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In galera!
Numero 108 - 23 Novembre 2005 (Mercoledì), 15:42

Vecchio Commonwealth Oggi su fotoblòg

Vecchio Commonwealth

Molto inglese.

La notizia di questa mattina – otto tifosi del Toro arrestati per la folle giornata del 25 agosto, di cui tre spediti dritti alle Vallette – non giunge certamente inattesa. Da settimane, sul forum di Toronews, si trovava in bella evidenza fra gli “importanti” un thread relativo alle paventate conseguenze legali per le manifestazioni di quest'estate; e la preoccupazione che serpeggiava nell'ambiente era pari solo alla solidarietà preventiva già manifestata da moltissimi tifosi.

Io sono, e sono sempre stato, un tifoso caldo dentro ma freddo fuori; un tifoso da curva Primavera. Vado allo stadio, con più o meno assiduità a seconda degli anni, dalla metà degli anni Ottanta; ma non ho mai frequentato il tifo organizzato. Quando quest'estate ho cominciato a scendere in piazza per il Toro, spinto dall'esasperazione e dall'indignazione, ho cominciato anche a conoscere, per la prima volta, alcuni degli appartenenti a questi gruppi, e, per una settimana, a passare le serate e le giornate insieme a loro; e poi, nei mesi successivi, a scoprire sempre di più questo mondo tramite il riverbero (peraltro piuttosto indiretto, e spesso fatto più di incomprensioni che di simpatia reciproca) che se ne ha su Toronews.

I più per bene dei miei amici per bene hanno cominciato a chiedermi: ma come, frequenti quella gente? Oppure a prendermi scherzosamente in giro: attento, ti vedremo prima o poi in galera, o con una spranga in mano! Eppure, sentendo i racconti buffi o drammatici di cinquant'anni di tifo granata, ho cominciato a capire un po' meglio il mondo dei tifosi della curva, scoprendo che tutto è, meno che quello che vogliono farci credere Pisanu e i telegiornali: non è, in particolare, un covo di disadattati, violenti, ignoranti, bestie.

Al contrario, il mondo degli Ultras ha la sua legge, ha le sue regole, ha i suoi leader, ha i suoi valori, molto più di quanto non li abbia la società italiana media, persa dietro allo sgomitare, alla carriera, al consumo e al successo. Prevede una dedizione totale alla causa, al punto da farsi riempire di botte solo per difendere una bandiera; prevede l'onore cavalleresco per cui un ultras, uno vero, può picchiare a sangue senza pietà un avversario, ma non colpirebbe mai una donna o un ragazzino, o un gruppo di tifosi “normali”; prevede una solidarietà totale per cui i problemi di uno sono di tutti, per cui chi non ha una famiglia la trova nel gruppo.

Io non sono e non diventerò mai un Ultras. Non approvo comunque la violenza, nemmeno quando è regolata ed accettata da entrambe le parti; né penso che una squadra di calcio sia un valore sufficiente per metterla in atto. Non approvo nemmeno la mancanza di pietà e la violenza verbale, almeno quando trascende; non mi son fatto problemi a dire chiaramente che, ad esempio, i cori di scherno sui morti dell'Heysel sono disgustosi e vergognosi. E però, stavolta, mi sento dalla loro parte.

Perchè gli Ultras, come i giovani dei centri sociali, come i manifestanti contro il TAV, sono per il sistema una minoranza pericolosa; organizzata, visibile, e poco disponibile a piegarsi in silenzio alle logiche di sfruttamento, di consumismo, di stratificazione sociale che caratterizzano sempre più la nostra società. E quindi anche per loro, come per i disoccupati senza speranza delle periferie francesi, è pronta la qualifica di racaille: di feccia della società, letteralmente di sporcizia in eccesso da buttar via appena possibile. Una qualifica da attribuire con facilità, da sostenere nei salotti televisivi, da gonfiare tramite il disprezzo che deriva dal medio moralismo con di ognuno di noi, dovendosi sentire migliore e dovendo annegare le proprie frustrazioni, gratifica chiunque possa essere identificato come diverso.

