|
|
DOMENICA COMPUTER A
RISCHIO
Ci mancava l'olimpiade degli Hacker
4 luglio 2003
di Anna Masera
DOMENICA Internet rischia
un «D-Day». La D sta per «defacer»,
il termine con cui definisce chi si intromette in un sito
web e ne imbratta la «faccia», sostituendo l’homepage
originale con una falsa vetrina di sua creazione.
Dopo l’allarme Sars, l’allarme caldo, l’allarme
black-out, l’allarme incendi, l’allarme nubifragi,
in questa estate 2003 ci tocca anche l’allarme hacker.
Se non è per un virus informatico che vi invade la
casella di posta elettronica e vi manda in tilt il computer,
è per la minaccia di uno scherzo globale da parte di
smanettoni informatici che rischia di mettere sottosopra siti
Web di ogni parte del mondo.
In realtà, stando alle misure che stanno prendendo
le autorità statunitensi, gli utenti domestici non
dovrebbero subire danni direttamente, anche se il rischio
è di trovare zone di Internet inaccessibili: l’attacco
al Web preparato dai «defacer» mira solo a colpire
i siti istituzionali e aziendali. Lo scopo è, come
al solito, mostrare che i software messi a punto dalle grandi
aziende non sono sicuri.
Le regole della sfida del «Defacer Challenge»
assegnano la vittoria al primo hacker che raggiungerà
6 mila punti: manomettere un sito ospitato su server Windows
(Microsoft) darà diritto a 1 punto, mentre i server
Linux, generalmente considerati più sicuri, varranno
2 punti. Se, a 6 ore dall'inizio della gara, nessuno dei partecipanti
avrà raggiunto 6 mila punti, verrà premiato
quello con il punteggio più alto.
Questa sfida non è la prima, e non sarà l’ultima.
Se la gara di dopodomani desta preoccupazioni, tanto è
vero che il governo Usa ha lanciato l’allerta e ha istruito
gli esperti per blindare i siti federali, è perché
questa volta il «regolamento» degli hacker ha
sottolineato che non accetterà attacchi contro i siti
non professionali. Nel tentativo di mettersi al riparo dalla
giustizia, gli organizzatori della sfida hanno aggiunto una
clausola: «Dobbiamo avvertire che (purtroppo) il defacing
è un crimine e in alcuni paesi può portare alla
galera». Per ora, sono solo riusciti ad attirare un
attacco da parte di altrettanti hacker, questa volta filo-governativi,
che hanno bloccato il loro sito.
Ma, comunque vada, diciamocelo: un giorno senza Internet,
si può stare. La migliore controffensiva dei semplici
utenti sarà di spegnere desktop, portatili e palmari:
domenica, tutti al mare.
anna.masera@lastampa.it
|