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martedì 30 Giugno 2015, 21:46

L’Agenzia delle Entrate alla prova del Web

Penso che pochi ormai non abbiano avuto l’esperienza di usare il sito dell’Agenzia delle Entrate, un mostro a nove teste a confronto del quale il sito Trenitalia è un capolavoro di usabilità; io ne ho parlato varie volte su Facebook e ho scoperto che tanta gente ci sbatte la testa ogni giorno. Stasera, però, si sono superati: e quindi vi invito con me in un piccolo viaggio nell’orrore digitale.

Oggi mi è arrivata a casa una lettera dell’Agenzia: è un controllo sulla mia dichiarazione Unico 2013. Vogliono che gli mandi dei documenti a riprova di ciò che ho dichiarato, e specificamente il CUD (ma possibile che non ce l’abbiano già?) e la certificazione dei versamenti nella pensione integrativa. Allegato alla lettera c’è un intero foglio che presenta il servizio telematico CIVIS, utilizzabile per inviare i documenti in via telematica, spiegando come arrivarci dalla home del sito dell’Agenzia, e aggiungendo che non sarà affatto difficile: “Il sistema è costruito in modo tale da guidare l’utente nella procedura”.

Bene, ovviamente è una perdita di tempo, ma sono solo due documenti; uno è già in elettronico, l’altro lo scansiono al volo, e poi mi collego al sito. Apro una pagina a caso del sito dai preferiti, cerco la voce “Servizi on line”… non c’è. Torno alla home, la voce appare in alto, clicco, ora mi dicono di cercare “Servizi con registrazione”: non c’è. Ci sono alcune voci, intuisco che devo cliccare invece su “Servizi fiscali”, e solo allora appare una pagina con “Servizi con registrazione”: si son dati la pena di stampare e inviare istruzioni “passo passo” sbagliate.

Ora devo cercare “CIVIS – presentazione documenti per il controllo formale”. Clicco su “Civis”: non appare alcun menu, ma un muro di testo con sotto un pulsante “accedi al servizio” (e secondo te cliccando su “Civis” cosa volevo fare?). Riclicco, e viene fuori una pagina in cui non c’è alcuna voce “presentazione documenti per il controllo formale”:

Solo dopo un po’ di bestemmie e di clic a caso mi rendo conto che io ho acceduto al servizio, ma il menu di sinistra non si è aperto alla voce “Civis”, bensì alla precedente voce “Comunicazioni”, che non c’entra niente. Ringraziando per il baco, clicco anche a sinistra su “Civis” (è la terza volta che clicco su “Civis”) e finalmente arrivo alla home giusta, col sottomenu giusto… ma nemmeno qui c’è la voce “presentazione documenti per il controllo formale”.

Ma come per magia, se cliccate sulla seconda voce (che non c’entra niente), ovvero “Assistenza per cartelle di pagamento”, l’ultima voce del sottomenu cambia e diventa appunto “Presentazione documenti per il controllo formale”:

Ma solo se cliccate sulla seconda, eh, che se cliccate invece sulla terza il menu cambia ancora, la voce che serve a me sparisce, e in compenso ne compare una nuova in mezzo, portando le opzioni disponibili a sei:

Ok, comunque ho capito che la voce che serve a me è l’ultima, al di là del fatto che cambi nome a ogni clic. Ci entro e viene fuori una sobria e immediatamente comprensibile pagina di benvenuto nella procedura di invio documenti; del resto, “Il sistema è costruito in modo tale da guidare l’utente nella procedura”.

La prima voce rimanda nientepopodimeno che a un manuale di istruzioni. Ma che istruzioni serviranno? Devo inviare due PDF, sapete quel formato che usa tutto il mondo per scambiarsi continuamente documenti. Invece ci sono una pagina e mezza di istruzioni che vi invito a leggere se volete farvi del male: sono una perla di tecnicismi inutili, convenzioni superflue (ma che te frega di come chiamo i file? rinominateli tu dal tuo lato) e suggerimenti incomprensibili al 99% degli italiani. Comunque, capisco subito che sarà durissima in quanto non va bene un normale PDF, ma ci vuole un “PDF/A (PDF/A-1a o PDF/A-1b)”: chiaro no?

