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giovedì 21 Maggio 2009, 19:00

Assimilati

C’è una storia che probabilmente non conoscete, e che completa il quadretto sugli inceneritori e sul trattamento dei rifiuti all’italiana: è la storia dei CIP6.

Il CIP6 – così chiamato dal numero della delibera del Comitato Interministeriale Prezzi che lo istituì – è un prelievo speciale aggiuntivo del 7% su ognuna delle nostre bollette dell’energia elettrica, che stiamo pagando sin dall’inizio degli anni ’90. Fu istituito dall’Unione Europea per finanziare la produzione di energia da fonti rinnovabili, pagando a chi la produceva un prezzo superiore a quello di mercato, e fin qui tutto bene.

Il problema è che, all’italiana, quando la direttiva fu recepita i nostri governanti aggiunsero a “fonti rinnovabili” la paroletta magica “e assimilate”. Sotto quella assimilazione è passato di tutto: in particolare, è passato il bruciare i rifiuti negli inceneritori ed è passato il bruciare gli scarti di produzione petroliferi delle raffinerie (più rinnovabile ed ecologico di così…). Anzi, ci si è presa la mano: così, dei circa 50 miliardi di euro estratti in questi vent’anni dalle tasche degli italiani circa il 90% va ai petrolieri e agli inceneritoristi, mentre solo il 10% va effettivamene a finanziare la produzione di energia eolica, idroelettrica, solare e così via.

E non è un dettaglio da poco: pensate che solo il famoso e tanto strombazzato inceneritore di Brescia ha ricevuto nell’ultimo esercizio disponibile qualcosa come 66 milioni di euro di contributo pubblico CIP6, e da quando esiste è già ben oltre i 400. Grazie a questi soldi, la relativa azienda si è già ripagata il costo di costruzione e ora è tutto guadagno; senza questi soldi, l’impresa sarebbe in perdita e totalmente insostenibile.

Direte voi, ma come è possibile? Se lo è chiesta anche l’Unione Europea, tanto che nel 2001, per porre fine a questa manfrina, emise una nuova direttiva in cui compariva un elenco chiaro di cosa poteva essere considerato fonte di energia rinnovabile: ovviamente il bruciare i rifiuti (a parte quelli organici) e il bruciare gli scarti del petrolio non comparivano nell’elenco. Naturalmente l’Italia se ne è fregata: e naturalmente ci hanno multato.

Tutti i tentativi di affrontare la questione in Parlamento sono naufragati quasi completamente… del resto, questa è una delle tabelline di ripartizione del contributo che ho trovato in rete, risalente al 2004:

EDISON (53,4%)
ERG-GARRONE (10,8%)
SARLUX-MORATTI (10.3%)
ROSIGNANO ENERGIA (6,3%)
FOSTER WEELER (5,1%)
ENIPOWER (3,8%)
API ENERGIA (5,3%)
ELETTRA GLT (3,2%)
IRENE (0,9%)
ITALIANA COKE (0,3%)
ALTRI (0,6%)

Considerato che il totale annuo è di circa 3,5 miliardi di euro, anche una frazione di punto percentuale vuol dire decine di milioni di euro l’anno. Adesso avete capito come funziona il business dell’energia e dei rifiuti in Italia?

P.S. Domani alle 13 sono di nuovo su Videogruppo; non vi ho ancora raccontato il dietro le quinte di lunedì sera, vorrà dire che farò un post unico…

[tags]rifiuti, energia, inceneritori, termovalorizzatori, cip6, contributi, petrolio[/tags]

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15 commenti a “Assimilati”

  1. ff:

    E’ qualche ora ormai che questo post langue senza commenti, allora rimedio. Una delle cose che non mi piace di Grillo è sempre la scarsità di riferimenti precisi, ce la fai a rimediare? Ad esempio “una direttiva del 2001” non permette per chi fosse interessato di andare a cercare che viene detto.

    (sì blindwolf, devo ancora leggere il pezzo sul delaware, ma nel we rimedierò)

  2. Felter Roberto:

    Non vedo l’allora ASM, oggi A2A, gestore dell’inceneritore di Brescia, per cui la considero negli altri (e non TUTTO altri, altrimenti sarebbe con il nome).
    Se quindi quello che è uscito dal CIP6 per l’inceneritore di Brescia è qualche CENTESIMO percentuale, perchè si continua a portare quello come esempio?

