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venerdì 3 Luglio 2009, 16:24

Fiction ferroviaria

Io ho sempre ammirato molto Pierangelo Sapegno e il modo che ha di raccontare le vicende degli uomini; è uno dei pochi motivi rimasti per leggere La Stampa. Per questo motivo ho subito apprezzato questo articolo, che racconta la vicenda eroica del capostazione di Viareggio, Carmine Magliacano, che con sprezzo del pericolo si è buttato sui binari della sua stazione in fiamme per andare a fermare l’intercity in arrivo da Roma, evitando così che il treno finisse in mezzo all’incendio provocando una strage. Si aggiungono naturalmente i commenti dei giornalisti sull’importanza degli uomini, che dei compiuter non ci si può fidare.

Peccato che, tra una lacrimuccia e un’altra, mi siano venuti alcuni piccolissimi dubbi. E’ noto infatti che sin dalla notte dei tempi i segnali ferroviari sono progettati per mettersi automaticamente in posizione di blocco in caso di qualsiasi malfunzionamento; all’inizio si usavano ad esempio delle palle o delle aste che segnalavano “via libera” se alzate o “stop” se verticali, in modo che, in caso di rottura, la gravità le riportasse in posizione di stop. Figurarsi se i segnali attorno a Viareggio continuavano a dare il verde.

Ma anche l’avessero fatto, ci sono altri sistemi di sicurezza: ad esempio il BACC, che ripete i segnali tramite correnti elettriche che vengono immesse e fatte circolare all’interno dei binari stessi, in assenza delle quali il treno si ferma automaticamente. Non credo proprio che sui binari in mezzo all’incendio i segnali elettrici fossero regolari… E poi c’è ancora l’SCMT

Comunque, nel dubbio, ho postato l’articolo sul forum dei ferrovieri; ecco qui una piccola selezione dei commenti che hanno fatto all’articolo. Divertitevi.

“Cazzate come quelle che stanno dicendo in radio. Quando ci sono problemi TUTTI gli apparati si dispongono DI DEFAULT per la Via Impedita, altro che paletta.”

“Pur essendo sicuro della professionalità, dello spirito di servizio dei colleghi DM e Deviatore, e dei colleghi in servizio a bordo del treno incidentato, mi permetto di chiedere ai professionisti o meno che abbiano contatto con le redazioni dei giornali di chiedere una presa di coscienza che li porti a scrivere in maniera meno sconsiderata. Gli articoli come quello della stampa, fanno il paio con i famosi film americani “di traggedia”…”

“Veramente è triste pensare a ‘sta cosa: ogni qual volta accade una tragedia di queste proporzioni (ma anche in casi ben più modesti, quando non succede proprio nulla) è l’irrazionalità, fatta di fantasie, paure, suggestioni a prendere il sopravvento sulla razionalità e la cultura. E così “giornalisti” scrivono quelli che a loro paiono evidentemente pezzi di alta letteratura. Ma il termine corretto è quello che avete utilizzato voi: CAZZATE.”

“Direi decisamente inverosimile. Fermo restando che vorrei capire come possa, un ac [apparato di controllo della stazione], mantenere un segnale a VL [via libera] in quelle condizioni. Già tanto se il segnale resta acceso.”

“Tra l’altro il racconto del giornalista non regge per un dettaglio banalissimo. Il merci è deragliato sulla radice [la fine dei binari della stazione] sud di Viareggio ed è lì che il gas si è incendiato. L’IC [intercity] veniva anch’esso da sud e quindi il DM [il suddetto dirigente di movimento Carmine Magliacano] eroico per farsi vedere sbracciandosi dai macchinisti dell’IC avrebbe dovuto quantomeno attraversare le fiamme andando incontro al treno. Se poi, come ha detto, avrebbe tolto tensione alla linea quando il merci era ancora in piedi, come avrebbe fatto l’IC a entrare in stazione? Secondo me, come è normalissimo, il DM può aver telefonando all’IC dicendogli di fermarsi subito. Tra l’altro i macchinisti avranno ben visto qualcosa e magari sono stati loro a telefonare al DM o al DC.”

“Sono basito per la terrificante e perversa fantasia di certi giornalisti che scrivono CAZZATE come quelle dell’articolo della Stampa, che danno della ferrovia (ma anche degli automatismi in generale) una visione abberrante che non può far altro che generare diffidenza (se non panico) in chi legge non conoscendo principi di funzionamento, regolamenti e procedure.
Non si tratta di pretendere che un giornalista sia competente di tutto quello che scrive, ma l’utilizzo della pura fantasia rischia di essere devastante. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensa un giornalista svizzero/tedesco/austriaco di un articolo del genere, sapendo che in quei paesi la cultura ferroviaria è di ben altro livello ed una cosa del genere non verrebbe scritta nemmeno in un racconto per bambini.”