Mi accingo dunque a provare col primo documento: è una pagina scansionata in PDF. Non fidandomi, decido di provare la “Funzione di validazione e conversione file”. Clicco, e appare un modulo in cui posso inserire un file, corredato da una tendina “descrizione allegato” che però non permette di descrivere il file, ma ha solo due opzioni disponibili: “PDF/A” e “TIFF”. Già, perché capire da soli che tipo di file sto inviando, tra ben due possibilità, è un compito tecnico oltre la portata dei programmatori dell’Agenzia dell’Entrate.

Mando il file e… non va bene: mi risponde che “Il documento utilizza caratteristiche non idonee alla conservazione nel lungo periodo”. Cosa voglia dire non si sa, come rimediare nemmeno; ah no, guarda che gentili, c’è una comoda opzione “Converti”. Bene, ci clicco e… mi dice “non è stato possibile effettuare la conversione del file”. Mapporc… è un banalissimo PDF di una pagina!! Creato dall’anteprima del Mac, come i PDF di mezzo pianeta!

Va bene, allora proviamo col TIFF. Apro in Anteprima, salvo in TIFF: 8,5 MB… ma come avrete letto nelle istruzioni, il limite è 5 MB. Ok, riapro, e scalo l’immagine (tutti i contribuenti italiani sono esperti di manipolazione delle immagini, quindi questo non è un errore di usabilità). Ottengo un file di 4,8 MB, che peraltro è appena leggibile. Provo a validarlo, aspetto che carichi, carica, carica, e… “Il file sottoposto a validazione non è un TIFF valido.”

Ma come, non è un TIFF valido? Ma che razza di problemi può avere un TIFF? Comunque, anche qui propone di convertire. Converto? Non ho molta fiducia, ma tentar non nuoce, e… miracolosamente ce la fa! Non allego i file perché ci sono dei miei dati personali, però il nuovo file TIFF è passato da 4,8MB a 15KB, bicolore, ed è molto malamente leggibile: ho il dubbio che poi, mandandolo, mi diranno che non è leggibile; ma se lo son fatti loro…

Bene, quindi ho caricato il primo file e posso passare al secondo? No, perché nella schermata che viene fuori c’è scritto… cioè, non c’è scritto niente, se non un solo pulsante: “SCARICA”. Cioè, non è che si son già presi il file: adesso io devo SCARICARE il loro nuovo file per poi cliccare e RICARICARE lo stesso file nel modulo successivo!! Giuro, ho fatto lo screenshot perché non ci potevo credere…

Comunque, ora posso passare al secondo file: il mio CUD. E’ già in PDF, generato dai sistemi informativi del Comune di Torino. Provo a caricarlo così, e ovviamente non va bene: “Il documento utilizza Profili Colore con caratteristiche non idonee alla conservazione nel lungo periodo”, e inoltre non è possibile convertirlo. Lo salvo in TIFF? Ok, ma sono quattro pagine: 34,7 MB, e ridurlo sotto i 5 MB non è più così facile (è complesso da fare anche per me). Provo a ridurlo un po’, ma il minimo perché sia leggibile sono 8 MB. Bene, visto che la conversione lo riduce di 200 volte, me lo ridurrà lui, no? No. Aspetti tutto il caricamento e poi ti dice: “File superiore a 5 MB”.

