potrebbe gettar via la confezione di pennarelli che usava per colorare i disegni all’asilo: e infatti io l’ho gelosamente conservata. Davvero potrei buttare via le vecchie audiocassette? E allora dovrei forse buttare anche il walkman? Ma figurati, chissà quanto vale un walkman originale Sony, con dentro ancora la cassetta di El diablo dei Litfiba.

Potrei forse gettar via la collezione di fogli bianchi, centinaia e centinaia di pagine vuote e adornate solo del logo di questo o quello sponsor, raccolte con tenacia negli anni, come quella volta a Beverly Hills, al Webnoize del 2000, dove alla fine del discorso contro la pirateria del fu Jack Valenti tutta la sala si alzò ad applaudire, ma mezz’ora dopo, quando tutti ormai erano andati via, nella stessa sala c’erano solo più due messicani che smontavano e io che raccoglievo manciate di bloc notes marchiati IBM abbandonati sulle sedie.

Caro diario, la nostra vita è piena di oggetti, che nascono vergini ma poi presto si sporcano di noi, entrando in una relazione fedele e sottintesa che soltanto noi, per un motivo qualsiasi, possiamo a un certo punto tradire. E’ da questo blocco regalatomi anni fa dal GARR che io ne esorcizzo il mistero, mentre mi appresto ad impacchettarli tutti e a spostarli dal fondo di un vecchio armadio al fondo di un nuovo armadio; fino a che, tra cinquant’anni, qualcuno entrerà in casa mia, troverà i miei pennarelli, e si chiederà che cosa mai potesse rappresentare, per un vecchio, un pezzetto di plastica colorata.

[tags]oggetti[/tags]

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mercoledì 20 Febbraio 2008, 11:51

Meno sei giorni dal derby

La notizia di oggi è che alle dieci e un quarto avevo già in mano il biglietto del derby, complice l’efficientissima tabaccheria di via Fratelli Carle 42, un posto dove i souvenir di Torino in vendita sono solo nelle varianti “neutra” e “granata”, a cinquanta metri – come ho scoperto oggi – dal minimarket del compianto Ferruccio, quello per cui a tutt’oggi lo striscione “Ciao Fe'” domina il centro della curva Maratona.

Per voi sportivi, segnalo anche che è partita in questi giorni la sesta edizione della Operazione Uova di Pasqua, l’annuale kermesse in cui un manipolo di distinti signori di varia estrazione sociale cerca di rovinare il business delle squadre a strisce, gobbi in testa, provvedendo con abilità di ninja a visitare i supermercati in incognito, per poi fare in modo di rompere nascostamente il maggior numero possibile di uova di Pasqua scolorate di bianco e nero, e in misura minore di altre strisce. Come dice uno dei promotori, “Cerchiamo le buonissime uova di pasqua gobbe, ammiriamole nel loro splendore e gentilmente premiamole fino a sentire quel dolce “crack”, riponendole con molto savoir faire sullo scaffale.”

Mentre lascio agli juventini all’ascolto il compito di cercare su Google cosa voglia dire “savoir faire” (occhio che non si legge come è scritto), io aggiungo il racconto di uno dei partecipanti:

“Io come lavoro faccio l’autista di mezzi pesanti,e guarda caso lavoro nel comparto alimentare ,e guarda caso ho caricato il camion pieno di uova ,e guarda caso ,in mezzo a quelle delle marche piu’ svariate ,erano presenti anche quelle delle 3 strisciate ,e sto cazzo di muletto mi scappava in continuazione.

una strage :scompiscia: :scompiscia: :scompiscia: :scompiscia:

Una vera lotta operaia contro il marketing e i poteri forti!

