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sabato 16 Luglio 2011, 11:12

La lavanda non si tocca

Solo chi ha frequentato la Libera Repubblica della Maddalena conosce il vero senso di questo slogan, in ossequio al quale una serie di omoni che spostavano interi tronchi a cavallo della strada (le barricate venivano messe la sera e smontate al mattino per permettere l’accesso ai contadini e ai vignaioli) si muovevano in punta di piedi per evitare le piantine di lavanda coltivate in un fazzoletto di terra proprio accanto all’ingresso.

Ora che il territorio della Maddalena è passato dalla Libera Repubblica allo Stato italiano, tutto è stato calpestato e devastato; a parte cagare nelle tende per dispetto, a parte sfasciare la nostra roulotte e bruciare il camper No Tav solo per vendetta, ora la nuova gestione non permette più l’accesso nemmeno ai proprietari dei terreni, nemmeno a quelli che non fanno parte di nessun movimento e vorrebbero solo evitare che il proprio campo o la propria vigna andasse in malora, come puntualmente sta accadendo. Il prato recintato che nasconde il villaggio neolitico della Maddalena, che durante il presidio era sacro, ora è stato usato come parcheggio per i blindati e rovinato forse irrimediabilmente; il museo è stato trasformato in caserma. Tutto questo senza aprire un metro di cantiere, anche perché l’area recintata non è quella dove devono iniziare lo scavo, ma quella militarmente più definibile; al momento non c’è nessun cantiere, solo truppe.

In tutto questo, ieri è uscito un video dove si vede benissimo il trattamento riservato dalla polizia ai fermati, trascinati per centinaia di metri mentre i poliziotti si avvicinano e li prendono a calci e bastonate, nonché una sassaiola da parte degli stessi poliziotti. A me non interessa tanto parlare di chi ha ragione o chi ha torto, interessa far notare che quello che è avvenuto a Chiomonte non assomiglia tanto a una operazione di polizia, quanto a uno scontro tra due eserciti sovrani, per quanto con grande differenza di mezzi militari: una guerra civile.

[tags]no tav, chiomonte, polizia[/tags]

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4 commenti a “La lavanda non si tocca”

  1. etto:

    Ciao Vittorio,
    ho visto il video delle tende distrutte e saccheggiate,per il prossimo presidio,in posti come questi un idea potrebbe essere di nascondere nei paraggi delle microcamere, un video in cui si vedono le forze dell’ordine devastare in modo immotivato delle proprietà private scuoterebbe abbastanza l’opinione pubblica.
    Microcamere ormai si trovano a prezzi abbordabili e hanno batterie che durano giorni,se poi collegate ad una batteria della macchina anche settimane.
    Di video in questo momento ce ne sono tanti, ma di bassa qualità e non in grado di incidere, su questo penso che ci sia molto da lavorare e migliorare.Mostrare quello che viene fatto nell’ombrea è quello che uno stato teme di più.

  2. Yo:

    Che noia questa retorica della guerra civile.

  3. Claudio C:

    “La lavanda non si tocca” potrebbe essere un monito a doppio taglio. Molti considerano gli ecologisti persone che rifiutano il magnifico progresso in nome di un’inutile piantina da salvare. Io andrei meno sul poetico e più sul pratico: una seconda linea merci (sottolineato merci) che si affianca a quella esistente non serve a nulla e costa tantissimo (in un periodo di crisi finanziaria e di traffici in calo).

  4. mfp:

    http://www.youtube.com/watch?v=8xwkoiQcrOU

    Questo e’ il migliore che ho visto.

 
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