Un pilota dell'Alitalia ha rischiato di provocare un incidente
diplomatico con Israele. Dopo l'atterraggio dell'AZ810 Roma-Tel Aviv
dell’altra notte, i passeggeri si sono sentiti congedare dall'altoparlante
con un «benvenuti in Palestina, buona festa dell'indipendenza alla
Palestina». Stupiti, quelli di nazionalità israeliana hanno chiesto invano
al personale di bordo di poter avere un chiarimento dal pilota, che è
rimasto chiuso in cabina. Era tra l'altro passata la mezzanotte e si era
quindi già nella giornata della Memoria, che ricorda i caduti israeliani in
guerra alla vigilia della Festa dell'indipendenza del 7 maggio.
Le frasi sono state riportate con grande enfasi dai media israeliani. Il
portavoce dell'aviazione civile dello Stato ebraico, Pini Schiff, ha
preannunciato una protesta formale e ha parlato di «insensibilità» per quei
commenti pronunciati «mentre migliaia di persone si recano nei cimiteri».
«Si è trattato solo di un lapsus, dopo tante ore di volo ci si può anche
confondere tra Israele e Palestina, non c'era nessuna intenzione di
offendere il popolo di Israele». Questa la versione del presidente
dell'Anpac, Andrea Tarroni.
L'amministratore delegato dell'Alitalia, Francesco Mengozzi, ha scritto
all'ambasciatore di Israele a Roma, Ehud Gol, per presentare le sue «sincere
scuse» per l'«imperdonabile errore» e ha assicurato che nei confronti dei
responsabili saranno prese le «necessarie misure». Come ha sottolineato
Mengozzi, lo scalo di Tel Aviv è «uno dei punti cardinali nella strategia
commerciale» dell'Alitalia sulle rotte internazionali. Il direttore
commerciale dell'Alitalia a Tel Aviv, Orly Segal, ha assicurato che il
pilota «non volerà più in Israele».
L'ambasciata italiana a Tel Aviv ha parlato di «atto irresponsabile» e ha
ricordato che la compagnia di bandiera era stata l'unica tra quelle europee
a non sospendere neppure per un giorno i collegamenti con Israele durante la
guerra in Iraq. Ma per l’ambasciatore d' Israele a Roma, Ehud
Gol, «non sono sufficienti» le scuse presentate
dall'Alitalia. «Per questo fatto grave devono essere presi dei
provvedimenti nei confronti del pilota», ha dichiatato il
diplomatico israeliano. «Ce lo aspettiamo», ha aggiunto.È
stato «un insulto tremendo e che non è scusabile», ha proseguito,
soprattutto perchè pronunciato in una giornata di lutto nazionale in cui
Israele ricorda tutte le vittime di guerra dall'Indipendenza in poi.
Un caso analogo si era verificato nel luglio scorso con l'Air France: un
pilota si era riferito allo scalo di Tel Aviv definendolo
«Israele-Palestina» ed era stato per questo tolto da quella tratta, con le
scuse allo Stato ebraico dell'amministratore delegato Etienne Rachou.