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Archivio per il giorno 17 Luglio 2008


giovedì 17 Luglio 2008, 09:36

Un parere spassionato su iPhone e simili

Non si dovrebbe mai parlare di cellulari con un grande blogger come Fabbrone e un grande non-blogger come Simone C.: non appena ho scritto questo, il mio venerato Nokia 6620 del Natale 2002 è morto sul colpo (o meglio, è morta la sua colonna sonora, e tutte le suonerie sono diventate mute, impedendomi di accorgermi delle chiamate).

La buona notizia però è che questo mi ha permesso finalmente di farmi una opinione di prima mano sui cellulari dell’evo moderno; non sull’iPhone di cui tutti parlano, ma su un suo concorrente piuttosto simile. Infatti, in azienda avevamo un residuo di smart phone di fascia alta dello scorso anno, comprati per un progetto a termine e poi rimasti lì; e così, nella necessità, ho rimediato al volo un HTC P3600.

Stando al duo di two non-blogs di cui sopra, si tratta di un telefono fichissimo: ha uno schermo enorme, due fotocamere da due megapixel, il bluetooth, il wi-fi, l’UMTS, sopra ci gira Windows e può farti anche la pasta in PDF. Così mi sono messo di buzzo buono e ho provato ad adottarlo come cellulare.

La batteria era a terra, e ci ho messo venti minuti per trovare il buco dove infilare la presa del caricatore, o meglio per scoprire che si infila nel buco dell’USB, anche se sull’oggetto, vicino al buco, non c’è alcun simbolo che indichi “corrente” ma solo quello che indica “segnale”; e il buon Beccari, mitico professore al Politecnico, m’insegnò che dove va il segnale non va la corrente, pena il crollo del cielo sulla testa.

In compenso, ci ho messo un’ora (ma veramente!) per riuscire ad aprirlo e metterci la SIM; alla fine, ho chiesto a un collega il quale mi ha descritto via chat una specie di manovra di Heimlich, tipo “metti il palmo di una mano sullo schermo e l’altro palmo sul retro, poi schiaccia con forza e spingi in due direzioni contrapposte”. E dire che avevo cercato il manuale; nella confezione c’era sì un volumetto di 80 pagine, ma erano le condizioni di licenza di Windows e annessi; il manuale, quello che serve a qualcosa, non te lo danno, ed esiste solo online; lo cerchi, lo trovi, lo scarichi, lo apri, e dopo scartabellamento ti dicono che le istruzioni per aprire il retro sono in un altro manuale, quello di “avvio rapido”; trovi pure quello, e finalmente arrivi alla fatidica istruzione, che dice testualmente: “1. Aprire il coperchio.” Ah, grazie!!!

Perlomeno, durante l’ora di ispezione ho scoperto un fenomeno strano; anche se questo oggetto è un mattone, è grosso e pesante il doppio del mio vecchio Nokia e sembra di portarsi dietro un panetto di piombo, ha degli angolini progettati da un coreano con le manine da puffo. Da uno di questi angolini, infilando l’angolo di un’unghia, esce fuori un cottonfioc di metallo, che ho guardato con stupore; poi mi hanno spiegato che esso serve a battere sullo schermo per selezionare le opzioni.

E così, l’ho caricato, l’ho acceso, e mi sono trovato a battere sullo schermo come Woody Woodpecker, quindici volte di fila per settare l’orologio a ore tre, e poi quarantasette per i minuti. Comodo!

Essendo che il cellulare era stato già usato, per prima cosa ho cercato di cancellare la rubrica; non si può. Puoi fare milioni di fantasmagoriche operazioni usando Windows, ma svuotare la rubrica no; ho dovuto fare un reset hardware e reimpostare tutto da capo. E poi, la mia prima telefonata.

E’ lì che ho realizzato un aspetto che mi era sfuggito, ma che è piuttosto basilare: questo coso non ha i tasti coi numeri.

Cioè, signori, lo passano per un cellulare fichissimo, ma non c’è modo di comporre un numero di telefono. A meno naturalmente di: bootare Windows, estrarre il pennino, battere qua e là alla maniera di Woody, far venir fuori un tastierone numerico sullo schermo, e ribattere sui numeri di telefono. Oppure battere qua e là per far venir fuori la rubrica… e poi, visto che non ci sono i tasti coi numeri, non puoi arrivare alla lettera che ti serve semplicemente premendo un tasto; di nuovo, devi battacchiare qua e là.

Ora, un cellulare serve a fare tre cose: telefonare, scambiare SMS e svegliarmi al mattino quando devo prendere l’aereo. Queste tre cose, in codesto oggetto, richiedono dieci volte lo sforzo del mio Nokia di dieci anni fa. Per esempio, immaginate di stare arrivando sotto casa della vostra metà e di volerle fare uno squillo per invitarla a scendere: non mi sembra una esigenza strana, anzi lo fa metà della popolazione terracquea tutte le sere. Con il cellulare precedente, potevo schiacciare tre tasti tre per arrivare a selezionare il numero; al momento buono, bastava schiacciare il pulsante verde. Si poteva fare senza problemi nei venti secondi di attesa all’ultimo rosso, o persino guidando. Si poteva addirittura semplificare facendo in modo che bastasse tenere schiacciato un solo tasto numerico per far partire la chiamata.

Con questo nuovo oggetto, io, mentre guido, dovrei estrarre un cottonfioc di metallo, fare Woody Woodpecker per trenta secondi in mezzo a una interfaccia con decine di icone e voci di menu di 3×3 millimetri l’una – il tutto in equilibrio precario e mentre tengo il volante coi denti – e poi tenere premuto il cottonfioc per un secondo contro lo schermo, mi raccomando senza lasciarlo mai. E badate bene di non preselezionare il numero quando uscite di casa, perchè entro un minuto, per risparmiare la sua batteria che dura più o meno un quarto d’ora, l’oggetto si spegne da solo!

Non ho peraltro dubbi che con qualche centinaio di dollari di costi di licenza io possa sviluppare una meravigliosa applicazione custom per Windows Mobile, che mi permetterà di fare la stessa cosa che fa un Nokia da 30 euro, cioè squillare la mia fidanzata in un secondo senza slogarmi il becco a forza di picchiare…

E dire che mi avevano avvertito: tutti gli altri colleghi che avevano già provato questo coso, passati i primi tre minuti di orgasmo tecnofiliaco, erano tornati di corsa ai loro vecchi cellulari. Ma dopo questa esperienza non ho dubbi: se uno vuole usare un PC, guardare le mail, navigare su Internet, si porta il portatile, magari comprandosene uno leggero e non un padellone da 19″; quanto al telefono, mi cercherò quanto prima un Nokia da 30 euro che faccia le cose che deve fare un cellulare, invece di costringermi a litigare con una interfaccia grafica pure per mandare un SMS alla mamma.

[tags]iphone, smart phone, cellulari, nokia, htc[/tags]

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