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Numero 52 - 27 Novembre 2003 (Giovedì), 18:31
Lo ammetto, sono rimasto piuttosto basito dalla vicenda del proposto deposito di scorie nucleari a Scanzano Jonico.
La vicenda è ormai notissima: per ridurre i rischi derivanti dal fatto che le scorie radioattive del fu nucleare italiano sono sparse qua e là per il bel Paese, il governo, anche su richiesta europea, decide di raccoglierle tutte in un sito solo, più facile da controllare e da difendere (anche, tanto per dire, da attacchi terroristici mirati a scatenare un disastro ambientale).
Dopo aver inizialmente considerato una serie di grotte sarde - poi scartate quando qualcuno ha fatto notare che una nave in mezzo al Mediterraneo non era esattamente il modo più sicuro di spostare delle scorie radioattive - la scelta del governo è caduta sulle miniere di sale di Scanzano; luogo sicuro, poco abitato, poco sismico, con centinaia di metri di terra tra le scorie e il mondo esterno; tanto è vero che compare dal 1977 nella lista dei possibili siti-deposito in Italia.
Ma quando la decisione viene annunciata, apriti cielo: piano piano si mobilita prima tutto il paese, poi tutta la provincia, poi tutto il Meridione; scioperi, blocchi stradali, scuole chiuse, sindaci in delegazione a Roma, finchè il governo non fa marcia indietro, prima parzialmente e poi definitivamente.
La situazione di Scanzano – oltre ad essere stata gestita malissimo, in modo veramente dilettantesco, dal governo – ha avuto certamente una risonanza particolare, anche perchè si è caricata di risvolti politici e sociali: da una parte alla protesta si sono subito sovrapposti da una parte il vittimismo meridionalista secondo cui il Sud viene sempre discriminato dal Nord, e dall'altra il clichè padanista secondo cui il Sud vuole sempre ricevere e mai dare. (A questo proposito, segnalo un dialogo sentito al semaforo che può essere riassunto così: “Hai visto tutta quella gente in sciopero al Sud, gli studenti in piazza...” “Eh, se hanno un'occasione di non fare un cazzo per dieci giorni non se la lasciano sfuggire”)
Eppure, non c'è bisogno di andare tanto lontano per trovare situazioni simili; per esempio, a Torino si sta discutendo da anni sulla collocazione dell'inceneritore che dovrà sostituire la discarica di Basse di Stura – quella vicino alla tangenziale nord, che a forza di crescere e crescere si avvicina sempre più a una replica del Monviso.
Bene, si è fatta una commissione, tutti i comuni dell'area hanno proposto dei luoghi, che sono stati valutati e ordinati; ma non appena le ipotesi si sono fatte più concrete, ecco subito le proteste, i blocchi, le dimissioni delle autorità locali, le manovre di ostruzione. Tutti hanno già dato, tutti sono sempre in credito e mai in debito; se sul posto o vicino ad esso vi sono già altri impianti sgraditi, “abbiamo già dato”; se non ci sono, “non si può rovinare l'unico posto rimasto pulito”.
Per l'inceneritore, si era quasi scelto Chivasso, finchè si è scoperto che il locale Comune, sulla spinta della piazza (si veda qui l'equilibrato intervento del senatore Renato Cambursano, Margherita, ovviamente chivassese, che parla con la pacatezza delle istituzioni), aveva cambiato idea sulla disponibilità del luogo e, per non lasciar dubbi, aveva già venduto il terreno ad altri.
Si è parlato di Volpiano, il comune più esplosivo d'Italia, dove in effetti un bell'inceneritore in mezzo a una manciata di raffinerie non sarebbe stato male.
Poi si è deciso che toccava al comune di Torino, che produce tre quarti dei rifiuti provinciali; si è parlato di strada del Francese, vicino all'attuale discarica, sollevando le ire di quelli che avevano già dato; si è parlato di un pezzo della Fiat Mirafiori, causando le ire di tutta la zona sud, e persino alcune divertenti uscite su “così si toglie alla Fiat lo spazio per la ripresa”.
Alla fine, la soluzione geniale: si sceglie di fare l'inceneritore nel comune di Torino, ed esattamente qui (la crocetta l'ho aggiunta io). Forse a prima vista non vi dirà nulla, ma se avete un po' di dimestichezza con la mappa di Torino e guardate attentamente i confini comunali in grigetto, vi renderete conto che si tratta della punta di una specie di lungo “dito” del territorio comunale, che formalmente appartiene a Torino, ma che di fatto è molto più vicino a Rivalta, Beinasco e Grugliasco. Insomma: i meriti sono nostri, ma i cacchi sono vostri.
Il bello è che, alla fine, l'effettivo impatto ambientale di queste strutture è tutto da verificare, ed è comunque sicuramente inferiore a quelle più vecchie da mandare in pensione.
A proposito di questo, e tornando a Scanzano, uno degli argomenti più divertenti è stato che è vicino al mare, e in qualche migliaio di anni l'erosione potrebbe arrivare al sito; va bene, ma sarà allora meglio lasciare le scorie dove sono adesso, ossia in buona misura a Saluggia e a Trino Vercellese, a qualche centinaio di metri dal Po e dalla Dora Baltea? Durante l'alluvione del 2000, è stato necessario costruire dighe improvvisate e incrociare tutto l'incrociabile per evitare che il fiume si portasse via il plutonio...
Per non parlare del fatto che a Rotondella, a dieci chilometri da Scanzano Jonico, dal 1978 giace abbandonato un centro ENEA con la bellezza di 84 barre di plutonio, di cui 64 nemmeno trattate, e altro materiale, buttato lì a cazzo, da trent'anni, in una piscina cementata in rovina. E' più pericoloso per la zona questo, o un nuovo sito di stoccaggio moderno e protetto dall'esercito?
Ma di fronte a questi problemi non c'è razionalità che tenga, non contano gli schieramenti, non contano i dati; non conta nemmeno il fatto che le stesse persone che protestano siano poi spesso le prime ad apprezzare lo stile di vita da cui i rifiuti derivano, o magari a protestare anche per i blocchi alle auto e per i blackout nazionali. Conta solo la gara a chi urla di più, tirando in ballo qualsiasi stupidaggine purchè possa essere gridata forte; gli stessi politici, che dovrebbero mediare, educare la gente, e, quando è necessario, imporsi, fanno invece a gara per essere i primi a cavalcare la folla.
Non so se questo problema in Italia sia più forte che da altre parti. Lo sospetto, perchè purtroppo, da noi, il concetto di civismo – di far parte di una comunità, da cui tutti traggono dei diritti e dei vantaggi, ma devono anche ogni tanto accettare doveri e svantaggi – è più latitante che altrove.
--vb.
<Commenti>
Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero. |
enrico
27 Novembre 22:03
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Il discorso del "basta che si faccia da qualche altra parte" non è solo italiano ma qui raggiunge apici indicibili; il fatto che spesso in Italia le cose si facciano non proprio al meglio certamente aiuta questa propensione mentale.
Il tuo paragrafo finale racchiude bene il concetto, il perché sarebbe un utile argomento di discussione, credo che la religione centri abbastanza ma il discorso ci porterebbe lontano.
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Simone Caldana
28 Novembre 16:51
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Enrico: lontano la' dove nessun uomo e' mai giunto prima.
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enrico
29 Novembre 16:38
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Oddio no qualcuno ci sarĂ arrivato sicuramente ;-)
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name gianca
10 Dicembre 22:51
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10dic2003-stanco del blog? spero finisca il blackout. UN fan ce l'hai!!
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antonio
16 Febbraio 18:08
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E' VERO, IN ITALIA non vogliamo le discariche, ma neanche i termovalorizzatori;. Allo stesso modo, non vogliamo le centrali nucleari, né quelle a carbone O A GAS O LE CENTRALI EOLICHE….SARà SEMPRE COSI FIN QUANDO CI SARANNO SCELTE IMPOSTE DALL’ALTO senza cercare il dialogo . LE SOLUZIONI DA ADOTTARE VANNO PRESE IN BASE AI REALI BISOGNI DI UN TERRITORIO, IN UGUAGLIANZA DI DOVERI DI E DIRITTI....INVECE MOLTO SPESSO SI edificano MEGA CENTRALI-(ANCHE DOVE IL FABISOGNO ENERGETICO è BASSO)MEGA IMPIANTI EOLICI (ANCHE SU ZONE DOVE NON DOVREBBERO ESSERE COSTRUITI) MEGA CENTRALI A CARBONE,(CONTRO LA SALUTE DI ALCUNI) ,ULTRA-MEGA INCENERITORI(CHE , DEVONO SMALTIRE NON SOLO I PROPRI ,MA I RIFIUTI DI TUTTI ,ANCHE SE IN QUEL TERRITORIO SI ADOTTA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PERCHè NON VUOLE INQUINARE….. )
LE DECISIONI DIFFICILI tante VOLTE DEVONO ESSERE PRESE ,MA SPROVVISTI DI TRASPARENZA E SENZA LA PARTECIPAZIONE DELLA GENTE ALLE SCELTE CHE RIGUARDANO IL FUTURO DEL PROPRIO TERRITORIO NON VERANNO MAI ACCETTATE.
IN MOLTI , SARANNO SEMPRE LI A PROTESTARE ED A RIVENDICARE I PROPRI DIRITTI AL PARI DI ALTRI....
Sul caso Scanzano poi c'è molto da ridire.Il sito era completamente inadatto per una miriade di cose e che per amor di verità è meglio precisare :
1. situato lungo la fossa bradanica la stessa che attraversa anche San Giuliano di Puglia ed è classificato di categoria sismica 3,
2. collocato in un luogo soggetto ad erosione marina così veloce che lo vedrebbe sommerso in 1200 anni, (a solo 420m DAL MARE)un’inerzia rispetto al tempo di decadimento delle scorie nucleari.
3. posto in un territorio a forte rischio alluvionale, con una frequenza degli eventi più gravi che va da un minimo di 2 ad un massimo di 24 anni, (sia il 12 dicembre 2003 che il mese scorso ,il famoso sito era sommerso da 2 metri d’acqua a causa dell’esondazione del fiume Cavone situato a 300 metri dal posto.)
4. il suolo ha la mappa freatica al di sopra del sito geologico;
5.contornato da una popolazione di circa 550.000 persone che vivono in un cerchio di 45 km di raggio, la cui superficie, però, è per circa la metà marina, rendendo così doppia la densità antropica rispetto a quella che sarebbe stata nel caso in cui quell’area circolare fosse stata completamente terrestre.
6. non ne è stata effettuata nessuna Valutazione di Impatto Ambientale (SI TROVA SU UNA S.I.C.)la popolazione è Stata tenuta allo scuro di tutto fino alla pubblicazione del decreto. L’economia locale si basa esclusivamente sull’agricoltura Biologica e sul turismo .
7.non sono stati effettuati studi credibili,(Quante probabilità ci sono che due scienziati scrivano indipendentemente 75 righe fotocopia una dell’altra ??)le norme A.I.E.A. non sono IN NESSUN MODO rispettate.
8. NON ESISTE AL MONDO UN SITO SIMILE.L’unico sito geologico identificato nel mondo (lo Yucca Mountain, “DESERTO” del Nevada, posto 300 m sopra il livello idrogeologico e 300 m sottoterra)sono occorsi oltre 20 anni di studi con un costo consuntivato ad oggi,di circa 8 miliardi di Euro per il quale la Nuclear Regulatory Commission ha imposto l’alt X DISASTRO AMBIENTALE colposo.
9.Il sito di Scanzano avrebbe richiesto investimenti dell’ordine di alcuni miliardi di euro, perciò è lecito esplorare soluzioni alternative, le nostre scorie sono poche (80.000m3)"non giustificano in nessun modo una simile somma di investimento.
10.il sito è a poche centinaia di metri da un deposito di gas nel sottosuolo.
11. Approfittando dell'onda emotiva della strage di Nassiriya per distogliere l’opinione pubblica si è varato un decreto d'urgenza, giustificato dall’imminente ,possibilissimo attacco terroristico .PER QUESTO MOTIVO LE 4 CENTRALI ITALIANE ANDAVANO SMANTELLATE IMMEDIATAMENTE PER EVITARE UNA CATASTROFE. ORA mi chiedo: come mai si vogliono costruire altre centrali se proprio a causa del TERRORISMO hanno iniziato a smantellare le precedenti ?
C’è MOLTO ALTRO DA DIRE ,COME ad esempio IL VERGOGNOSO CONFLITTO DI INTERESSI DEL capo gabinetto del MIN. DELL’AMBIENTE CHE oltre ad essere IL CAPO INDISCUSSO DI UNA SOCIETà CHE GESTISCE LE SCORIE NUCLEARI(SOGIN SPA) NE è ANCHE IL CONTROLLORE (trasparenza -0)...troppo banale affermare che Il problema è soltanto di tipo ""NIMB.(non nel mio giardino)
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