![]() | Leggi il terzo capitolo |
Va inoltre ricordato che, mentre i nostri rapporti quotidiani ci mettono in contatto con persone che conosciamo, oppure che, anche se sconosciute, solitamente vivono nella nostra stessa città, hanno le nostre stesse basi culturali, seguono i nostri stessi modelli di comportamento e di comunicazione, Internet ci mette costantemente di fronte a persone provenienti da parti del mondo molto diverse dalla nostra. Questo può facilmente provocare incomprensioni (si veda la parte sui litigi in Internet), che possono essere evitate rispettando alcune convenzioni linguistiche e comportamentali.
Se il non seguire le convenzioni nelle attività di rete che richiedono un dialogo con gli altri - dalla partecipazione ad un newsgroup alla pubblicità in rete - potrebbe far riempire la vostra casella di posta elettronica di commenti sarcastici o indignati, nessuno verrà mai, probabilmente, a lamentarsi con voi per un uso della rete inutile. D'altra parte, nessuno verrà mai, probabilmente, a lamentarsi con voi se parcheggiate l'auto per dieci minuti in doppia fila in modo tale da intasare la circolazione su una strada trafficata. Il punto è: non lamentatevi poi quando sarete voi a restare bloccati perchè qualcuno si è comportato come non doveva! Se per caso la rete dovesse diventare inutilizzabile perchè intasata da comunicazioni inutili, a perderci saranno tutti gli utenti indistintamente. Sta a voi, con i vostri comportamenti, decidere se volete migliorare o peggiorare le prestazioni della rete.
La stessa cosa vale per il contributo che deciderete di dare alle risorse disponibili. Se vi limiterete a leggere le pagine WWW e a prelevare file, beh, nulla di male; tuttavia soltanto scrivendo e inserendo in rete i vostri contributi farete veramente parte del mondo di Internet. Altrimenti, la rete sarà per voi null'altro che un incrocio tra un televisore ed un'enciclopedia; la potenza del mezzo sta invece nel fatto che è interattivo nel vero senso del termine!
In generale, esiste quindi una vera e propria regola d'oro, che vi permetterà in quasi tutte le situazioni di capire se una determinata azione va fatta oppure no. La regola, peraltro valida anche al di fuori della rete, è la seguente: prima di agire, domandatevi "Cosa accadrebbe se tutti gli altri utenti della rete facessero questa azione?". Immaginando la risposta alla domanda, capirete facilmente il perchè di alcune regole di netiquette apparentemente inspiegabili.
Ad esempio, se volete presentarvi in un newsgroup, evitate di sproloquiare o di tenere lunghi e pomposi discorsi. Sarebbe bene intervenire soltanto se si ha qualcosa da dire, ma se comunque volete mandare un messaggio per dire "Salve a tutti, ci sono anch'io", siate brevi e concisi - raramente chi usa la rete ha tempo da sprecare - e andate dritti al punto, senza volere ad ogni costo sembrare più esperti di quel che siete. Un approccio di questo tipo riceve normalmente molta più approvazione di quanta potrebbe riceverne qualcuno che cerca di fingersi esperto ma non lo è. Se avete delle domande da porre agli altri frequentatori, verificate prima che non si tratti di domande scontate che sono già state poste un milione di volte e che sono state raccolte nelle FAQ. Piuttosto, come prima cosa chiedete sul gruppo l'indirizzo delle FAQ!
Comunque, prima di cercare di comunicare con gli altri, dovete assolutamente leggere il resto di questo capitolo...
In particolare, gli utenti poco pratici o appena arrivati in rete dispongono spesso della sola posta elettronica per chiedere aiuto, e tendono a spedire disperati messaggi in giro per la rete. Spesso troverete persone molto gentili e disposte ad aiutarvi; tuttavia, è buona norma richiedere un aiuto via E-mail solo a persone che da qualche parte si siano esplicitamente dichiarate disponibili a fornirlo (ad esempio se in una pagina del Web avete trovato scritto "Per contattare l'autore ed avere chiarimenti sugli argomenti trattati scrivere a..."). Ovviamente, è possibile anche non rispettare queste regole, specialmente se avete bisogno di aiuto urgente; in questi casi potrà però succedervi di ricevere una risposta negativa e sgarbata. In generale, sarà il buon senso a guidarvi: non abbiate troppa paura di spedire E-mail a sconosciuti o di pubblicare richieste di aiuto sui newsgroup, visto che su Internet si è spesso molto più disponibili che nella vita normale, ma cercate di farlo nei modi e nei luoghi giusti, ricordando che dall'altra parte c'è qualcuno che deve impiegare tempo per leggere e rispondere alle vostre richieste; e non scandalizzatevi nel caso di risposte tardive o sbrigative o anche di nessuna risposta. Molti utenti sono abituati a ricevere al massimo una decina di messaggi al giorno, e quindi dimenticano spesso che le persone più impegnate o "visibili" sulla rete ne possono invece ricevere centinaia.
Se quello che cercate è un aiuto su una questione relativa al vostro accesso a Internet, non dimenticate che è dovere di chi ve l'ha venduto aiutarvi a renderlo perfettamente funzionale, anche perchè egli è il solo a conoscere le particolari configurazioni di software e hardware utilizzate. Conviene quindi contattare l'assistenza del vostro provider, seguendo le istruzioni fornite oppure attraverso uno degli indirizzi convenzionali per il vostro dominio.
Nel caso si debba richiedere aiuto ad un altro utente, comunque, è il caso di farlo solo dopo aver cercato nel materiale disponibile in rete (FAQ, pagine Web di cui siete a conoscenza, indici di rete, strumenti di ricerca) e non aver trovato niente; inoltre cercate di essere chiari ma sufficientemente sintetici, in modo da non dover costringere il destinatario a mezz'ora di lettura.
Se state chiedendo assistenza tecnica, comunque, cercate di descrivere dettagliatamente il problema specificando tipo e numero di versione del sistema operativo e dei programmi usati. Risolvere problemi informatici a distanza è uno dei più difficili compiti che possano esistere, ed è del tutto impossibile farlo senza una descrizione chiara e completa del problema.
