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lunedì 1 Ottobre 2007, 01:04

Un derby con la D maiuscola

Certo, avrei preferito non perderlo, ma alla fine oltre che incazzato sono soddisfatto e orgoglioso: questo è un Derby con la d maiuscola, non più quelle schifezze degli ultimi anni.

Sì, perché il risultato più giusto sarebbe stato un pari, e forse, ai punti, avrebbe vinto il Toro, che specie nel secondo tempo ha condotto quasi sempre il gioco, con ripetute occasioni (anche se la Juve ha sciupato un gol fatto con Nedved). Ma, alla fine, io temevo che si rivelasse una disfatta, che la Juve fosse nettamente superiore. E invece, siamo ritornati alla grande; l’abbiamo giocato alla pari e l’avremmo potuto vincere, e ho l’impressione che almeno per un po’ non si vedranno più gli 0-4 indegni del periodo del sicario Cimminelli (a proposito, drughi, si scrive con due “m”; lo striscione “Ieri Ciminelli, oggi Cairo, domani Tutankhamon?” non faceva granché ridere, ma almeno potevate scriverlo giusto).

E insomma, siamo ritornati alla vera storia di molti derby: quella in cui il Toro fa un gran gioco, e la Juve vince con un gol di culo, al 94′, su un rimpallo e in fuorigioco di cinque metri (e certo i gobbi si appiglieranno all’infinito ai cavilli del regolamento; del resto anche Moggi diceva che le regole vanno “interpretate”). Questo derby è il prototipo della gobbitudine; i gobbi hanno fatto un’infamata andando (pare) ad aspettare il pullman dei nostri giocatori, e hanno cercato la violenza in ogni modo; come coreografia hanno fatto schifo, vestiti da steward e con una bandiera ogni venti persone; come tifo non ne parliamo, si sono sentiti solo per gli otto secondi tra il gol e il fischio finale; come gioco sono andati bene nel primo tempo, ma poi hanno subito per tutto il secondo; e poi hanno vinto rubando (se sia rubando per culo o rubando per dolo, poco importa). Per i gobbi l’unica cosa positiva è il risultato; e quindi, se domani un gobbo si vanta, lo lasceremo fare perché significa che non ha capito niente né di calcio, né di vita.

Mi dispiace per ragazzi e vecchi in lacrime, ma passerà; c’è un derby ogni sei mesi, e dopo stasera penso proprio che ce li giocheremo tutti, e magari con ancora più rabbia. Più preoccupante è il fatto che una partita finita così non farà altro che alimentare ulteriormente la violenza, che già è stata montata per mesi dai dirigenti e dai due giornali cittadini. Tra persone ragionevoli, i gobbi riconoscerebbero di aver vinto senza merito, e noi che nel calcio ci stanno anche partite così, e che per il primo derby del nuovo Toro possiamo accontentarci, pur se con amarezza, di una chiara vittoria morale. Invece, continueranno polemiche e accuse tra dirigenti e giornalisti, e di conseguenza anche gli scazzi e le violenze tra tifosi.

La rabbia è enorme, e persino io, stasera, ho fatto fatica a non rispondere davanti al tarro con la Punto modificata che sgommava con la sua bandierina di plastica in corso Ovini, gridando ai nostri tifosi “minchia vuoi la foto?”. Ma sono ulteriormente fiero di come nessuno, ma proprio nessuno, abbia detto una parola ai pochi disabili bianconeri che sono stati fatti uscire proprio in mezzo al flusso della massa granata. E ci mancherebbe, ma in una situazione del genere, a parti invertite, non sarebbe andata così.

P.S. Però lo striscione “ROCCHI COBOLLI E MOGGI LADRI DI IERI E DI OGGI” domenica va fatto assolutamente, perché va bene non soffiare sul fuoco, ma non bisogna neanche farsi mettere i piedi in testa: era fuorigioco di cinque metri!

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25 commenti a “Un derby con la D maiuscola”

  1. Nervo:

    Concordo con tutto ciò che hai scritto. Però, come nelle migliori pubblicità di una nota carta di credito… “vincere un derby con un gol al 93° in (sospetto?) fuorigioco…non ha prezzo!”
    Sì, abbiamo rubato. Per culo, secondo me (voglio sperarlo). Ma proprio questo tipo di vittoria fa più bello un derby – e non dire che se quel gol, identico, lo avesse segnato il Cino, non staresti gongolando il doppio anche tu :-)

    Al prossimo derby! (sì, mi era mancato un casino!)

