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La storia

ATTENZIONE: Questa pagina contiene spoiler (anticipazioni sulla trama).
Se non avete ancora visto il film, la sua lettura potrebbe rovinarvi la visione.

La vicenda è ambientata nel Giappone del periodo Muromachi (1392-1573), un periodo storico confuso, caratterizzato dal lento, faticoso mutamento da una società agricola e feudale ad una società proto-industriale e nazionale.

In una remota zona nella parte nordorientale dell'isola di Honshuu (la maggiore isola del Giappone), è sopravvissuta una piccola parte dell'antico popolo degli Emishi, secoli prima sconfitto e quasi distrutto dagli Imperatori. Ashitaka e il TatarigamiAshitaka, ragazzo di sangue reale destinato a diventare il capo di questo popolo, si trova improvvisamente davanti a un misterioso mostro, il Tatarigami, che minaccia il villaggio. Egli uccide il mostro, che però lo ferisce al braccio. L'anziano capo del villaggio, la signora Hii, spiega ad Ashitaka che il mostro era in realtà un gigantesco cinghiale, colpito da una maledizione mortale; e che anch'egli è stato colpito dalla maledizione, e dovrà recarsi ad occidente per incontrare il proprio destino. Uscito dalla capanna del capo, egli riceve in pegno da Kaya, ragazza del villaggio, un pugnale di cristallo.

Ashitaka, in groppa al suo fedele animale Yakkuru, parte e, dopo un lungo tragitto, giunge nel mezzo di una battaglia, durante la quale il suo braccio dimostra improvvisamente poteri straordinari. Giunto in un villaggio, viene avvicinato da Jiko-Bou, misterioso personaggio che lo ringrazia per l'intervento in battaglia e lo aiuta a rifocillarsi. Egli racconta ad Ashitaka che poco più ad occidente vi è la foresta dello Shishigami, antico dio-animale, e che forse egli potrà aiutarlo.

Nel frattempo, alcuni uomini armati, guidati dalla terribile Eboshi, attaccano un gruppo di giganteschi "cani di montagna", i Mononoke, anch'essi considerati dei della foresta dello Shishigami. L'attacco fallisce, e alcuni feriti vengono abbandonati in fondo a un burrone. Ashitaka, trovando questi feriti, se ne prende cura, trasportandoli a spalle attraverso la foresta e cercando di riportarli al loro villaggio. Nella foresta, incontra prima un gruppo di cani di montagna accompagnati da una ragazza, che non accetta di parlare con lui, poi degli strani esseri, i Kodama, che sembrano abitare la foresta e guidarlo verso l'uscita, e infine un misterioso animale, simile ad un cervo ma con il volto di un vecchio uomo, la cui apparizione gli procura tremendi dolori al braccio.

TatarabaAlla fine, Ashitaka riesce a riportare vivi quasi tutti i feriti al loro villaggio: Tataraba, governato da Eboshi, in cui gli abitanti lavorano per abbattere gli alberi della foresta e alimentare le fucine per fabbricare l'acciaio, sfruttando anche l'acqua del lago su cui sorge il villaggio. Ashitaka viene accolto nel villaggio e guidato da Toki, moglie di uno dei feriti che ha riportato e responsabile della fucina: sono difatti le donne, a Tataraba, a lavorare alla fusione dell'acciaio, mentre gli uomini abbattono gli alberi. Ashitaka scopre così che Tataraba è un villaggio molto particolare: Eboshi accoglie le donne rifiutate e i deboli, e, nonostante il duro lavoro, le donne conducono una vita migliore di quella che facevano prima del suo arrivo. Si scopre difatti che Eboshi è arrivata, insieme a truppe dotate di fucili importati dalla Cina, proprio quando il villaggio era sotto attacco da parte di un gigantesco cinghiale, e ha salvato il villaggio dalla distruzione completa.