Esistono anche alcuni buoni consigli su come realizzare i messaggi:
Alcune indicazioni particolari valgono per la vostra firma (signature): è bene innanzi tutto che essa ci sia, in modo da non mandare in giro messaggi anonimi o caratterizzati dal solo indirizzo di E-mail del mittente, che spesso non è particolarmente significativo. Inoltre, è opportuno che essa contenga, oltre al vostro indirizzo di E-mail, il vostro nome e cognome e, se volete, la città in cui vivete; essa non dovrebbe però contenere il vostro indirizzo, nè il numero di telefono di casa, e questo perchè non si sa mai quali scocciatori si possono incontrare in rete. Se volete, potete inserire i numeri di telefono e fax dell'ufficio, specialmente se usate l'E-mail principalmente sulla rete locale della vostra azienda. Se avete una home page, è consigliato inserirne l'indirizzo nella firma, magari accompagnato da una riga di commento; tuttavia, evitate di trasformare la firma in un volantino pubblicitario. Se la vostra chiave pubblica PGP è disponibile in rete, può essere opportuno segnalarlo (la scritta standard è PGP Key Available). In generale, comunque, la vostra firma dovrebbe contenersi entro le sette - otto righe di testo al massimo. Se proprio ci tenete, potete inserire qualche piccola immagine fatta con i caratteri ASCII, anche se al giorno d'oggi molti programmi utilizzano caratteri proporzionali per visualizzare i messaggi, rendendo quindi le forme di "ASCII art" completamente irriconoscibili. Per rendere facilmente distinguibile la firma dal resto dei messaggi, inoltre, essa dovrebbe sempre iniziare con una riga vuota e/o una riga composta soltanto da due trattini allineati sulla sinistra (ossia --).
Ricordate comunque che il vostro indirizzo di E-mail deve comparire nel campo From dei messaggi, per cui è perfettamente inutile fare una firma (o addirittura un pezzo del messaggio) per dire "Il mio indirizzo E-mail è...". Inoltre, è comunque buona educazione rispondere all'indirizzo che compare nel campo Reply-To o From e non a quello eventualmente indicato nella firma, a meno che non venga esplicitamente chiesto il contrario dall'autore.
Per gli utenti neofiti i newsgroup e le mailing list sono anche un luogo dove trovare risposta ad un dubbio o ad un problema. In realtà, questo è vero per certi gruppi (ad esempio i newsgroup che iniziano per alt o rec, così come molti dei gruppi italiani), dove facilmente si incontrano molte persone che sono non solo disponibili ma anche desiderose di aiutarvi; non è vero per altri. Pertanto la prima regola importante prima di aprire bocca in un gruppo di discussione o una mailing list è di capire esattamente l'argomento trattato e il livello di approfondimento e preparazione a cui viene discusso, ad esempio leggendo per un certo periodo gli articoli che vengono pubblicati. Esistono difatti gruppi estremamente specialistici (non dimenticate che la rete, fino a due o tre anni fa, era diffusa principalmente tra gli universitari... e lo è ancora). Cosa pensereste se voi foste un insigne professore di fisica nucleare che cerca di discutere con colleghi dello stesso livello su un particolare tipo di particelle rivelatesi in un recente esperimento al CERN, e vi trovaste la casella postale intasata di messaggi del tipo "Per favore, può spiegarmi che cos'è un atomo" ? Magari alla prima persona rispondereste con un lungo e dettagliato messaggio, alla seconda un po' più sbrigativamente, alla terza in due righe, e dalla quarta persona in poi comincereste a mandare tutti a quel paese. Per questo motivo, è importante fare gli interventi giusti nel posto giusto.
Usenet viene spesso definita una dittatura anarchica. E' una dittatura, perchè gli utenti non hanno alcun diritto; l'intero sistema viene gestito e fatto funzionare su base volontaria, e le persone che lo fanno funzionare - realizzando i server per le news, gestendo l'attivazione di nuovi gruppi, facendo il moderatore di un gruppo moderato - hanno, in cambio del proprio impegno gratuito, il diritto di fare ciò che ritengono opportuno. Se a voi non piace come vengono gestiti i gruppi di discussione, non vi resta che impegnarvi direttamente e realizzarne altri come volete voi. D'altra parte, è fondamentalmente anarchica, perchè non vi è un proprietario o una autorità superiore; ogni singolo operatore decide come risolvere i problemi di propria competenza, e nessuno può limitare la sua libertà. Come risultato, si tratta di un "luogo virtuale" dove non potete vantare alcun diritto - nemmeno quello di parola, sui gruppi moderati! - ma dove scoprirete che, se le vostre idee sono ragionevoli ed espresse civilmente, è facile avere molto più peso che in una normale democrazia.
Sui newsgroup non professionali è abbastanza comune presentarsi non con il proprio vero nome, ma con un soprannome (nickname) di vostro gradimento: basta inserire nel campo From, o nello spazio riservato al vostro nome e cognome nella configurazione del programma, quello che più vi piace. Se volete, potete falsificare anche l'indirizzo di E-mail che compare in tale campo, ma è comunque buona educazione includere nel campo Reply-To: o perlomeno nella signature un vero indirizzo di E-mail a cui potete essere contattati. L'anonimato completo è ammesso, ma soltanto in alcune situazioni particolari.
In conclusione, ecco un riassunto di alcune utili regole da rispettare per discutere con gli altri utenti della rete; sono tutte molto importanti, per cui vi invito a leggerle ed applicarle con attenzione, ricordando sempre anche la regola d'oro della netiquette.
Un'ultima nota relativa alle mailing list: spesso, per iscriversi o cancellarsi da una mailing list, è necessario inviare un messaggio ad un indirizzo convenzionale, diverso da quello per intervenire sulla lista. In questo caso, fate attenzione a non sbagliare e a non spedire il messaggio all'indirizzo per gli interventi, in quanto esso sarebbe propagato inutilmente a tutti gli appartenenti alla lista.
Queste regole valgono più in generale in tutti gli ambiti in cui sia necessario dialogare con gli altri utenti della rete. Comunque, nel corso di questa guida verranno spesso segnalate delle regole di etichetta specifiche (ad esempio quelle per IRC) contestualmente alla presentazione dei relativi ambienti.
