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Il pallone sul campanile
Numero 30 - 19 Luglio 2003 (Sabato), 0:12

Vecchio Commonwealth Oggi su fotoblòg

Vecchio Commonwealth

Molto inglese.

Dunque, scusate se sono mancato per una settimana; d'altra parte ve l'avevo detto che i post sarebbero stati saltuari, e questa settimana sono stato mortalmente preso dal debugging della nostra versione di Arkanoid. In particolare, i Nokia serie 40 (7210, 6610...) hanno un processore parecchio lento, e io son qui che lotto con le righe di codice per riuscire a concludere un refresh dello schermo nella ragionevole cifra di 70 - 80 millisecondi.

D'altra parte, cosa è successo questa settimana? Niente di particolare: in cinque puntate l'attuale partita di Slam Dunk è arrivata da fine primo tempo a due terzi del secondo; i francesi si sono fatti riconoscere per aver ufficialmente bandito il termine e-mail, sostituito con il neologismo courriel; lo scienziato inglese David Kelly, che aveva rivelato alla stampa che Blair aveva fatto gonfiare il dossier sull'Iraq aggiungendo qualche palla qua e là per sostenere la necessità della guerra, è stato puntualmente trovato ammazzato vicino a Oxford; insomma, le solite cose.

E' per questo che anch'io volevo dire due cose sulla telenovela dell'estate, che come tifoso granata mi riguarda (purtroppo) personalmente: la composizione della prossima serie B del nostro campionato di calcio.

Per chi si fosse perso la vicenda, vorrei riassumerla, sebbene sia un tantino complicata.

Tutto nasce quando il 12 aprile, nella partita tra Catania e Siena, i toscani schierano il difensore Martinelli (che, guarda caso, è del Toro) che era stato squalificato per una giornata due giornate prima. Egli aveva regolarmente saltato la partita di serie B della giornata precedente, ma era stato schierato nel campionato Primavera, come si è sempre usato.

Ma, secondo il Catania, interpretando letteralmente le regole non lo si sarebbe potuto fare, perchè la partita del campionato Primavera era lo stesso giorno, non il giorno seguente, rispetto a quella di serie B per cui il giocatore era squalificato; quindi la squalifica non era stata ancora scontata. Ne consegue che Martinelli doveva scontare la squalifica contro il Catania e non poteva essere schierato.

Da regolamento, il Catania fa ricorso alla Commissione Disciplinare della Federcalcio, che gli dà torto, confermando l'1-1 del campo; fa appello alla Commissione di Appello Federale (CAF), che gli dà ragione, partita vinta a tavolino e due punti in più.

A quel punto in teoria la sentenza è inappellabile, ma le squadre che lottano contro il Catania per non retrocedere in C1 fanno ricorso alla Corte Federale, che il 22 maggio rovescia la sentenza e riporta il tutto in pari.

Tutto finito? No di sicuro, perchè il Catania è proprietà di un certo Gaucci (sì proprio quello del Perugia, anzi no: formalmente il figlio, perchè se no non si potrebbe), persona non certo nota per la sua flemma britannica. Perse le staffe, egli rompe la tradizione storica dello sport, nonchè una serie di vincoli regolamentari, e si presenta alla magistratura, ricorrendo di fronte al TAR di Catania. Nel frattempo il campionato finisce, e ovviamente... il Catania retrocede in C1, per via di un misero punticino di svantaggio nei confronti di Napoli e Venezia.

Ma ora viene il bello... perchè a fine giugno il TAR di Catania, casualmente, dà ragione al Catania, gli ridà i due punti, e ordina alla Federcalcio di riammettere la squadra in serie B per il prossimo anno. Già, ma c'è un problemino: chi retrocede al suo posto?

Difatti, nel frattempo il campionato è finito; i giocatori sono al mare e magari già venduti ad altre squadre; ma la nuova classifica finale presenta Napoli e Venezia a pari merito al quart'ultimo posto, e richiede uno spareggio evidentemente impossibile. Ed è così che, per qualche settimana, ci si chiede che fare: spareggio sulla spiaggia? partita di beach volley? campionato a 21 squadre?

