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mercoledì 6 Febbraio 2008, 12:29

Un filosofo qualunque

Supponete di essere un vecchio filosofo brontolone che già per tutta la vita ha dovuto scontare il fatto di chiamarsi Gianteresio, e che non ha mai perso una occasione che fosse una per rendersi ridicolo. Vi accorgete che è prevista la partecipazione di Israele alla Fiera del Libro: potete mancare una occasione come questa per rendervi ulteriormente ridicolo?

No, non potete: e così scrivete un articolo sul giornale cittadino chiedendo il boicottaggio della manifestazione. Già che ci siete ne sparate un paio, come quella secondo cui prima avrebbero invitato l’Egitto e poi l’avrebbero cancellato per far spazio a Israele (mentre l’Egitto è stato rinviato al 2009 semplicemente perché nello stesso periodo si farà una mostra di risonanza mondiale al Museo Egizio), o il parallelo con la visita del Papa alla Sapienza (pare che nella sinistra radicale vada di moda, in questo periodo, combattere per la libertà di opinione cercando di non far parlare tutti quelli che la pensano diversamente).

Naturalmente, vi fate subito sbertucciare dagli stessi scrittori invitati, che pure non sono certo allineati al proprio governo. Ma non importa, perché nel frattempo s’alza il pugno e arriva la solidarietà del vostro partito (oddio: partito che vi ha fatto trombare come un fesso alle ultime Europee, ma non sottilizziamo). Tra voi e questo partito c’è comunque una identità di vedute, perché ad entrambi piace rendersi ridicoli; in più, visto che le elezioni si avvicinano, i Comunisti Italiani hanno disperatamente bisogno di farsi vedere, dato che stanno per sciogliersi nel polpettone rosso bertinottiano e se il loro posto nel mondo era poco chiaro prima, lo sarà ancor di meno adesso.

Eppure, la cosa che io trovo veramente triste di tutta questa vicenda è la quantità non trascurabile di persone che vanno dietro all’idea di boicottare uno Stato che, con tutte le critiche possibili alla politica del suo attuale governo, è l’unica democrazia del Medio Oriente e combatte quotidianamente contro gente che si fa saltare in aria negli autobus e che dichiara tranquillamente a mezzo stampa di avere come obiettivo la cancellazione dalla faccia della terra di tale Stato e dei suoi abitanti.

E non parlo solo di quella decina di figli di papà dei centri sociali che sono andati ad appiccicare uno striscione scritto a pennarello fuori dalla finestra della sede della Fiera (sempre meglio che lavorare). Parlo invece di tanta gente intelligente, laureata, con posizioni di rilievo, che però vede tuttora il mondo in bianco e nero, dividendolo per buoni e cattivi in base a scelte ideologiche mai sottoposte a verifica rispetto alla realtà delle cose, e tanto meno compatibili con l’opportunità di dialogare con persone che tale realtà vivono direttamente, e che quindi potrebbero scombinare queste scelte.

Capisco che il mondo moderno dia poche certezze e che quindi, da Vattimo alla pescivendola del mercato, venga la tentazione di usare l’ideologia (esattamente come la religione) per farsele. In Italia, di questo sport siamo campioni; ed è sicuramente una delle ragioni per cui, alla prova dei fatti, i nostri piani e le nostre politiche falliscono miseramente.

[tags]fiera del libro, israele, vattimo, pdci[/tags]

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11 commenti a “Un filosofo qualunque”

  1. Attila:

    VB sei proprio un kualunkuista… non capisci che finalmente lo “spirito libero” del famosissimo filosofo GianVattelapesca ci ha illuminato… che finalmente Rizzo potrà lavarsi dall’onta che ormai è radicata da un decennio sopra alla sua testa (la famosa scritta a Mirafiori “Rizzo pelato, servo della NATO” in occasione dell’intervento in Bosnia)… i nuovi nazifascisti sono gli israeliani che non hanno la decenza di prendersi un paio di Qassam in testa e starsene buoni e zitti… ma non hai citato il sempre presente Giulietto che finalmente ha trovato la chiave di volta dell’11 settembre (perchè non si sa mai che Ferrero fosse presente all’aeroporto di Boston quel giorno)…

    Sei proprio un kualunkuista…

  2. raccoss:

    A Vitto’. Mi piace come scrivi e generalmente sono d’accordo con le tue opinioni.
    Talvolta però cadi in un luogocomunismo che lascia veramente l’amaro in bocca. In questo caso perchè:

    a) chi frequenta un centro sociale son sempre figli di papà che non han voglia di lavorare. Sarà anche vero, ma possibile che sian tutti così. Possibile che nessuno abbia nulla di intelligente da dire?

    b) descrivere il governo di Israele come un martire un poco birbantello mi sembra un poco riduttivo, visto le politiche nella striscia di Gaza che se non son genocidio poco ci manca.

    http://www.ecplanet.com/canale/varie-5/diritti_umani-65/0/0/29230/it/ecplanet.rxdf

  3. Tizio:

    nessuno condivide le scelte del governo di israele, ma boicottare la fiera del libro nulla risolve, anzi, si toglie spazio, cioè non si va a sentire, quelle voci isrealiane dissenzienti con il loro governo, cioè gli scrittori

  4. raccoss:

    Tizio, giammai sarò d’accordo col boicottare la fiera del Libro.

