Sky
Vittorio vb Bertola
Wandering on the Web since 1995

Sat 20 - 9:23
Hello, unidentified human being!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
about me
about me
site help
site help
site news
site news
license
license
contact me
contact me
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
old blogs
old blogs
personal
documents
documents
photos
photos
videos
videos
music
music
activities
net governance
net governance
town council
town council
software
software
help
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet & faqs
usenet & faqs
stuff
piemonteis
piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
ancient software
ancient software
biz
consultancy
consultancy
talks
talks
job placement
job placement
business angel
business angel
sites & software
sites & software
admin
login
login
your vb
your vb
register
register
domenica 30 Gennaio 2011, 23:23

Un film tristissimo

Tutti noi nati negli anni ’70 abbiamo presente il concetto di “cartone animato giapponese strappalacrime”: puntate e puntate di Dolce Remì (se maschi) e di Candy Candy (se femmine) in cui al protagonista di turno non ne andava mai bene una, tra morti improvvise, coincidenze sfortunate, matrigne cattive e così via. In genere, col senno di poi, ci si rimane anche un po’ incavolati: d’accordo che i lieto fine alla Disney hanno stufato, ma ogni tanto non potevano fargliene andare una giusta? Tutta questa sfortuna sembra sempre un po’ gratuita.

C’è, però, un cartone animato giapponese strappalacrime che, pur riprendendo lo stesso schema, non c’entra con tutto questo; se mai lo spiega. Si chiama Una tomba per le lucciole ed è considerato il capolavoro di Isao Takahata, cineasta gemello del più famoso Hayao Miyazaki e regista nientepopodimenoche di Heidi (ma anche di vari episodi di Lupin III e di un paio di puntate di Conan); racconta la storia di due bambini giapponesi rimasti soli a Kobe sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Questo è comunemente ritenuto “il film più triste della storia del cinema”, un’aura che ovviamente ne ha frenato molto la diffusione. Ho provato a vederlo per quindici anni, sin da quando riuscii ad averne una versione in giapponese su una vecchia VHS, copia di copia di copia (forse non vi ricordate più, ma prima di Internet funzionava così). Non ero mai riuscito ad andare oltre i primi cinque minuti, che sarebbero sufficienti a stendere emotivamente persino il perfido Rockerduck.

Ieri sera, però, mi è capitato di fronte per caso su Sky, forse per via della vicinanza del giorno della memoria. Sono riuscito a vederlo fino alla fine e quasi per intero, cavandomela grazie al fatto che su un altro canale davano Jay & Silent Bob, fermate Hollywood!, il che permetteva di distogliere lo sguardo e ricaricare le pile nei momenti più pesanti (cioè più o meno tutti).

Una tomba per le lucciole è, in conclusione, un film bellissimo (attualmente numero 130 nella classifica dei migliori film di tutti i tempi su IMDB) e lo raccomando a ogni adulto, anche perché vederlo rende assolutamente impossibile praticare o sostenere qualsiasi forma di violenza militare. E’ una esperienza emotivamente devastante e potrebbe non riuscirvi al primo colpo, ma merita; e spiega molto della cultura popolare giapponese del dopoguerra che noi abbiamo ereditato.

[tags]anime, cartoni animati, giappone, takahata, miyazaki, cinema, guerra[/tags]

divider

Un commento a “Un film tristissimo”

  1. dario:

    Condivido appieno l’esperienza: sono riuscito a vederlo ma con qualche salto… il cuore non reggeva allo strazio.

    La cosa che mi ha fatto più soffrire è proprio l’assenza di deliberato pietismo nel racconto e la consapevolezza della realtà dietro i disegni.

 
Creative Commons License
This site (C) 1995-2024 by Vittorio Bertola - Privacy and cookies information
Some rights reserved according to the Creative Commons Attribution - Non Commercial - Sharealike license
Attribution Noncommercial Sharealike