  3. D# AKA BlindWolf:

    Google è tuo amico: direttiva 2001/77/CE

    http://www.mercatoelettrico.org/It/MenuBiblioteca/Documenti/direttiva200177.pdf

  4. ff:

    D# il fatto è che nell’articolo ci sono almeno una mezza dozzina di riferimenti del genere; non sarebbe male mettere il numero della direttiva direttamente, visto che è così che si procede normalmente (in realtà non lo pretendo da un blog, fa se vuoi fare politica mi sembra il minimo).

  5. vb:

    In effetti sui quotidiani italiani (specie quelli del tuo orientamento politico) vedo sempre un sacco di fonti e di fatti riportati con perfetta obiettività (non è forse un dato di fatto che i giapponesi hanno il muso giallo?). Ma se vuoi continuare ad attaccarti a qualsiasi cosa dato che non sai come ribattere sulla sostanza, fai pure…

  6. vb:

    Felter: Credo che quella tabella sia relativa alla ripartizione della sola quota (peraltro preponderante) assegnata al trattamento degli scarti del petrolio, mentre non comprenda proprio quella degli inceneritori o quella delle fonti rinnovabili vere (a cui comunque va circa il 10% del tutto). Tra gli inceneritori, quello di Brescia è il più citato dai media e il più “industrializzato”: pensa che ha persino ricevuto un premio internazionale, organizzato dall’azienda che l’ha costruito…

    Su questo sito trovi altre informazioni e i dettagli sulla vertenza di rimborso del CIP6 che migliaia di cittadini stanno intentando.

  7. Felter Roberto:

    Da bresciano conosco bene la situazione dell’inceneritore. La mia era proprio una domanda relativa alla “visibilità” che si continua a dargli su questi temi, quando c’è ben altro di ben più grande che nemmeno si cita.

  8. ff:

    @vb, la mancanza di fonti non mi piace in genere, come non mi piace chi per dimostrarti le cose manda su wikipedia su cui è difficilissimo verificare chi ha scritto un articolo, anche se almeno è un buon punto di partenza. però spiegami, non volevi cambiare il mondo? e poi tutto quello che hai da ribattere quando ti chiede un minimo di bibliografia è dire: “anche gli altri fan così” o nell’altro post “dimostrami che non funziona”?. Se è una questione di tempo usa Blindwolf come ufficio stampa :P

  9. ff:

    @blindwolf interessante il passo della direttiva che dice che al distributore è dovuto un indennizzo per i maggiori costi di distribuzione dovuti alle rinnovabili… (che non ci sono solo quando la frazione eolica / solare è trascurabile) non lamentatevi se poi la bolletta si impenna…

    Altro elemento poco sottolineato è che con l’idroelettrico e geotermico non siamo così distanti dagli obiettivi e quelli, almeno, sono potenza installata effettivemente disponibile quando serve e non quando vuole lei.

    Senza contare che dal mio punto di vista il problema del contributo agli inceneritori non dovrebbe neppure porsi, se non conviene basterebbe lasciare fare al mercato… (e tralascio il fatto che pure le motivazioni generali, ovvero kyoto, per me non stanno in piedi, ma è un’altro discorso, qui si parlava della direttiva)

  10. D# AKA BlindWolf:

    ff, in effetti mi chiedo che sto (stiamo) a fare a perdere tempo con te quando provochi inutilmente.

  11. D# AKA BlindWolf:

    il mio commento #10 era la risposta al #8.

    Per quanto rigarda il #9: la bolletta che “si impenna” non è una cosa di cui i sostenitori delle rinnovabili si lamentino particolarmente. Alcuni motivi:

    * se Tizio produce energia (per esempio) bruciando carbone, ha un certo costo industriale e può vendere l’energia ad un certo prezzo. Ma se gli abitanti nei pressi della centrale si ammalano il SSN ha delle spese per curarli e per il cittadino stesso la salute non ha prezzo… Quindi qual è il “vero” prezzo di un kWh “sporco” che lo Stato ed i cittadini pagano? (Inoltre che tu creda o no a Kyoto le emissioni di CO2 le paghiamo comunque in soldoni)

    * le materie prime non rinnovabili hanno un prezzo di mercato che è destinato a salire con la maggiore richiesta di energia. Per anni si è investito poco sulle rinnovabili perchè le altre avevano un costo accettabile, ma ora le cose stanno cambiando. Incentivare le rinnovabili significa incentivare la ricerca in quella direzione per farne diminuire il costo ed aumentarne l’efficienza.