Ashitaka viene quindi ricevuto da Eboshi, e le mostra una pietra avvelenata che era stata ritrovata dentro il mostro-cinghiale dopo la sua morte; Eboshi riconosce di essere stata lei a ferire il cinghiale, che nella sua ira è diventato un Tatarigami. Inoltre, Eboshi mostra ad Ashitaka i suoi piani: ella ha accolto nel villaggio un gruppo di lebbrosi, ed è stata l'unica disposta a curarli. Ora essi lavorano alla fabbricazione di nuovi e migliori fucili, abbastanza leggeri da essere usati anche dalle donne, che dovranno servire per difendersi dai nemici, animali o samurai, ed infine per la conquista del Giappone. Nonostante questo, l'intero villaggio adora Eboshi, che ha portato prosperità e la speranza di un futuro migliore, e continua a lottare contro gli dei-animali della foresta, che cercano di ripiantare gli alberi per resistere al disboscamento.

San contro EboshiIl braccio maledetto di Ashitaka cerca di uccidere Eboshi, ma Ashitaka riesce a controllarsi, sebbene sia furioso contro i propositi bellicosi della donna. In quel momento, comunque, nel villaggio risuona l'allarme: in groppa a uno dei propri lupi, la ragazza-cane - San, la principessa Mononoke, ragazza adottata e cresciuta dai lupi - assalta da sola il villaggio. Dopo una serie di scontri, nonostante Ashitaka la inviti a fuggire e a non farsi uccidere, ella scende nella piazza del villaggio e incomincia un corpo a corpo con Eboshi. Ashitaka, i cui poteri straordinari si sono fatti più forti, supera la resistenza degli abitanti del villaggio e delle due donne, interrompendo il combattimento; cerca quindi di lasciare il villaggio insieme a San. Sebbene ferito a morte, riesce a fuggire, ma poco fuori dal villaggio crolla definitivamente. San lo considera come una preda, e vorrebbe ucciderlo; eppure, quando Ashitaka morente la invita a vivere e ne loda la bellezza, decide di portarlo dallo Shishigami, nonostante gli Shoujou, le scimmie guardiane della foresta, volessero mangiarlo.

Nel frattempo, ricompare Jiko-Bou, che osserva di nascosto il Didarabocchi, la forma notturna dello Shishigami. Egli e i suoi uomini, cacciatori dell'Imperatore, si accorgono inoltre dell'arrivo di un enorme numero di grossi cinghiali, capeggiati dal gigantesco Okkotonushi.

Lo Shishigami, che è proprio il cervo dal volto umano visto da Ashitaka nella foresta, cura le ferite di Ashitaka, ma non la sua maledizione. Eppure, i cinghiali si dichiarano sorpresi ed irritati perchè il dio della foresta ha curato un umano, mentre non è riuscito a salvare il loro compagno ferito da Eboshi e divenuto Tatarigami. Okkotonushi risparmia Ashitaka, ma decide, pur presentendo la fine della propria razza, di attaccare gli umani ad ogni costo.

Nel frattempo, Eboshi entra in lotta con i samurai di Lord Asano, un signore del circondario che vuole impadronirsi dell'acciaio di Tataraba. Jiko-Bou, comunque, la invita a mantenere la promessa fatta all'Imperatore, ossia quella di distruggere la foresta e i suoi abitanti, uccidere lo Shishigami e consegnarne la testa, che, secondo una leggenda, concederebbe l'eterna giovinezza. I messaggeri di Asano vengono respinti dalle donne del villaggio, che ancora ricordano le angherie subite in passato dai samurai; Eboshi decide di partire per la foresta con gli uomini per uccidere lo Shishigami, lasciando alle donne le armi per difendersi.

Ashitaka e Moro nella notteAshitaka, ancora debole, si sveglia, di notte, in una grotta nelle montagne, sospesa su di un burrone. Moro, la madre-lupo di San e capo dei Mononoke, gli propone di buttarsi per porre fine alla propria sofferenza. Ashitaka chiede se sia possibile una convivenza pacifica tra gli uomini e la foresta; Moro risponde che gli uomini sono troppi e crescono sempre più, e che la sua stirpe è destinata a morire; ma San, il suo "cucciolo umano", morirà con loro, nonostante Ashitaka voglia vivere con lei. Il giorno dopo, Ashitaka viene lasciato solo e torna al villaggio, lasciando però un dono per San: il pugnale di cristallo. San pensa soltanto a uccidere gli umani, e corre ad aiutare i cinghiali, pur essendo stata colpita dal dono di Ashitaka.

Ashitaka raggiunge Tataraba, scoprendo però che essa è sotto assedio da parte di Lord Asano, che ha approfittato dell'assenza di Eboshi e degli uomini validi. Mentre le donne si rifugiano nelle torri, egli promette di raggiungere Eboshi e riportarla indietro, perchè riconquisti il villaggio. Egli giunge così, dopo uno scontro con i samurai di Asano, sul luogo della battaglia, dove i cinghiali sono stati sterminati; i samurai di Jiko-Bou hanno usato come esca la gente del villaggio per attirarli e farli saltare in aria. I samurai di Jiko-Bou vorrebbero fermarlo e lo attaccano, ma la gente del villaggio è dalla sua, e travolge i samurai. Egli trova un cane di montagna ferito, e lo segue, per farsi portare da San.

Nel frattempo, Okkotonushi, ferito a morte e aiutato da San, cerca di raggiungere lo Shishigami per farsi curare; gli Shoujou li accusano di aver condannato a morte la foresta. I cacciatori di Jiko-Bou si travestono da cinghiali e seguono Okkotonushi, per scoprire dove si nasconde il dio della foresta; il grande cinghiale, vecchio e morente, non si accorge dell'inganno, ma anzi viene colto dalla follia e si trasforma in un Tatarigami, assorbendo San in se stesso. Ashitaka sente le grida di San e cerca di raggiungerla, ma incrocia Eboshi; fedele alla promessa fatta alle donne di Tataraba, si ferma e cerca di convincere Eboshi a tornare indietro, ma lei non gli crede e prosegue. Ashitaka riesce a raggiungere Okkotonushi e, nonostante l'opposizione dei cacciatori, a salvare San. Nel frattempo, lo Shishigami esce e si dirige verso Moro e Okkotonushi, fermi e morenti sulla riva del suo stagno. Nonostante Eboshi gli spari, lo Shishigami raggiunge i due grossi animali, e li uccide. Inizia poi a trasformarsi in Didarabocchi, e proprio allora Eboshi gli spara alla testa. La testa staccata viene raccolta da Jiko-Bou, ma nel frattempo la foresta muore: il corpo del Didarabocchi diventa una melma velenosa che uccide all'istante, gli alberi iniziano a cadere e i Kodama muoiono. Nel pandemonio che segue, Moro, di cui è rimasta soltanto la testa, riesce sebbene ormai morta a strappare un braccio a Eboshi, che viene salvata da Ashitaka. Egli chiede aiuto a San, ma ella lo respinge, sconvolta dalla furia provocata dagli uomini, che odia profondamente; eppure Ashitaka riesce a calmarla. Mentre Jiko-Bou scappa con la testa del dio, i due, con Eboshi, tornano a Tataraba, ed invitano gli abitanti a radunarsi nelle acque del lago, per evitare la maledizione del Didarabocchi morente, che sta cercando la propria testa e che travolge ogni cosa, inclusa Tataraba, sul suo percorso. Essi raggiungono poi Jiko-Bou, e, dopo un po' di lotta, riescono a riottenere la testa del dio e a riconsegnargliela. Ne segue un cataclisma, finchè tutto non si acquieta; la foresta non c'e' quasi più, ma le montagne vengono coperte da prati verdi e rigogliosi.

Ashitaka, la cui maledizione è guarita, vorrebbe vivere con San, ma ciò non è possibile; i due si amano, ma lei vivrà nella foresta, lui a Tataraba. Eboshi ricostruirà Tataraba con gli abitanti del villaggio, mentre Jiko-Bou tornerà dall'Imperatore a mani vuote, ma senza dolersene più di tanto.

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