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Ginevra a cinque stelle
Numero 95 - 27 Settembre 2005 (Martedì), 9:39

Vecchio Commonwealth Oggi su fotoblòg

Vecchio Commonwealth

Molto inglese.

Lo ammetto, lo scopo di questo post è di farmi odiare come e più del solito; eppure, in realtà è anche quello di condividere con qualcuno un po' del mio scarno divertimento (scarno perchè stare per qualche giorno da soli all'estero è sempre meno piacevole di quel che potrebbe sembrare).

Dunque, se vi chiedevate com'è che non ho aderito ai vostri inviti di uscite o incontri per questa settimana, è che sono fino a venerdì a Ginevra per la PrepCom3 - o meglio, per essere precisi, il terzo Comitato Preparatorio della seconda fase del Summit Mondiale sulla Società dell'Informazione, organizzato dalle Nazioni Unite, che si terrà a Tunisi a metà novembre.

In realtà, ultimamente sono venuto a Ginevra per questo tipo di incontri piuttosto spesso; solo negli ultimi dodici mesi, ci sono venuto a settembre 2004, a novembre 2004, a febbraio 2005, ad aprile 2005, a giugno 2005 (e però, infine, ho tagliato il mini-incontro di luglio 2005), per un periodo tra i due e i cinque giorni ogni volta.

Fino a giugno, le mie trasferte erano rimborsate da ICANN; epperò, il PrepCom è un altro paio di maniche, perchè dura due settimane (anche se la prima, si sa, è del tutto inutile, ed è per questo che siamo tutti venuti per questa). E quindi, negli scorsi mesi, ho intessuto rapporti con la delegazione ufficiale italiana, e, grazie a un certo numero di viaggi a Roma in giornata (quattordici ore di treno in un giorno, cosa che non consiglio a nessuno), stavolta sono riuscito ad essere ammesso a farvi parte.

Dal punto di vista economico, la situazione non è migliorata, anzi; se ICANN rimborsava tutto, senza burocrazia (per le cene bastava dichiarassi io quanto ho speso...) e senza fiatare, il Ministero dell'Innovazione e Tecnologie, pagato l'albergo, sta ancora cercando di capire se e come potrà rimborsarmi il viaggio e le cene, naturalmente dietro presentazione di giustificativi di vario tipo.

E però, avere un accredito governativo è un po' come salire di livello nel vostro programma frequent flyer preferito. Innanzi tutto, il mio badge è dorato, invece che grigetto come quelli della società civile che avevo fino alla volta scorsa; e questo vuol dire che i poliziotti all'ingresso delle sale non ti guardano storto, e non ti buttano fuori una volta su due ("meeting chiuso").

Poi, si possono sapere in anteprima i retroscena delle situazioni, invece di brancolare nel buio ed esibirsi in fiammanti interventi su questioni che formalmente sono ancora lì ma che tutti i governi già sanno che sono stati già risolti nel corridoio la notte prima, facendo pure la figura del niubbo.

Infine, il trattamento operativo è quello dei diplomatici. E questo fa una certa differenza.

Ad esempio, la giornata oggi era stata comunque intensa; dopo due ore di guida e l'attraversamento di Ginevra il lunedì mattina, ero arrivato appena in tempo per accreditarmi, trovare un parcheggio non troppo illegale ed entrare trafelato nella riunione del Sottocomitato A, alle 10. Finita la riunione alle 13, fatta la coda per un panino, sono entrato nel non-drafting-group I (dalle 13:30), per poi scappare e partecipare a un pezzo della riunione della società civile (dalle 14:30), per poi venire riacchiappato dal capo delegazione e spedito a seguire il non-drafting-group II.

(Se vi chiedete cosa sia un non-drafting-group, sappiate che è un drafting group, ossia un gruppo ristretto che scrive il testo del documento per poi sottoporlo e farlo approvare alla riunione plenaria; ma siccome i drafting group devono sottostare a una serie di rigide regole procedurali che qui non c'è tempo di applicare, il Chairman del Sottocomitato ha preferito convocare dei non-drafting-group, che come tali producono soltanto dei non-paper, ma non essendo formalmente dei drafting group possono fare un po' come cavolo gli pare. Tanto è vero che a tutt'ora non si sa se i rappresentanti non governativi sono ammessi a partecipare, e grazie a questo metodo la questione è stata abilmente aggirata: in pratica chi vuole può provare ad entrare nella stanza, e poi si vede se cercano di mandarlo via.)

E così, mentre ero nel mezzo della riunione del secondo non-drafting-group del Sottocomitato A del terzo Comitato Preparatorio della seconda fase del Summit Mondiale sulla Società dell'Informazione, è successo il dramma: il capo delegazione, convocato d'urgenza in un improvvisato Coordinamento delle Delegazioni Europee, mi ha chiamato sul cellulare per avvalersi del mio aiuto, ma io ero troppo intento a seguire con le orecchie la discussione sul paragrafo 47 del capitolo 3, parte a (relativo alla riforma del sistema di allocazione mondiale degli indirizzi IP) e in contemporanea a cercare di collegarmi in remoto con il nostro server che fa le bizze. Quindi non ho sentito le chiamate, sono andato bello bello all'appuntamento delle 18, e mi sono beccato il doveroso cazziatone.