Lo dicevo pochi giorni fa a proposito delle manifestazioni contro il TAV: la violenza o la prevaricazione al di fuori della legge non va né giustificata né tollerata, se necessario anche con l'uso della forza pubblica; e se vale per il TAV, vale anche per l'incolumità personale del signor Giovannone. Questo però non toglie nulla al fatto che lo stesso uso della forza pubblica e della legge deve essere giusto, adeguato, e commisurato ai fatti.

E allora, bisogna far notare i fatti, e poi porsi delle domande.

I fatti sono che le "gravi manifestazioni" del 25 agosto sono consistite nell'occupazione di un incrocio stradale, nel presidio di un albergo a Moncalieri, nella successiva invasione e danneggiamento dell'albergo stesso, in un altro raduno davanti al Comune, e nella successiva devastazione degli arredi delle vie circostanti. Sono sicuramente fatti gravi, e vi sono in mezzo certamente dei reati, i cui autori vanno identificati e perseguiti.

Eppure, fino a prova contraria, nessuno si è fatto male (ricordo, al massimo, un poliziotto contuso); vi sono stati danni alle cose, consistenti in una automobile distrutta, arredi spaccati dentro l'albergo, un paio di tendoni del bar distrutti davanti al Comune, qualche vetrina spaccata, un paio di magliette bianconere rubate e bruciate, delle fioriere rovesciate. Nessuno ha rischiato seriamente di farsi male, nessuno ha coinvolto terze persone; a differenza per esempio di Messina, dove sono state bloccate per giorni le comunicazioni tra la Sicilia e il continente, o di Genova, dove i tifosi hanno addirittura sparato pallottole vere contro la Pretura; e non mi risulta che in alcuno di questi casi ci siano stati provvedimenti.

E tutto questo senza menzionare un altro aspetto della situazione, ossia che se può essere vero che l'invasione dell'albergo e i danneggiamenti in centro sono ascrivibili a una minoranza legata al tifo organizzato, in piazza comunque c'erano centinaia di persone, di cui la maggior parte padri di famiglia, donne e bambini, tifosi normalissimi che chiedevano delle risposte che nessuno si è preoccupato di dare; e che l'esasperazione è esplosa solo dopo giorni in cui le istituzioni di ogni genere e tipo hanno raccontato alla gente tutto e il contrario di tutto, incluso, in certi casi, alcune evidenti e palesi bugie. E se questo non giustifica l'uso della violenza né può portare all'impunità, perlomeno va considerato per rimettere le cose nella giusta prospettiva: non dieci violenti in un assalto gratuito, ma centinaia di persone normali abbandonate a difendere un pezzo di storia cittadina dagli squali, nel mezzo di una caotica storia all'italiana.

A questo punto, arrivano le domande.

Innanzi tutto, perchè attendere tre mesi per intervenire? E come sono state riconosciute con certezza le persone? Perchè in piazza c'erano centinaia di persone, e nell'albergo ce n'erano decine: e non sarei nemmeno certo che quelle otto che sono state scelte come capro espiatorio siano state davvero responsabili di qualche atto illegale, vista l'abitudine a colpire nel mucchio. Oppure non è che, trascorsi tre mesi senza cavare un ragno dal buco, sono andati a prendere i primi che hanno trovato, in modo da “colpirne uno per educarne cento” come in Cina? O, semplicemente, perchè a Torino, a differenza di Genova o Messina, c'è qualche magistrato che deve farsi vedere?

Ma poi – senza stare a scomodare fulgidi esempi della giustizia italiana, dall'onorevole Previti in giù, o in su se preferite – come mai una signora che ammazza il figlio diventa una star televisiva, e nel frattempo, pur condannata a trent'anni in primo grado, continua a girare a piede libero; come mai uno che stupra una quattordicenne dopo tre anni esce, per i successivi sette la riempie di minacce senza che la polizia intervenga, e alla fine la accoltella nell'indifferenza generale; e invece, persone che hanno spaccato quattro fioriere vengono prese e sbattute dritte in galera, dopo tre mesi e senza processo, nel biasimo generale di tutti i mezzi di comunicazione, con le foto a tutto schermo al TG5?

