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lunedì 5 Ottobre 2009, 14:30

Due Italie

La giornata di ieri è stata straordinaria: al mattino ci siamo trovati in una ventina a discutere di un piano operativo per le future elezioni regionali, insomma di come far saltare per aria la melassa interessata che soffoca l’Italia. E al pomeriggio ci siamo ritrovati in duemila in un teatro, a celebrare la nascita ufficiale del movimento; duemila persone e non una cravatta.

L’incontro al teatro Smeraldo era un evento mediatico, non un convegno di partito; le discussioni si tengono altrove. Ieri era una festa, un momento di autocoscienza, e il comizio di Grillo – come al solito divertente quanto vero – si è poi allungato sulla presentazione di tante idee concrete per cambiare l’Italia, alcune ovvie, altre davvero innovative (chi ha pazienza può dedicarci un’oretta e vederselo da qui). Sul palco poi non sono saliti i “politici” del movimento (in platea Sonia Alfano e De Magistris) e nemmeno i “padri spirituali” (Piero Ricca, Massimo Fini e la new entry di Adriano Celentano e Claudia Mori).

Oltre a Grillo, hanno parlato tre persone simboliche, per motivi diversi. In video, Rik Falkvinge, il fondatore del Partito Pirata svedese, che ha dato il benvenuto al nostro movimento nella rete dei partiti pirata europei e segnalato che anche da loro i giornali non gli avevano dedicato una riga, ma che loro sono il movimento più menzionato sui blog svedesi e tanto gli è bastato per prendere due parlamentari. Prima di lui, don Farinella, che si definisce “un prete dal cuore laico” e inneggia alla rivoluzione (ma dovrebbero insegnargli a “stringere”…). E prima ancora, Petra Reski, la giornalista tedesca che vive in Italia e che dopo anni di libri sulla mafia italiana ne ha scritto uno su quella tedesca, cioè sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in territorio tedesco. E’ salita sul palco e ha detto che in Germania è stata sbeffeggiata e portata in tribunale, proprio come succedeva da noi trent’anni fa ai primi giornalisti che osavano spezzare l’omertà, mentre “solo gli italiani mi hanno creduto”; ed è scoppiata a piangere, in un momento di grande emozione.

Detto che da ieri, dopo la firma dello scudo fiscale, il nostro Presidente della Repubblica non è più Morfeo Napolitano ma Ponzio Pelato, per noi il pomeriggio è stato pieno di successi: come forse avrete letto (anzi no: per esempio Repubblica.it non ha scritto nulla fino a stamattina, e quando in rete si è cominciato a farlo notare ha fatto apparire un articoletto in fondo in fondo) il movimento presenterà liste regionali in sole due regioni, Emilia e Piemonte (si vedrà per la Campania). Nonostante il Piemonte non sia tra le regioni dove il movimento è più diffuso a livello elettorale – abbiamo un solo consigliere comunale – siamo stati in grado di presentare un progetto convincente, ed è stato bello vedere riconosciuta la cosa.

Infine, la ciliegina è stata data dalla possibilità di incontrare per qualche minuto Grillo in camerino (e prima di lui tutto lo staff dei Casaleggio) dopo lo spettacolo. Abbiamo limitato la discussione al minimo necessario, ottenendo tutte le informazioni che ci servivano per il nostro lavoro – ben più di quanto avessimo sperato di ottenere. La cosa che mi ha colpito però, ancora più che la scorsa volta a Rivoli, è come Grillo sia assediato da chiunque e sia per questo incredibilmente stanco e sotto pressione. Dev’essere disumano trovarsi in quella situazione, con tantissime persone che alternativamente aspettano la sua imbeccata per fare qualsiasi cosa e poi quando arriva si lamentano di non essere stati consultati. Il messaggio di sempre è che il movimento siamo noi, tutti i cittadini; non dobbiamo dipendere da nessun tipo di leader per metterci a difendere i nostri diritti e i nostri interessi.

E’ buffo confrontare la giornata di ieri con quella di oggi, la prima dell’Internet Governance Forum Italia a Pisa: qui, al contrario, giacche e cravatte abbondano, e quasi l’intera mattinata è stata dedicata ai discorsi dei dignitari; siccome erano annunciati Brunetta e Gelmini, la città è militarizzata e paralizzata dalle manifestazioni di dipendenti pubblici e/o studenti (non ho capito quali dei due contro quale dei due). E’ dunque altrettanto impressionante ritrovarsi di botto nel solito clima da repubblica peronista, con le forze dell’ordine impegnate non a difendere i cittadini dai malviventi, ma a difendere i politici dai cittadini. Qui, comunque, ritrovi amici e colleghi di sempre; anche loro sono altrettanto impegnati a cercare di salvare il salvabile nel nostro Paese, chi nell’Università, chi nella ricerca, chi fiancheggiando il PDmenoL e chi fiancheggiando Sinistra e Libertà. Poi, in privato, mentre nessuno ascolta, ti dicono tutti: “ma tu che sei ancora giovane, cosa fai qui! Vattene, emigra appena puoi!”