AFAIK | As far as I know | Per quanto ne so |
ASAP | As soon as possible | Il più presto possibile |
BTW | By the way | Comunque |
CMQ | [solo italiano] | Comunque |
FAQ | Frequently asked questions | Domande più richieste |
FYI | For your information | Per vostra conoscenza |
IMO, IMHO | In my (humble) opinion | A mio (modesto) parere |
IOW | In other words | In altre parole |
ISO | In search of | In cerca di |
IT | In topic | In argomento (contrario di off topic) |
LOL | Laughed out loud | Ho riso a gran voce |
ML | Mailing list | Mailing list |
NG | Newsgroup | Gruppo di discussione |
OT | Off topic | Fuori argomento |
OTOH | On the other hand | D'altra parte |
REQ | Request | Richiesta (normalmente indica richieste di programmi, di indirizzi o di materiale vario agli altri frequentatori delle aree di discussione) |
RFC | Request for comments | Richiesta di commenti (seguito da un numero di serie, indica uno dei documenti "ufficiali" di Internet) |
ROTFL | Rolling on the floor laughing | Mi sto rotolando dalle risate (si usa per rispondere a battute o frasi particolarmente divertenti) |
RSN | Real soon now | Immediatamente |
RTFM | Read the friendly / f***ing manual | A seconda del tono della conversazione Leggi il comodo manuale o Leggi il ***** di manuale (l'uso di questa espressione, da parte degli utenti esperti scocciati dalle domande stupide dei nuovi arrivati, era talmente frequente che l'archivio delle FAQ presso il M.I.T. è stato denominato rtfm.mit.edu !!) |
TBD | To be defined | Da definirsi |
TIA | Thanks in advance | Grazie in anticipo |
Oltre a queste abbreviazioni, esistono alcuni modi di dire comunemente utilizzati:
To waste bandwidth (Sprecare banda) | Poichè la quantità di banda a disposizione determina la velocità della trasmissione, sprecare banda significa utilizzare la rete per operazioni inutili o maleducate rallentandola e danneggiando quindi tutti gli altri utenti. |
That warm fuzzy feeling deep inside | Questa espressione indica il sentimento che si prova quando si è a posto con la propria coscienza, ed è tipicamente utilizzata dagli autori di programmi shareware per invitare gli utenti a registrarsi. |
Spesso si usa anche l'espressione *grin*, per indicare un sorriso o una strizzata d'occhio; ne esiste anche la variante "malvagia", quando si prende in giro qualcuno o gli si fa uno scherzo cattivo, ossia *evilgrin*.
Vista la scarsa espressività della comunicazione tramite messaggi testuali (il formato dei messaggi E-mail è ancora oggi il puro testo ASCII, ossia senza possibilità di modificare il tipo e le dimensioni dei caratteri usati), sono poi invalse alcune convenzioni tipografiche. Per prima e importantissima cosa, una frase scritta interamente in maiuscolo si intende urlata, e viene comunemente associata all'intenzione di offendere o comunque ad una notevole ira da parte di chi la scrive nei confronti del destinatario. Pertanto, specialmente all'interno di un messaggio E-mail o di un articolo in un newsgroup o mailing list, ma anche all'interno di pagine Web, è il caso di utilizzare parole interamente maiuscole solo dove sono necessarie (titoli, sigle, al limite parole singole come ATTENZIONE:). Se si vuole invece evidenziare una parola all'interno del testo, e non si dispone del grassetto o del corsivo che ad esempio possono essere utilizzati nelle pagine del WWW, si può ad esempio racchiuderla tra *asterischi*. Quando si cita il titolo di una pubblicazione all'interno di un testo, esso viene comunemente racchiuso tra virgolette ("I promessi sposi") oppure tra underscore (_I_promessi_sposi_) (di solito l'underscore viene considerato equivalente al corsivo).
Infine, è buona norma quando si cita qualcosa scritto da un'altra persona, sia nella risposta ad un E-mail, sia in un articolo di newsgroup, far iniziare ciascuna riga con il carattere > (molto meno usato è |), ad esempio:
Si noti che i caratteri > si possono "nidificare" uno dentro l'altro: pertanto la citazione di una citazione sarà preceduta da >>, e così via. Se il brano da citare è molto lungo, spesso può essere utile tagliarne via una parte, indicando il taglio con alcuni puntini di sospensione o con le dizioni [snip] o [cut]: ad esempio:
E' bene lasciare una riga vuota prima e dopo di ogni brano citato, per rendere facilmente distinguibili le opinioni degli altri dalle proprie risposte.
Le righe dei vostri articoli non devono essere troppo lunghe; tipicamente, non devono superare i 72 - 74 caratteri, in modo che possano essere correttamente visualizzate su qualsiasi tipo di display e terminale. Il vostro programma di posta o di lettura dei newsgroup - come peraltro avviene normalmente - deve essere configurato per spezzare automaticamente il testo in righe di tale lunghezza.
Oltre a queste convenzioni, il significato della frase può essere ulteriormente chiarito da uno smiley.
Mario Rossi ha detto nel suo ultimo messaggio:
>A mio parere, gli asini possono volare.
>Questa possibilità non può essere
>esclusa dalle nostre attuali conoscenze.
Secondo me egli ha torto.
>A mio parere...
[snip]
>esclusa dalle nostre attuali conoscenze.
Secondo me egli ha torto.
Uno smiley (in italiano detto faccina o sorrisino, in inglese anche detto emoticon) è un insieme di caratteri ASCII che, se ruotato di 90 gradi in senso orario, assomiglia ad una faccia con una espressione, che, inserita in un messaggio testuale, dovrebbe indicare lo stato d'animo dell'autore della frase precedente. Chiunque può inventare i propri smiley, e ne esistono moltissimi; tuttavia i più comuni sono: 4.6. Che cos'è uno smiley?
