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Igor Marini ha riferito di fondi in favore di tre politici chiamati in codice: 'Mortadella', 'Ranocchio' e 'Cicogna'
Telekom Serbia, dichiarazioni shock di un promotore finanziario
Dure e stizzite le reazioni di Prodi, Fassino e Dini, i politici associati ai tre pseudonimi
“55 milioni di dollari spostati sui conti dell’affaire, a favore di ‘Mortadella’, ‘Ranocchio’ e ‘Cicogna’”. È il giorno degli pseudonomi in commissione Telekom-Serbia durante l'audizione in seduta pubblica, in qualità di testimone, del promotore finanziario, Igor Marini, che sarebbe tra i presunti terminali del giro di soldi nell’affaire Telekom-Serbia. 'Mortadella', 'Ranocchio', 'Cicogna' sono gli pseudomini usati dal testimone per riferirsi a tre personaggi politici chiamati in causa nella vicenda. Per altro Marini denuncia una serie di aggressione e di attentati a suo danno e sottolinea ancora di poter trovare tutto quanto afferma con documenti custoditi negli archivi della Cassa dei notai di Lugano. Il suo compito nell'operazione Telekom-Serbia era quello di "lavare" i fondi e trasferirli all'estero "assicurando -ha detto ai commissari- la consegna a persone della Serbia, fuori dalla Serbia, e assicurando la consegna e il deposito a delle persone in Italia" tra cui quelle indicate con pseudonomi, ma mai nominati esplicitamente. Igor Marini ha anche affermato che nella medesima cassa vi "sono copie di passaporti depositati e di conti correnti bancari" con i quali avrebbe "movimentato" e "ripulito" un bel gruzzolo di danaro, circa 55 milioni di dollari, destinati, tra gli altri, ai funzionari intermediari del governo in carica nel '96 e che avrebbero agito per ‘Mortadella’, ‘Cicogna’ e ‘Ranocchio’.
Il senatore di An, Giuseppe Consolo, capogruppo in commissione Telekom-Serbia, definisce questi tre pseudonomi inquietanti. "Mi auguro che - sottolinea Consolo – che riferimenti reali che si celano dietro i tre pesudonomi non siano veri, così come mi auguro che non siano vere le circostanze relative ai versamenti di tangenti a favore dei predetti. La commissione ha comunque il dovere morale e giuridico - conclude l'esponente di An - di indagare senza fare sconti a nessuno, specie in considerazione della delicatezza delle accuse mosse e dei personaggi eventualmente coinvolti". Durante la sua testimonizianza, in particolare, Marini ha sostenuto che con quegli pseudonimi queste figure gli vennero indicate dall'avv. Fabrizio Paoletti, già ascoltato dalla commissione nei mesi scorsi: “Per ‘Ranocchio’ "mi fu indicato l'allora ministro degli Esteri, ‘Ranocchia’, sua moglie’; con ‘Cicogna’ mi fu indicato un sottosegretario d'allora; e con ‘Mortadella’ mi fu detto che era un uomo politico cui piaceva tanto andare in bicicletta”. Giampiero Cantoni capogruppo di Forza Italia in commissione, evidenzia la delicatezza di questa testimonianza e rende noto che Marini è stato posto sotto custodia di una scorta in quanto lo stesso ha dichiarato di aver subito tre attentati: "una sconcertante e delicata testimonianza su cui bisogna fare valutazioni attente con riscontri veloci. Sono - ha sottolineato Cantoni - per la prudenza. Oggi sono stati chiamati in causa personaggi di grande rilievo con pseudonomi curiosi. È chiaro che bisogna essere prudenti e salvaguardare l'onorabilità delle persone citate che non possono essere coinvolte previi riscontri veloci, puntuali e attendibili di quanto sostenuto da Igor Marini. Il teste ha dimostrato molta sicurezza e potrebbe dare una svolta importante nell'affaire Telekom Serbia ma il tutto deve essere valutato attentamente onde evitare scandalismi". Questa mattina Marini, dopo aver ricordato di aver già tutto denunciato a suo tempo alla procura di Roma, ha detto che le carte a dimostrazione delle sue tesi si troverebbero presso gli archivi della corte dei notai, depositari di tutta la documentazione che era in possesso del notaio Gianluigi Boscaro, uno degli intermediari in questo passaggio di denaro deceduto lo scorso luglio in un incidente con il deltaplano. Lo stesso Marini peraltro al momento della denuncia alla procura di Roma aveva chiesto ai magistrati di accompagnarlo in Svizzera per poter loro mostrare queste carte. A sostenere la totale inattendibilità di Marini è il senatore Michele Lauria, capo gruppo della Margherita in commissione: "le dichiarazioni di Marini hanno credibilità zero e sono in totale contrasto con quelle dell'avvocato Paoletti. Una volta verificate - continua Lauria - si capirà la loro portata di vere e proprie bufale".
Non si sono fatte attendere le reazioni dei tre personaggi politici associati agli pseudonimi da Marini. Il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi è deciso a presentare una denuncia contro Igor Marini. Stizzito il commento di Prodi, affidato al suo portavoce Marco Vignudelli: "anche se siamo arrivati al ridicolo, abbiamo deciso di agire per vie giudiziarie contro i responsabili di questa grave diffamazione”. "Una gravissima e torbida provocazione a cui reagiremo nel modo più netto". Così Roberto Cuillo, portavoce di Fassino, ha commentato le dichiarazioni rese di fronte alla Commissione Telekom Serbia "da tal signor Marini". "Fassino - ha aggiunto Cuillo - non ha mai conosciuto questo signore, ne' ha avuto con lui direttamente o indirettamente alcun rapporto. Di più Fassino non ha mai avuto contatti, incontri, rapporti con nessuno di coloro che si sono occupati dell'accordo commerciale tra Telecom Italia e Telekom Serbia. Fassino - ha concluso il portavoce del segretario dei DS - ha dato immediato mandato ai suoi legali di intraprendere tutte le iniziative giudiziarie necessarie a stroncare quella che si configura come una squallida calunnia e grossolana provocazione". Il vicepresidente del Senato Lamberto Dini annuncia di aver dato mandato ai suoi legali di denunciare all'autorità giudiziaria, per grave diffamazione e per tutelare la sua figura di uomo e di esponente politico, Igor Marini a seguito delle dichiarazioni "false e calunniose" fatte stamani in commissione Telekom Serbia. Lamberto Dini dice di non aver mai conosciuto Igor Marini e si augura che la sua testimonianza alla commissione sia stata effettuata sotto giuramento, "cosi' che dovrà risponderne davanti ad un tribunale".
Intanto, una delegazione della commissione parlamentare d'inchiesta sull'affaire Telekom-Serbia è già partita alla volta di Lugano, per poter riscontrare se le affermazioni fatte questa mattina nell'audizione pubblica da Marini corrispondano o meno a verità.
(Pubblicato il 07 maggio 2003 21:00 )
(Aggiornato il: 08 maggio 2003 09:07 )
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