  2. Alberto:

    Sono convinto che ogni buon tifoso granata resterà convinto che il gol della Juve era irregolare ed è normale sia così. La non accettazione delle regole è un dato troppo profondamente intrecciato al nostro DNA per non estenderlo anche al calcio. Quando la regola piace perché permette all’Udinese di battere gli odiati cugini o al Siena di pareggiare col Milan è giusta, quando invece ci fa perdere la partita allora ci fa imbestialire e brandiamo il regolamento per dimostrare che è sbagliato, è ingiusto e magari c’è un errore di stampa.
    E’ stato sicuramente un incontro piuttosto equilibrato ma devo dire che, seguendo settimanalmente la Juve, mi chiedo sempre come facciamo a vincere immeritatamente quasi tutti gli incontri nei quali non vinciamo con almeno 4 gol di scarto. Quest’anno siamo già a due vittorie immeritate su quattro ed anche il Livorno, che pure ha perso 5-1, ha avuto qualcosa da ridire, per non parlare della Roma che contro di noi sosteneva di aver meritato la vittoria.
    Insomma: o Dio esiste ed è juventino, oppure c’è qualcosa che non mi torna…
    P.S. Il fuorigioco può essere “punibile” o “non punibile”. Se è “non punibile” può essere di 5 metri come di 5 parsec ma resta “non punibile”…

  3. Nya:

    Se non lo leggevo qua manco sapevo che la Juve aveva vinto ( per la serie: come mi interesso al calcio pur essendo tifosa)

  4. BlindWolf:

    Probabilmente non conosco i dettagli dell’applicazione recente della regola del fuorigioco, ma…
    All’inizio del secondo tempo Recoba ha effettuato un tiro parato da Buffon; Comotto si è fiondato sul pallone (tirando nuovamente addosso a Buffon) ma l’arbitro ha fischiato il fuorigioco al capitano granata, in quanto quando è partito il tiro di Alvaro si trovava di un metro oltre l’ultimo difensore bianconero.
    Ricapitolando:
    * Recoba non ha passato la palla a Comotto, ha effettuato un tiro in una direzione diversa dal suo capitano.
    * Comotto ha preso una palla che gli arrivava da un avversario.
    * La palla ha cambiato direzione (parata di Buffon) e non è stata semplicemente “allungata” da un avversario.

    Quindi mi sembra che questa circostanza fosse “meno” fuorigioco della rete di Treseguez. Eppure la stessa terna arbitrale l’ha fischiata.

    Riconosco che arbitrare una partita di calcio sia difficile; in particolare sul fuorigioco dato che occorre guardare con un occhio la palla e con l’altro l’attaccante. Un errore arbitrale può facilmente decidere una partita, inoltre a fine partita l’arbitro rischia la gogna o il linciaggio mediatico dopo che parecchi occhi hanno discusso per mezz’ora alla moviola una decisione che il direttore di gara ha dovuto prendere in pochi istanti e dopo aver inseguito la palla per 90 minuti. Motivo in più per essere tentati, nel dubbio, a scontentare meno gente possibile (ergo: favorire la squadra con più tifosi).

    Penso che il fuorigioco o non-fuorigioco di Treseguez sia più cavilloso che lampante. Ma la stessa terna ha fischiato un fuorigioco in condizioni ancora più discutibili prima.

  5. Alberto:

    Per valutare il regolamento del calcio come qualunque altro regolamento vale quello che sta scritto. Se poi quello che sta scritto non ci piace, peggio per noi, anche perché nella maggior parte dei casi, come in questo, non ci piace solo quando ci danneggia.
    In queste ore ho sentito varie teorie in merito all’episodio in questione ma il problema è che se tutti sapessero quello di cui parlano i talk-show sarebbero ancora più noiosi di quanto già non sono e non a caso gli unici che conoscono il regolamento nell’ambiente del calcio sono arbitri o ex-arbitri che finiscono con lo stare antipatici a tutti…
    Nell’episodio che citi la posizione di Comotto non è affatto discutibile per il semplice fatto che sul regolamento (Regola 11, Guida pratica, Caso 9) la deviazione del portiere è esplicitamente indicata come uno dei casi irrilevanti ai fini del fuorigioco. Cito:
    “D. Come si comporterà l’arbitro se un calciatore in posizione di fuorigioco non punibile, riceve il pallone non direttamente da un compagno ma a seguito di una deviazione procurata dal portiere avversario, dal palo, dalla sbarra trasversale, dall’asta della bandierina d’angolo, dall’arbitro o da un’assistente dell’arbitro all’interno del terreno di gioco?
    R. Poiché le predette deviazioni sono da considerare irrilevanti ai fini del giuoco, in quanto è come se il calciatore ricevesse direttamente il pallone da un compagno l’arbitro valuterà punibile detta posizione di fuorigioco.”