:-) | (L'originale!) Faccia sorridente (indica che l'autore del messaggio ha detto la frase precedente in senso scherzoso) |
;-) | Faccia ammiccante (l'autore strizza l'occhio ai lettori) |
:-> | Sorriso diabolico |
:-( | Faccia triste (l'autore è dispiaciuto) |
Se poi vi volete sbizzarrire, ecco alcuni smiley più strani: cercate di indovinare cosa rappresentano!
((:-) (8-) :-o :-P :-0 =8-O :-D :-xSono anche comparsi degli smiley "orizzontali" (che non necessitano di essere ruotati per essere compresi), come ad esempio ^_^, ;_; o H_H.
Al giorno d'oggi, tuttavia, la contesa è decisamente risolta a favore dei secondi, tanto che si stanno già sperimentando forme di "moneta elettronica": tramite una carta di credito è possibile spendere "denaro virtuale" che verrà poi addebitato tramite la carta stessa. Deve tuttavia essere chiaro che Internet è un veicolo commerciale estremamente diverso dagli altri. In generale, è ammesso che una azienda crei un proprio sito e ne diffonda l'indirizzo a mezzo stampa; tuttavia esso deve essere essenzialmente informativo e soprattutto rivolto alle sole persone interessate, ossia devono essere gli utenti a cercare l'azienda e non l'azienda a cercare gli utenti (sebbene l'azienda possa ovviamente segnalare la propria esistenza, ad esempio negli indici di rete). All'interno del sito dell'azienda possono poi avvenire compravendite e contrattazioni, ma sempre nello spirito secondo cui è l'azienda a fornire un servizio agli utenti della rete, in cambio della possibilità di commerciare. Un esempio positivo è quello di CDNow, rivendita americana di CD via Internet, che vende direttamente tramite la rete, ma "in cambio" fornisce gratuitamente a tutti, clienti e non, un archivio musicale e la possibilità di consultare discografie, giudizi critici...
Un'altra questione è quella della pubblicità in rete. Anche qui, fino a poco tempo fa non se ne vedeva, e anzi era giudicata negativamente. In realtà, tutta la rete si sta trasformando in uno strumento commerciale; oggi è quindi abbastanza comune trovare i cosiddetti banner, ossia "rettangoli" pubblicitari larghi e bassi, inseriti in cima o in mezzo alla pagina, che contengono una immagine pubblicitaria; cliccando su di essi si viene normalmente rimandati al sito ufficiale dell'azienda. Il problema è che Internet costa, e che non può più essere interamente mantenuta con fondi pubblici, non essendo più riservata alla ricerca: per questo motivo, è necessario che qualcuno paghi per mantenerla, e se non lo fanno gli utenti - come avviene, ad esempio, per la rete telefonica - lo devono fare gli inserzionisti (sull'esempio della televisione commerciale). Non è detto che il modello "TV commerciale" sia migliore di quello telefonico classico, in quanto gli utenti non pagano direttamente il servizio, ma vedono comunque aumentare il costo dei prodotti pubblicizzati; del resto, vi è anche una tendenza a differenziare la qualità del servizio fornito facendo pagare gli utenti per i servizi migliori, per cui al momento non è chiaro quale sarà il modello seguito in futuro.
Va detto che quando si è parlato di azioni "permesse" o no, non si intendeva dire che esistano divieti precisi da rispettare. Internet è un mondo legislativamente molto libero, per cui chiunque può comportarsi un po' come crede. Può darsi che in futuro, sotto la spinta dei soldi, anche queste barriere comportamentali siano abbattute; tuttavia, vista anche la particolare fascia sociale che, specialmente in Europa, usa Internet, forse una presenza del tipo sopraindicato è più gradita agli utenti e consegue risultati migliori di una presentazione aggressiva dei propri prodotti tipo campagna pubblicitaria televisiva. Il punto fondamentale da capire è che Internet è un mezzo di comunicazione molto diverso dagli altri, in cui nessuno può obbligare gli utenti a vedere una pubblicità sgradita, come si può fare inserendo una interruzione pubblicitaria in un programma televisivo molto seguito: pertanto, se vuole avere seguito, l'azienda deve fornire agli utenti un motivo per recarsi nel proprio sito, e di qui la natura informativa, più che propagandistica, della comunicazione sulla rete.
I nomi utilizzati per questo tipo di messaggi sono junk mail - posta spazzatura - o spam - dal nome di una nota marca di carne in scatola statunitense, che tra l'altro sta disperatamente combattendo contro la pubblicità negativa mondiale causatale dall'uso di questo nome. Si tratta di una pratica che colpisce ormai qualsiasi utente il cui indirizzo circoli spesso in rete, a cui succede ormai di ricevere messaggi di questo tipo quasi ogni giorno: difatti le liste di indirizzi vengono normalmente generate da sistemi automatici che prelevano tutti gli indirizzi di e-mail visibili su pagine WWW o articoli di newsgroup. Spesso si tratta perfino di pubblicità statunitensi, di nessun significato per gli utenti europei, ma tant'è: quando si spediscono diecimila o centomila e-mail, non si va tanto per il sottile. Purtroppo, mentre spedire diecimila messaggi pubblicitari su carta è complicato e costoso, per posta elettronica bastano "un pulsante e un ciclo for" (il "ciclo for" è lo strumento utilizzato nei linguaggi di programmazione per ripetere un'operazione un numero predefinito di volte). Negli Stati Uniti il problema è talmente grave che molti grandi fornitori di accesso, come America On Line, hanno cominciato a bloccare automaticamente tutta la posta proveniente da certi domini in cui si annidano queste persone, a costo di danneggiare tutti gli altri utenti del dominio.
Necessariamente, prima o poi l'intero argomento dovrà essere posto sotto controllo, pena l'inutilizzabilità della posta elettronica: quando a spedire questi messaggi non saranno cento aziende, ma diecimila, la vostra casella diverrà sicuramente intasata, e questo è il motivo per cui questo fenomeno va fermato quando è ancora controllabile. Per il momento, nel caso riceviate messaggi di questo tipo, è buona cosa rispondere, in modo garbato ma fermo, che non gradite questo tipo di messaggi nella vostra casella. Possibilmente, scrivete anche al fornitore di accesso: generalmente, se il messaggio proviene dal dominio pippo.it, gli indirizzi a cui rivolgersi sono postmaster@pippo.it, info@pippo.it, help@pippo.it e gli altri indirizzi convenzionali di un dominio; l'indirizzo postmaster@... dovrebbe essere sempre attivo, in quanto richiesto dai gestori del dominio it. Fate notare, in modo calmo e civile, che questo tipo di messaggi è inutile e dannoso per la rete, e chiedete al fornitore di accesso di intervenire. Potete anche, nel caso il fornitore non intervenga, pubblicare la vostra storia sul gruppo di discussione it.news.net-abuse, segnalando il disinteresse di chi dovrebbe garantire il corretto comportamento dei propri utenti.
