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Numero 14 - 29 Maggio 2003 (Giovedì), 15:43
Stiamo trasmettendo in diretta dal buco nero del triangolino che vi esalta, che ieri sera, con la collaborazione di una finale di Champions che avrebbe giocato meglio la mia squadra di calcio a 5 femminile, ha risucchiato tutta la creativita` del vostro beniamino barbuto, insomma, del padrone di casa. Quindi oggi niente articolo su spie echeloniane o altri servizi di pubblica utilita`... pero` il buon vb vi pensa tanto e quindi mi ha lasciato i compiti a casa.
Il titolo del pensierino che dovrei svolgere e`: "Le giovani con le treccioline bionde adescate su Internet", ma ho pensato che sarebbe stato meglio leggere il resoconto dell'adescatore stesso e non della povera adescata, cosi` ho pensato di cambiare titolo.
Era ormai abituato a svegliarsi ogni mattina cacciando una mano fuori dalle coperte per arraffare una penna e un quaderno per catturare i sogni della notte appena passata. Era diventata un'abitudine, usuale quanto il non trovare le ciabatte tastando il pavimento con i piedi perche` si erano infilate sotto il letto e fare colazione in penombra, per non dovere bere il caffe` con gli occhi strizzati e un incipiente mal di testa, che tanto gli sarebbe venuto dopo, a meta` della seconda seduta di analisi della mattinata.
Ma quella mattina si sveglio` gia` con il mal di testa, mettendosi a sedere di soprassalto e sbattendo le palpebre. Era la sveglia, aveva suonato in modo strano, con un tono crudele, inquietante. Si accorse poco dopo che quella sveglia dall'aspetto rotondo ed innocente gli aveva rubato tutti i sogni: per una frazione di secondo era rimasto immerso nell'ultimo pezzo fittizio di vita, ma subito dopo quello era svanito, lasciando dietro di se` una nuvola di fumo, come negli spettacoli di magia.
Sconsolato fece colazione in piena luce, era piu` sveglio del solito e gli era anche scappato il caldo del pigiama, quel caldo consolante che resta incastrato tra il corpo e la canottiera per incoraggiarci ad iniziare la giornata. Non che aver perso un sogno lo preoccupasse piu` di tanto, non era lui ad occuparsi dei suoi sogni. Era il suo analista supervisore che li scodellava e sviscerava, era per lui che se li appuntava minuziosamente tutte le mattine, visto che in mancanza di sogni da raccontare tra i due rimaneva sospeso nell'aria un imbarazzo spesso come nebbia e il silenzio del racconto della sua vita lo infastidiva abbastanza. La realta` era che la sua vita non era precisamente affollata di avvenimenti, anzi. Ascoltava i suoi pazienti ed era uno psicanalista tutto sommato rispettabile, ma niente di piu`. Giocava a tennis il giovedi` sera, ecco.
Nonostante questo fruscio di pensieri avesse costretto la colazione a rimanere sul tavolo quasi intonsa si preparo` e apri` lo studio, per ricevere il primo paziente. In genere per il primo paziente non c'erano problemi, il mal di testa non si era ancora svegliato e lui poteva ascoltare qualche parola mischiata agli uccelli che volavano fuori dalla finestra.
Il fatto e` che non appena la sua paziente, una signora di mezza eta` che andava dall'analista probabilmente per occupare qualche ora alla settimana (le sedute e poi il resoconto delle sedute alle amiche), entro` e si diresse verso la sua scrivania egli venne invaso da una strana sensazione, suoni, odori, immagini... proprio come in un sogno. Si trovo` nel mezzo di un mercato con la chiara consapevolezza di dover comprare delle zucchine, ma per quanto si affannasse tra i banchi non trovo` nemmeno un fagiolino.
A lui sembro` che passasse un tempo interminabile, eppure la signora si era appena seduta e stava iniziando a parlare soltanto ora:
"Ho sognato di dover preparare un piatto speciale per mio marito ma di non riuscire a trovare in nessuna maniera l'ingrediente principale, le zucchine" - pausa per controllare le reazioni del medico.
Il medico pero` stava sbattendo gli occhi e agitando la penna in aria, disegnando dei cerchi convulsi, fissando la povera signora senza riuscire a reagire in nessuna maniera.
Probabilmente la paziente usci` dalla seduta convinta di aver dato mostra di uno squilibrio ben piu` grave di quello che pensava, mentre il povero analista passo` in camera sua per colpire la sveglia con due occhi pieni d'accusa e retrogusto inquisitivo.
TBC (la SARS e` troppo di moda).
Sottofondo musicale: tirato giu` sulla nuda carta a scuola, ora di matematica. Battitura scandita a ritmo di Out Of Time dei R.E.M., ovviamente. Oltre a questo ci tengo a dire che la prima ad adottare la dichiarazione dele canzoni che hanno fatto da muse ispiratrici per uno scritto con vb sono stata io, in una lettera, scritta a mano (pure con una stilografica, in perfetto vecchio stile) molto tempo fa. Ma ormai comunichiamo a blog...
--data.
<Commenti>
Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero. |
.mau.
29 Maggio 16:56
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basta con le commistioni!
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