    Giusto? Sbagliato? Boh, ad oggi è così e dubito fortemente che chi ha fatto la regola l’abbia fatta prevedendo che avrebbe favorito la Juve nel derby…
    Viceversa, allorché il giocatore non sia il portiere, vale il principio più volte enunciato in queste ore da chi conosce il regolamento: ovvero nel momento in cui un difensore gioca il pallone (ovvero imprime volontariamente forza e direzione allo stesso) inizia una nuova azione e quello che è successo prima diventa irrilevante.
    Questa è la regola ad oggi ed infatti, come sopra accennato, la stessa regola ha consentito all’Udinese di battere la Juve a Torino ed al Siena di pareggiare contro il Milan, poche settimane fa. In particolare quest’ultimo episodio era esattamente identico a quello di ieri sera con la svirgola di Kaladze che permette a Maccarone, pur in fuorigioco quando parte il passaggio del compagno, di segnare regolarmente.
    E non mi dire che il Siena ha più tifosi del Milan, ché non ci credo… ;-))
    Ciao

  6. BlindWolf:

    Ti ringrazio per la precisazione.

    A quanto pare l’arbitro aveva ragione, anche se il regolamento a quanto pare è un po’ assurdo (una deviazione del portiere non rimette in gioco, una svirgolata di testa di un difensore sì).

    Arbitri ed ex arbitri sono sicuramente i più esperti del gioco, ma purtroppo anche loro possono, a volte, sbagliarsi o mentire (leggere le trascrizioni delle telefonate di Moggi agli arbitri “opinionisti”…)

    Il fenomeno della “sudditanza psicologica”, inoltre, non è che debba manifestarsi sempre.

  7. Alberto:

    Sulla fallibilità degli opionisti ex-arbitri non posso che esser d’accordo con te. Non mi dimenticherei peraltro che l’ex-arbitro opinionista delle intercettazioni di Moggi era poi dipendente di una rete di Tronchetti-Provera…

    Sulla sudditanza psicologica consiglio comunque la lettura degli interessanti dati al link seguente:

    http://it.wikinews.org/wiki/Calcio:_uno_studio_sui_rigori_nell%27era_Moggi

    Ciao

  8. Bruno:

    E’ quel gioco in cui la palla non si può prendere con le mani, vero?

  9. Alberto:

    Non la si può prendere volontariamente con le mani, tranne il portiere all’interno della sua area di rigore… ;-))

  10. Bruno:

    Quindi, se io prendo la palla *non* volontariamente in mano, la giocata è valida? Ma cos’è la volontà, e fino a che punto è libera? Se io prendo la palla in mano sotto l’influenza di una forza esterna, il mio atto si può considerare libero e volontario? Se persino Napoleone, che sulla propria ferrea volontà fondò un impero, una tradizione, una dinastia, agiva spinto da necessità storiche, come può essere volontario e libero l’atto di un centravanti? Secondo me, gli arbitri dovrebbero applicare la regola con maggior discernimento.

  11. BlindWolf:

    Alberto, con le cifre (specialmente nel calcio) si può dire tutto ed il contrario di tutto, a seconda di quello che vuoi interpretare.
    Inoltre la pervasività del metodo Moggi stava nel fatto che influenzava partite in cui la sua squadra non giocava (esempio: ammonizione a giocatori già diffidati la partita prima che incontrassero una squadra a strisce bianche e nere).
    Lo stesso Lucianone, in tempi non sospetti, dichiarò: “La cosiddetta ‘sudditanza psicologica’ non esiste. E’ solo una forma di rispetto verso chi ha fatto la storia del calcio”. Poi si scoprì che non c’era solo ‘sudditanza psicologica’, ma ben altro…

  12. vb:

    Segnalo che le statistiche non sono sufficienti ad interpretare l’era Moggi. Ad esempio, bastava fare così: si fischia regolarmente all’inizio, poi appena la partita entra nel vivo o se ne ha l’occasione si cerca di far segnare la squadra che deve vincere. Quando succede, a quel punto la partita diventa in salita per gli altri, che devono scoprirsi e quindi probabilmente prendono altri gol o si espongono a situazioni sfavorevoli “regolari”. Poi, nell’ultima mezz’ora, quando la partita è decisa, si regala qualcosa a chi sta perdendo, e così a fine partita le statistiche sono pari.