E' anche possibile, con versioni recenti di programmi per le news, utilizzare la riga di intestazione X-No-Archive: yes, che indica ai sistemi che rendono disponibili sul WWW gli articoli di newsgroup (spesso usati per generare le liste di indirizzi) di ignorare il vostro articolo.
State comunque molto attenti a dare il vostro indirizzo di posta elettronica, ad esempio attraverso moduli inseriti sul WWW. Le aziende serie non distribuiranno ad altri fini gli indirizzi che fornite ad esempio per scaricare i loro programmi, ma non tutti sono seri. Potete stare un po' più tranquilli se sul modulo da compilare è presente una esplicita indicazione che il vostro indirizzo non sarà usato per fini diversi da quelli indicati.
Le cause per cui si è talvolta portati a scatenare la propria aggressività discutendo per via elettronica possono essere le più varie; alcune di quelle più comunemente riconosciute sono le seguenti:
Il problema, comunque, continua a ripresentarsi: sono già innumerevoli, ad esempio, i tentativi - spesso riusciti - da parte di varie polizie europee di impedire la diffusione dei newsgroup di argomento pornografico. Purtroppo, è estremamente raro che i tutori dell'ordine capiscano alcunchè del funzionamento tecnico delle reti di comunicazioni; spesso quindi essi cercano di "forzare" leggi antiquate su questi nuovi mezzi, con risultati ridicoli. Anche in questo campo, l'Italia non è seconda a nessuno: ancora ci si ricorda dell'operazione di polizia svoltasi qualche tempo fa, che ha portato alla chiusura di una buona parte delle BBS italiane semplicemente perchè esse erano state visitate da un utente che, nel tempo libero, vendeva programmi pirata.
Al momento, la questione del controllo di Internet è aperta, e dalla soluzione a questo problema dipenderà probabilmente anche il tipo di sviluppo che Internet avrà in futuro, ossia se rientrerà nei binari di un sistema molto semplice e molto controllato oppure si dirigerà verso una maggior complessità e un uso nel bene e nel male più libero.
Se siete interessati alle tematiche relative alla libertà di espressione in rete, alla società telematica e al diritto informatico, potreste essere interessati alla Electronic Frontier Foundation (EFF: indirizzo http://www.eff.org/), associazione di dimensione mondiale nata negli Stati Uniti proprio in seguito ai primi interventi sulla rete delle forze dell'ordine.
In realtà, gli hacker esistono, ma il loro ritratto è ovviamente piuttosto diverso. Si tratta di persone con il gusto della sfida, che si divertono a scoprire i bug dei programmi e i punti deboli dei sistemi di protezione dei dati allo scopo di provare la propria abilità con il calcolatore e la propria intelligenza. I veri hacker, comunque, non danneggiano i sistemi in cui riescono a penetrare; più tipicamente, si limitano a lasciare qualche prova del proprio passaggio e ad esaltarsi per il risultato ottenuto, senza danneggiare il sistema o i dati a cui riescono ad accedere; spesso anzi segnalano il metodo usato per compiere l'impresa agli autori del programma o ai possessori del sistema, in modo che possano prendere le relative precauzioni.
Ben diversi sono i cracker, ossia quelle persone che si dedicano alla pirateria informatica, rimuovendo le protezioni dai programmi e distribuendone copie illegalmente, a scopo di lucro. Una terza categoria è infine quella dei lamer, ossia coloro che non dispongono delle abilità e delle conoscenze necessarie per essere hacker o cracker, ma fingono di esserlo ugualmente (questo termine, rivolto ad una persona, è quindi da considerarsi un insulto misto a scherno e disprezzo).
Alcuni neofiti della rete, tipicamente giovani, provano l'insano desiderio di imparare a compiere azioni illegali e fregiarsi così del titolo di hacker. Ma se proprio lo volete fare, evitate di chiedere informazioni in pubblico... Del resto, la risposta che un hacker dà a un lamer che chiede aiuto è invariabilmente: "Se non sai come farlo, non hai bisogno di saperlo."; talvolta alcuni di essi sfruttano a proprio vantaggio l'ingenuità altrui. Comunque, al giorno d'oggi anche la legge italiana si è adeguata prevedendo esplicite sanzioni per le violazioni di sistemi informatici, e la polizia dispone delle competenze necessarie per reprimere gli atti illegali in questo settore; per questo motivo, è opportuno sfogare la propria "creatività informatica" in altri campi.
La prima e più importante di tutte è che le pagine devono essere firmate, ossia devono riportare l'indicazione dell'autore e possibilmente il suo indirizzo di posta elettronica (magari evidenziato con un link che permetta se selezionato la spedizione di un messaggio all'autore). Eventualmente, se la pagina fa parte di un'opera che è chiaramente distinguibile dal resto del WWW, ad esempio per i particolari fondali o per un'intestazione che compare in tutte le pagine, è possibile apporre la firma solo nella pagina iniziale; tuttavia abbondare è meglio che scarseggiare (melius abundare quam deficere...). Se volete mantenere "sotto controllo" la riproduzione delle vostre pagine, è opportuno inserire una indicazione esplicita di copyright, del tipo di quelle riportate in fondo ai documenti di questa guida, anche se, come noto, il copyright esiste indipendentemente dalla segnalazione esplicita.