[tags]ferrovie, viareggio, incidente, la stampa, disinformazione, sicurezza[/tags]

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7 commenti a “Fiction ferroviaria”

  1. Mike:

    Puoi mettere l’URL del forum dei ferrovieri? TNX!

  2. ff:

    cvd, c’è da stupirsi?

  3. emilio:

    non so perchè ma ogni qualvolta un giornalista scrive un pezzo su fatti di cui ho conoscenza diretta il ritratto proposto appare sempre in qualche misura (spesso molto) distante dalla realtà. In un caso come quello del post si verifica la stessa cosa, la versione del cronista non regge il confronto con la competenza dei ferrovieri. Viene da chiedersi se ciò non valga per tutte le notizie, comincia a sembrarmi sempre meno probabile da un punto di vista statistico che i giornalisti sbaglino sempre solo su quelle quattro cose che conosco io.

  4. mousse:

    “Il problema è che il computer ignorava la tragedia e tirava l’Intercity da Roma in bocca alle fiamme della stazione di Viareggio.”

    Si, e la marmotta che confeziona la cioccolata?

    Scusate, piena solidarietà ai parenti dei morti ed ai feriti (per i morti mi dispiace, ma della solidarietà ormai non se ne fanno niente), ma non è possibile scrivere queste idiozie. Ora qualcuno scriverà che “il computer” ha provocato l’incidente. E’ solo questione di tempo.

    E poi sentite la gente difendere i ferrovieri con poca voglia di lavorare quando non vogliono l’introduzione del VECMA (il sistema di controllo che obbliga il macchinista a premere un pulsante a intervalli casuali).

  5. mfp:

    Si, c’e’ una protesta montante “contro i computer”… ultimamente ne sento spesso… quella del barista (“li chiami per venire a cena, ti dicono che stanno chiudendo, e dopo 40 minuti stanno ancora li'”, “scusa, ma quella e’ una questione di educazione familiare… se stanno davanti alla tv non e’ la stessa cosa? Sei tu che ti devi far rispettare per mangiare tutti insieme, il computer che centra?”) mi pare che te l’ho raccontata. Ma ne ho sentite varie in ogni ambito… da quello finanziario (dove non gli si puo’ dar torto; un anziano economista mi raccontava che negli anni ’90 per essersi opposto a talune manovre di Microsoft ha rischiato il culo!), ad altri ambiti tecnici (perfino un medico se ne lamentava!). Adesso vagli a spiegare che sono stati utilizzati male da una piccola porzione di uomini (con dietro tutto il carrozzone di conquistatori del Far West che non sanno fare altro che piantare il paletto e gridare “Primo! Questo e’ il mio terreno!”)… non mi fraintendere… capisco bene che il business e’ stato un enorme volano di distribuzione, pero’ qui da noi e’ stato portato avanti “all’italiana”, e questi sono i risultati: danni prima, astio dopo. E il tutto ovviamente, senza rendersi conto che Il Computer non e’ una macchina organica… non sceglie. Alla fine se il ferroviere preso dalle emozioni del momento ha esagerato un po’ con i racconti… e’ comprensibile… fa anche tenerezza… li’ tocca andare a picchiare i giornalisti che raccontano cose che non hanno visto, o non incrociano le testimonianze, non verificano con un tecnico, per dare qualcosa di (almeno statisticamente) piu’ attendibile. Voglio dire… ci vuole tanto a postare una richiesta su un forum di ferrovieri e sentire i loro pareri? Boh… questa gente guadagna troppi soldi senza fare il suo mestiere…

  6. vb:

    Mike: http://www.ferrovie.it/forum/viewforum.php?f=13 (in realtà il forum è diviso in una ventina di sottoforum, questo è quello dove si commentano le notizie e la rassegna stampa) però da oggi pomeriggio è incriccato e non so perché.

    mfp: Più facile che il ferroviere abbia semplicemente detto che è andato a vedere cosa succedeva sui binari nonostante l’incendio e che nel frattempo avevano comunque chiamato i macchinisti del treno per essere sicuri che si fermassero, e il giornalista ci ha ricamato sopra “un pochino”…

  7. DiPalleRotto:

    “basso come l’erba di queste pinete”… secondo me salta fuori che era Berlusconi, sceso ancora una volta in campo per salvarci dalle fiamme del comunismo (sì che sa lui di quali siano le origini dell’incendio, è mica un computer)

 
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