    Sul fuorigioco, l’interpretazione FIFA è che il gol è regolare se, quando l’attaccante è rientrato dal fuorigioco precedente, il difensore “controlla” la palla (non solo indirizzandola volontariamente: ad esempio può controllarla anche senza toccarla, cercando di lasciarla uscire), mentre non lo è se il difensore colpisce la palla senza controllarla (ad esempio la devia senza poterla indirizzare). Tutto quindi sta nel decidere se Dellafiore aveva una effettiva chance di spedire la palla da un’altra parte, o se invece si è limitato a deviare la palla in quel modo perché era il massimo che poteva fare. Questo è il punto su cui l’arbitro ha libertà di interpretazione… e quindi su cui non ci sarà mai accordo.

    Chiudo segnalando che, alla fine dei conti, gli arrestati sono 31: 27 della Juve – compresi quelli che hanno picchiato un ambulante, gli hanno rubato le sciarpe e maglie del Toro che vendeva, e se le sono messe cercando di far cadere la colpa degli scontri sull’altra parte – e 4 del Toro. Ma naturalmente l’house organ della Fiat (la Stampa) chiosa la notizia dicendo “però sono stati quelli del Toro a cominciare”. (Cosa che peraltro fatico a credere, per una serie di motivi…)

  13. Alberto:

    Blindwolf: I numeri sono numeri e sono l’unica elemento oggettivo che abbiamo.
    Per amor di verità mi corre obbligo di ricordarti, a proposito di ammonizioni mirate, che lo stesso giudizio di Calciopoli che retrocesse la Juve, smontò la teoria delle ammonizioni mirate che era basata esclusivamente su due telefonate. La prima tra Moggi e Giraudo che commentavano il fatto che l’Udinese fosse piena di diffidati alla vigilia di Udinese-Brescia, augurandosi che qualcuno di questi fosse ammonito e quindi squalificato per la partita successiva che l’Udinese avrebbe giocato contro la juve; nonostante una maxi-rissa in campo (fu la partita del gol segnato dal Brescia mentre il portiere dell’Udinese era a terra) nessuno dei giocatori diffidati fu ammonito e quindi squalificato. L’altra è costituita da una telefonata nella quale il giornalista Tony Damascelli ironizzava sul fatto che l’arbitro De Santis (che aveva la nomea di essere filo-juventino per un vecchio gol annullato al Parma contro la Juve anni prima) avrebbe fatto squalificare tre giocatori del Bologna in vista dell’incontro con la Juve; i giocatori in realtà non erano tre ma solo due: Nastase e Petruzzi, e non si può dire che fossero tra i giocatori più pericolosi del Bologna, Nastase giocò quell’anno pochissime partite e non fu schierato nemmeno nell’incontro successivo a quello contro la Juve, pur avendo esaurito la squalifica, Petruzzi totalizzò in tutto 15 presenze.
    A proposito di numeri ti ricordo la classifica delle squalifiche godute dalle varie squadre nella famosa stagione 2004-05.

    +——————————+
    | squadra squalificati|
    |——————————|
    | Atalanta 30
    | Reggina 27
    | Juventus 25
    | Brescia 24
    | Lecce 23
    | Lazio 22 |
    | Sampdoria 22 |
    | Siena 22 |
    | Inter 21 |
    | Parma 21 |
    | Bologna 20 |
    | Cagliari 19 |
    | Livorno 19 |
    | Milan 19 |
    | Udinese 19 |
    | Chievo 18
    | Messina 18
    | Palermo 16
    | Fiorentina 12
    | Roma 11
    +————–+

    Come vedi la Juve è sopravanzata nettamente sia da Atalanta che Reggina ed ha appena 4 squalificati in più dell'”onesta” Inter. Per dare un riferimento l’Inter stessa nel 2006-07 ha avuto ben 29 “squalifiche mirate”, una volta sono stati squalificati tre giocatori, 8 volte sono stati squalificati due giocatori.