Nelle pagine Web vanno rispettate tutte le convenzioni tipografiche e linguistiche di cui si è già parlato. In particolare, grazie all'uso del neretto è possibile ridurre ulteriormente la presenza di frasi maiuscole, che come detto equivalgono al parlare a gran voce in mezzo ad un ristorante disturbando tutti gli altri avventori. Se possibile, è bene utilizzare una uniformità di stili grafici all'interno delle proprie pagine, e - magari grazie all'uso di icone o fondali - renderle particolari e distinguibili dalle pagine comunemente incontrate nel Web.
Se volete inserire nelle vostre pagine dei collegamenti ad altre pagine, fate benissimo. Se invece volete copiare ipertesti trovati in giro per il mondo e inserirli nelle vostre pagine, potreste svolgere un'opera ancor più meritoria, rendendo accessibili velocemente da tutti gli utenti della vostra zona pagine che magari sono lente e irraggiungibili. In questo caso, però, è buona norma chiedere l'autorizzazione dell'autore delle pagine. Nel caso inseriate nelle vostre pagine una FAQ o un altro documento che viene periodicamente aggiornato, è bene inserire anche un link al luogo dove si può trovare la versione più aggiornata (generalmente è indicato all'inizio della FAQ stessa).
Se create pagine Web su un computer che non è vostro (ad esempio quello di una Università o di un'azienda), siate sicuri di avere l'autorizzazione del proprietario o dell'amministratore. Difatti le vostre pagine potrebbero attirare un traffico eccessivo e rallentare la rete locale, oppure risultare di contenuto sgradito ai proprietari (loro pagano, loro decidono...), per cui è meglio chiedere in anticipo per evitare bacchettate sulle dita in seguito. Ricordate che per la legge italiana il proprietario del computer è responsabile di tutto quello che ci viene pubblicato...
È bene avere sempre presente qual è il peso sulla rete delle operazioni che si stanno facendo. Un ipertesto, ad esempio, è normalmente un file lungo pochi kilobyte, al massimo qualche decina, per cui il carico che ponete sulla rete quando richiedete al vostro browser di mostrarvi un ipertesto è relativamente ridotto. Un'immagine, al contrario, può essere molto grossa; se è vero che le piccole immagini contenute negli ipertesti sono di solito file GIF molto brevi, un'immagine a tutto schermo o quasi richiede solitamente un trasferimento di almeno 50 kilobyte. (Per questo motivo può essere utile, se siete collegati via telefono, disabilitare la visualizzazione delle immagini incluse negli ipertesti, come quasi tutti i browser permettono di fare. L'aspetto sarà un po' meno bello, ma risparmierete sia voi sia la rete.) Le animazioni o i file audio, invece, possono essere lunghi anche qualche megabyte! Analogamente, i programmi che potete prelevare dalla rete sono generalmente archiviati con PkZip o GZip; alcuni occupano pochi kilobyte, ma altri occuperanno molti megabyte.
Infine, sebbene la quantità di dati che attraversa la rete dipenda praticamente solo dalla
dimensione dell'oggetto richiesto, il tempo di trasferimento dipende fortemente dalla posizione del sito e dalle potenzialità del suo e del vostro collegamento a Internet. Se la trasmissione è troppo lenta, a meno che l'oggetto non sia di vitale importanza, conviene spesso interrompere il trasferimento e cercare lo stesso oggetto o qualcosa di simile da qualche altra parte.
Per farsi un'idea delle potenzialità del proprio collegamento, specialmente nel caso sia lento (ad esempio via modem), può essere utile avere un'idea del transfer rate (ossia della velocità di trasferimento) medio che si riesce ad ottenere. Alcuni programmi (tipicamente i clienti FTP) vi indicano il transfer rate al termine del trasferimento di ciascun file; usando il browser, si può ad esempio cronometrare il tempo impiegato per leggere un ipertesto di dimensioni note, e quindi fare il rapporto tra la dimensione e il tempo impiegato. (Molti browser indicano la dimensione totale dell'ipertesto e la quantità di dati già trasferita.) Quando due computer si collegano tra loro tramite Internet la velocità del collegamento è ovviamente limitata dalla parte di rete più lenta utilizzata. Nel caso di connessioni via modem, il tratto via telefono tra voi e il provider è generalmente il più lento dell'intero collegamento che state effettuando (almeno se siete collegati con un sito europeo): è quindi utile conoscerne la velocità massima, calcolata con uno dei metodi precedenti. Tipicamente, nel caso di un collegamento con un modem V42bis da 14400 baud il transfer rate massimo è dell'ordine di 1.1 - 1.2 kilobyte al secondo; con i 28800 o 33600 e siti molto veloci si arriva a 3 - 3.5 kilobyte al secondo. Non dimenticate però che se state eseguendo due o più collegamenti in contemporanea essi dovranno dividersi tra loro questa capacità di trasferimento!
In generale, è quindi utile porsi, prima di eseguire una qualsiasi operazione che
richieda un trasferimento di rete, alcune semplici domande (che dovrebbero diventare in breve talmente automatiche da ricevere risposta inconsciamente):
Se la quantità di dati è inferiore ai 20 - 30 kilobyte, come accade comunemente per un ipertesto che non contenga immagini o fondali particolari, potete cliccare con gioia e fare iniziare il trasferimento. Se invece la quantità è superiore, come accade spesso recuperando un file tramite FTP, proseguite con le altre domande:
In particolare, la domanda numero 3 è la più importante, e quella più facilmente dimenticata.
Quasi tutto quello che potete trovare nei siti FTP degli Stati Uniti (principalmente nei domini com e edu) può essere trovato anche in Europa. Se avete trovato un sito lontano con un grosso programma che vi interessa, quasi sempre è il caso di fare un salto da un ARCHIE per vedere dove potete trovarlo più vicino. Se non ci credete, vi racconterò la storia di quando io ho cercato di copiarmi GhostScript. Per poter usare il programma mi servivano quattro archivi ZIP. Ho scaricato tre file per circa 1 MB complessivo dal sito ufficiale americano, impiegando la bellezza di cinque ore. Dopodichè, ho avuto l'idea geniale di fare una ricerca ARCHIE, e grazie ai suoi risultati ho scaricato l'ultimo file, lungo 1.3 MB, dalla Svizzera, mettendoci ben 10 minuti netti. Da allora usare ARCHIE è la prima cosa che faccio quando trovo un grosso insieme di file da recuperare. Analogamente, è utile trovare ed usare i vari mirror situati in Europa o i siti di software più vicini.
