Cronache italiane(Del 20/5/2003 Sezione: Cronache italiane Pag. 10)
LA MOGLIE DEL TABACCAIO CHE HA UCCISO IL RAPINATORE
«Un’arma puntata
per la terza volta»
«Ti svegli alle 5 e, quando chiudi, vai a casa con l’angoscia. E’
difficile
dormire la notte». Telefona il sindaco Albertini: «Ho voluto portare
conforto a una famiglia che sta attraversando un momento difficile»
MILANO
«E’ vicino e partecipa alla sofferenza di tutti» l’arcivescovo di
Milano, Dionigi Tettamanzi. Però al figlio del tabaccaio-sparatore, che gli
chiede di farsi da «intermediario» con la famiglia della vittima, perché
vuole incontrare la famiglia, risponde che non è così che può avvenire una
«pacificazione», che bisogna comunque rispettare le leggi e i doveri di ogni
cittadino. «Ci si augura che la volontà di riconciliazione espressa dalla
famiglia Petrali - si legge nella nota della curia milanese - si realizzi
nell’evidente rispetto delle coscienze delle singole persone e
nell’assunzione delle proprie responsabilità civili».
Una nota pacata, contrapposta a quanti stanno calvalcando la vicenda di
Giovanni Petrali - che sabato sera ha ucciso, un rapinatore e ne ha ferito
un altro - per ottenere una sorta di assoluzione a priori per lo sparatore.
Una nota perfettamente in linea con quanto aveva detto il prefetto, Bruno
Ferrante subito dopo l’episodio: «Bisogna fare molta attenzione a non
alimentare circuiti di violenza non degni di una società civile. Non
pensiamo di contrastare i fenomeni criminali con l’uso privato delle armi».
Oltre alla Lega, che sta trasformando quanto successo in un’occasione
progandistica (con tanto di raccolta di firme sotto lo slogan «Io sto con
chi si difende»), sono soprattutto le organizzazioni di commercianti a
sollecitare «comprensione», finanche «solidarietà», per quanto accaduto. «Se
Petrali finirà sotto processo, andremo davanti al tribunale per esprimergli
il nostro sostegno», dice ad esempio Giorgio Montigelli, esponente
dell’Unione commercianti. Aggiungendo che si fa ancora troppo poco per la
protezione: «Milano è piena di telecamere per controllare le infrazioni
stradali; perchè non se ne mette qualcuna agli esercizi più esposti?».
Che sono, oltre ai tabaccai, le farmacie: quest’anno hanno visto un aumento
esponenziale delle rapine subite. «La soluzione non sono certo le pistole -
osserva Paolo Gradnik, presidente della Federfarma lombarda - però bisogna
stare attenti a non criminalizzare nessuno, perchè la colpa è della città
nel suo insieme che deve fare di più per garantire la sicurezza di tutti i
cittadini». «Una volta, due, alla terza non puoi che restare traumatizzata;
con una pistola puntata alla tempia non è certo una bella esperienza. Ti
svegli alle 5 e, quando chiudi, vai a casa con l’angoscia. E’ difficile
dormire la notte»: Rosa Petrali, la moglie di Giovanni, riassume così il
proprio stato d’animo e, di concerto, quello del marito. Presto dovrebbero
ricevere la visita «privata» del sindaco Gabriele Albertini, che ieri ha
telefonato al figlio. «Saranno i giudici - spiega - a stabilire se si è
trattato o meno di legittima difesa. Io mi sono limitato a portare conforto
a una persona che sta attraversando un momento difficile. Una persona che
forse, se le cose fossero andate diversamente potremmo ora dover
compiangere, come già accaduto in passato in altre numerose occasioni».
E’ un’opinione diffusa, quella che emerge dalle parole del sindaco: la pietà
«per un giovane morto in circostanze drammatiche» (sono pochi, per fortuna,
quelli che danno voce al sentimento più cinico: «Se l’è andata a cercare»)
ma la comprensione per chi «ha reagito all’ennesima aggressione». Con, sullo
sfondo, la domanda: «E se non reagiva?».
«Ma lui è andato oltre; ha fatto prevalere l’orgoglio personale, lo spirito
di vendetta»: parla così un altro tabaccaio, in controtendenza rispetto alla
sua categoria. Ma lui Alfredo Merlino, il rapinatore ucciso, lo conosceva
bene perchè abitava sopra il suo negozio; e lo descrive come un giovane che
stava cercando di uscire dalla tossicodipendenza (e dal bisogno di soldi).
Solidale con lui Alessandro, amico della vittima: «Una rapina non si
giustifica in nessun modo, ma il tabaccaio gli ha sparato mentre scappava;
neanche un cane si ammazza così».
Come è andata veramente sabato sera lo stabiliranno l’autopsia e le perizie
balistiche, mentre il gip stamattina interrogherà Andrea Solaro, il ragazzo
complice di Merlino, ferito a una spalla. Petrali (ricoverato in ospedale
per il mal di testa che gli è venuto dopo aver ricevuto schiaffi e pugni dai
malviventi) è indagato per omicidio volontario perchè, almeno secondo la
prima ricostruzione e le testimonianze raccolte, la sua non sarebbe stata
solo una reazione esagerata (che comporterebbe l’accusa di eccesso in
legittima difesa) ma qualcosa di più. s.mar.