    In generale, sulla sudditanza psicologica, sono possibilista sul fatto che un arbitro di scarsa personalità possa occasionalmente essere condizionato nel giudizio quando in campo ci sono Juventus e Reggina, tendo invece ad escludere che la stessa cosa posa avvenire quando in campo ci sono Juve e Milan se non a ruoli invertiti. Se poi leggo che Cairo afferma che “un gol così al Toro non lo avrebbero convalidato”, sapendo che un gol così lo hanno convalidato due settimane fa al Siena contro il Milan, mi viene il dubbio che la sudditanza psicologica sia spesso soprattuto un’alibi.
    Ciao

  14. BlindWolf:

    1) Non aggrappiamoci all’«oggettività» dei numeri: le dinamiche del calcio sono talmente complesse che chiunque può tirare in ballo solo le statistiche (tra le tante) che gli danno ragione. E potrebbe non avere ragione lo stesso.

    2) un’ingiustizia (o presunta tale) ripetuta può diventare un alibi. Ma un alibi ripetuto può diventare un controalibi. E così via all’infinito.

    3) l’arbitro che favorisce una “piccola” contro una “grande” può generare il sospetto che fosse sotto il controllo di un’altra “grande” (e qui rientriamo nel loop infinito del punto 2).

    4) C’erano degli spunti interessanti nel libro che ho appena finito di leggere (“La scomparsa dei fatti” di Marco Travaglio), ma l’ho appena prestato a mia madre e non posso (per ora) fornirvi delle citazioni.

  15. Bruno:

    Ingegneri che non credono ai numeri? Dove andremo a finire, signora mia! E’ diventata una questione di fede, smettetela di discutere, non si arriva a nulla e si rovina il clima del fo… blog.

  16. Alberto:

    vb: quindi basterebbe dimostrare che alla Juve danno più rigori nel primo tempo che nel secondo perché il dogma della Juve che ruba diventi finalmente una verità scientifica? Finalmente forse si apre uno spiraglio sulla verità… ;-)

  17. Alberto:

    Bruno: E’ sempre una questione di fede, non solo nel calcio, e se nel calcio si tratta solo di decidere se vince la squadra A o vince la squadra B altrove decisioni ben più importanti per la nostra vita e la nostra società sono prese anche lì su basi meramente fideistiche.
    Ci si allena nel calcio a considerare i nostri buoni e gli altri cattivi, i nostri successi giusti e quelli degli altri truffaldini, ma si trasferisce poi questo stesso approccio alla politica, al lavoro, ai rapporti interpersonali eccetera…
    Il libro di Marco Travaglio citato da Blindwolf offre in effetti molti spunti interessanti sul tema, ma purtroppo lui stesso scade ogni tanto nel dogmatismo, d’altra parte è un uomo anche lui…
    Ciao

  18. BlindWolf:

    @Bruno: io sono ingegnere. Io credo ai numeri. I numeri, di per sè, non mentono. Ma gli uomini possono scegliere i numeri che vogliono e mentirci sopra raccontando che “i numeri non mentono”. Questo simpatico giochino matematico ne dimostra un esempio: http://www.vincenzov.net/funny/avvocati.htm

  19. sciasbat:

    vb: non ti pare che se Moggi avesse anche previsto come mettere a posto le statitiche (coordinando telepaticamente gli arbitri, visto che a differenza di altri loro non parlava) sarebbe da considerare un genio? Sarebbe pure da eleggere come presidente del consiglio, tanto saprebbe far andare d’accordo la coalizione! ;)
    Mi sembri quasi Viglino :P

  20. Bruno:

    @sBlindwolf: Mah, è vero che le tesi possono essere presentate in diverse maniere, che i dati possono essere manipolati e presentati in un modo piuttosto che in un altro. Però, ribattere semplicemente: “non credo a questi numeri” mi sembra un’argomentazione piuttosto debole. Hai dei numeri che spiegano meglio la situazione?

  21. Bruno:

    @Alberto: sono in effetti troppe le cose che bisognerebbe verificare, se non si avesse fede in niente. Qualcosa bisogna accettarlo per fede. Solo, non riesco ancora a realizzare quanto ci si possa accalorare nel discutere questioni calcistiche. Oggi, tra lavoro, blog di vb e palestra, non ho sentito parlare d’altro.