[tags]torino, toro, curva maratona, derby, gobbi, uova di pasqua, goliardate[/tags]

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martedì 19 Febbraio 2008, 15:23

I giovani lavoratori della conoscenza

Visto l’interesse, come anteprima dell’intervento che penso di fare al Barcamp ho pensato di pubblicare questa disamina dei problemi che hanno i lavoratori della conoscenza, categoria trasversale e difficile da definire, che racchiude una quota di lavoro dipendente, parecchio lavoro fintamente subordinato – cioè persone che di fatto fanno il dipendente, lavorando principalmente per un singolo committente e con orari e compiti rigidi, ma sono inquadrate in modo precario per risparmiare sul costo del lavoro – e tutta la galassia degli autonomi e delle partite IVA che svolgono lavori cosiddetti “atipici”, dal consulente al giovane imprenditore passando per i lavori artistici e gli sviluppatori a gettone.

Si tratta di un insieme di persone che nella mappa politico-economica dell’Italia non esistono, sia perché prevalentemente giovani, sia perché rientrano difficilmente nello schema tradizionale padrone – professionista – impiegato – operaio attorno a cui sono organizzate le relazioni sociali e le forme di assistenza collettiva. Per questo motivo queste persone sono tra quelle che subiscono più di tutte i danni della precarietà, ma anche quelli di un sistema bloccato e privo di meritocrazia. Eppure questo è anche l’unico settore con speranze di far nuovamente crescere l’economia italiana.

La rete è per tutti noi che facciamo parte di questo gruppo uno strumento fondamentale; sarebbe il caso di provare ad usarla per uscire dall’invisibilità e sollevare all’attenzione del mondo politico (di qualsiasi schieramento) i problemi che viviamo quotidianamente. Sul come… se ne discuterà al Barcamp e nella blogosfera!

P.S. per .mau.: no, non sto fondando un partito.

[tags]lavoratori, conoscenza, torinobarcamp2008, cortiana[/tags]

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martedì 19 Febbraio 2008, 08:56

Un sabato da non perdere

Il prossimo sarà per me e per Torino un sabato molto intenso.

La giornata si aprirà al Circolo dei Lettori, dove sin dal mattino si svolgerà l’edizione 2008 del Torino Barcamp. Io non sono mai stato ad un barcamp; mi hanno spiegato che è un raduno di nerd e blogger talmente cool che non c’è nemmeno bisogno di un programma o di una organizzazione, si va lì e ognuno parla da solo in un cantuccio e poi si complimenta pure con se stesso. Incuriosito, ho deciso di partecipare e naturalmente di prenotare anch’io un angolino, per esporre a me stesso un intervento provvisoriamente denominato “L’Italia è già morta e non lo sa OVVERO Belli e inculati OVVERO Un paese di vecchi alle prese con l’economia globale della rete: e la precarietà s’impenna”; come avrete intuito, parlerò di società ed economia. Non sarà mai interessante quanto “Lanciare progetti web 2.0 con strategie marketing alternative” del mio neosocio Daniele Alberti, l’uomo che è riuscito a vendere ad Anna Falchi un minuto del suo tempo, però sono molto curioso di ascoltarmi.

Ma questo è niente rispetto a quanto accadrà alle 18, quando allo Stadio Olimpico Torino e Parma incroceranno i reciproci stinchi per una sfida che, in termini di risultato stagionale, conta molto di più del successivo derby. Una partita che si preannuncia incandescente per via della lotta salvezza, ma anche per il ritorno del panzuto ma fortissimo bomber Lucarelli. Una sfida epica che lascerà un segno.

Anche questo però impallidisce rispetto al vero evento della giornata, che riempirà il centro cittadino e scatenerà folle entusiaste. Difatti, nell’ambito di CioccolaTò, è stato organizzato per le 21 in piazza Vittorio un concerto musicale, protagonisti addirittura i Finley. Davanti a siffatte vette artistico-musicali – senza dubbio abbondantemente irrorate di denaro pubblico – è logico che quanto sopra impallidisca, e che la città si fermi e s’inchini…

[tags]torino, barcamp, torinobarcamp2008, myminutes, anna falchi, toro, parma, calcio, serie a, cioccolato, piazza vittorio, finley[/tags]

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lunedì 18 Febbraio 2008, 16:58

Suv via (2)

Stamattina ero in auto su corso Peschiera, fermo al rosso in attesa di svoltare a sinistra su via Bardonecchia – una strada che ho percorso mille volte.

