Comunicato stampa M5S Torino - 30 Aprile 2012
Bilancio di Torino, situazione drammatica
Il bilancio consuntivo 2011 di Torino, presentato oggi in Consiglio Comunale dall'amministrazione Fassino, è negativo in maniera drammatica: 260 milioni di euro di passivo di gestione, 4.5 miliardi di euro di debiti, il fondo di tesoreria passato da 158 milioni a soli 2.700 euro al 31/12. Nonostante questo, continuano le spese pazze, a partire da alcuni stipendi d'oro che denunciamo da mesi, e dagli sprechi nelle partecipate.
"Soltanto dal rendiconto al bilancio apprendiamo che la Città ha sforato il patto di stabilità non di 320 milioni di euro, come disse Fassino a gennaio, ma di ben 480; un errore di calcolo di 160 milioni di euro che fa venire seri dubbi su quanto la giunta abbia davvero sotto controllo le finanze della Città " dichiarano i consiglieri Appendino e Bertola del Movimento 5 Stelle.
L'assessore Passoni si vanta di aver ridotto il debito di 40 milioni nel 2011 e 120 nel 2012, scelta obbligata per quanto concerne il 2012, data l'impossibilità di contrarre altri debiti a causa dell'uscita dal patto. Ma questa riduzione, ottenuta a prezzo di nuove tasse, aumenti delle tariffe e tagli ai servizi essenziali, rischia di essere spazzata via da altri buchi che sembrano aprirsi, a partire dai 240 milioni di euro di crediti antecedenti al 2006, mai incassati giacenti tra i residui e dalle perdite degli investimenti in derivati, su cui i miglioramenti promessi non arrivano.
Ma la vera questione è: dopo aver ridotto a costo di grandi sacrifici il debito da 4.5 a 4.35 miliardi di euro, di meno del 5%, cambierà qualcosa? Le finanze cittadine sono in un'agonia che a nostro parere è irreversibile se non cambia la politica finanziaria nazionale, mettendo la sopravvivenza dei cittadini e dei servizi essenziali davanti al pagamento del debito.
"Ci vorrebbe una politica finanziaria coraggiosa e innovativa, e invece oggi il sindaco Fassino non si è nemmeno presentato in aula, arrivando all'ultimo secondo solo per schiacciare il bottone; la sua sedia vuota per tutto il dibattito rappresentava bene l'idea di una città alla deriva" concludono Bertola e Appendino.