Ad ogni modo, durante la sessione serale del Sottocomitato A (dalle 18 alle 21), ho detto per caso che non avevo ancora fatto il check-in, e il capo delegazione, mosso a pietà, mi ha subito spedito sotto dal suo autista, che mi ha caricato sulla 156 blu di ordinanza (parcheggiata davanti alla porta della sala, non come noi mortali che dobbiamo parcheggiare a un chilometro e mezzo) e accompagnato immediatamente all'Hotel Intercontinental.

Dovete sapere che l'Intercontinental è l'hotel dei diplomatici; è l'unico hotel nella zona delle Nazioni Unite, perchè la città non ne lascia costruire altri per non soffiargli il mercato. Io ero sempre stato in hotel più che decenti, a ragionevole distanza a piedi, dove per un centinaio di euro (e per Ginevra è un buon prezzo) si può stare in un quattro stelle. Questo, invece, è un cinque stelle, e a giudicare da quel che c'è scritto sul voucher, il Ministero paga circa 350 euro per ciascuna delle mie notti.

E quindi, io e la mia faccia scendiamo, sorridiamo all'usciere, tiriamo una mezza testata nel vetro (maledetta porta scorrevole superlenta!), arriviamo alla reception, compitiamo il nostro nome e... la signorina, in un inglese indistinguibile dal francese, se ne esce con la frase magica: "Mi scusi, attenda qui qualche minuto, devo chiamare il mio manager." Avendo un amico che di mestiere dirige le reception degli alberghi, so perfettamente cosa vuol dire quella frase: vuol dire "Abbiamo fatto overbooking e adesso non abbiamo una stanza da darti."

E però... il badge dorato probabilmente fa la magia: passano non più di trenta secondi, la signorina riceve una telefonata, mi guarda e fa "Va bene, possiamo farle il check-in, siamo pieni ma le diamo un upgrade gratuito per una suite." Aggiunge pure "ha una meravigliosa vista sul lago", e mi trattengo dal farle notare che l'hotel è un parallelepipedo di quindici piani in cima alla collina, e quindi il 50% delle stanze - tutte quelle sul davanti - hanno la stessa meravigliosa vista sul lago.

A parte l'ovvio commento iniziale tra me e me ("per 350 euro a notte dei contribuenti sarà bene che facciate saltar fuori una stanza")... è la prima volta che mi danno una suite. Praticamente, apro la porta e c'è una stanza grande come un salone, con tre divanetti, tre abat jour, una scrivania e vari tavolini di vetro; a fianco c'è una camera da letto; quindi un bagno e l'armadio. Ci sono ben due televisori, uno nel salone e uno davanti al letto!

Diciamo comunque che la principale differenza tra questo albergo e quelli che ho frequentato in precedenza sta nella presunzione. Gli altri alberghi ti fanno trovare copie di riviste con i locali notturni del posto; questo albergo ha la sua propria rivista. Gli altri alberghi hanno il bagno con le piastrelle; questo ha il bagno rivestito di marmo marrone tipo atrio di palazzo bene anni '70 in corso Monte Cucco. Ma soprattutto, gli altri alberghi ti mettono il rotolo di carta igienica nuovo con la punta dell'ultimo foglio ripiegata dentro; in questo, l'inizio del rotolo è appiccicato sul rotolo stesso con un adesivino recante il marchio dell'hotel. Certo, è impossibile staccare l'adesivino senza strappare il rotolo, e una volta staccato non sai dove metterlo: ma vuoi mettere lo stile?

Naturalmente, io stile non ne ho, per cui per cena mi son ben guardato dall'approcciare il ristorante dell'albergo: ho preso la mia Punto, sono andato fino al parcheggio sotterraneo della stazione, e di lì nella galleria dei negozi, dove c'è un ristorante che serve la pizza di Spizzico (ci sono tanto di contenitori marchiati in bella evidenza), facendo pagare solo 11 franchi (circa 8 euro) per un quarto di pizza e bibita piccola. Per Ginevra, è regalato.


--vb.

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<Commenti>

Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero.
Simone Caldana
27 Settembre
10:32
Certa gente ti odiera' comunque per i 350 euro di hotel, quindi e' inutile che fai vedere che ceni da spizzico. Potevi cenare a 50 euro in hotel cosi' almeno sapevamo se era buono.
 
AlePollon
27 Settembre
20:33
Sei ancora in tempo per cenare da governativo. Fallo per noi!
 
Frank
30 Settembre
14:41
La finaziaria taglia le spese di rappresentanza del 50%... tu sei nel 50% sbagliato....
 
Gaglia
4 Ottobre
16:54
La fondue!A Ginevra avresti dovuto mangiare la fondue!
Per quel che riguarda le cene a rimborso segui Simone, lui è cintura nera!
 


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