Il piemontese: L'alfabeto
L'alfabeto piemontese, così come scritto nella sua grafia classica, è composto da venticinque lettere:
- le ventuno lettere dell'alfabeto italiano tradizionale;
- la semivocale j;
- le due vocali aggiuntive ë e ò;
- la consonante aggiuntiva n- (che è una lettera vera e propria, anche se sul computer è scritta con due segni).
Il segno - è poi utilizzato a sè stante in vari costrutti, come s-c e s-g (quest'ultimo spesso scritto semplicemente sg); in generale, modifica la pronuncia della lettera precedente o seguente, anche se talvolta è solo un separatore grafico per parole composte.
L'ordine alfabetico è quello dell'italiano, mettendo ë subito dopo e, n- subito dopo n e ò subito dopo o.
Le altre vocali accentate dell'italiano non sono lettere piemontesi, ma si utilizzano, esattamente come in italiano, per indicare l'accento tonico della parola: si possono quindi scrivere senza accento (salvo gusti, usanze e precisioni) a meno che non si sia in fine di parola, oppure che si vogliano evitare confusioni. Si usano quindi à, è, ì e ù (ò è una lettera a parte, anche se è quasi sempre tonica, tanto che quando perde l'accento normalmente cambia pronuncia); si usano anche gli accenti acuti é e ó (che, foneticamente, è una o e non una ò... questa distinzione vi sarà più chiara dopo aver imparato la pronuncia).
Come vedremo più avanti, esistono grafie alternative che utilizzano caratteri diversi, come ô e ü, e non usano la ò come lettera a parte. Quella che utilizzo io, comunque, è la più ampiamente diffusa ed è anche quella che troverete, di norma, nei testi scritti.
Naturalmente, ora dovete ancora capire come si pronunciano tutte queste lettere! (In realtà, se vivete in Piemonte, le sapete già pronunciare tutte: dovete solo capire le corrispondenze tra segni e suoni.)