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Numero 103 - 14 Novembre 2005 (Lunedì), 22:00
Non posso non aprire il post di oggi accennando ai gravi episodi che stanno accadendo qui a Tunisi: questa mattina, una riunione privata di una ventina di attivisti delle NGO occidentali, che dovevano organizzare il Summit dei Cittadini, è stata impedita con la forza dalla polizia tunisina, che ha circondato in forze il palazzo del Goethe Institut, dove doveva tenersi l'incontro; e non ha lasciato entrare nemmeno l'ambasciatore tedesco, presentatosi per capire cosa stesse succedendo. E stamattina è stata anche picchiata una redattrice di un giornale tunisino indipendente. Venerdì scorso un giornalista di Libération, che stava facendo troppe domande in giro sui diritti umani, è stato picchiato e accoltellato da quattro distinti signori, che si sono fermati solo quando uno di essi ha detto “ora basta”.
Ma siccome penso che questo diventerà ben presto il tema principale del Summit e che non vi sarà difficile ottenere informazioni in merito, vorrei invece concentrarmi per stavolta sull'argomento della governance di Internet, visto che è successa una cosa inaspettata: in una sola giornata, si è raggiunto un quasi perfetto accordo.
Il tutto è incominciato ieri pomeriggio, quando l'Ambasciatore pakistano Massoud Khan, che presiede i lavori del Sottocomitato A, ha messo in piedi un cosiddetto drafting group, ossia un gruppo di lavoro il cui scopo è quello di abbozzare un documento per poi presentarlo all'assemblea plenaria.
Lo scopo era quello di preparare una lista di tutti i punti su cui ci si trovava d'accordo; si tratta di un vecchio metodo diplomatico per uscire dalle situazioni di impasse. In questo modo, difatti, si può capire almeno se esiste il modo di non uscire dalla stanza con un nulla di fatto, ma con qualcosa che possa perlomeno salvare la faccia ai negoziatori, e che rappresenti il massimo ottenibile. In più, se il Chairman del drafting group è sufficientemente scafato, ci sono una serie di giochini che si possono fare per facilitare il risultato: ad esempio, aggiungere nel testo tutti i “punti favoriti” delle delegazioni più riottose, tenerli nel documento mentre si discute tutto il resto in modo da renderle più accondiscendenti, e poi eliminarli alla fine grazie alla tempestiva obiezione di una delegazione amica.
Ieri, dopo il pomeriggio il lavoro di drafting è proseguito alla sera, visto che la riunione plenaria che doveva andare dalle 18 alle 21 è stata subito interrotta e trasformata in una ulteriore riunione del drafting group. E così, complice il fatto che il gruppo della delegazione italiana con cui dovevo andare a cena non mi ha aspettato, sono rimasto lì fin verso le nove e mezza (la successiva ora è stata usata dalla terribile navetta per compiere i dieci minuti di strada fino al mio albergo – ma della terribile organizzazione tunisina parlerò un'altra volta).
Oggi, quindi, la mattinata è andata via nell'esame della suddetta lista, che per quanto possibile ha riscosso un discreto successo. Di conseguenza, la riunione è stata interrotta a mezzogiorno per dare modo alle varie delegazioni di incontrarsi tra loro e cercare accordi, mentre Khan preparava, sulla base dei punti della lista dopo varie modifiche, la propria proposta per il testo finale.
Nell'interruzione, il manipolo di coraggiosi della società civile (tra cui io, col mio badge governativo girato al contrario) ha incontrato le varie delegazioni. Dovete sapere che noi siamo particolarmente affezionati alla proposta di creare un Forum sulla Internet Governance, che è venuta originariamente dal nostro think tank due anni fa, e che riteniamo fondamentale per avere finalmente un luogo dove tutti, noi inclusi, possono parlare di questioni che finora sono state ignorate o abbandonate all'iniziativa privata, come la privacy o lo spam.
Tuttavia, questa proposta incontra l'opposizione degli americani, che hanno paura di qualsiasi nuova entità – specie se collegata alle Nazioni Unite – ma anche che sanno che le loro aziende, in mancanza di politiche globali, fanno il bello e il cattivo tempo a proposito dell'evoluzione dell'ICT, e sarebbero ben contenti di continuare così. Per questo motivo, il Canada ha cercato di anticipare tutti con una proposta in cui il Forum viene concentrato sui temi dello sviluppo e della lotta al digital divide; temi fondamentali, s'intende, ma che permettono regolarmente di riempirsi la bocca senza mai dover fare nulla di concreto, e in più consentirebbero di non parlare invece di questioni importanti come quelle sopra citate.
