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mercoledì 19 Ottobre 2011, 17:46

Il gettone di passaggio

Lunedì 10 il Consiglio Comunale ha discusso la mozione che abbiamo presentato per vincolare il pagamento dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali all’effettiva partecipazione ad almeno il 70% della seduta; e ovviamente l’ha bocciata con voto bipartisan.

I consiglieri comunali – qui trovate tutti i dettagli – non hanno uno stipendio, ma ricevono un gettone di 120 euro lordi per ogni partecipazione al consiglio o a una riunione di commissione, con un massimo di 19 gettoni al mese, che quasi tutti i consiglieri raggiungono agevolmente (io a settembre, pur iniziando i lavori al sei del mese, ho fatto segnare 54 presenze…). Ma il gettone può essere ottenuto anche solo entrando in sala, firmando e andando via; non è necessario assistere a tutta la riunione. Non è un gettone di presenza, ma un gettone di passaggio.

Anche se in Comune il malcostume non è diffuso come nelle circoscrizioni – vedi qui o qui – ci sarebbe sembrato comunque opportuno imporre un minimo di presenza. Qualche volta capita anche a me di arrivare tardi a una riunione o di saltarla del tutto, perché quella precedente finisce in ritardo o è stata direttamente convocata in un orario sovrapposto; posso anche capire che ci siano consiglieri (non del Movimento, perché noi ci siamo impegnati a non farlo) che scelgano liberamente di non partecipare alle commissioni loro assegnate, ritenendo più utile scrivere comunicati stampa, incontrare i cittadini o scendere in piazza. Ma se questo succede il gettone non deve essere pagato!

In aula, il dibattito è stato lungo e dettagliato. Abbiamo ricevuto obiezioni di ogni genere, da chi ci dava dei populisti a chi diceva che è necessario retribuire i politici per permettere ai meno abbienti di fare politica (e chi ha detto il contrario?), fino a dotte disquisizioni sul rapporto tra eletto ed elettore e sulla produttività del lavoro intellettuale, e alle immancabili annotazioni che il vero problema è ben altro. Tutto interessante, ma il vero punto è che il comune sentire dei consiglieri prevede che quei 19 gettoni siano sostanzialmente dovuti come stipendio a forfait, indipendentemente dalla partecipazione alle commissioni; ma questo è l’opposto di ciò che dicono la legge e il comune sentire dei cittadini.

Qui sotto nel video trovate un piccolo riassunto del dibattito, fatto cercando di riportare onestamente le opinioni di tutti; se poi qualcuno volesse ascoltare tutti gli interventi integrali, trova il video qui.

Alla fine, praticamente tutti i partiti – PD, SEL, IDV, Moderati, Terzo Polo, PDL – hanno votato contro, e la mozione è stata respinta; e noi crediamo che sia stata soprattutto un’occasione persa per dare ai cittadini un piccolo segnale di serietà.

[tags]politica, partiti, consiglio comunale, torino, costi, retribuzione[/tags]

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5 commenti a “Il gettone di passaggio”

  1. Pippo:

    E poi si lamentano se li chiamano LA CASTA.

    Andate avanti così tu e Chiara, il virus è lento da inoculare ma è l’unica via.

  2. .mau.:

    a me è l’idea del “gettone di PRESENZA” che sembra stupida. Se il lavoro del consigliere è stare in consiglio, lo paghi secondo le ore che sta in consiglio; se è presentare provvedimenti, lo paghi per presentare provvedimenti; se è seguire i propri elettori, lo paghi e basta.

  3. Massimo Manca:

    .mau. io sono d’accordo con te, ma è divertente vedere che nessuno fa questa controproposta e tutti svicolano.

  4. vb:

    Il gettone di presenza, in realtà, dovrebbe essere un modo di “pagare secondo le ore che stai in consiglio” (e nelle commissioni, che sono parte integrante del lavoro dato che non sarebbe possibile discutere tutti tutte le delibere al massimo del dettaglio, dunque l’istruttoria avviene in commissione e poi in aula c’è solo la presentazione delle varie posizioni e il voto). Ma se si ammette che sia dato anche solo per dieci minuti di presenza, ovviamente perde questa funzione… di qui la nostra proposta.

    Personalmente troverei anche sensato che ci fosse una quota fissa, per compensare il tempo che inevitabilmente si impiega fuori dalle riunioni per preparare atti e approfondire le questioni, e troverei più sensato che il gettone fosse più basso ma non ci fosse il tetto di 19, o che magari fosse parametrato all’effettiva durata di ogni seduta. Ma nel frattempo, fin che la legge dice che si paga un gettone di presenza, almeno che la si applichi con decenza…

  5. Claudio C:

    Si potrebbe dire che meno lavorano, meno danni fanno, quindi è anche giusto che siano pagati a prestazione e non a tempo. Un manager d’altronde non è mai pagato a tempo e loro sono dei veri manager: vogliono l’iPad per leggere la rassegna stampa.

 
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