  22. BlindWolf:

    @Bruno: non ho mai detto “non credo a questi numeri”. Non li ho verificati, ma non ne metto in dubbio la veridicità. Sto semplicemente sostenendo che non si può sostenere tutto con le nude cifre.

    Per esempio, se una squadra vince una partita 7-0 segnando le ultime 3 reti su rigore (rigori giusti o sbagliati che siano) tali rigori fanno statistica ma non sostanza. Un 1-0 su rigore è determinante. E può esserlo anche un rigore sullo 0-0 contro una squadra che mirava ad un pareggio disperato, che magari sull’1-0 si mette ad attaccare alla disperata e torna a casa con una goleada sul groppone.

  23. Bruno:

    @Blindwolf: è vero, non si può spiegare tutto con le nude cifre. Anzi, le nude cifre non spiegano proprio nulla e sono insufficienti persino nel descrivere fenomeni semplicissimi; il tuo divertente giochino matematico ne è un caso esemplare.

    Non parliamo poi dei casi estremi del calcio, come la goleada 7 – 0 che citi tu: la statistica se la cava malissimo nei casi particolari. Però, mi dico ingenuamente, se ci fosse una sistematica alterazione dei risultati a favore di una certa squadra, la cosa dovrebbe risultare da qualche statistica, proprio per la natura costante e ripetuta del fenomeno. Per cui ti chiedo nuovamente: hai delle statistiche che sostengano la tua tesi?

  24. BlindWolf:

    (tra parentesi: quel giochino matematico non è “mio”, quello che ho segnalato non è neppure un sito gestito da me. C’era comunque un esempio simile su “Innumeracy” di J. A. Paulos relativo alle percentuali di battuta nel baseball).

    Sono spiacente, ma siccome leggo “La Stampa” :-) non ho sottomano molte statistiche che accusino la vecchia signora ed il suo fido Moggiordomo.

    Ma riflettiamo un attimo.

    Gli arbitraggi direttamente o indirettamente pro-Juve non è necessario che siano così sistematici. Serve l’arbitro giusto nella partita giusta ma se la partita procede per il verso giusto il direttore di gara non ha la necessità di intervenire, se la partita va troppo nel verso sbagliato non ne ha la possibilità. Sia ben chiaro che anche senza gli “aiutini” la Juventus non sarebbe di sicuro retrocessa, ma una manciata di punti ti possono dare o togliere uno scudetto.
    Ma se Moggi ordina di mandare l’arbitro Tizio a Lecce non è di certo per regalare un week-end nel Salento al direttore di gara.
    C’è stato un processo per verificare le responsabilità di arbitri, designatori e dirigenti ed i verdetti in maggior parte di colpevolezza hanno fatto fare una pessima figura allo sport nazionale, e la Juventus non era la sola coinvolta.

    Se c’è una cosa che mi amareggia (ed in questo mi unisco alle lamentele dei cugini) è che sembravano coinvolte altre squadre che non sono state neppure processate. Questa sì che può essere la vera ingiustizia di “Calciopoli”

  25. Alberto:

    Sul tema statistiche segnalo che, quasi a prevenire le osservazioni di Blindwolf, l’articolo di wikinews conteggiava a parte sia i rigori decisivi sia i rigori negli incontri tra le prime in classifica…
    Sul tema processo Calciopoli: in realtà il processo vero, quello penale, non c’è ancora stato e lo attendo con molta curiosità. Su quello sportivo, per tanti motivi, stenderei un velo pietoso.
    Sulle altre squadre non coinvolte cito quello che Bergamo dice in un’intercettazione a proposito del suo collega designatore Pairetto: “Gigi si è fatto più forte di me e Gigi risponde alla Sampdoria, al Milan, all’Inter, al Verona, al Vicenza, al Palermo… A tutti quelli dove ci sono grandi magazzini e lui ha bisogno di lavorare…”. C’erano nomi e cognomi… Bastava leggere… C’era anche un certo Collina che andava a cena, in gran segreto, con Galliani: l’hanno fatto designatore…
    Sulla figura che abbiamo fatto d’accordissimo con Blindwolf. Tra l’altro credo di essere tra i pochi in Italia che ha difeso Domenech. Ma come? Prima passiamo mesi a dire che i nostri arbitri sono delle meretrici pronte a mettersi a vendersi al miglior offerente e poi ci scandalizziamo perché qualcuno in Francia ci ha creduto?
    Ciao

 
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