Ma naturalmente, al di fuori della cerchia americana (Stati Uniti, Canada, Australia, rappresentanti del settore privato e Internet Society) la proposta ha incontrato poco favore, e grazie anche alla nostra opera di sensibilizzazione la limitazione sul mandato del Forum è presto sparita.
A quel punto, arrivato nella riunione delle 16 il testo di Khan senza grandi sorprese, gli americani hanno provato un'altra diversione: hanno proposto di far organizzare il nuovo forum non a Kofi Annan, ma alla Internet Society, che già organizza l'IETF e gli INET. Anche qui, rumore in sala: detto che io sono con piena soddisfazione Consigliere della sua sezione italiana, è vero che la Internet Society è una entità globale, è vero che certamente ha esperienza di questo genere di meeting, ma se io fossi una associazione no-profit e l'amministrazione Bush mi proponesse come depositario di una risorsa che ritiene vitale per gli interessi nazionali, io qualche domanda me la porrei. E quindi, questa proposta è stata massacrata nel giro di un'ora.
Nel frattempo, giunti alle 19, ci si è divisi in tre ulteriori drafting group, per trattare di tre diversi blocchi di paragrafi, con l'intento di riunirsi nuovamente in sessione plenaria alle ore 21, sperando di avere per allora terminato il testo con reciproca soddisfazione. Il mio drafting group è stato quasi interamente preso dal discutere se occorresse scrivere esplicitamente che il Forum non deve occuparsi di “controllo” (in inglese oversight) – quello che alcuni governi vorrebbero ottenere per sé – e se fosse opportuno, come proposto dagli stessi paesi e osteggiato da tutti i paesi sviluppati, indicare che il Forum dovrebbe appoggiarsi all'ITU, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di modernità quali il telegrafo, il telefono, la radio e la televisione, e che dalla convergenza delle telecomunicazioni verso Internet sta progressivamente venendo privata di un motivo d'essere e avviata verso la cassa integrazione straordinaria.
L'Algeria voleva rimuovere la prima menzione e la Russia voleva disperatamente conservare la seconda, e, pur nel disappunto generale, non c'è stato verso di fargli cambiare idea; e finchè c'è qualcuno che non è d'accordo, non si può procedere. (Ah no, scusate: la Russia non era sola, era supportata per procura anche dalla Moldova, dalla Bielorussia e dall'Azerbaigian.)
Alla fine, poco dopo le nove e mezza, la sessione plenaria è effettivamente incominciata, rileggendo il testo così come modificato dai vari drafting group, incluse le parti bracketed, cioè ancora non accettate da tutti. Eppure anche così, detto che non tutti i gruppi hanno concluso il lavoro e che restano ancora alcuni paragrafi da sistemare, l'accordo pare chiaro: un nuovo Internet Governance Forum verrà creato, e si chiede al Segretario delle Nazioni Unite di organizzare la sua creazione con un processo “aperto e inclusivo”. Il forum avrà un mandato ampio, copiato quasi parola per parola da quello contenuto nel Rapporto Finale del WGIG (e che in buona misura avevo scritto io...), e presenterà un suo rendiconto dopo cinque anni per capire se funziona o meno. E sarà un forum aperto a tutti i portatori di interesse.
Noi della società civile pensavamo quasi di intervenire per dire ”ci rimangiamo tutte le critiche che abbiamo fatto negli ultimi sei mesi”. Poi abbiamo deciso che era un po' esagerato. Ma certo – detto che in diplomazia nulla è approvato finchè tutto non è approvato, e quindi potrebbero ancora esserci sorprese – stasera siamo un po' più soddisfatti del solito.
Eppure, prima di festeggiare davvero, converrà attendere. Anche ora, basta che una delegazione si impunti su un passaggio sgradito agli Stati Uniti, causando il loro impuntamento in risposta, e c'è il rischio che salti tutto. Purtroppo non si può prescindere da loro; hanno in mano buona parte del manico del coltello, e senza un accordo continueranno a svolgere il ruolo privilegiato che hanno attualmente. E quindi, incrociate le dita e sperate che non succeda nulla: tra poco chiuderemo la sessione (anche perchè gli interpreti, se no, ci piantano qui) e ci ritroveremo domani per la passata finale.
--vb.
<Commenti>
Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero. |
Mattions
14 Novembre 23:16
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il forum :)
risolutivo forse :), ma vale tentare...
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Claude Almansi
15 Novembre 0:34
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Che piacere trovare un corrispondente italofono dallo SMSI! Cominciavo a fare della trduzionite. Ho citatoquesto suo post sul Bollettino di ADISI, citandone l'inizio.
Strano, quando ho aperto la sua home page, la ricordavo bene, ma non so più in quali cirvostanze l'avevo esplorata.
Buona notte
Claude Almansi
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