Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Ven 22 - 19:50
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

toblòg

toblòg <<>> fotoblòg

Blog sospeso!
Il mio blog attuale:
Near a tree

Su di me
Chi è vb?
Cos'è toblòg?
Cos'è fotoblòg?
La mia home page

toblòg per e-mail
Lascia la tua e-mail per essere avvisato in automatico dei nuovi post di toblòg.

Cerca in toblòg

Gravitazioni
Elena
Simone, Rutto, Gaglia,
Dumbo, Lobo, Sciasbat,
Fabbrone, Susan, Bruno
.mau.
Dariofox, Matteo
Lenders
Fraser, Mugly, Laurence
Thomas, Bret, Esther, Wendy, Karl A., Ross

Aggregami! RSS 0.92 RSS 2 RDF

[powered by b2 + molte modifiche - login]

Torinolat (part I)
Numero 60 - 11 Gennaio 2004 (Domenica), 13:19

Vecchio Commonwealth Oggi su fotoblòg

Vecchio Commonwealth

Molto inglese.

La mia idea iniziale era quella di fare un post a proposito di Atrium Torino, i due nuovi capannoni in Piazza Solferino che promettono di rimpiazzare il palazzo di Piazza San Giovanni in cima alla lista degli scempi edilizi della città - almeno, questa è l'impressione estetico/urbanistica che ho avuto quando li ho visti per la prima volta sotto Natale.

Siccome però noi torinesi, come diceva il mio ex capo, siamo sempre mugugnanti e negativi per principio, ho deciso di dare una chance all'iniziativa e di rimandare il giudizio a dopo una visita più accurata; e nel frattempo, ho deciso di condividere con voi alcune riflessioni più generali.

Premetto che negli scorsi anni ho avuto modo di conoscere personalmente e abbastanza da vicino alcune delle teste pensanti che controllano la nostra città, da Zich a Verri, e si tratta di persone sicuramente eccezionali; e delle altre, a partire dal trio Castellani - Bresso - Ghigo, ho sempre sentito parlare in termini altrettanto lusinghieri.

La loro strategia per garantire un prospero futuro alla città, ridimensionata per forza l'industria dell'auto (che, al di là di ogni considerazione sui vertici Fiat, è in forte e inevitabile declino in tutti i paesi occidentali), è basata su una riconversione verso due grandi settori - cultura/turismo e nuove tecnologie - accompagnata dal rovesciamento di uno storico punto debole del nostro territorio, la sua incapacità di fare sistema e di "vendersi" in modo adeguato e moderno, sia verso l'esterno, sia nei confronti dei propri stessi cittadini.

La strategia è, probabilmente, il meglio che si poteva fare; e però, proprio la mia esperienza (o sarà solo un classico mugugno alla torinese?) mi dice che ha alcuni problemi, e che non sta funzionando appieno.

Perchè, sì, adesso la nostra città ha un marketing fantastico, ha preso le Olimpiadi e le sta usando per farsi conoscere nel mondo, comunica con i cittadini, ha nuovi musei, nuove attività culturali, una scena musicale vivissima, un sacco di feste in piazza e vita notturna che a ripensare a vent'anni fa sembra incredibile; è, ed è sempre più, una città meravigliosa in cui vivere, in cui spendere le proprie ore al di fuori del lavoro.

Il problemuccio, però, è che c'è sempre meno lavoro con cui guadagnarsi i soldi da spendere nel resto del tempo.

La lista di aziende, fuori dal settore dell'auto, che, senza essere in particolare crisi, negli ultimi anni hanno chiuso o ridimensionato la sede torinese, in termini di posti di lavoro e di importanza, è infinita: da Telecom Italia a SEAT, dalla RAI a Italtel, fino a tante medie e piccole imprese che non fanno notizia. Banca CRT è diventata un pezzo di un gruppo con la testa a Bologna - a Torino resterà solo il private banking (meglio di niente, per carità, ma non certo un settore di massa). In Tilab il gioco più gettonato è "cosa succederà alla prossima riorganizzazione". Persino enti totalmente pubblici come l'ENEA vorrebbero chiudere.

Molte di queste aziende stanno proprio in quei settori tecnologici che, in teoria, dovrebbero crescere e garantire un futuro alla città. (Vogliamo aggiungerci il triste caso Vitaminic, prima venduta da Chiamparino come salvatrice della patria, e dopo nemmeno due anni spostata altrove nell'indifferenza generale?) Ormai, i neolaureati - specialmente quelli più qualificati - devono quasi certamente mettere in conto uno spostamento a Milano per trovare un lavoro decente.

