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Numero 41 - 20 Ottobre 2003 (Lunedì), 13:50
Inizio con il dire che non sono il blasonato titolare di questo blog che leggo sempre con molta attenzione dal mio piccolo angolo di mondo. Sono il suo socio "in affari" nonché amico e approfitto di questo spazio per esprimere più che altro una sensazione. Non so cosa mi abbia spinto a perseguire la visibilità di queste pagine se non il desiderio di condividere il malessere di fondo del nostro sistema economico che parecchie volte leggo nei testi di Vittorio.
Disclaimer: sono l'ultimo in grado nella piramide di quelli che hanno qualcosa di intelligente da dire su come va l'economia in questo mondo (detto questo ogni cazzata mi è consentita quindi preparatevi...)
Il titolo forse a qualcuno dice qualcosa, forse ad altri no. In poche parole è un nuovo modello di business che si è affermato tra Aziende new economy (grandi costi pochi ricavi) e old economy (grandi costi e ricavi in calo negli ultimi anni). In soldoni vuol dire: "Fratello, tu fai un progetto per me: se va bene ci spartiamo il guadagno, se il progetto va male... grazie per averci provato e sono tutti cazzi tuoi".
Come modello di business, per quanto discutibile in quanto rende impossibile la corretta valutazione degli "effort" di ognuno, potrebbe anche stare in piedi.
Il problema però è in realtà più complesso. Cerco di spiegarlo alla meglio: se un'Azienda reputa di poter ricavare 100 da un progetto pagando 20 a chi fornisce il tutto, ha un margine di 80 e paga i 20 senza patemi. Se un'Azienda invece non ha la minima idea (leggi ...sicuramente va di merda...) del risultato di un progetto preferisce lasciare al partner il cosidetto "rischio di impresa". Cioè ti dice: "Facciamo 50 50 dei ricavi e tu mi dai tutto gratis senza costi per me e stop". Quindi guadagni maggiori di 2,5 volte per il fornitore e possibile paradiso tropicale se la partnership è importante.
Il problema è che il 100% del progetto revenue share (ecco spiegato il meccanismo... un inglesismo elegante per dire fratello facciamo ammetà) non equivale mai lontanamente al 100% del progetto in cui l'Azienda ha fiducia e paga il fornitore 20.
Chi è in grado di imporre questo modello di business sul mercato? Le Aziende. Più sono grosse e più sono forti e in grado di imporre.
Chi subisce il revenue share? Le Aziende più piccole che devono fare tutto il lavoro assumendosi dei rischi spaventosi.
Da questo ragionamento discendono le due considerazioni di questa bloggata:
1) Una volta lavorare con i big era il top per un'Azienda. Adesso... Dio ce ne scampi. Più il nome è grosso e più è probabile che ti chieda di fare cose incredibilmente complesse e onerose solo per fregiarti di lavorare gratis per Lei.
Ergo: cambiamo i punti di riferimento è l'ottimale è il piccolo. L'unico problema è che l'innovazione tecnologica è SEMPRE sviluppata dai pesci piccoli che sono molto specializzati, ma MAI adottata dagli stessi acquistandola all'esterno in quanto troppo costosa. Da qui un circolo vizioso per cui tutti producono e nessuno compra.
2) Il "rischio imprenditoriale". Leggi: "hai voluto la bicicletta? E adesso pedala".
Le Aziende grosse, abbiamo visto, lo scaricano sulle imprese medie. Le imprese medie sulle piccole. E le imprese piccole? Chiaramente assorbono il rischio della catena complessiva e la scaricano sull'unico, ultimo e debole anello del sistema economico: i dipendenti. O meglio i cococo, collaboratori, tesisti, stagisti e quant'altro. Ci sono sempre più modi per definire quello che il nostro amato PresidenteDelConsiglioCavaliereOnorevoleSilvioBerlusconi definisce "mercato del lavoro flessibile" e che a tutti noi sembra invece definirsi quantomeno precario e che molte volte ha del fantozziano (laureati che fanno stages a ripetizione per anni senza mai vedere una lira). Il sistema non è destinato a reggere. Se le Aziende non investono e pretendono e in caduta questo si ritorce contro i piccoli lavoratori, non solo questi non torneranno mai ad acquistare e a far ripartire la vera economia, ma ci sarà sempre più gente in mezzo ad una strada.
