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Numero 100 - 6 Novembre 2005 (Domenica), 21:49
Di solito invio questo genere di post soltanto al forum di Toronews, ma oggi si trattava di una partita speciale. Allo stadio di Orbassano, difatti, si svolgeva il primo derby dell'era Cairo: il derby primavera, valido per il Campionato Primavera TIM della Lega Calcio. La Juve prima in classifica incontrava il Toro, che la inseguiva a quattro punti di distacco.
E quindi, il tam tam dei tifosi si era propagato: tutti ad Orbassano a sostenere la squadra! E ne è valsa la pena, perchè questo derby primavera entrerà certamente nella leggenda.
La giornata parte, a casa mia, con una sfida: il meteo della Regione garantisce che oggi non piove. Certo, guardando fuori si direbbe il contrario, ma niente può fermare un granata diretto al derby: e così, alle 10:45, inforco la mia amata bici verde e mi dirigo sicuro verso Orbassano. L'andata è abbastanza fortunata, a parte qualche goccetta su via Guido Reni, e dopo circa quaranta minuti arrivo al campo di Orbassano.
Ne perdo altri cinque per capire da dove si entra; neanche il tempo di parcheggiare la bici e già incontro un po' di facce note. Saluto qui, saluto là, pago i cinque euri (mai così ben spesi) ed entro per la prima volta al campo, che in pratica si riduce a una tribunetta da qualche centinaio di posti, sotto la quale ci sono un affollatissimo bar e un cesso di cui mi pregio di approfittare.
Bastano quattro sguardi per capire che, nonostante i proclami bellicosi, i gobbi non si sono fatti vedere: è pieno di sciarpe e bandiere granata, ma di bianconeri nemmeno a cercarli. Si comincia così subito in una atmosfera da festa di paese, con gli ultras concentrati sulla balconata e il resto della tribuna seduto, tutto a tifare Toro. E anche io, con aplomb, mi siedo tranquillamente in terza fila, dopo aver salutato un po' di altri fratelli. Piove poco o nulla.
Non appena i giovani aspiranti merde (merde è il nomignolo affettuoso per i gobbi allo stadio) provano ad avvicinarsi al campo, parte una salva di fischi, di grida "Merde!" e soprattutto "Patrizia!". Patrizia diventerà difatti il tema della giornata. Arrivano i nostri tra gli applausi, foto di rito, partono i cori a tutto volume: sembra davvero di stare al Delle Alpi! Gli operatori TV sentono i primi cori e si guardano l'un l'altro sorridendo: ci sarà da divertirsi. Poi il minuto di silenzio per Valcareggi interrompe improvvisamente i cori, rispettato perfettamente da tutti tranne un paio di ultras che si spingono e ridono (un po' fuori luogo, ragazzi, anche se, non si capisce perchè, è un minuto che dura un'ora, l'arbitro pare non volerlo far finire mai).
Inizia la partita, ripartono i cori, e in un piacevole odore di canna le merde cominciano ad attaccare. Noi siamo un po' timidi ma cominciamo presto a rispondere colpo su colpo; in particolare ottimo il lavoro di Cappellupo (metto anche i numeri di maglia tra parentesi: 4) a recuperare palle su palle e ad impostare, bene anche Bottone (8); si nota invece per qualche erroraccio Marrone (2), ma nulla di troppo grave. Da loro l'unico che si nota è il numero 10 Giovinco, che cerca però invano di ovviare ai propri problemi di nanismo, abilmente sfruttati in copertura da Cappellupo. In attacco per noi si fa vedere Piroli (9), una punta alta alta alla Stellone che conquista palla sui lanci alti cercando di servire Bellucci (11), che però non è tanto in giornata ed è spesso fuori posizione, così come Vanin (7), che è totalmente impalpabile. Piano piano, comunque, cresciamo e prendiamo in mano il pallino del gioco, anche se non ci sono clamorose occasioni da nessuna delle due parti; qualcuna in più verso la fine, quando loro provano qualche tiro pericoloso e noi ci mangiamo un contropiede quattro contro due perchè Bellucci si infila in mezzo ai due avversari.
Nel primo tempo, insomma, lo spettacolo lo fa la Maratona ambulante: in mezzo ai cori spiccano un lunghissimo "Come cazzo si fa... ad andare coi trans..." e un "Siete undici Patrizie". I gobbi, in effetti, si buttano, piagnucolano e poi entrano a gomiti alti, mentre noi giochiamo. L'atmosfera è comunque divertente, del resto non sono abituato nè ad essere così vicino nè alle palle che, come ai giardinetti, se tirate fuori troppo alte si perdono oltre la recinzione e bisogna farsene dare una nuova. Il massimo della tensione è quando la solita signorina petulante seduta a metà tribuna comincia a gridare "seduti!" al centinaio di ultras sulla balconata, una, due, tre volte... finchè non si becca un "ma alzati tu" e la cosa finisce lì (ma visti i precedenti forse domani, sulla stampa, vedremo un articolo intitolato "Ultras malmenano tifosa perbene"?).
Inizia il secondo tempo sotto una pioggia abbastanza insistente (con un ultras, davanti a me, che si vanta di aver centrato con uno sputo un giocatore gobbo mentre usciva) e per noi in campo, con il numero 17, c'è Gigliotti, al posto di Bellucci. Il cambio è azzeccato, perchè anche se, come nel primo tempo, all'inizio il gioco lo fa la Juve, Gigliotti corre e conquista spazi in contropiede, e a un certo punto fa una grande azione entrando in area e poi tirando dalla linea di fondo addosso al portiere anzichè servire Piroli. Loro cominciano a conquistare punizioni dal limite, ma nel frattempo la tribuna avvista, sulla collinetta dietro la porta gobba, Urbano Cairo che guarda la partita sotto un ombrello, accompagnato da Comi. E così tutti si dimenticano della partita (male, perchè la Juve ha un'occasione!) e cominciano ad osannare il Presidente e poi ad invitarlo a venire con noi. Lui sa già che non può sottrarsi, e verso il 15' del secondo tempo arriva: abbracci e strette di mano, sale e si sistema subito sotto le telecamere di Sky, in una improvvisata "tribuna autorità" di fatto mescolata al resto.
E, insieme a lui, si materializza il culo di Cairo: passa neanche un minuto e il Toro va in gol, con Gigliotti che infila l'angolino alla destra del portiere, con un tiro dal limite dell'area (il gol mi ha ricordato quello di Muzzi a Catania). La tribuna esplode, tutti in piedi, sciarpe che ruotano, pugni in aria, in campo abbracci e festeggiamenti mai visti. Siamo carichissimi, il mondo è nostro. La Juve reagisce, tecnicamente i giocatori sono dotati, la manovra c'è, ma la sua pressione arriva soprattutto dalle numerose punizioni dal limite, alcune giuste, altre regalate dall'arbitro. Noi, comunque, abbiamo buone occasioni per contropiedi che però falliamo.
Il clima si scalda, il mio aplomb è andato. Anche in campo cominciano le entratacce, le gomitate, le mezze risse, visto che i gobbi cercano di buttarla sulla simulazione e sul piagnisteo; e in più l'arbitro comincia a fischiare a senso unico (come si dice, nessuno è mai stato licenziato per aver fatto pareggiare la Juve). A un certo punto Rignanese (numero 10, buona anche la sua partita) entra su un avversario e viene subito ammonito; poco dopo Bettega jr (un cognome, una garanzia) cerca di ammazzarlo e non viene nemmeno redarguito. Lì è dove il mio aplomb è sparito completamente, e mi precipito giù per un paio di gradini verso l'arbitro, che per combinazione guarda verso di me, e gli mostro entrambi i diti medi gridando "Gobbo di merda!". Si soffre perchè la gara diventa un tiro al bersaglio, si susseguono punizioni dal limite e angoli per la Juve, e nel complesso loro si mangiano due o tre gol che parevano proprio fatti.