Insomma, la mia sensazione è che in realtà siamo una Torinolat, una città con un enorme buco economico che cresce lontano dagli occhi di tutti, e si ingrandisce per mille rivoli, per mille aziendine e aziendone che, nel silenzio generale, chiudono e vanno non solo in Lituania, ma a Milano, a Parma, a Bologna, a Treviso; e che viene temporaneamente coperto da tutto questo marketing che abbiamo imparato benissimo a farci, che parla di Olimpiadi e di futuri meravigliosi, che organizza feste e padiglioni dove spiegare ancora una volta quanto siamo turistici e tecnologici, ma che prima o poi non riuscirà più a coprire l'evidenza, nè a darci da mangiare.

E' la globalizzazione? No, il vero dramma è che non è soltanto quella, altrimenti le aziende andrebbero in India, ma non a Parma; altrimenti chiuderebbero i privati, ma non enti pubblici o aziende parapolitiche come Telecom e RAI.

Io, sulle radici di questo fenomeno, ho alcune ipotesi; ma, per non tediarvi oltre, le posterò domani.


--vb.

<< Terrorismo di ricercaTorinolat (part II) >>

<Commenti>

Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero.
Simone Caldana
11 Gennaio
13:51
questa storia di un post a traino di quello dopo ti ha un po' preso la mano. E non sei Salgari (se dimagrisci pero' potresti passare per Sandokan)
 
mf
12 Gennaio
15:51
A proposito di Lituania, la International Rectifier era anche stata premiata nel 2001 con il Premio Greenfield Piemonte dal nostro amato sindaco (che ormai mi fa un po' pena, poveretto) perche' "stava realizzando significativi investimenti a Torino e in Piemonte". L'annuncio in pompa magna si ritrovare a quest'indirizzo:
http://www.comune.torino.it/internationalnews /numero8/ita/greenfield.htm
 
mf
12 Gennaio
16:35
Il fatto che le nuove tecnologie e le telecomunicazioni molto probabilmente non sarebbero stati settori di grande rilancio per l'area piemontese (e Torinese in particolare) lo si poteva purtroppo capire gia' molti anni fa con due avvenimenti: il primo la fine che stava facendo il gruppo Olivetti/Omnitel, il secondo la decisione di privilegiare Napoli per la sede dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (http://www.agcom.it/).
Non che a Torino e provincia non si possa notare una certa vivacita' nel settore informatico - telecomunicazioni, il problema e' che tale settore sembra gia' avere, nella nostra regione, il fiato corto; la cosa penso sia dovuta anche al fatto che dove stentano a rimanere presenti forti realta' industriali, bancarie ecc. e' difficile prevedere che crescano al traino forti realta' legate ai servizi tecnologici e telematici.
 
Bertu
13 Gennaio
1:16
Non credo la Lituania abbia un lungo futuro, dato che ormai e' possedimento UE. La zona offshore la' non durera' a lungo e il paese ha le frontiere periodicamente bloccate dagli agricoltori incazzati, oddio, non che in Polonia vada meglio, anzi. A Torino, vedendola da fuori, mi sentirei di dire solo che il consumo di armi crescera' parecchio e che la citta' ha le sovrastutture produttive necessarie allo scopo. C'e' gia' FIAT Avio (anche se e' una briciola) e di sicuro quelle sono produzioni non traslocabili oltreconfine, tantomeno vicino a noi russi, per evidenti questioni di sicurezza. Con la nascita degli eserciti europei forse varrebbe la pena di pensarci. Certo bisogna mettere un calmiere agli acquisti in USA, ma con le litigate recenti in casa NATO magari si puo' anche.
 
Bertu
13 Gennaio
1:17
POst scriptum. Certo che poi occorre anche una barriera normativa che vi protegga dalle sistematiche rapine lombarde.
 


<Lascia un commento>
Nome E-mail
Url
Testo
Auto-BR (vai a capo a fine riga)

Oggi
Cambio di blog

Nel passato recente
14/4Lo schermo
13/4Fine (I feel)
27/3Rottami
25/3Perso e tradotto
6/3Una salita a Superga
15/2Miracolo a Torino
31/1L'Italia che filtra gli IP

Recenti su fotoblòg

Molto inglese.Attacco degli UFO?Anche qui!
La città vista dall'alto.Scappando dai cavi.La baia di Wellington.
Sull'Oceano al tramonto.Un albero sul cielo in fiamme.Un foro di luce sulla città.

Archivi
Aprile 2006
Marzo 2006
Febbraio 2006
Gennaio 2006
Dicembre 2005
Novembre 2005
Ottobre 2005
Settembre 2005
Agosto 2005
Luglio 2005
Dicembre 2004
Ottobre 2004
Settembre 2004
Aprile 2004
Marzo 2004
Febbraio 2004
Gennaio 2004
Dicembre 2003
Novembre 2003
Ottobre 2003
Settembre 2003
Agosto 2003
Luglio 2003
Giugno 2003
Maggio 2003

Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike