Il piemontese: Altre grafie
La grafia presentata nelle sezioni precedenti è quella cosiddetta dei Brandé, dal nome del gruppo - comprendente anche i poeti piemontofoni Nino Costa e Pinin Pacòt - che pubblicò una grammatica moderna e un'ortografia normalizzata agli inizi del ventesimo secolo; essa è quella più utilizzata nella produzione letteraria e anche in rete. Ne esistono però altre, che differiscono essenzialmente per come vengono rappresentati i suoni delle vocali o, ò e u.
Nel ventesimo secolo si è talvolta utilizzata una ortografia alternativa, quella che utilizzava il simbolo ô per rappresentare la o (u italiana), e di conseguenza la o per rappresentare la o italiana. Ancora oggi si vede spesso scritto Piemônt, anche se la grafia corretta nell'ortografia classica è Piemont.
Infine, è stata recentemente proposta una grafia che sarebbe più facile da imparare per gli italofoni, utilizzando la o e la u per gli stessi suoni dell'italiano, e la ü per il suono della u chiusa alla francese; questa grafia è stata autodenominata mincadì ("quotidiana"). Personalmente però credo che lo sforzo di cambiare la grafia tradizionalmente adottata, aggiungendo la confusione di avere contemporaneamente testi in due diversi standard, non valga il presunto vantaggio della semplificazione (presunto perchè la pronuncia delle vocali italiane è diversa sia da quella del francese che da quella dell'inglese: insomma è scontato che cambiando lingua qualcosa s'abbia da imparare, basta un po' di pratica per trovarsi bene con qualsiasi grafia).