Ecco, forse la differenza è questa: nell’Italia del teatro Smeraldo saremo anche giovani e ingenui, ma non abbiamo abbandonato la speranza.

[tags]grillo, 5 stelle, movimento, celentano, libertà, informazione, falkvinge, reski, partito pirata, piemonte, elezioni, napolitano, pisa, internet, igf italia[/tags]

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15 commenti a “Due Italie”

  1. .mau.:

    l’abbiamo perso, anche se a leggere il penultimo paragrafo forse c’è ancora qualche speranza.

  2. Fabio Varesano:

    Bellissime parole Vittorio.. in bocca al lupo a tutti.

  3. vb:

    .mau., seriamente e in amicizia: quand’è che hai perso la capacità di sognare?

  4. Bill The Butcher:

    …rispondo io? il 10 maggio 1994.

  5. .mau.:

    da almeno una decina d’anni. Continuo con le battaglie perse, ma sapendo che le perderò; le faccio solo perché ritengo giusto farle.

  6. Nick:

    @ Bill the Butcher: io ho INIZIATO a sognare e ad avere un serio e concreto segnale che le cose, dopotutto, si stavano mettendo per il meglio il 10 maggio 1994 con l’elezione del Presidente.
    Ah, io parlo di Nelson Mandela, eletto quel giorno presidente del Sudafrica. Tanto per dire che qualcosa di buono si trova ogni giorno e che anche le sfide impossibili, o, per dirla alla .mau. le “battaglie perse”, alle volte si vincono.

  7. Bill The Butcher:

    @ Nick: le “battaglie perse” a volte si vincono, raramente ma succede; tanto raramente quanto raramente a combatterle sono personaggi come Mandela.
    In Italia c’abbiamo Grillo, evvabbè.

  8. mfp:

    .mau. e’ quello il problema… non puoi “farle solo perche’ e’ giusto”… ci devi anche vivere dentro. E’ la sola differenza tra l’Intellettuale Naif (cfr. Gramsci, “intellettuale organico”) e i noi altri intellettuali cenciosi. Altrimenti non stai facendo niente; talvolta peggio. Troppo facile fare come i nobili scozzesi a Stirling… troppo facile…

    p.s.: e se non ricordo male ti avevo gia’ inviato il link sul tuo blog ( http://www.youtube.com/watch?v=-KNcTQKZCNc )

  9. .mau.:

    @mfp: l’intellettuale naïf dice “armiamoci e partite”, è un po’ diverso.

  10. Massimo Manca:

    Mau, aspe’, proviamo a vederla in un altro modo: VB decide che da grande vuole fare l’onorevole; siccome i partiti tradizionali sono tutti occupati e c’è una fila lunga che neanche le graduatorie di educazione fisica delle medie, vede che c’è un movimento nuovo che ha la potenzialità di esplodere, sia pure limitatamente, nei prossimi quattro o cinque anni, e dà qualche prospettiva, a condizione di infilarcisi per tempo; parte dunque con “la politica dal basso”; nel frattempo si fanno un paio di elezioni di rodaggio, dopodiché fra un paio d’anni si va alle politiche; VB, che è entrato per tempo, si fa piazzare capolista e con un pizzico di fortuna (e magari lo voto pure, toh) va a Montecitorio, e allora vediamo se dici ancora che è ingrullito.
    (E tu, VB, conferma, che se le cose non stanno così e davvero ti hanno invaso gli ultracorpi qui stiamo tutti in pensiero >:) )

  11. .mau.:

    @Massimo: infatti ho scritto “l’abbiamo perso”, che sono certo concorderai rispecchia esattamente il tuo modo di vedere le cose ;-P

  12. vb:

    La domanda immagino che sia: lo fai perché ci credi o lo fai per fare carriera?

    La risposta è che lo lo faccio perché ci credo; se mai dovessi veramente fare carriera politica (limitata perché, come sai, il nostro movimento ha la regola tassativa di massimo due mandati) sarebbe comunque un piacevole corollario.