  5. vb:

    La mia sui centri sociali è una caricatura, è evidente che in quell’ambiente ci sono sia intelligenze che ragioni; però non sopporto la loro incapacità (ovviamente sempre parlando per medie) di relazionarsi con la realtà moderna e ancora meno l’incapacità di accettare la diversità di opinione. Chiunque non la pensi come loro è solitamente etichettato come fascista, capitalista o corrotto e in base a ciò essi giustificano atti di aggressione violenta, come appunto l’occupazione forzosa della sede della Fiera del Libro – che, se ci pensi, è una azione estremamente fascista.

  6. for those...:

    Grazie raccoss! nonostante avessi fatto passare 2 giorni per calmarmi non sarei riuscito ad essere pacato come te sul governo israeliano.

    Ho detto GOVERNO ISRAELIANO, NON ebrei. Si sa mai che salta fuori un giuliano ferrara che grida all’antisemitismo appena si critica la politica di israele. E visto che ci siamo, preciso anche che, pur capendo l’esasperazione dei palestinesi, non giustificherò MAI il terrorismo.

  7. vb:

    Beh, poco fa su Radio Rai ho sentito il vicepresidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane affermare che separare gli ebrei (vittime) dallo Stato di Israele (carnefice) è una forma di antisemitismo mascherata che va stigmatizzata, quindi non è solo Ferrara…

    In effetti la peggior colpa di Vattimo in tutta questa vicenda è stata di spingermi a scrivere – per una sola volta, sia chiaro – le stesse cose di Magdi Allam! Brr… ho ancora i brividi al pensiero.

  8. Thomas Jefferson:

    Ma cos’è che vi turba così tanto della politica di Israele? Forse che non accettano supinamente di farsi rigettare in mare?

    http://www.informazionecorretta.it/popup/pillole/pillole_storia.html

    Quanto ai centri sociali, specie quelli occupati, spesso la loro stessa esistenza è un atto di prepotenza cui si dovrebbe rispondere come si risponde quando la proprietà viene violata. Una persona intelligente che ragiona questo dovrebbe capirlo ed evitarli.

  9. Nick:

    Noi europei da sempre accusiamo gli americani di essere tanto infantili da vedere le cose tutte bianche o tutte nere. Già lo facevano nei western, dove gli indiani erano barbari e cattivi oppure povere innocenti vittime. Adesso, poi, sembra vogliano dividere il mondo tra buoni e cattivi. E noi giù a criticarli, a insegnare loro come in realtà non esistano soltanto il bianco e il nero, come le cose cambino a seconda del punto di vista da cui le si guarda, come bisogna sempre cercare di capire l’altro e di mettersi nei suoi panni.
    E poi appena si parla di Israele e di Palestina diventiamo tutti estremisti, esattamente allo stesso modo. Parliamo di politica in medio oriente con lo stesso sereno distacco con cui commentiamo il derby della nostra squadra del cuore, cioè nessuno. Ma perché? Forse siamo davvero un popolo di “allenatori da bar”, abituati ad avere sempre la verità in tasca e il fatto di non riuscire a vedere una soluzione di compromesso tra questue popoli ci spinge non a rifletterci su e ad aiutare, per quanto possiamo, a cercarla, ma a parteggiare per una “squadra” o per l’altra, a fare il tifo per una soluzione che comunque elimini un problema che non vogliamo affrontare, nemmeno a livello teorico.
    My two cents.

  10. Alberto:

    Quello che si può imputare al governo israeliano è la stessa cosa che si può imputare a chi contesta la Fiera del del Libro, ovvero la tendenza a preferire spesso lo scontro al dialogo.
    Israele è l’ospite d’onore alla Fiera? Se ne parlerà? Non sei d’accordo con le politiche del governo israeliano? Ottimo. Vai e dialoga, troverai sicuramente terreno fertile per discussioni e dibattiti. Questa è la democrazia. Il problema è che discutere, dibattere, dialogare è terribilmente impegnativo e faticoso.
    Un bello slogan, qualche insulto, lo scontro, è molto più facile e intellettualmente riposante. Per questo molti lo prediligono… Mah…

  11. Andrew:

    Un bello slogan, qualche insulto, lo scontro, è molto più facile e intellettualmente riposante. Per questo molti lo prediligono…

    Soprattutto, un bello scontro finisce in prima pagina, mentre un dibbbattito va tra due pubblicità full page, oppure alle due di notte…

 
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