    * l’economia è una questione di equilibrio, ma non di immobilismo. Se l’energia ha un certo costo avranno un certo costo i prodotti industriali ed i servizi ed il benessere sarà distribuito in un certo modo. Se il costo sale ci si sposterà verso un altro punto di equilibrio nella distribuzione del benessere. Ovvio che chi ci rimetterà si lamenta, ma è quello che succede dagli albori della civiltà. Nel 2009 in Italia abbiamo un benessere che nel 1949 manco ci saremmo sognati, ma questo benessere non è un dono irrevocabile piovuto dal cielo: in parte è dovuto a delle condizioni che si stanno esaurendo, ma in buona parte possiamo ammortizzare questo problema. Per esempio riducendo gli sprechi energetici (quando qualcosa costa poco costa meno sprecarlo che risparmiarlo) o puntando su tecnologie che attualmente sono un po’ più costose ma dal prezzo più stabile nel futuro.

  12. mfp:

    ff, se in quei riferimenti ci trovi qualcosa di intelligente Google e’ tuo amico … cerchi, approfondisci al livello che preferisci, e ti rincoglionsci con tutti gli assiomi del mondo invece di limitarti a tirare le somme che puoi gia’ tirare (20 anni di CIP6 sono abbastanza per tirare delle conclusioni, non credi? Quanti soldi ti hanno sfilato? E cosa ci hanno fatto? Non e’ questo l’importante? 50 miliardi son tantini eh, quasi quanto i 90 letteralmente rubati al fisco dai concessionari del gioco d’azzardo). Se invece non ci trovi qualcosa di intelligente, perche’ perdi tempo, e fai perdere tempo ad altri nel cercare al posto tuo? Buffone. (io spero che almeno qualcuno ti stia pagando per rompere le scatole a VB … perche’ e’ piuttosto malato comportarsi cosi’ senza neanche un movente concreto, almeno almeno infantile … magari sei un fannullone di quelli di cui parla Brunetta, sei cioe’ pagato da Pantalone per lavorare, e invece spendi il tempo in ufficio per chiacchierare sui blog! Di’ la verita’, dai, sei invidioso? Quando eri piccolo sei caduto dal seggiolone e ora ce l’hai con il mondo? O rosicavi che a scuola c’erano compagnucci piu’ bravi di te? Dillo a mfp tuo, confessati, io ti fo’ ‘na canna e ti aiuto a passare sopra questa tua difficolta’ emotiva… sono incazzoso, ma non una bestia… stai tranquillo, apriti)

  13. ff:

    #d sottolineo solo un errore concettuale sui finanziamenti per le “rinnovabili”, su kyoto ormai gore ha fatto troppi danni ed è inutile. finanziare la ricerca è una cosa, finanziare perché entrino in produzione impianti che altrimenti non starebbero sul mercato vuol dire bloccare la ricerca, perché rende meno conveniente investire per rendere più efficienti certe tecnologie. in pratica si trasferiscono un po’ di soldi a speculatori e si finanzia una categoria di industriali “amici” piuttosto che un’altra. ricorda qualcosa?

  14. vb:

    Felter: Documentandomi, ho scoperto un’altra interessante risposta alla tua domanda: http://it.wikipedia.org/wiki/Edison#Azionariato

  15. Felter Roberto:

    VB, A2A è in Edison grazie ad AEM e non a ASM, proprietaria da sempre dell’inceneritore.
    Qui trovi un articolo in cui si parla del fatto che ASM non sia riuscita ad ottenere il controllo di Edison, ma abbia vinto AEM: http://www.comune.brescia.it/NR/exeres/F22B45FB-3E48-44ED-BA71-5372316CCA86.htm
    Che poi tutti i gruppi che trattano di “rinnovabili” siano ormai collegati uno all’altro è cosa nota.
    Ma l’inceneritore, ripeto, è portato ad esempio in modo errato. (sempre IMHO) :)

 
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