Via Bardonecchia è una delle pochissime strade di scorrimento torinesi ad avere soltanto una corsia per senso di marcia. E’ stretta, tanto è vero che su un lato vige un rigorosissimo divieto di sosta, mentre sull’altro le auto parcheggiano a malapena. Sulla via, all’incrocio con corso Peschiera, c’è una fermata dell’autobus; è vero che le auto lì non parcheggiano, ma comunque un autobus in fermata è sufficiente a bloccare completamente il traffico nella sua direzione.

Bene, attendendo il verde, ho notato l’autobus nella direzione opposta che arrivava e si fermava, con la sua brava fila di auto dietro. Dopodiché scatta il verde, io giro, imbocco la via proprio a fianco dell’autobus fermo, e che succede? Dal fondo della fila dietro l’autobus, un veicolo si infila contromano a tutta velocità, cercando di superare la coda e il bus fermo per prendere il verde successivo. Che veicolo? Ovviamente un gigantesco SUV nero, nuovo di pacca.

Io ero già praticamente a fianco dell’autobus; inchiodo, e mi fermo più o meno all’altezza del conducente. Dall’altra parte si palesa il guidatore del SUV, donna e platinata. Prosegue la sua marcia contromano per un paio di secondi e arriva di fronte a me con nonchalance, tanto che per un attimo penso che sia in trance e stia per venirmi dentro, e nel dubbio, nonché nell’incazzatura, mi aggrappo al clacson. La signora si ferma in mezzo alla strada, contromano, e non fa niente: sembra non avere la minima idea di cosa stia succedendo, né di dove stia il problema, né di come risolverlo; men che meno pensa di scusarsi.

Anche volendo, io non posso certo andare indietro; ci sono altre auto e poi inizia l’incrocio col corso, che si sta già rapidamente intasando per via della situazione; a fianco non c’è spazio. Per fortuna il bus sta finendo di fare la fermata; il conducente si sporge dal finestrino e dice qualcosa alla signora, che credo finisse per “…oia!”, poi riparte. La signora, sempre con nonchalance e come se non fosse accaduto nulla, sgomma e taglia la strada alla prima auto che sta ripartendo da dietro il bus, costringendola a frenare bruscamente, si infila e se ne va; al che finalmente posso ripartire anch’io.

Naturalmente, non tutti i guidatori di SUV sono così; però la mia esperienza è che lo sono la maggior parte. Del resto, non credo che comprerei mai un’auto del genere, anche solo per il pericolo di essere confuso con questa gente.

[tags]traffico, suv, autobus[/tags]

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domenica 17 Febbraio 2008, 18:22

Nomi nuovi

Il mio entusiasmo per il Partito Democratico si è molto raffreddato in questi ultimi due giorni, dopo che Veltroni ha cominciato a presentare i nomi dei capilista, i candidati simbolo. E’ positivo che non si mettano in cima alle liste i soliti vecchioni, ma chi viene proposto in vece loro?

Il primo, quello che dovrei votare io in Piemonte, è Antonio Boccuzzo, operaio sopravvissuto all’incidente della Thyssen-Krupp. E io resto molto perplesso: quali sono le qualifiche e le competenze di questa persona, a parte l’essere diventato famoso per essere scampato a una tragedia? Dal poco che si sa, è un sindacalista ed è vicino ai DS; e tradizionalmente i DS candidano in Piemonte un sindacalista-operaio, come in passato, per esempio, Salvatore Buglio. Questi candidati vengono usati per ramazzare il voto operaio in concorrenza con la sinistra radicale, e poi vengono bellamente scaricati quando al partito non servono più.

