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Il Natale e le auto (part II)
Numero 56 - 28 Dicembre 2003 (Domenica), 12:02

Vecchio Commonwealth Oggi su fotoblòg

Vecchio Commonwealth

Molto inglese.

Allora, come è stato questo Natale? E' stato grasso o magro, triste o allegro?

Molti di noi scommetterebbero sul fatto che questo sia stato un Natale magro e triste, perchè, molto semplicemente, nessuno ha soldi da spendere. Si sa, siamo un paese in crisi, forse persino più di quanto non vogliamo ammettere.

Anche qui, ancora una volta, al centro della questione sono tornate le auto, quando i guidatori di tram e autobus delle nostre città hanno realizzato che il loro Natale sarebbe stato un po' troppo magro senza il rinnovo del contratto atteso da due anni e il conseguente aumento di stipendio.

Di conseguenza, non solo hanno scioperato, ma - e credo che, su una scala così ampia, non fosse mai successo da quando esiste la legge - se ne sono ampiamente fregati delle disposizioni di legge relative alle fasce orarie protette, bloccando il servizio per intere giornate e senza preavviso.

Quando è successo a Torino, in città è stato il caos; ma, grazie alla nostra viabilità ancora sostenibile, almeno non è stato come a Milano, dove dalle 100.000 alle 200.000 persone non hanno potuto presentarsi al lavoro. Negli ultimi giorni prima delle feste, poi, in certe città è stato il delirio, con gli autobus fermi per giorni e la gente chiusa in casa oppure chiusa nell'auto bloccata per strada.

La prima reazione vostra sarà forse stata come la mia; ossia che se ci sono delle regole fatte per salvaguardare l'interesse della collettività, esse vanno rispettate; e che sgarri come questo vanno puniti in modo durissimo, in particolare quando vengono da categorie che svolgono servizi di utilità sociale, e che non devono avere il diritto di utilizzare una posizione di vantaggio per ricattare la collettività.

E però, anche in questo caso, è necessario chiedersi come si sia potuti arrivare a una situazione simile.

Sicuramente c'è una forte responsabilità del nostro governo, che si è dimostrato ancora una volta incapace - oltre che di far uscire il paese dalla crisi, il che risolverebbe automaticamente molti di questi problemi - di gestire la conflittualità sociale, facendosi sempre prendere di sorpresa e poi arroccandosi su posizioni di "bastone e bastone" che persino gli imperatori romani, con tutto un altro contesto attorno, avevano già bollato come impraticabili ("panem et circenses"...).

Inoltre, è da anni che il governo, incapace di ottimizzare le spese in casa propria, gestisce le riduzioni di spesa tagliando i fondi agli enti locali, che a loro volta li tagliano alle aziende municipalizzate, comprese quelle dei trasporti, che a loro volta tagliano il costo del lavoro.

Il problema, però, viene alla luce in tutta la sua drammaticità se andiamo ad esaminare la situazione nel merito. Di cosa si lamentavano gli scioperanti? Beh, di una situazione che più o meno è fatta così: c'è una certa percentuale di giovani che vengono assunti con un contratto di formazione lavoro e prendono circa 800 euro netti al mese; dopodichè, si viene assunti a tempo indeterminato con uno stipendio medio di circa 1100-1200 euro per 14 mensilità; in più, gli autisti si lamentano di dover spesso fare straordinari che non vengono pagati.

Allora, dove sta il dramma, che cos'è che rende questa situazione così vergognosa da dover non solo scioperare, ma scioperare a oltranza, contro tutto e contro tutti?

Difatti, chi di noi lavora nel privato sa che di contratti di assunzione a tempo indeterminato nemmeno si parla; al primo lavoro, è già tanto se si vedono 800 euro, però con un co.co.co, quindi senza pensione, senza contributi, e per 12 mesi, non 14; gli straordinari non pagati sono non solo normali, ma pretesi; e uno stipendio di 1200 euro, anche se non permette certo di mantenere bene una famiglia a Milano, è ampiamente nella norma.

Insomma, il vero problema è proprio che quella dei tramvieri non è una situazione più disperata della media, anzi per certi versi è persino una situazione privilegiata, da categoria dove comunque tutti sono assunti, hanno i contributi, hanno un sindacato forte e la possibilità di organizzare proteste visibili come questa, davanti alle quali il governo fa la voce grossa ma poi, alla fine, cala subito le braghe.

Mentre invece, quando scioperano i veri schiavi moderni, le commesse del supermercato o i ragazzi dei call center, quelli che vengono presi di mese in mese, senza ferie, dovendo sempre accettare tutto, con "10 minuti di pausa per fare pipì ma il tragitto dalla tua sedia alla toilette è a carico tuo", quelli non li vede nessuno.

Di fronte a questa constatazione, allora, non si può che essere preoccupati; perchè se quel tipo di lavoratori ritiene di essere in credito con il mondo, di essere trattato peggio di quanto avrebbe diritto, allora probabilmente siamo autorizzati a pensarlo tutti; e andiamo verso un periodo di lotte sociali lunghe e durissime, di guerre tra poveri, di tutti contro tutti, in cui tutti protestano per ottenere di più, e hanno contemporaneamente ragione e torto.

Perchè, come dicevamo all'inizio, il problema non sta nel trattamento riservato a questa o quella categoria sociale, ma in un impoverimento generale e inarrestabile, di cui l'introduzione dell'euro è stata più una buona occasione per accelerare che una causa scatenante, ma le cui motivazioni sono strutturali e globali. Il problema, banalmente, è che non ci sono più soldi per nessuno.

O no? Perchè forse le cose non stanno proprio così... ma di questo parleremo nella terza parte di questo commento in due parti. Hee hee, vi ho fregato!


--vb.

<< Il Natale e le auto (part I)I soldi di Babbo Natale >>

<Commenti>

Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero.
.mau.
28 Dicembre
14:48
a Milano con 1200 euro non mantieni per nulla una famiglia. Non credo che uno si possa mantenere nemmeno da solo, a meno di dividere un buco in affitto con qualcun altro.
 
Simone Caldana
28 Dicembre
16:33
Aggiungerei che i giovani (pa-paa-pa, con i blue jeans, pa-paa-pa) non stanno in casa fino a 30 anni perche' sono mammoni, ma perche', anche se lavorano, non si possono permettere di andare a vivere da soli. Io lo so, vivo da solo.
 
sciasbat
31 Dicembre
16:48
Gramellini, per il suo Buongiorno di oggi deve avere preso ispirazione dal tuo blog, tanto che elegge il ceto medio che non c'è piu' "Uomo (o personaggio?) dell'anno 2003". Cmq per me gli eventuali conflitti sociali derivanti da questo non saranno il problema maggiore. Il problema è strutturale: in Italia non c'è un'economia che ha bisogno di professionalità di medio-alto profilo in ambito tecnologico ed industriale; ci siamo sempre avvantaggiati per il basso costo della manodopera, ma ora non ce lo possiamo più permettere. Finché vendi vino, hai un albergo o firmi vestiti qui te la cavi bene, altrimenti ciccia.
 
opsss
5 Gennaio
14:29
facciamo una cosa chi ha il posto fisso vada a lavorare al call center cosi si accorgono del bel posto in cui lavorano e prendiamo quelli del call center e li mettiamo a fare gli autisti.........
te fai conto prendevo un tot facendo co.co.co. ora non c'e' + allora hanno deciso di assumermi con un bellissimo stipendio decurtato di 1/3 ehm mi sa che torno dalla mamma che mi piaccia o no! 600 euro x un affitto se ti va bene e poi cosa ti rimane? Dite di provare a fare il Gigolo'??????
 


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