NFSS è un'estensione a LaTeX scritta da Frank Mittelbach e Rainer Schöpf. Il suo scopo è consentire agli utenti di cambiare indipendentemente l'uno dall'altro i parametri che descrivono un font, cioè la famiglia, la serie, il peso e la larghezza. È stato inglobato in LaTeX2e ed è adesso lo standard per l'uso dei font.
La soluzione più pulita è usare il pacchetto fontenc
con
l'opzione T1 oppure, in sua mancanza, il pacchetto t1enc
,
ovvero scrivere nel preambolo:
\usepackage[T1]{fontenc}
oppure:
\usepackage{t1enc}
In questo modo le combinazioni naturali `<<' e `>>' faranno quanto desiderato.
Ovviamente potete inserire direttamente i caporali---se la
vostra tastiera ve lo consente---utilizzando opportunamnete il
pacchetto inputenc
; vedi la domanda
Come si possono inserire direttamente le lettere accentate?.
Un'altra possibilità, se si usa Babel è di scrivere
\flqq
all'inizio della citazione e \frqq
alla
fine; attenti a non lasciare uno spazio prima di \frqq
se
non lo volete anche nel risultato.
La soluzione minimale, se non si può o non si vuole usare né l'encoding di Cork né Babel è di scrivere $\ll$ (molto minore) e $\gg$ (molto maggiore), ma il risultato grafico è decisamente insoddisfacente; lo si può migliorare notevolmente in questo modo (grazie ad Andrea Paolini che lo ha comunicato):
\def\lcaporali{\hskip 0pt \raise .28ex \hbox{\tiny $ll$}}
\def\rcaporali{\hskip 0pt \raise .28ex \hbox{\tiny $gg$}}
Queste due righe definiscono i comandi \lcaporali
e
\rcaporali
, di uso intuitivo, e sono valide sia in TeX che
in LaTeX.
Se il vostro sistema operativo supporta lo standard ISO-8859-1,
noto come (iso)latin1 è sufficiente far uso del pacchetto
inputenc
, inserendo nel documento il comando:
\usepackage[latin1]{inputenc}
Se la vostra installazione non è recente potreste non avere il
pacchetto inputenc
; in questo caso potrete comunque usare il
vecchio pacchetto isolatin1
, benché sia obsoleto.
Se utilizzate tabelle di caratteri differenti ed avete a
disposizione inputenc
probabilmente potrete utilizzarle
inserendone il nome come opzione; ad esempio, per usare la code-page
850 si può scrivere:
\usepackage[cp850]{inputenc}
per sapere quali tabelle sono supportate e con quale nome,
riferitevi ai sorgenti di inputenc
. Se non l'avete, la vostra
tabella di caratteri potrebbe essere supportata o meno, da qualche
altro pacchetto: cercate nella vostra distribuzione di TeX.
In generale sarebbe meglio evitare simili cose, per il brutto effetto che hanno sull'aspetto del documento. Se però non ne potete fare a meno, potete provare ad usare:
per una doppia interlinea
\linespread{1.6}
dovrebbe essere il valore corretto;
in questo caso dovrebbe andar bene un
\renewcommand{\baselinestretch}{1.6}
(per
un'interlinea e mezza provate 1.2).
disponibile via CTAN, questo pacchetto
introduce l'ambiente spacing
, il cui argomento ha lo stesso
significato del valore di \baselinestretch
.
Si può usare il pacchetto moreverb
, che oltre ad altri utili
comandi introduce \verbatiminput
:
\verbatiminput[tabstop]{filename}
inserisce filename
letteralmente convertendo ogni carattere di
tabulazione in tabstop
spazi (il default dovrebbe essere otto).
In questo caso è utile il pacchetto verbatim
, che introduce
l'ambiente comment
, di ovvio utilizzo.
La madre di tutte le LaTeX-FAQ! :-) Molti usano il pacchetto
epsfig
, molto in auge al tempo di LaTeX 2.09, ma LaTeX2e
include il proprio pacchetto per la gestione di immagini EPS
(Encapsulated PostScript): ne sono disponibili due versioni, l'una
di nome graphics
, l'altra graphicx
. Personalmente uso
sempre quest'ultima e la trovo comodissima. Tale pacchetto consente
di impostare arbitrariamente le dimensioni della figura---mantenendo
o meno il rapporto lunghezza / larghezza---riscalarla, ruotarla
etc. etc. al volo. Dopo averlo provato non credo si possa
desiderare di meglio. L'uso basico del pacchetto si fa attraverso
il comando \includegraphics
, come in:
\includegraphics[opzioni]{nomefile}
Da qualche parte è necessario (consigliabile?) specificare il DVI
driver che si usa, ad esempio tra le opzioni di
\documentclass
(\documentclass[dvips,...]{...}
),
oppure tra le opzioni di graphic{s,x}
stesso
(\usepackage[dvips]{graphicx}
). Per informazioni più
dettagliate vi rimando ai sorgenti DTX, ovviamente disponibili con
il pacchetto stesso, che sono una lettura consigliatissima (non
mordono :-).
