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venerdì 12 Febbraio 2010, 12:48

Arrivano i Chiampabond

La Città di Torino (cioè voi stessi, anche se non lo sapevate) è lieta di invitarvi presso la “storica dimora dei banchieri Ceriana-Racca” per presentarvi i Chiampabond: la svendita del patrimonio immobiliare della città (quello che non è già stato svenduto). Tramite un regolare bando di gara – attenzione però, non un’asta al rialzo, ma un bando in cui l’offerta economica contava solo per metà – il compito di svendere è stato assegnato a due soggetti assolutamente sconosciuti e privi di agganci politici: Equiter (Intesa-Sanpaolo) e Pirelli RE (Tronchetti Provera).

chiampabond_595.png

In pratica, gli immobili vengono venduti a un fondo di investimento immobiliare di cui in cambio il Comune di Torino possiede una fetta. Ecco due conti: stando al comunicato della stessa Equiter, il Comune di Torino vende al fondo diciotto immobili al prezzo di 131 milioni di euro, incassando subito e rimpinguando un po’ le sue anemiche casse; il 36% del fondo va a Tronchetti Provera, che lo paga 12 milioni di euro; dunque, immagino, il Comune e Intesa-Sanpaolo pagano cifre simili per ottenere quote simili (35% il Comune e 29% la banca).

Dove sta l’affare? Dipende dal valore degli immobili! Supponiamo che invece di 130 milioni ne valgano in realtà 200: il privato acquista per 12 milioni un terzo abbondante di una società che ha 200 milioni di patrimonio e 130 milioni di debiti contratti per iniziare; un terzo di 70 milioni fa quasi 25 milioni; l’investimento del privato è già raddoppiato. Solo i primi quattro immobili della lista fanno circa 23.000 metri quadri commerciali in pieno centro (piazza San Carlo, via Garibaldi, piazza Arbarello, corso Vittorio davanti al Valentino…); vogliamo ipotizzare, stando prudenti, 4000 euro al metro quadro? Fanno circa 90 milioni di euro solo per quelli. In lista ce ne sono poi altri quattordici, quasi tutti di pregio: ville in collina, interi complessi industriali…

Il comunicato parla di 80.000 metri quadri commerciali complessivi, ipotizzate voi un prezzo al metro quadro medio e fate la moltiplicazione; e contate anche che il Comune si è già impegnato a “trasferire” al fondo (è un eufemismo per “svendere”) immobili per altri 300 milioni di euro, a prezzi ignoti (ma stavolta non ci sarà nemmeno più la gara al rialzo…). Vorrei investire anch’io in un fondo di investimento del genere… peccato che sia chiuso: lo possono comprare solo loro.

Tra l’altro prendersi gli immobili del Comune è un bell’affare anche perché te li danno liberi, visto che se un normale piccolo proprietario si ritrova la casa occupata da un inquilino che non paga l’affitto deve attendere anni e prendersela in saccoccia, ma il Comune può mandare direttamente i carabinieri a sgomberarli la mattina dopo!

[tags]torino, immobili, fondo di investimento, fondo immobiliare, intesa, sanpaolo, tronchetti provera, pirelli, svendite, privatizzazioni[/tags]

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3 commenti a “Arrivano i Chiampabond”

  1. Piero:

    Gli immobili rappresentano una delle poche ricchezze reali di cui dispongono gli italiani. Purtroppo gli immobili sono anche la causa di continue tasse e spese, sia per la manutenzione ordinaria, sia per la manutenzione straordinaria, nonché causa di beghe legali a non finire. Far rendere un immobile con la legislazione e le normative che gravano sugli stessi è una impresa ciclopica, a meno di essere privilegiati e poter scavalcare la legge. Ma in tal caso significa che la legge non è uguale per tutti, perché un inquilino non lo butti fuori di casa dall’oggi al domani se paga regolarmente l’affitto.

    Evidentemente il Comune di Torino si sta rendendo conto che fare il padrone di casa non rende e sono solo grane, per cui ha deciso di disfarsi della proprietà immobiliare, perché è più comodo e facile dire di fare agli altri, a mezzo ordinanze ai privati, piuttosto che fare direttamente impegnandosi in prima persona. Ed è più redditizio far pagare l’ICI e le tasse ai privati piuttosto che pagare ICI e tasse a se stessi in una partita di giro.

  2. vb:

    A me va bene, basta che nel cambio il Comune non ci perda…

  3. Luca Martini:

    bene Vittorio, siamo a Giugno 2012 e tu ora sei in consiglio.
    E io che ci tengo a imparare (non tanto per questo caso, ma casi analoghi)ti chiedo: sarebbe possibile un interpellanza, a distanza di due anni, per verificare gli introiti del Comune ed eventualmente si può configurare un intervento della Corte dei Conti per presunto danno erariale alla cittadinanza ?

    Altra domanda attuale: Sono gli immobili del fondo, soggetti a IMU? se si chi paga ?

    ciao e grazie per l’impegno.

 
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