Va infine detto qualcosa di più riguardo alla domanda numero 5. Se siete collegati da casa, di solito accedete a Internet tramite la rete locale del vostro provider, che è dedicata quasi esclusivamente a questo scopo: pertanto ciascun utente dovrebbe avere a propria disposizione una banda sufficientemente estesa indipendentemente da cosa facciano gli altri. Se invece accedete a Internet da un'azienda, un'Università, o più in generale usando una rete locale che viene normalmente usata per altre attività locali spesso molto più importanti del vostro accesso Internet, facilmente una eccessiva quantità di dati da voi immessa sulla rete (in trasmissione o in ricezione) può rallentare l'intera rete. Se poi il vostro computer è collegato in una parte della rete mal servita o già sovraccarica, voi potreste essere la gocciolona che fa traboccare il vaso, mandando in tilt un'intera zona di rete. Infine, se vicino a voi ci sono altre dieci persone che, con altri dieci computer, stanno accedendo a Internet, il danno è moltiplicato per dieci! (Questo è uno dei motivi per cui, ad esempio, molte Università sono restie a fornire l'accesso a Internet a tutti gli studenti.) In questi casi, è consigliabile usare l'accesso con un po' di criterio, evitando di aprire troppi collegamenti contemporanei e di usare Internet nelle ore di punta della rete locale (che varieranno a seconda delle abitudini dei vari utenti e dei loro orari). La conseguenza di un eccessivo intasamento della rete a causa degli utenti Internet potrebbe facilmente essere la rimozione di tutti gli accessi... (Va comunque detto che un collegamento Internet di media velocità è comunque sufficientemente più lento dei normali collegamenti su una rete locale da rappresentare un incremento di lavoro non troppo grande. Quelli che sono veramente "mortali" per le reti locali sono invece i collegamenti Internet con siti molto vicini, con i quali viaggiate a decine di kilobyte al secondo.)
Alcune regole pratiche per i collegamenti ad un computer remoto possono essere quindi le seguenti:
E' normalmente considerato incredibilmente maleducato farsi pubblicità a tappeto in rete, ad esempio spedendo messaggi pubblicitari nei newsgroup o peggio ancora a casaccio nelle caselle postali; i tentativi di questo tipo possono portare facilmente alla revoca dell'account o addiritura alla disconnessione dalla rete dell'intero sito su cui opera l'azienda. Sfortunatamente, grazie all'assenza di una specifica legislazione, si è sviluppato un vero e proprio "mercato della maleducazione" in cui fantomatiche ditte lucrano vendendo elenchi di milioni di indirizzi e-mail a cui spedire pubblicità.
4.8. Che cos'è la junk mail (o spam)? Come posso difendermi da essa?
E' invece opportuno evitare di "farsi giustizia da soli". La più classica vendetta che può essere messa in atto è il mailbombing, ossia lo spedire duecento o duemila copie di uno stesso messaggio alla persona contro cui volete agire; questo provoca normalmente l'impossibilità di utilizzare la casella di posta elettronica o comunque un notevole fastidio e spesa di tempo e denaro per la cancellazione dei messaggi, specialmente se l'utente è connesso solo via modem. Atti di questo tipo sono inaccettabili e vengono contrastati e repressi con le stesse modalità sopra indicate per lo spam.
Le liste di indirizzi alle quali viene spedito lo spam sono spesso generate automaticamente a partire dagli indirizzi di posta elettronica contenuti negli articoli di newsgroup o, più raramente, in pagine WWW. Per cercare di ridurre la probabilità che il vostro indirizzo venga inserito in queste liste, vi conviene alterarlo quando intervenite nei gruppi di discussione: solitamente si inserisce dopo la chiocciolina qualche parola o segno facilmente identificabile, aggiungendo poi nella signature l'indicazione su come ricostruire l'indirizzo esatto. Ad esempio, se il vostro indirizzo è m.rossi@pluto.it potreste inserire, nella configurazione del programma di lettura delle news, come mittente dei messaggi qualcosa come m.rossi@pluto.it.KILL.SPAM, specificando poi che .KILL.SPAM va eliminato prima di rispondere. Evitate comunque di utilizzare questa protezione partecipando a mailing list (dove le liste dei partecipanti dovrebbero essere mantenute segrete dal gestore) o spedendo normali messaggi di posta elettronica.
Un fenomeno tanto singolare da essere stato esaminato anche da seri studiosi di psicologia è il litigio elettronico. Dopo i primi tempi di discussione in rete ci si è infatti accorti che accadeva in modo sorprendentemente frequente che si scatenassero liti furibonde tra due o più partecipanti alla discussione, spesso su argomenti futilissimi, oppure che si assistesse a dei veri e propri "linciaggi morali" (flame wars) in cui uno dei partecipanti alla discussione veniva preso di mira dagli altri fino a venire virtualmente "bruciato" (flamed), ossia talmente screditato da non poter più partecipare alla discussione. 4.9. Perchè su Internet scoppiano facilmente litigi furibondi? Cosa faccio se ne sono al centro?
Il consiglio che si può dare è quindi quello di rispettare rigorosamente le convenzioni linguistiche e tipografiche di cui si è parlato, che sono state inventate e riconosciute da tutti proprio allo scopo di chiarire meglio il contesto e il significato delle frasi del messaggio; inoltre va sempre tenuto presente il tipo di persone a cui stiamo parlando, cercando sempre di essere il più possibile chiari e di evitare attacchi personali. Nel caso si venga attaccati, invece, la cosa migliore è spesso attendere un po' di tempo prima di rispondere, quindi rispondere alle critiche oggettive in modo oggettivo evitando di rispondere agli insulti personali. E poi, siate pronti a lasciar perdere: ci sono anche persone che si divertono a provocare solo per scatenare le liti.
