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Tanti auguri
Numero 93 - 13 Settembre 2005 (Martedì), 9:58

Vecchio Commonwealth Oggi su fotoblòg

Vecchio Commonwealth

Molto inglese.

Alcuni dei fedeli lettori di questo blog mi hanno suggerito sovente, nel passato, che dovrei renderlo più personale. Non so se sia una buona idea, visto che la mia vita personale, che già di suo negli ultimi diciotto mesi ha ben poco di piacevole, tende ultimamente ad essere monotona, e a concentrarsi in modo preoccupante sull'ubriachezza molesta; ad ogni modo, stamattina posso completare un dittico di sbronze parlandovi del fatto che, ieri, era il mio compleanno.

Ho smesso di festeggiare il mio compleanno da quando non ho più nessuno con cui festeggiarlo; in più, ogni anno che passa è un anno perso inutilmente nella stupida attesa di una svolta, e sprecato cercando un'altra opinabile causa con cui occupare il mio tempo e scacciare l'horror vacui. In sostanza, lo tengo nascosto il più possibile ed evito di menzionarlo, sperando che il giorno passi senza farsi notare.

Ieri, ad esempio, il giorno era già opportunamente impegnato con una trasferta di lavoro nientepopodimenoche a Maranello, dove stiamo cercando di vendere uno dei nostri progetti alla Ferrari; ed è stato un viaggio piacevole, iniziato alle sette e mezza del mattino, speso interamente a chiacchierare con l'altra persona in macchina con me, punteggiato da spettacolari vedute di nuvole sopra le colline astigiane e la pianura emiliana, e persino con qualche diversivo in statale causa code. E poi, non ero mai stato là, e il luogo è decisamente interessante, pieno di negozi di souvenir tutti rossi e di operai in vestiti da lavoro sponsorizzati che escono in gruppo dalla fabbrica a mezzogiorno.

Insomma, durante la giornata non ero nemmeno di cattivo umore, e poi ricevere gli auguri il giorno del proprio compleanno fa sempre piacere: ogni tre o quattro ore mi arrivava un messaggio di qualche amico, e tornato a casa ho trovato anche un paio di mail.

Tra l'altro, io sono un pessimo memorizzatore di compleanni - li dimentico quasi tutti, anche quelli delle persone più importanti - e un ancor più pessimo autore di regali, tanto che negli anni ho quasi smesso di farne, a forza di ricevere sorrisi imbarazzati. Insomma, non sono certo una persona che fa particolarmente caso agli auguri di compleanno, o di quelle che si fanno la lista di chi li ha mandati e tengono il muso agli altri, però ieri quelli che sono arrivati mi hanno fatto particolarmente piacere.

Me li ha fatti anche mio fratello, anzi è stato il primo; e un po' mi ha fatto passare la malinconia, che devo confessare, per i mancati auguri da parte dei miei genitori. Non so se sia normale aspettarsi gli auguri da loro; mia mamma poi a dire il vero me li aveva fatti sabato, accorpandoli con l'accoglienza a una prozia spagnola che passava dopo anni da Torino; con mio padre, che peraltro l'ultima volta (molti anni fa) me li fece tutto convinto il 12 ottobre, il discorso è più complesso.

Comunque, il mio umore è peggiorato di botto all'avvicinarsi della serata, quando verso le sei e mezza sono arrivato a casa, ho letto la posta, e poi mi sono chiesto cosa fare. Fuori pioveva, o avrebbe dovuto piovere. Un po' di elementi hanno congiurato contro di me; insomma ho cenato con gli avanzi trovati nel frigo, e segnatamente con spaghetti conditi con un resto di ragù pronto che, onestamente, sapeva proprio di segatura appena imbevuta di piscio di gatto. Ho guardato la parete in silenzio per dieci minuti; per festeggiare, mi sono concesso anche una vecchia merendina; ho perso una telefonata, ho richiamato, e ho ricevuto gli auguri di Alex; la seconda telefonata, verso le otto e mezza, era del commercialista, che aveva bisogno urgente dei testi per i progetti europei. Di fronte alla prospettiva di ancora un'altra serata passata a fare zapping davanti a Sky, non ho retto. Ho rapidamente esaminato una serie di possibilità, e ho scelto per quella meno autodistruttiva, ossia ingoiare mezzo bicchiere di grappa tutto d'un fiato. Alle nove meno un quarto ho spento il cellulare e mi sono messo a letto.

C'è stato ancora il tempo per una chiamata di mia mamma sul telefono fisso. Voleva dirmi che stamattina dovevo restare in casa per aprire casa sua all'idraulico, con cui aveva fissato l'appuntamento per un momento in cui lei non c'era, e quindi dovevo esserci io. Poi mi sono addormentato, pronto a fare i conti coi mostri travestiti da persone care che animano regolarmente i miei sogni.

Il mattino dopo, quando ci si arriva, è un altro giorno: fuori c'è, o dovrebbe esserci, il sole, e ci si sorprende della pioggia della sera prima. Si può persino accendere il telefono e trovare ancora un messaggio di auguri (e un altro del commercialista). Le solite faccende non mi sono mai parse tanto allettanti! Potessi scegliere, vorrei proprio non dover festeggiare un altro compleanno.


--vb.

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<Commenti>

Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero.
Francesco
15 Settembre
21:10
I miei più grandi auguri ad una persona mai conosciuta e sempre ammirata!Ho studiato per soli due anni al politorino...porto ancora un ottimo ricordo di quel Vittorio gestore del sito studenti e del progetto prometeo. Sicuro del fatto che la tua vita riprenderà una strada migliore, tieni duro... auguroni (con ritardo) di buon compleanno,
Francesco
 
Piero
23 Settembre
16:17
Bah! Le feste di compleanno quando ero più giovane servivano per incontrarsi tra amici e amici e degli amici. Io invitavo te, tu invitavi i tuoi amici, ci si incontrava a casa di Piero, con la scusa di festeggiare il suo compleanno, ma lo scopo era quello di conoscere gente nuova, nuovi amici, ragazzi e ragazze in modo che da cosa nascesse cosa. Si organizzava una specie di discoteca casalinga con luci e musica, paste, saltatini e qualcocosa da bere e via alle danze.
Chi aveva la casa piccola, guarda caso non veniva mai festeggiato e non festeggiava mai. Chi invece aveva la casa grande con giardino intorno, guarda caso, tutti gli anni veniva festeggiato e festeggiava.

Ora che sono più anzianotto, gli auguri e le feste di compleanno, per me hanno un po' perso di importanza, anche se mi fa sempre piacere essere ricordato al mio compleanno. Tuttavia penso che ogni giorno dovrebbe essere una rinascita e i compleanni andrebbero festeggiati tutti i giorni.
 


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