Ma oggi non è destino: oggi è la giornata buona. Ai loro tentativi di buttarla in rissa e alle ripetute ammonizioni non reagiamo, e l'unica volta che uno dei nostri sta per farlo, a rischio di farsi buttar fuori, vanno gli altri a portarlo via. In tribuna ogni occasione è buona per urlare e inveire: in me non c'è più razionalità nè pietà, soltanto cuore e nervi. L'arbitro dà qualche ora di recupero, con tutta la tribuna in piedi a insultarlo da tre metri di distanza; a un certo punto è talmente ridicolo che su una rimessa dal fondo per noi indica il centro del campo come se fosse finita, tutti esultano, e in realtà stava solo chiedendo di mandare un altro pallone per far ricominciare il gioco più in fretta. E però, alla fine, finisce: uno a zero per noi. Apoteosi, piove forte ma nessuno se ne accorge, abbracci e festeggiamenti in tribuna, Cairo accerchiato da decine di persone che vogliono toccarlo, solo per farsi miracolare; e i ragazzi si buttano in tuffo verso la tribuna imitando i fratelli maggiori, mentre i gobbi escono piccoli così. Erano dieci anni che non vedevo il Toro vincere un derby, e questo è solo il primo.
Resta il tempo per un commento: innanzi tutto segnatevi un nome, Cappellupo. Se gioca sempre così, non c'è bisogno di comprare Gattuso: ne abbiamo uno in arrivo dal vivaio. Interessanti anche Bottone, Piroli, Rignanese e Gigliotti; molto ordinati gli altri, incluso Zaccarelli jr (6), e in difesa buoni i rinvii di Ortelli (3) e la sicurezza di Gorani (5). Anche il portiere Cantele è sempre apparso molto sicuro, anche sui non pochi tiri forti e nello specchio della porta. Ma soprattutto, la differenza principale è che noi avevamo una squadra, loro una sfilata di top model, tutti impegnati a fare a gara tra loro per mostrare i loro indubbi numeri (tecnicamente mi sono parsi mediamente migliori dei nostri) e i loro orecchini e capelli pieni di gel, ma incapaci di giocare insieme a pallone, e dai nervi fragilissimi, forse perchè abituati ad essere sempre coccolati (anche dall'arbitro). I nostri, invece, hanno lottato su ogni pallone, senza però essere scorretti (anzi, quelli che hanno cercato di buttarla in rissa o che hanno perso le staffe verso la fine sono stati loro). E poi, sono convinto che quelle centinaia di tifosi che hanno incitato i nostri sotto la pioggia per tutta la partita abbiano fatto molto: per le merde è stata una delle peggiori trasferte della loro vita (perchè mica mi verrete a dire che una squadra che, in un derby e scontro al vertice del campionato, non porta nemmeno cinque tifosi allo stadio sta giocando in casa). Insomma, prima ho parlato di culo, ma in realtà abbiamo vinto meritatamente, strameritatamente! Visti gli esiti, la tribuna viene intitolata seduta stante a Urbano Cairo, ma lode anche all'allenatore, Antonio Pigino (anche un coro per lui), che fa moltissimo. Angoli seicento milioni a tre per la Juve, ma chi se ne frega.
E poi, il finale: sotto una pioggia pesante metto via la macchina fotografica (bagnata) e riprendo la bici. Piove, ma non importa... e per fortuna all'inizio di Torino smette. Dopo altri 45 minuti di bici arrivo a casa contemporaneamente fradicio, sudato e gelato, ma non importa. Entro, sbatto a lavare i vestiti e giro nudo per casa scaricando l'adrenalina. Sono le 15 e vorrei fare una doccia e pranzare... ma non prima di avere raccontato questa domenica speciale.
--vb.
<Commenti>
Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero. |
maxkava
14 Novembre 1:16
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"giro nudo per casa scaricando l'adrenalina".. a Vittò, non è che sia una bella scena :-)
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Ezio
17 Novembre 17:23
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Compilimenti per come hai descritto l'emozione di un vero granata. Insieme al Dott. Cairo stiamo prparando un grande progetto, perchè questo derbi possa riviversi in serie A. spero tu sia con me.
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