Allora mi viene un’idea: sul portatile non ho alcun programma per generare dei PDF/A; li fa Openoffice, ma solo partendo dal testo di un documento, non da un PDF già bello e pronto e pieno di grafica. Però, possibile che non ci sia un convertitore da PDF a PDF/A online? C’è: è questo. Carico il PDF del mio CUD (cioè, non è una bella cosa dare il mio CUD al primo sconosciuto in giro per la rete, ma se non ho alternative… grazie, Agenzia delle Entrate!), scelgo PDF/A, aspetto la conversione, scarico, metto nel validatore… e non gli va bene lo stesso: “Il documento utilizza font con caratteristiche non idonee alla conservazione nel lungo periodo”. Però stavolta, premendo “converti”, ce la fa. Alleluia!

Ok, allora passiamo a “Invio documentazione”. Compare un modulo, compilo il primo campo, compilo il secondo, compilo il terzo… e solo alla fine c’è scritto che posso compilare solo il terzo. Ma scrivetelo in fondo, eh! (però ci sono due asterischi vicino al nome di ogni campo, come ho fatto a non capire che era una nota da leggere subito)

Invio il modulo, apprestandomi a caricare i file, e invece no: a questo punto (a due terzi della procedura) il sistema decide che io non ho ancora verificato la mia mail. Cioè, è la stessa mail che usano da anni tutti gli altri servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, ma lui no, lui non ci casca! Mica è un babbo credulone come Fisconline, lui vuole la verifica della mail.

Clicco sul link di verifica, e invece di venir fuori una pagina di verifica, viene fuori la pagina per cambiare la propria mail. Ma io la voglio solo verificare! In più, al fondo c’è questo fantastico pezzo di modulo, senza alcuna barra di scorrimento, che voglio proporvi come un’opera di arte contemporanea perché lo merita:

Bene, inserisco i miei dati nella parte alta, invio, e cosa succede? Ricompare la stessa pagina di prima, però tutta la parte alta (dove avevo messo i miei dati) è bianca, mentre rimane, in fondo, l’opera di arte contemporanea qui sopra; e non si capisce cosa fare. Qui siamo oltre, oltre i confini della galassia umana…

Allora torno indietro, e mi dice che i dati sono ancora da validare. Sta a vedere che non ha preso niente? No, in realtà riclicchi e ti chiede di inserire dei codici di conferma che nel frattempo ha inviato alla mail e al telefono. Sulla mail è arrivato, sul telefono no, allora leggo meglio e specifica che il codice viene inviato “entro 24 ore dalla richiesta”. Dovrò aspettare domani mattina alle 9 perché una impiegata da Roma mi mandi l’SMS di conferma? Mi limito a validare la mail (lui risponde “VALIDAZIONE EFFETTUTA” senza una A) e tanti saluti.

Adesso, finalmente, posso inviargli i file che ho precedentemente scaricato dalla pagina a fianco. Eureka. Mi dà una ricevuta con una serie di codici, che devo stamparmi io. Quindi adesso, dopo che ho validato i contatti, mi scriveranno per dirmi se il controllo è positivo? Certo che no: c’è scritto di “Consultare successivamente la sezione Ricevute per l’esito delle elaborazioni.”

Tanto, in Italia nessuno ha alcunché da fare se non stare dietro all’Agenzia delle Entrate… Poi, però, qualche megadirigente ministeriale farà un report al Parlamento e dirà che, nonostante i fantastiliardi di euro pubblici investiti in appalti informatici, gli italiani non usano i servizi telematici dello Stato, perché sono arretrati e pigri e non hanno voglia di adeguarsi. Ma no, gli italiani non usano i servizi telematici dello Stato perché sono fatti in questo modo qui!

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2 commenti a “L’Agenzia delle Entrate alla prova del Web”

  1. ArgiaSbolenfi:

    E i CAF ringraziano..

  2. francesco:

    Leggendo la descrizione della tua esperienza, pensavo a quando io ogni anno invio telematicamente il mod. 770 per il condominio e ti assicuro che è una cosa molto simile a quella descritta da te. C’e’ da impazzire ed innervosirsi al massimo.

 
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