Ecco, questa sembrerebbe una ipotesi sensata, se non fosse che le altre tre squadre retrocesse sul campo (Genoa, Salernitana e Cosenza) non ci stanno: se rimangono in B Napoli o Venezia teoricamente retrocesse, perchè non dovrebbero starci loro? E così cominciano a muoversi, facendo pressione perchè alla fine non retroceda nessuno, con un campionato-mostro a 24 squadre.

A questo punto in tutto il mondo gli sportivi ci stanno già ridendo dietro; e la Federcalcio cerca di salvare il salvabile, svicolando e resistendo, e sostenendo che la sentenza del TAR è inapplicabile. Ma qui salta fuori il giudice del TAR di Catania, tal Zingales, che portato in trionfo dai suoi cittadini, nonchè da tutte le istituzioni e forze politiche locali, dichiara con parole di fuoco ai giornali, e ribadisce in lettere e comunicati: la mia sentenza va applicata, non provate a girarci attorno se no vi mando i carabinieri.

E il bello è che ha ragione, giacchè i regolamenti sportivi che vietano il ricorso alla magistratura ordinaria non possono certo prevalere sulle sentenze di un organo giudiziario dello Stato. Ma il giudice arriva al punto di ordinare la destituzione del presidente della Federcalcio Carraro e la sua sostituzione col sottosegretario Pescante (che, imbarazzato, rifiuta la nomina).

Ma la cosa più bella succede questa settimana... anzi ne succedono due.

La prima è che la Salernitana non vuol essere da meno: quindi anche lei ricorre al TAR di Salerno, che ovviamente, con il plauso di istituzioni e politici locali, gli dà ragione: anche la Salernitana deve tornare in B, se no anche noi mandiamo i carabinieri. A questo punto si muove pure il Cosenza; però, ancora più furbi, loro il ricorso lo presentano direttamente a Salerno, perchè se hanno dato ragione alla squadra di casa ora non possono certo non dar ragione ad un'altra squadra nella stessa situazione.

Ora il pastrocchio sarebbe totale, se non fosse che... qualcuno si accorge che il Catania aveva fatto quasi la stessa cosa a febbraio, nella partita contro il Venezia: aveva schierato Grieco, squalificato due giornate prima, dopo averlo schierato la giornata prima (ma posteriormente alla partita di serie B non giocata) nel campionato Primavera. Il Venezia fa ricorso alla Commissione Disciplinare, lo perde, e poi fa ricorso alla CAF, che, con gran sorpresa di tutti, rovescia tutta la giurisprudenza preesistente e gli dà ragione: partita persa al Catania, due punti in meno che compensano i due punti in più restituiti dal TAR, e tanti saluti a tutti.

Naturalmente non finisce qui: Gaucci parla di colpo di mano inaudito; Zingales fa sapere che la sua sentenza dice che il Catania deve essere riammesso in serie B, punto e basta; il sindaco di Catania parla di persecuzione contro la squadra e la città e si prepara alla guerra. Ma Carraro festeggia e dice che l'ha avuta vinta lui, e fa persino squalificare Gaucci per dieci mesi.

Quello che a me però interessa, di tutta questa vicenda, non è tanto la scarsa credibilità del nostro calcio, che non scopriamo ora. E', se mai, il fatto che di fronte al calcio e alle sommosse popolari che esso genera anche la magistratura e la politica si inchinano; che di fronte al calcio anche i giudici sono pronti a guardare ognuno al proprio campanile e a dare ragione alla squadra locale; che di fronte al calcio l'Italia è meno Italia che mai, e sempre più un condominio litigioso.

E' del tutto evidente che, in una situazione di questo tipo, non si può permettere che le classifiche vengano decise dai tribunali; e che già mi vedo il dottor Zingales sentenziare che il Catania ha vinto scudetto, Coppa Italia e Champions League, e che se Blatter non è d'accordo, ecco i carabinieri.

Ma in fondo è persino divertente pensare a un campionato di calcio in cui, grazie ai ricorsi e controricorsi, tutti possono sostenere di avere vinto: mai più facce scure, mai più presidenti incavolati, mai più esoneri e linciaggi di giocatori... La fantasia di giudici e avvocati, incurante del buon senso, ridisegna la realtà, o più spesso la sfuma, fino a rendere possibile l'impossibile.

Ma poi, perchè limitarsi al calcio? In fondo, già tre anni fa, per un bel po' di settimane, è successa una cosa del genere: e non in Italia, ma nientepopodimenoche per l'elezione del Presidente degli Stati Uniti d'America. Per un po' di settimane, ne abbiamo avuti due; e di fronte a questo tipo di caos da overdose di avvocati, persino quello del nostro calcio impallidisce.


--vb.

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<Commenti>

Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero.
Giordi
27 Luglio
5:07
questo è il blog più noioso che mi sia mai capitato di leggere!
 
Alex
29 Luglio
0:49
x Giordi: ma allora quali sono quelli interessanti per te?
 
Antonio
30 Agosto
15:45
La ricostruzione del "Caso Martinelli" da voi proposta è molto di parte e accenna appena il nomn trascurabile particolare che la Corte Federale non poteva ribaltare una sentenza inappellabile, quale quella della CAF. Tralascia anche di dire che l'ordinamento sportivo è derivato da quello dello stato, e poiché le società di calcio sono spa, non si può impedire loro di tutelarsi in casi specifici andnado al TAr. Per intenderci, se un giocatore uccide un altro in un campo di gioco verrà giudicato anche dal tribunale civile e non se la caverà con una squalifica. La norma che ha permesso al Catania di vincere sul Siena, per quanto cervellotica, è inequivocabile e comunque il TAR non è entrato nel merito della questione, ma ha rilevato l'abnorme violazione dell'ordinamento sportivo da parte degli stessi organi federali. Il caso-Grieco, a norma di regolamento del tutto opposto a quello dsi Martinelli, fu giudicato in maniera strumentale, per di più nonostante fosse stato presentato fuori tempo, per aggirare le sentenze del Tar. Il regolamento equiparava i turni di campionato maggiore e del torneo primavera solo se giocati lo stesso giorno. Grieco si alleno' con i più giovani dopo l'incontro della prima squadra, mentre Martinelli lo fece lo stesso giorno. Detto questo, il Catania si spera possa vincere sul campo scudetto, coppa Italia e quant'altro. Magari un po' di umiltà potrebbe aiustare chei ha scritto l'articolo a legegre le motivazioni delle sentenze, prima di avallare le ingiustizie imposte da quelle brave persone che reggevano la federazione.
Saluti
 
Antonio
30 Agosto
16:06
Non posso che aggiungere un paio di altre cose. La mentalità, tutta italiana, secondo la quale i giudici scriverebbero le sentenze per sistemare gli affari propri, che trapela dalla Vostra ricostruzione che lascia intendere che il giudice Zingalesfosse una specie di ultrà rossazzurro, è veramente deprecabile. A spentirla c'è il fatto che anche l'appello (C.G.A. di Palermo) diede ragione al Catania, e per la cronaca, c'è grande rivalitaà fra Catania e Palermo (giusto per contestare il Vostro poco attento giudizio anche nella vostra ottica). Inoltre, ben 16 sentenze su 18 diedero ragione al Catania sul caso Martionelli e solo un ricordso fu rigettato da un tribunale sper partes, ma per un vizio di forma. Ovviamente non tutti quei giudici erano ultrà del Catania e ovviamente, ci deve essere stato una qualche colpa se tali giudici sono intervenuti. Tutte le sentenze sfavorevoli vennero dalla federazione, desiderosa di non rispettare nemmeno i propri regolamenti per interessi del tutto estranei allo sport. Una ricostruzione fatta di articoli di giornali nazionali (e pertanto in teoria super-partes) la si può trovare sul mio sito, per chi ha voglia di capire i reali termini della questione.
Ciao!
 


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