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Nota introduttiva E ora anche vb, dopo i Monty Python, presenta: Buongiorno, gruppo! Sono in un momento di indebita euforia e volevo segnalare ai miei vecchi adepti quanto sia buffo e incredibile l'animo umano. Qualcuno disse che è da come affrontano le prove mortali che si distinguono le persone: c'è chi fugge, chi si rassegna, chi affronta il destino con coraggio... e chi prova a cambiarlo, naturalmente entro il limite di ciò che è dato e ragionevole. Io sto passando attraverso una prova mortale di tipo statistico: un po' come venire messo, legato, di notte, sui binari di un treno che ti arriva addosso a tutta velocità, per un numero enorme di volte di fila (non so esattamente quante, so che ce n'è un'altra solo quando vedo il treno ricomparire in fondo al rettilineo; a seconda dei momenti, è una volta ogni dieci secondi oppure ogni dieci minuti, non di più). E scoprire che, se uno ci crede davvero, un numero non piccolo di volte, forse persino la maggioranza, il treno ti colpisce e rimbalza ammaccato senza farti niente. Ecco, ancora una volta di più sono convinto che ciascuno di noi si becca il destino che c'è, tipicamente come esito di moti poco prevedibili; e allo stesso modo deve, per missione e patto col diavolo, provare a cambiarlo con tutte le proprie forze - in una ulteriore direzione casuale che in quel momento gli vada a genio. Questo non nasconde il dolore, la tristezza, il dubbio, il rimorso, l'ansia, il tumulto interiore, la malinconia, il senso di vuoto, la tenerezza, gli ormoni, i ricordi (ah, soprattutto i ricordi...). Ma li rende solo una parte della vita, non i suoi contenitori. E, anche se non pochi ne sono sorpresi, dall'elenco mancano l'odio e l'ira - per scelta, non per debolezza. E' evidente che sul pianeta siamo fondamentalmente soli, anche se è solo la sofferenza che ce lo fa capire - nè è possibile convincerne chi, pur avendone ricevuta una bella dose, non ne ha ancora accumulata a sufficienza. Ogni tanto questo ci mette in crisi, e troppe crisi portano le persone normali a diventare cattive, o troppo ciniche per trovare ancora la voglia di voler bene a qualcuno che non sia se stesso. Certamente in questo periodo c'è poco da sperare: al di là della vita personale, abbiamo lavori per lo più incerti, stressanti e poco gratificanti, una nazione dal futuro incerto, un mondo pieno di guerre, e una società di gente fragile ed egocentrica. C'è aria di fine del mondo, e questo potrebbe in effetti rovinarci la passeggiata serale. Ma io no, io non voglio essere cinico e cattivo, nè fragile ed egocentrico. Voglio essere forte ed autocosciente, perchè è l'unica cosa che mi permetterà di dare agli altri tutto ciò che posso e di più, quando gli altri e il destino me ne daranno la possibilità; e di ritirarmi in buon ordine quando gli altri e il destino non me la daranno, pronto a risorgere per loro, nel mio piccolo, in nuove forme, se ne avrò voglia, quando ne avranno voglia; oppure mai. Buona Pasqua, --vb.
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