Probabilmente la cosa migliore è utilizzare LaTeX2e con il pacchetto PSNFSS2e di Sebastian Rhatz (disponibile via CTAN).
Probabilmente questo vi succede perché state usando il comando
\maketitle
, o comunque qualche comando che internamente
esegue un \thispagestyle{plain}
. Una possibile soluzione
è mettere un \thispagestyle{empty}
subito dopo il
\maketitle
(o il comando di sezione presente sulla pagina
numerata), senza linee vuote tra i due. Una soluzione molto
migliore---se vorrete studiarne il funzionamento capirete perché
:-)---è utilizzare il pacchetto `fancyheadings', disponibile via
CTAN.
L'idea di base è di porre in un file di stile, oppure nel preambolo
all'interno di \makeatletter ... \makeatother
,
istruzioni del tipo:
\renewcommand\theequation{\thesection.\arabic{equation}}
\@addtoreset{equation}{section}
Sostituite `figure` e/o `table' rispettivamente per le figure e le tabelle.
log
?
Usate il comando \mathop
, come in:
\newcommand{\diag}{\mathop{\mathrm{diag}}}
sqrt
in un caption
?
Ce lo si mette. :-) Il comando \sqrt
era fragile
nelle precedenti versioni e per questo andava protetto
facendolo precedere da \protect
all'interno di
argomenti mobili, quali spesso sono gli argomenti di
\caption
; se la vostra versione di LaTeX è aggiornata, non
ne avete più nessun bisogno.
Per prima cosa cominciate col dedicarvi allo studio dell'arte tipografica. :-) Seriamente parlando, la scelta dei margini in un documento è molto importante e difficile, perché ne può variare drasticamente la leggibilità: spesso si tendono ad usare righe che contengono troppe parole, oppure a lasciare poco spazio bianco al bordo; queste cose rendono più difficile l'interpretazione del testo stampato e---alla lunga---stancano. Se però volete salvare l'Amazzonia, siete sprezzanti del pericolo di affaticamento e pensate di avere un'ottima cultura tipografica, provate a seguire queste regole:
\setlength
;
\topmargin
,
\leftmargin
, \rightmargin
(che non è il
margine destro di ogni pagina, ma ha la stessa funzione che ha
normalmente \leftmargin
, però nelle pagine pari, se il
documento è fronte retro), \textwidth
e
\textheight
.
Ad esempio, se voleste specificare una distanza dal margine superiore di 1in+1cm, una distanza dal margine sinistro (di ogni pagina, a meno che il documento sia fronte retro) di 1in-1cm, una larghezza del testo di 18cm ed un'altezza di 23cm, dovreste scrivere nel preambolo:
\setlength{\topmargin}{1cm} \setlength{\leftmargin}{-1cm}
\setlength{\textwidth}{18cm} \setlength{\textheight}{23cm}
Se volete saperne di più è consigliabile consultare la sezione C.5.3 del libro di Lamport oppure il capitolo quarto del LaTeX companion (vedi la sezione Bibliografia).
Mettete in un file di stile, oppure tra \makeatletter
... \makeatother
nel preambolo, comandi del tipo:
\renewcommand\@biblabel[1]{#1.}
oppure
renewcommand\@biblabel[1]{$^{#1}$}
Si possono inserire facilmente ed il risultato è niente male! :-)
Ci sono diverse soluzioni, io ho provato con soddisfazione il
pacchetto feynmf
, disponibile via CTAN. È consigliabile avere
anche METAPOST, oltre a METAFONT, ma non è indispensabile. Si usa
facilmente, ma le istruzioni sono un po' troppo lunghe, per esser
scritte qui, e non so a quanti di voi interessi realmente (fisici di
tutto il mondo unitevi! :-)
Generalmente parlando, le regole per lo stile di tesi variano da università ad università e non ci sono pacchetti predefiniti che vadan bene per tutti. Il mio consiglio è di scriversi personalmente lo stile---anche per una questione di gusto---magari consultando estensivamente il LaTeX companion, che può rivelarsi molto prezioso in questi casi.
Se proprio non volete partire a mani vuote potete dare un'occhiata
allo stile ucthesis
, disponibile via CTAN, della University of
California. Qui in Italia so che esiste un pacchetto di nome
toptesi
, che dovrebbe essere reperibile al
Politecnico di Torino; Andrea
Perazzolo mi ha fatto sapere che adesso supporta LaTeX2e e che si
può usare anche per la tesi di dottorato.