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Numero 67 - 29 Febbraio 2004 (Domenica), 16:12
Ehi! Non mi sono dimenticato di voi! E' almeno una settimana che voglio postare qualcosa, ma ho avuto qualche problemino tecnico, del tipo che, causa doppio meeting incombente più usuali questioni lavorative, non mi sono più fermato.
Attualmente sono a Roma, in una stanza dell'Hotel Melià, dove sta cominciando il meeting di ICANN. Per il momento ho schivato la riunione dove dovrei parlare tra due o tre ore, e sono seduto sul letto davanti alla TV.
Di ICANN però parleremo nei prossimi giorni, sperando che trovi il modo di postare regolarmente ogni sera... Questo post, difatti, sarà centrato sul racconto del mio viaggio ginevrino di giovedì e venerdì presso l'ITU, dove ho partecipato a questo workshop sulla Internet Governance.
Quel che sta succedendo, difatti, è che nei prossimi mesi verrà messo in piedi un gruppo di lavoro sotto l'egida delle Nazioni Unite, che dovrà ridiscutere non solo le basi di ICANN, ma più in generale la governance internazionale della rete sia a livello di comunicazione che a livello di contenuti; e questo include probabilmente l'amministrazione delle questioni più disparate, dallo spam all'e-commerce. A questo punto, un po' tutti organizzano discussioni qua e là su come questo gruppo debba essere formato e come debba lavorare.
L'ITU è poi in una situazione particolare; questa gloriosa agenzia dell'ONU, che da 130 anni regolamenta le telecomunicazioni mondiali, è stato uno dei primissimi esempi di regolatore globale e intergovernativo. Peccato che vent'anni fa abbia commesso l'errore di respingere Internet e il suo modello distribuito per spingere invece i propri standard OSI e un modello più tradizionale, legato alla telefonia e al mono/oligopolio di pochi grandi operatori autorizzati dallo Stato.
Di conseguenza, altri gruppi privati come l'IETF (che pure ha i suoi bei problemi interni...) e il W3C hanno assunto il ruolo di standardizzatori tecnici della rete, e ora che tutto sta convergendo verso IP, il ruolo stesso di ITU è messo in discussione... e del resto in giro si dice che, per mancanza di fondi, entro breve l'ITU lascerà a casa almeno un centinaio di persone. Insomma, per l'ITU trovare al più presto un ruolo centrale nel campo della gestione della rete potrebbe essere questione di vita o di morte.
I meeting ITU sono comunque piuttosto diversi da quelli di ICANN... In ICANN è pieno di americani sgarrupati in scarpe da ginnastica; all'ITU - anche se questa volta, forse per i succitati problemi di fondi, non c'era la traduzione simultanea nelle sei lingue delle Nazioni Unite - l'atmosfera è molto più diplomatica.
Il problema vero, comunque, non sta tanto nello staff dell'ITU, che sta spingendo per una modernizzazione, ma nel fatto che l'ITU, come tutte le organizzazioni dell'ONU, fa quello che gli stati membri vogliono. E allora ci si trova di fronte al rappresentante del governo francese, che contesta il termine netizen, perchè l'unico ruolo dei cittadini deve essere quello di eleggere i governi ogni tot anni, e altre forme di partecipazione diretta non sono pensabili; o di quello cinese, che ringrazia tutti i rappresentanti dell'industria e della società civile per essere venuti, ma chiede che qualsiasi ulteriore discussione prosegua a porte chiuse tra i soli rappresentanti dei governi.
Beh, cosa pensi di questo tipo di approccio è noto, ma potrete leggere una serie di argomentazioni qui. Nel frattempo, vorrei raccontarvi la storia della mia borsa da computer e altri pettegolezzi ginevrini, ma ho esaurito la vena - sarà per un'altra volta. Per chiudere, però, vi lascio con un dubbio che riguarda Izumi, il mio collega giapponese.
Dunque, Izumi è venuto a Torino per una notte a settembre, e fu quella in cui l'intera Italia rimase al buio. Ieri mattina ha preso il treno da Ginevra, e appena arrivato in Italia si è scatenata una tempesta di neve tremenda che, grazie all'efficienza di Trenitalia, lo ha bloccato per sei ore in mezzo ai prati di Bologna. Verso le due di notte è finalmente arrivato in questo albergo, e mezz'ora dopo è esplosa una centrale di distribuzione qui vicino, lasciando l'hotel al buio per tutta la notte. Adesso, che penserà lui dell'Italia, e che penserà l'Italia di lui?
(Ah, tra l'altro: questi per tutta la settimana accenderanno la TV in camera e si beccheranno il Festival di Sanremo - perdipiù con una serie di emeriti sconosciuti. E poi commenteranno con me. Ma cosa ho fatto io di male?)
--vb.
<Commenti>
Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero. |
Simone Caldana
1 Marzo 14:01
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itu.int da' connection refused.
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