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martedì 3 Luglio 2007, 16:48

Il fu servizio civile

Sono tornato da un paio di giorni, e ho scoperto che non si può accendere Radio Flash senza venire bombardati da una serie di pubblicità che hanno tutte lo stesso oggetto. No, non si tratta del TFR, che ormai è scaduto: si tratta invece del servizio civile volontario, per cui bisogna presentare domanda entro il 12 luglio.

Questi spot sono curatissimi e ben fatti; alcuni esibiscono tanto di attori professionisti che recitano le parti della vecchietta in lacrime e del giovane virgulto che le corre in soccorso. Essi magnificano le grandi opportunità di crescita offerte ai giovani dai 18 ai 27 anni, che possono lavorare non soltanto più nell’assistenza sanitaria o nel volontariato di base, ma addirittura in centri culturali, associazioni di ogni genere, burocrazie e amministrazioni pubbliche, cooperative rosse e bianche, persino circoli e locali. Il tutto per 433 euro al mese pagati dallo Stato (cioè da me).

Eppure, io avrei sperato che almeno una radio giovanile e progressista mandasse in onda la verità. Uno spot onesto dovrebbe dire qualcosa come: “Sei un giovane tra i 18 e i 27 anni, parcheggiato all’università o disoccupato senza speranza? Vieni da noi! Potrai finalmente ottenere un contratto di un anno come sguattero precario, sottoinquadrato e sottopagato, e noi non tireremo fuori nemmeno quelle due noccioline che ti arriveranno come stipendio! E poi, tra un anno, ti daremo un calcio nel sedere e troveremo nuovi sguatteri precari a spese dello Stato!”

Forse sarebbe un po’ troppo onesto? Eppure, una volta il servizio militare, e di riflesso il servizio civile, avevano una loro dignità. Avevano delle regole chiare e una motivazione morale, a vantaggio della collettività. Poi, col tempo, tutto diventò una farsa, fino all’abolizione dell’obbligo per sopraggiunta e contemporanea cessazione delle idee che la società avesse il diritto di richiedere un anno della vita dei propri cittadini, e che essa potesse sapere come farne buon uso. Adesso, il servizio civile è solo un parcheggio per sovvenzionare attività no profit (buona parte delle quali sono attività commerciali travestite da no profit solo per eludere le tasse) a spese di tutti. Che tristezza.

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7 commenti a “Il fu servizio civile”

  1. BlindWolf:

    Vedi il lato positivo: prima era obbligatorio, se non ti andava di fare il militare… (ovvero 10/12 mesi a spese dello Stato a fare qualcosa che non è neppure socialmente utile)

  2. Attila:

    Prima anche se avevi da fare qualcosa di + importante (anche x il Paese) dovevi lo stesso andare a fare questa baggianata o quell’altra vestito di verde con le macchie!

  3. Mir:

    Certamente, tutto vero e sono daccordo. Poi ai vecchi tempi se ne vedeva di gente che arrivava a naja senza nemmeno esser capace di provvedere come si deve alla propria igiene personale.
    E magari li’ imparavano a lavarsi. Qui in Italia ci vorrebbe (la vecchia naja) anche per le donne come in Israele, altroche’ gonfiarsi le labbra..

  4. Bruno:

    Prima ti pagavano 120.000 lire (se non sbaglio) al mese e facevi comunque lo sguattero non pagato per qualche associazione, spesso Caritas o altro pretume. Per cui, meglio com’è adesso.

  5. Alberto:

    Il servizio civile è uno dei diversi modi che utilizza lo stato per aiutare le attività private, ma “socialmente utili”, senza assumersi direttamente la responsabilità di tali attività (altri esempi sono il 5 per mille o le detrazioni per i finanziamenti alle ONLUS). Il costo sociale che per lo Stato ha l’emarginazione, l’inquinamento, il degrado del patrimonio culturale è tale da indurre chi ci governa a trovare sistemi per investire in questi campi ma visto che creare strutture pubbliche che se ne occupino è considerato dai più costoso e forse inefficiente è meglio aiutare e finanziare strutture private.
    Che poi alcune di queste strutture approfittino della cosa per avere mano d’opera gratis per attività che non hanno nulla di sociale, ciò rientra nella propensione italica alla truffa ed al raggiro, ma quello è un altro discorso…
    Ciao

  6. vb:

    L’investimento va benissimo. Il punto è perché lo Stato debba investire creando posti di lavoro sottopagati per i giovani a vantaggio di privati che in moltissimi casi svolgono normali attività commerciali, invece di creare posti di lavoro normali in attività private ma strettamente legate al bene pubblico.

  7. Alberto:

    Sei sicuro che ci siano così tanti casi di normali attività commerciali? Di seguito un link all’elenco dei progetti per il servizio civile nella provincia di Torino.

    http://www.comune.torino.it/infogio/sercivol/bando.htm
    Non mi sembra che siano tante attività commerciali…

    Per quanto riguarda la tua proposta in realtà le associazioni di volontariato hanno già moltissime agevolazioni che permettono di assumere personale a condizioni fiscali decisamente favorevoli. Ciò non toglie che fintanto che l’associazione deve spendere anche solo un Euro per assumere qualcuno tende a non farlo. A meno che, come nel caso del Servizio Civile, lo Stato non si sobbarchi per intero il costo del personale.
    Ciao

 
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