E infine, quali sono i reati contestati? Furto di magliette? Spaccamento di parabrezza? Accensione non autorizzata di fumogeni? Sono legati ad azioni specifiche, o, come temo, sono di quei reati d'opinione, come l'adunata sediziosa o la manifestazione non autorizzata, che abbiamo ereditato dal codice Rocco – quello approvato dal fascismo nel 1930 – e che esistono solo per reprimere il dissenso politico e sociale? E in quel caso, perchè incriminare solo otto ultras e non tutte le centinaia e centinaia di persone che erano in piazza a manifestare, donne bambini e vecchi compresi?

Io non dubito che ci sarà un regolare processo, in cui tutto sarà chiarito. Dal canto mio, mi sono già reso disponibile a testimoniare, e anche a partecipare alla colletta per pagare le spese legali della difesa. Perchè, ripeto, nessuno contesta il fatto che chi commette atti di violenza illegali debba essere adeguatamente perseguito e punito; ma non mi va nemmeno che poche persone paghino per una protesta collettiva che ha coinvolto mezza città, e che paghino in modo smisurato, vittime del pregiudizio che colpisce chiunque non si adegui passivamente ai modelli di comportamento passivo della nostra società; per cui ammazzare qualcuno a casa propria va bene, in modo che i giornali ci facciano su un bel servizio e i poliziotti ci facciano una bella figura; ma contestare in piazza, mai.


--vb.

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<Commenti>

Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero.
marco
23 Novembre
16:24
grande vb. ciao.
 
fmf
23 Novembre
16:49
Occapito, vubbi', pero' superficialmente, mi sembra che condannare "minoranza legata al tifo organizzato" serva anche e soprattutto a salvaguardare le "centinaia di persone, di cui la maggior parte padri di famiglia, donne e bambini, tifosi normalissimi" da strumentalizzazioni.

E in piu', quando sento fare (o mi viene da fare, capita speeso anche a me) paragoni tipo quelli che hai fatto tra la franzoni e gli ultra' del Toro penso sempre a cosa mi disse una volta un agente dopo avermi fermato per eccesso di velocita' in risposta alle mie rimostranze per tutte le macchine che stavano sfrecciando: life sucks.
 
fmf
23 Novembre
16:50
E poi cambia i numeri di conferma commenti: i sette sembrano uni...
 
vb
23 Novembre
16:57
ebbè, se fossero facili da indovinare li potrebbe capire anche un computer :)

comunque io non contesto il fatto che uno venga punito per un reato che ha commesso, mi fa specie però notare come con certi "tipi sociali" (ultras) ci sia un accanimento severissimo che non c'è con altri (tizia bene in tailleur): nel tuo caso poteva essere questione di casualità, ma in questo caso mi sembra premeditazione.
 
jest
23 Novembre
17:05
al campanile non c'ero, ma abitando a torino ci sarei andato. Non penso avrei spaccato qualcosa, forse nemmeno la macchina di padovano. Detto ciò sono d'accordo con quanot hai scritto e sono solidale con gli 8 arrestati
 
fmf
28 Novembre
10:02
M'anfatti i miei li capiscono anche i computer, mannaggia mannaggia...

Non ho capito se la tua lamentela e' nei confronti della farsa franzoni o contro chi se la prende con i tuoi amichetti ultra'.
Perche' nel primo caso, sfondi una porta aperta, nel secondo mi fai solo ridere: non fossero del Toro, saresti il primo a dar loro contro.
Ma non per questo sei da biasimare: e' tipico del tifoso non avere la visione chiara...
 
cicciu
4 Marzo
10:07
molto spesso gli ultras vengono provocati dalle forze dell'ordine che avendo una pistola, un manganello un distintivo si sentono dei leoni. LIBERTA' X GLI ULTRA'
 


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