Solo che questo è tanto facile a dirsi e tanto difficile a farsi. Il problema è che all'interno di ogni azienda dalla più piccola alla più grossa ci sono persone che badano agli interessi personali e non a quelli della salute economica del paese (alla quale dovrebbe pensare il governo visto che la mano invisibile di Adam Smith per chi l'ha studiata in questi anni è veramente invisibile...). STOP. In fondo come dice Vasco Rossi... ognuno perso per i cazzi suoi.
Tutto questo porta a una sensazione diffusa di disfattismo per cui ogni cosa fatta ha un valore diverso da quello che dovrebbe avere, il tempo delle persone vale zero, tutti siamo macchine da produzione e la maggior parte delle cose che vengono prodotte... vale zero.
Nel mondo tecnologico poi, tra pochi anni Est Europa e Cina renderanno disoccupati milioni di tecnici nostrani (e qui no global e protezionismo assumono nuovi significati), e noi cosa potremo fare? Leggere, studiare filosofia, coltivare il nostro orto... sperando di odiare il prossimo un po' di meno e di non dover andare a comprare il pane in revenue share.
--dpsoc.
<Commenti>
Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero. |
Simone Caldana
20 Ottobre 14:20
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Moriremo tutti!
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FRANK
20 Ottobre 15:42
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E' sempre bello trovare per iscritto cio' che si pensa. Prima di scricare le cople sul governo attuale, ricordiamoci che il governo precedente ha "regnato" (in italia non si governa, si regna) nei 5 anni migliori per andamento economico con risultati pessimi. Ergo, abbiamo una classe politica composta da deficenti lobotomizzati. Tutta quanta.
Ah, sono un fottuto cococo.
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FRANK
20 Ottobre 15:43
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Mio dio, scrivo come un deficiente lobotomizzato.....
Caldana, ridammi quel lobo, bastardo...
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fc
22 Ottobre 22:42
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>Nel mondo tecnologico poi, tra pochi
>anni Est Europa e Cina renderanno
>disoccupati milioni di tecnici
>nostrani (e qui no global e
>protezionismo assumono nuovi
>significati), e noi cosa potremo fare?
>Leggere, studiare filosofia, coltivare
>il nostro orto... sperando di odiare
>il prossimo un po' di meno e di non
>dover andare a comprare il pane in
>revenue share.
le arti nobili (umanistiche e creative), per quanto interessanti e necessarie non sempre danno il pane, per cui, dopo anni di studio, lavoro e passione per le tecnologie ict e visto il rapporto qualita'/prezzo delle forze lavoro suddette mi sono dato alla gestione ed all'economia.
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Daniele
23 Ottobre 11:59
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C'e' anche da dire una cosa. La cosiddetta New Economy e' ormai morta e la realta' di quello che e' realmente ha pacato fortemente gli entusiasmi di molti (tranne di quei pochi che sono riusciti a cavalcare l'onda nel giusto momento traendone enormi, ma ingiustificati, guadagni). Questo non per dire che non sia stata una "idea" giusta, ma solo per giustificare in una piccola misura quello che e' oggi il crollo di un'economia troppo New e molto poco Economy. Se si vende "niente" e "tanto" prima o poi qualcuno si arrabbia... no?
Questo magari esula un po' dal tema del tuo post, ma e' realta' non credi?
Per il resto sono perfettamente in accordo con te. Oggi se vuoi guadagnare dei soldi veri (e magari pagare anche poche tasse...) devi fare l'idraulico o il decoratore. Hai studiato ed hai una laurea in ingegneria tanto sudata? Ok, quello e' il tuo posto di lavoro, ti dice l'azienda. Guadagnerai meno di quanto guadagna il portiere di casa Fantozzi. Se ti sta bene e' cosi, se non ti sta bene, ne troviamo un altro.
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Bruno
24 Ottobre 10:14
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Il problema è che anche i decoratori non guadagnano molto...
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Bruno
25 Ottobre 17:59
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Gli unici che guadagnano sono gli spacciatori di droga.
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Daniele
25 Ottobre 19:17
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Ah no? E come mai l'idraulico mi ha chiesto 140 euro per un lavoro di mezza giornata (senza materiali, solo il lavoro), e lo spazzacamino si e' preso 120 euro per fare il suo "sporco" lavoro di 20 minuti? E poi posso anche citarti qualche RICCO preventivo fatto da decoratori se vuoi. Come mai? E le fatture, le ricevute? Mai viste.... e io pago le tasse anche per loro...
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