Al momento nessuno controlla cosa viene detto o trasmesso tramite la rete. Tuttavia, almeno in Italia le leggi vigenti prevedono la responsabilità del possessore e/o gestore del sistema per qualunque cosa venga fatta con esso, il che tra l'altro è spesso un problema che spinge molti gestori a non permettere ai propri utenti di pubblicare pagine in rete. Un altro problema è quello dell'anonimato: Internet può essere facilmente usata in modo anonimo (e utenti sufficientemente esperti possono perfino falsificare E-mail...), e questo, pur essendo secondo l'autore di questa guida uno dei principali motivi del suo fascino e del suo successo, crea evidenti problemi di sicurezza. Negli Stati Uniti molti politici conservatori si sono scandalizzati in particolare per il tipo di immagini pornografiche che infestano la rete (sapendo dove cercare si possono trovare schifezze innominabili), e come conseguenza è nata una proposta di legge estremamente restrittiva, che avrebbe punito con pene apocalittiche persino le parolacce, e che ha suscitato una sommossa tra tutti gli utenti americani. 4.10. Esiste la "buoncostume di Internet"?
Uno sforzo per permettere contemporaneamente una libera circolazione delle informazioni e un controllo sull'accesso a un certo tipo di contenuti è stato compiuto dal W3C, l'organismo senza fine di lucro che si occupa dello sviluppo del World Wide Web, e si è concretizzato nel cosiddetto PICS (Platform for Internet Content Selection). Si tratta di uno standard di recensione dei siti: secondo tale standard, ogni autore di siti può, se lo desidera, sottoporre le proprie pagine a uno o più istituti indipendenti di recensione (rating services), che, secondo propri criteri (rating system), assegneranno ad esse una descrizione del contenuto e/o un punteggio per ciò che riguarda certe particolari caratteristiche; essi verranno inclusi nell'intestazione delle pagine stesse. I giudizi sono invisibili all'utente, ma verranno spediti al browser ogni volta che l'utente richiede la pagina; in questo modo, il browser potrà essere configurato per non mostrare le pagine che un determinato istituto di recensione, di cui ci si fida, ha giudicato in un certo modo. Questo sistema si basa sulla collaborazione reciproca, in quanto sia l'istituto di recensione sia l'autore delle pagine possono facilmente falsificare la descrizione stessa. Tuttavia, ammettendo che tutti si comportino correttamente, sarà possibile, ad esempio, per un genitore configurare il browser in modo da impedire il caricamento di pagine ritenute non adatte ai propri figli (e questa è per il momento la principale applicazione); d'altra parte, ognuno è libero di scegliere i servizi di recensione e i livelli di giudizio che ritiene opportuni, evitando censure o valutazioni centralizzate. Al momento, questo sistema è supportato solo da Internet Explorer, oltre che da alcuni browser poco diffusi.
Beh, ce ne sono tantissime. Alcune di queste tuttavia sono particolarmente insidiose: si tratta di "leggende urbane" che spesso riescono a raggirare i nuovi utenti.
4.11. Quali sono le leggende di Internet?
È interessante notare come in realtà il virus esista, e sia il messaggio stesso: difatti il messaggio di avvertimento è stato replicato in milioni di copie diffondendosi ad una velocità incredibile, e molte persone hanno perso tempo per difendersi da un pericolo inesistente. Questo virus non danneggia il vostro hard disk... ma la vostra tranquillità, sì!
Esistono molte varianti di questo messaggio, come quelle denominate "Penpal Greetings" o "Join the Crew".
Chiunque di noi, prima di comprare un abbonamento a Internet, ha imparato a conoscere la rete mediante reportage televisivi, articoli di giornale, libri di fantascienza. Certamente, quindi, ancora prima di mettere mano alla rete avrete sentito parlare degli hacker, misteriose figure che, vivendo in luride soffitte buie e cibandosi di avanzi, trascorrono la giornata davanti ad un computer, cercando di diffondere devastanti virus informatici e di penetrare le difese dei servizi segreti di mezzo mondo (e preferibilmente quelli americani).
4.12. Chi sono gli hacker? Posso diventare uno di loro?
La creazione di una propria pagina sul World Wide Web, come si vedrà più diffusamente in seguito, è un'operazione relativamente semplice, a patto di disporre di uno spazio su di un computer opportunamente attrezzato. Tuttavia, esistono alcune regole di buona educazione anche per la pubblicazione sul Web. 4.13. Quali sono le regole non scritte per creare proprie pagine sul WWW?
La rete non va intasata per il semplice motivo che una rete lenta è di fatto inutilizzabile. Poichè a tutti gli utenti conviene che la rete sia la più veloce possibile, a tutti conviene adoperarsi in modo da ridurre il carico di lavoro (ossia la quantità di dati e la distanza che essi devono percorrere) che si pone sulla rete con le varie operazioni che si stanno facendo. Tenete conto inoltre che una scelta intelligente dei carichi da porre sulla rete, se pagate la connessione a tempo o siete collegati via telefono, vi converrà moltissimo: vi farà risparmiare molti soldi sulla bolletta! 4.14. Perchè non devo intasare la rete? E come faccio?
(Spesso non è possibile rispondere a priori a questa domanda, ma cercate perlomeno di
immaginare l'ordine di grandezza della risposta dal tipo di oggetto e dalle informazioni che lo accompagnano. Inoltre, se selezionate l'oggetto, molti browser e molti clienti vi mostreranno poco tempo dopo l'inizio del trasferimento la sua dimensione totale: potrete poi decidere a quel punto, se la dimensione è troppo elevata, di interrompere il trasferimento.)
Se avete risposto sì a tutte le domande, effettuate il trasferimento. Altrimenti, ripensateci.
Per prima cosa, ricordate sempre che tramite un collegamento Telnet o FTP "pubblico" (ossia, a computer per i quali non avete un accesso autorizzato, ma utilizzate l'accesso anonimo o un login di pubblico dominio) state accedendo ad un computer pagato e mantenuto da qualcun altro, che ve lo mette a disposizione essenzialmente per altruismo (sebbene talvolta abbia interesse a che voi accediate al suo computer, ad esempio per farsi conoscere). In cambio, tutto quello che vi chiede è di usarlo proficuamente evitando inutili intasamenti di rete. 4.15. Quali sono le regole non scritte per un collegamento Telnet o FTP?
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