Non conosco Boccuzzi, ma in assenza di qualsiasi indicazione sul suo pensiero o sul suo curriculum vitae, questo pare un caso di bieco sciacallaggio su una tragedia tremenda; sia da parte del partito, che punta a conquistare la simpatia degli operai, che da parte della persona stessa, che punta a fare carriera politica grazie alla morte dei suoi colleghi. E’ una candidatura che mi ricorda da vicino quelle dei calciatori alla Massimo Mauro o delle soubrette alla Gabriella Carlucci. Sarò curioso di andare a vedere, a fine legislatura, questa persona quante proposte credibili avrà fatto, e quanto avrà capito di ciò che le ordineranno di volta in volta di fare.

La seconda candidatura è quella in Lombardia: e qui, dichiara Veltroni, metteremo capolista un giovane, come segno di innovazione. E chi è il giovane? Tal Matteo Colaninno, figlio di Roberto Colaninno, finanziere padrone della Piaggio ed ex padrone di Telecom Italia, che poté conquistare a fine anni ’90 con il solito metodo dei debiti accollati all’azienda comprata – quindi iniziando ad affossare la Telecom stessa – e solo grazie al pesante appoggio politico e finanziario di Massimo D’Alema.

Anche qui, non conosco la persona, e magari è capacissima; il fatto che sia un manager potrebbe anche far pensare che abbia qualche idea in più su come si gestisce un Paese. Tuttavia, presentare come il simbolo massimo del rinnovamento proposto la candidatura di un “figlio di” mi pare obbrobrioso: onestamente, mi sento preso per il culo. Se poi veramente, come suggerisce il Corriere, i prossimi saranno Rossella Sensi e Alessandro Benetton, finirò anch’io per annullare la scheda con rabbia.

[tags]partito democratico, veltroni, elezioni, candidature, boccuzzo, colaninno[/tags]

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sabato 16 Febbraio 2008, 17:47

Trattorie

Per completare la settimana, volevo segnalare che qualche giorno fa siamo finalmente andati alla trattoria Bel Deuit di Superga, che mi avevano consigliato in tanti e che volevo provare da anni, ma per cui non c’era mai stata occasione.

Il posto è proprio sul crocicchio da cui si sale alla Basilica, qualche metro oltre l’inizio della discesa che porta a Baldissero e all’imbocco della panoramica. Da Torino ci si arriva comunque in dieci minuti, specie se avete già percorso la strada infinite volte per andare a tutte le celebrazioni del Grande Torino.

Il locale è piacevole, ben curato ma non troppo elegante; il servizio è altrettanto attento, con tanto di cameriere che espone piatti e abbinamenti; la cucina è decisamente piemontese, ma comunque con un tocco di ricercatezza in piatti come la mousse di gorgonzola e noci o i tajarin al Freisa e radicchio. Le porzioni non sono enormi ma sono comunque più che decenti, certo non micragnose come ormai in troppi ristoranti.

Noi, peraltro ci siamo scofanati aperitivo, quattro antipasti in doppia porzione, un primo, un secondo e il dolce, uscendo decisamente pieni; in realtà già dopo il primo sarei stato sazio, ma di secondo c’era la faraona con sugo di nocciola – ma anche il coniglio alle erbe, che purtroppo non ho potuto provare, visto che nella vita bisogna pur fare delle scelte -; e dopo il secondo sarei stato ancora più pieno, ma di dolce c’era un’enorme tazzona di zabaione spumoso con una torta da mangiarci insieme, e io se vedo lo zabaione non capisco più niente; per uno zabaione fatto come si deve potrei fare qualsiasi cosa, con la sola eccezione di tifare per la juve.

Alla fine, con acqua e mezzo litro di vino abbiamo speso 33 euro a testa, che al giorno d’oggi è un prezzo giusto. Ce ne fossero di posti così.

[tags]trattorie, osterie, torino, superga, zabaione[/tags]

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venerdì 15 Febbraio 2008, 16:30

[[R.E.M. – Supernatural Superserious]]

Visto che è una bella giornata, il sole splende sui tetti e le montagne si perdono nella foschia, mi pare il caso di segnalare che sono usciti di nuovo i R.E.M., e mica con il solito noioso disco di suonini elettronici e ballatone lente: con un pezzo rock semplice semplice, allegro e bello tirato, con tanto di coretti e una linea di basso che sa di Mike Mills fin dalla terza nota. Parla dei ricordi dell’adolescenza, con un misto di magia stemperata e di contentezza per averla superata, e in questo contesto il titolo apparentemente inspiegabile acquista un vero significato.

