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venerdì 3 Ottobre 2014, 12:28

Fassino e la vera storia di via Roma pedonale

Ha destato sicuramente una reazione positiva, in chi è favorevole a una mobilità più sostenibile, l’annuncio fatto dal sindaco Fassino alcuni giorni fa sui giornali: la domenica ecologica che si svolgerà dopodomani sarà, come scrive Repubblica, “la prova generale della proposta che il sindaco Piero Fassino ha rilanciato a inizio settembre, durante il seminario di giunta alla Pellerina: “Dobbiamo aprire via Roma ai pedoni, e lo faremo”.”.

Tuttavia, chi conosce un po’ la politica comunale avrà senz’altro avuto qualche sospetto: come mai Fassino, più noto alle cronache cittadine come un indefesso tifoso di Marchionne e dell’industria olandese dell’auto FCA, viene improvvisamente animato dallo spirito ecologista?

Difatti, siamo al quarto anno di amministrazione di Fassino e ancora la sua giunta non è riuscita a pedonalizzare un metro di strada che sia uno; l’unico avanzamento è stato chiudere al traffico cento metri di via Durandi, davanti alla cattolica Piazza dei Mestieri, per agevolare il parcheggio e le attività ricreative di quest’ultima, salvo poi rimangiarsi tutto quando un’altra corrente di cattolici del PD, non in buoni rapporti con quella della Piazza, ha inscenato un braccio di ferro sull’argomento.

Certamente ha fatto effetto la grande mobilitazione di massa del Bike Pride, ogni anno più splendido e affollato; anche i partiti hanno realizzato che tantissima gente è stufa di vivere in una città pensata solo per le auto, e pretende che la politica agevoli anche tutti gli altri modi di vivere il territorio urbano, che siano a piedi, in bici o coi mezzi pubblici. Ma il motivo per cui improvvisamente Fassino pensa a pedonalizzare via Roma, almeno nel weekend e nel tratto tra piazza San Carlo e piazza Castello, è che sei mesi fa, come vedete nel video, il consiglio comunale ha approvato una mozione del Movimento 5 Stelle che lo impegna a fare esattamente questo.

Non che, quando un anno fa ho scritto e presentato la mozione (che inizialmente aveva richieste anche più ambiziose, che poi ho dovuto negoziare con la maggioranza), io abbia avuto un’idea particolarmente originale: di pedonalizzare via Roma si parla da trent’anni, e vi fu addirittura un referendum comunale in merito, nei lontani anni ’80. Per un certo periodo fu già chiusa al traffico nei fine settimana, poi però fu riaperta: difatti, i commercianti della via si sono sempre opposti, ritenendo che per poter acquistare i clienti debbano poter arrivare davanti alla loro vetrina in auto.

Mi sembra tuttavia evidente che, anche per il commercio, questa è una strategia perdente. Mentre quasi tutte le strade pedonalizzate hanno visto una rinascita del commercio, via Roma è andata sempre più in crisi. Certamente il motivo principale è la congiuntura economica, però a me sembra evidente che se una persona parte e viene in centro per fare acquisti è per godersi una passeggiata in un contesto aulico, e non per comodità di parcheggio; se il criterio è la comodità di parcheggio, uno si dirige piuttosto in uno dei tanti ipermercati e centri commerciali che la Città ha lasciato costruire negli ultimi anni. Avere via Roma piena di auto costantemente ferme che sgasano e fanno le vasche, mentre i pedoni almeno nel fine settimana strabordano dai portici che non sono sufficienti a contenerli, ne riduce l’attrattività, non il contrario.

Personalmente, io non sono per pedonalizzare tutto a tutti i costi; l’auto è ancora un mezzo di trasporto irrinunciabile in diverse situazioni e bisogna valutare caso per caso quale soluzione produce la migliore qualità della vita per tutti, chiedendo in primo luogo a chi in quella strada ci vive e ci lavora, senza imposizioni dall’alto. In alcuni casi, come corso De Gasperi, sono gli stessi che ci vivono a non volere la chiusura, e allora è giusto che la strada resti aperta. E’ però evidente che in tante situazioni – penso anche al primo tratto di via San Donato, dove gli stessi commercianti chiedono da anni l’isola pedonale – una strada chiusa al traffico può migliorare la vita della città.

E allora, ben venga la chiusura al traffico, e ben venga che Fassino sia costretto dalla pressione pubblica e dall’azione concreta del M5S a cambiare atteggiamento.

Dopo quattro anni, però, stiamo ancora aspettando un fantomatico piano di pedonalizzazioni con cui la giunta dovrebbe dire alla città quali strade intende pedonalizzare e quando, in modo da poterle discutere con la cittadinanza e da preparare e tranquillizzare tutti, sia chi vuole le chiusure che chi non le vuole. Pertanto, spero di vedere in futuro anche in questa materia meno annunci sui giornali, meno azioni estemporanee, più pianificazione e più fatti concreti.

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2 commenti a “Fassino e la vera storia di via Roma pedonale”

  1. Mike:

    In via Roma, l’ampio parcheggio è stato costruito in più pezzi, iniziando quando è stata riqualificata prima della guerra, fino alle ultime sistemazioni dopo il 2000.

    Detto questo La passeggiata aulica e razionalista in via Roma esiste già dalla sua riqualificazione. Una chiusura al traffico non è che cambierebbe molto le cose, del resto con la chiusura di Piazza San Carlo non è più un asse di scorrimento.

    La cosa che mi preoccupa però è un’altra. Se si pedonalizza via Roma, si rischia appunto perchè aulica di spendere soldi per fondamentalmente nulla, lasciando invece dei posti che avrebbero bisogno di essere sistemati come per esempio corso Principe Oddone e piazza Baldissera in uno stato pietoso.

  2. vb:

    Non è necessario spendere soldi per via Roma, basta chiuderla, per il resto va bene così. (La copertura del passante ferroviario invece è un lavoro da una quarantina di milioni di euro, dei quali ce ne sono 25 per il tratto corso Vittorio – piazza Baldissera che dovrebbe essere pronto nel 2016, per il resto aspetta e spera.)

 
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