    Comunque ti garantisco che di questi tempi, se uno volesse solo fare carriera politica molto velocemente, sarebbe molto più conveniente entrare in Italia dei Valori: hanno già un peso consistente, hanno appena raddoppiato/triplicato i loro voti, e il loro partito, a parte Di Pietro e pochi altri, è una scatola vuota – o piena solo di personaggi di basso livello.

  13. mfp:

    mau, se quello che fai (es: Wikipedia) non e’ “fisicamente riscontrabile da terzi” non ha effetti concreti sulla realta’ che ti circonda; o solo su quella, ma non sulla tua. E’ distaccato dalla realta’ quotidiana dei tuoi simili, che ti piaccia o no. Lo capiamo io, VB, e un altro migliaio di ’70. Il resto si limita a leech-are (perpetrare la tragedy). Mai vista la differenza tra pacifismo passivo e pacifismo attivo? (differenza che “guarda caso” stava tanto a cuore a Gandhi? Un avvocato gran paraculo che disse, come Nash anche se Gandhi lo disse in un contesto logico complesso, ragionando sulle IA Forti, “occhio per occhio ci rendera’ tutti ciechi”…)

    Capisci cosa intendo? Magari la tua sara’ anche una deformazione professionale eh… stai facendo il Baynes della situazione… (ie: un tizio che nel ‘700, se non sbaglio, tira fuori delle equazioni affascinanti dal punto di vista matematico ma che fino al 2001 non trovano alcuna applicazione; teoricamente assolutamente importante, ma… cui prodest? La tua curiosita’ e il tuo cv, o l’ambiente in cui vivi? Is fecit. Nel caso di Wikipedia l’importanza e’ piu’ di “cv o ambiente”… e’ stata anche un fondamentale proof of concept di tante cose… come del fatto che si possa evitare di far stampare sussidiari ai bambini e farglieli incollare per anni tutti i giorni… quindi alzo le mani, ma rimane proof of concept perche’ sei 20 anni avanti rispetto ai tuoi simili, come Baynes)

    In qualche modo tu sei un Nobile di Internet; puoi essere come i Savoiardi (cfr. storia italiana), o come il Principe di Palermo (cfr. Gattopardo) o… puoi astenerti per evitare noie, puoi cioe’ separare la tua vita (telecom, moglie, figli, hobby, etc) dai tuoi desideri sociali (wikipedia, etc)… invece di vivere come vorresti che fosse. Viverci dentro. Puoi unire “la voglia di essere Buono” (“fare cosa e’ Giusto”) con le necessita’ della tua gente – a cui sei indissolubilmente legato, volente o nolente – alle tue. E se ti stai chiedendo “che centra?”, “cos’e’ st’altro delirio?”, e’ solo perche’ sei piu’ cristiano di me… io sono greco…

    (due presunti papi si incontrano e per decidere su chi e’ il vero papa si rimettono a S. Colombino, un asceta)

    S. Colombino: “Sei tu puro?”
    Brancaleone: “Mm.. non saprei; ma che centra?”
    (Gassman in “Brancaleone alle Crociate”, io l’ho confrontato con Gandhi al minuto 23 del “mio film”, cfr. meganetwork.org)

    p.s.: Curioso che il tenutario qui, un savoiardo, aspira invece ad essere un Principe Siculo. Probabilmente e’ la prova vivente che l’unita’ d’Italia e’ completa.

  14. paolo:

    “e prima di lui tutto lo staff dei Casaleggio”

    Confesso che non sapevo di questa presenza; una sommaria ricerca riporta di tutto e di piu’, ma direi con grande profusione di veleno.

    E’ solo una curiosità la mia, e prego di prenderla per quello che è, ma sarebbe possibile avere una impressione circa il ruolo di questo gruppo?

  15. vb:

    In rete c’è chi pensa che siano emissari del New World Order, della CIA o di Di Pietro per controllare Grillo e il suo movimento.

    A me son sembrati dei normali professionisti concentrati sul proprio settore (strategie di comunicazione e organizzazione eventi): niente squali assetati di sangue come me li avevano descritti. Certamente lo staff di Grillo è poco responsivo, ma credo sia solo perché sono in tre (di cui credo solo uno full time) a gestire l’intero movimento più l’intera carriera di Grillo. Speriamo che l’organizzazione possa migliorare, ma è difficile farlo senza creare strutture gerarchiche con capi e capetti, cosa che nessuno vuole: dunque si va avanti così.

 
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