E’ vero che potete anche montare il vostro video online; ma volete che il vostro blog preferito non ve lo faccia sentire?

Audio clip: Adobe Flash Player (version 9 or above) is required to play this audio clip. Download the latest version here. You also need to have JavaScript enabled in your browser.

Everybody here
Comes from somewhere
But they would just as soon forget
And disguise
At the summer camp where you volunteered
No one saw your face, no one saw your fear
If that apparition had just appeared
Took you up and away from this place and sheer humiliation
Of your teenage station
Nobody cares no one remembers and nobody cares

Yeah you cried and you cried
He’s alive he’s alive/a lie
And you cried and you cried and you cried and you cried

If you call out safe then I’ll stop right away
If the premise buckles and the ropes starts to shake
For the details mark with the stories the same
You don’t have to explain, you don’t have to explain humiliation
Of your teenage station

Yeah you cried and you cried
He’s alive he’s alive
Ah, you cried and you cried and you cried and you
Realized your fantasies are
Dressed up in travesties
Enjoy yourself with no regrets

Everybody here
Comes from somewhere
If they would just as soon forget
And disguise

Yeah you cried and you cried
He’s alive he’s alive
Yeah you cried and you cried and you cried and you cried
(Oh you cried and you cried)
(Oh you cried and you cried)
Now there’s nothing dark and there’s nothing weird
Don’t be afraid I’ll hold you near
From the séance where you first betrayed
An open heart on a darkened stage’s celebration
Of your teenage station

Zen experience sweet delirious
Supernatural superserious
Inexperience sweet delirious
Supernatural superserious
Wow

[tags]rem, r.e.m., supernatural superserious, accelerate, musica[/tags]

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venerdì 15 Febbraio 2008, 14:27

Suv via

Il gioco di parole non l’ho fatto io, l’ha fatto Capitan Freedom a Stefano Bartezzaghi in diretta su Radio Flash. Bartezzaghi l’ha richiamato all’ordine, dicendo che se enigmisticamente ci può stare, non gli sembrava umanamente il caso.

Certo è che l’incidente di ieri a Milano, un morto e 26 feriti per un SUV che invade la corsia preferenziale e taglia la strada ad un bus spedendolo contro un tram, non avrebbe potuto essere più simbolico nemmeno se fosse stato costruito apposta.

Dalla parte delle vittime abbiamo due mezzi pubblici, i loro autisti, decine e decine di studenti e lavoratori disciplinatamente collocati a bordo di un veicolo per il trasporto collettivo sociale.

Dalla parte del carnefice abbiamo Marco Trabucchi, 38 anni, agente di commercio sempre di fretta, italiano ma con residenza a Lugano e immaginate voi perché, alla guida di un SUV, anzi, di un Porsche Cayenne. Costosissimo, inquinantissimo, ingombrantissimo, un mostro di devastazione ambientale e di arrivismo sociale. Che a un certo punto, stufo di perdere tempo in mezzo ai comuni mortali, scarta – lui dice per evitare un pedone – dal bordo della carreggiata verso la corsia preferenziale (che lì sta a centro strada) senza accorgersi del bus in arrivo, che per evitarlo deve invadere il lato opposto della strada, compiendo un terribile frontale contro il tram che giungeva nell’altra direzione.

Sarebbe facile concludere che dovrebbero… magari non impiccarlo, come gridava la folla, ma metterlo in galera e buttar via la chiave. In effetti sì, spero che lo mettano in galera e buttino via la chiave. Allo stesso tempo, è troppo facile liquidare questi casi come un problema legato soltanto all’irresponsabilità personale; sono comunque anche un effetto dell’anarchia che regna sulle nostre strade cittadine, di cui sono responsabili non solo gli indisciplinati, ma anche le istituzioni che dovrebbero regolare il traffico.

Da una parte, non si capisce cosa si aspetti ad espellere i fuoristrada e i veicoli ingombranti dalle città, con qualche esenzione ben delimitata per il trasporto merci. Non è solo questione di inquinamento o di spazio occupato, visto che un SUV o un camper nel parcheggio a pettine ci entra pure, un millimetro a destra e uno a sinistra, però poi a fianco non ci sta più nessuno. E’ proprio questione di sicurezza: il guidatore di un mezzo normale, dietro a questo genere di veicolo, non vede assolutamente nulla. Anche senza voler considerare l’eventuale correlazione tra possesso di un SUV e maggior indisciplina (che pure sarebbe interessante misurare), ce n’è a sufficienza per vietarne la circolazione nelle zone urbanizzate delle città: diamogli due anni di tempo per comprare un’altra macchina (tanto chi può permettersi quel genere di mezzo non ha certo problemi di soldi) o per ricoverarla a bordo città pronta per le gite domenicali, e poi via.

Allo stesso tempo, bisogna comunque porsi il problema di come garantire lo scorrimento del traffico privato nelle grandi città. Non so se tra i lettori ci sia qualcuno che si sposta in auto per lavoro; diventa sempre più difficile farlo, tra limiti, dossi e semafori perennemente rossi. E’ probabile che abbassando la velocità media si abbassi la gravità degli incidenti, ma si alzano sia l’inquinamento che il nervosismo e la frustrazione del guidatore medio; stessa cosa per le zone dove non si trova parcheggio. E un guidatore nervoso è un guidatore che più facilmente tenterà una manovra azzardata.

A queste esigenze bisogna porre attenzione in uno dei due modi: se in un luogo non è possibile garantire un livello decente di parcheggiabilità e di scorrimento in sicurezza, le macchine non devono proprio poterci arrivare, o devono essere ridotte nel numero tramite costi per l’accesso e la sosta. Dove invece è possibile, lo scorrimento del traffico deve essere incentivato, non rallentato.

Io credo che il tizio di ieri non fosse, in sé, un cinico e calcolatore assassino di passeggeri del trasporto pubblico; se mai, più semplicemente, fosse un bauscia cretino e irresponsabile che si era rotto le scatole di stare in mezzo al traffico (con in più la possibilità che la storia del pedone sia vera, perché di pedoni altrettanto indisciplinati degli automobilisti ce n’è a tonnellate).

Se ciò ovviamente non lo giustifica, il fatto di avergli permesso di arrivare con quell’auto in quel punto, dove veicoli, mezzi pubblici, parcheggio selvaggio e pedoni sbadati si mescolano anarchicamente nell’indifferenza generale, è responsabilità delle istituzioni. Che invece di pensare alle elezioni e ai giochi di potere, potrebbero davvero andare ad occuparsi del traffico.

[tags]suv, traffico, milano, incidente[/tags]

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giovedì 14 Febbraio 2008, 09:52

San Valentino

Ebbene sì, oggi è San Valentino: quel giorno in cui gli uomini si svegliano normalmente alle sette e un quarto pensando come al solito all’ufficio e alle cose da fare, e trovano la rispettiva donna che è già sveglia da un’ora e saltella per la casa ripetendo “E’ San Valentino! E’ San Valentino!”. La differenza tra uomini e donne nell’attenzione per compleanni, anniversari e feste comandate meriterebbe uno studio antropologico; nel frattempo, stasera come ogni anno i ristoranti saranno pieni di coppie felici, circondate dall’affetto e dalla gioia degli astanti, più o meno così:

binkysguide1.png

Bene, dovunque vi siate trovati nell’immagine, buon San Valentino anche a voi; e se avete la fortuna di essere ben accoppiati, godetevi anche voi le magiche, uniche sensazioni di questa festa assolutamente sincera e priva di aspetti commerciali.

binkysguide2.png

(Illustrazioni da Binky’s Guide To Love di Matt Groening, quando ancora era un autore solo per appassionati.)

[tags]san valentino, amore, groening[/tags]

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