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Numero 99 - 1 Novembre 2005 (Martedì), 12:09
Non credo di essere una persona insensibile e incurante dell'ambiente. Mi sposto spesso in bici e in autobus, differenzio i rifiuti, ho cambiato la macchina da poco anche per averne una più ecologica. Trovo anche che la Valle di Susa sia magnifica, non solo nei suoi luoghi più conosciuti come la Sacra di San Michele, ma anche in una serie di luoghi montani uno più bello dell'altro, da Rocca Sella all'Amprimo, dall'Orrido di Chianocco fino alle frazioni alte di Condove.
Eppure, confesso che non solo non capisco la protesta contro il TAV da Torino a Lione, ma le sue ultime evoluzioni mi lasciano quasi indignato.
Premetto che il tema è difficile e complicato: mi piacerebbe quindi sentire delle argomentazioni serie a favore e contro l'opera, per poter prendere una posizione più meditata. Tuttavia, sono anni che di argomentazioni non se ne sentono più; si parla solo di manifestazioni, slogan, occupazioni, scontri con la polizia, minacce.
E così, a naso, mi chiedo perchè opporsi a una nuova linea ferroviaria ad alta velocità sotto le Alpi, parte di un grande progetto di collegamenti veloci attraverso l'intera Europa, e come tale deliberato a livello Europeo, approvato dal nostro governo e dal nostro Parlamento, nonchè da quelli francesi, nonchè dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino - istituzioni di ogni natura e colore politico.
Saranno tutti pazzi, affaristi, sfruttatori, venduti? A me l'idea di una ferrovia più veloce e più capace (in quella attuale i TIR non ci entrano nemmeno...), che corre quasi completamente in galleria (un tunnel da Susa alla Francia, qualche centinaio di metri all'aperto a Venaus, un altro tunnel fino quasi alla fine della valle), sembra buona.
Da una parte, permetterà di togliere i TIR e il relativo inquinamento dall'autostrada e farli passare sotto le montagne; dall'altra, servirà ad avere finalmente un collegamento ferroviario decente con la Francia e l'Europa. Adesso, ci vogliono cinque ore e mezza per arrivare a Parigi, di cui due ore e mezza sulle Alpi, da Torino a Chambery (210 km), e due ore e cinquanta in Francia, da Chambery a Parigi (580 km): i numeri parlano da soli.
In più, a Torino abbiamo un aeroporto con voli che fanno ridere (ottimi collegamenti con Timisoara, ma nessuno per Amsterdam o Zurigo), e le aziende si spostano a Milano anche per mancanza di infrastrutture e di collegamenti col mondo; in un sistema economico a rete, essere tagliati fuori da comunicazioni efficienti è un colpo mortale.
E a questo si aggiunge ancora il fatto che in Francia, non si capisce come mai, gli ambientalisti e le popolazioni locali sono a favore dell'opera, e si è già cominciato a scavare da due anni.
Poi, per carità, è vero che in Italia sotto Berlusconi sia stato dato impulso alle grandi opere anche per interessi molto personali; che per l'opera siano stati dati incarichi sia alla Rocksoil di Lunardi che al Nomisma di Prodi; che ci siano moltissimi soldi in ballo, e quindi molti sostegni interessati.
E però, devo ancora sentire qualche argomento contro l'opera, a parte "è tutto un magna magna", che mi convinca. E quindi, vediamo quelli dei "No TAV".
Quello sull'amianto è un argomento serio, ma probabilmente gestibile; sia perchè, dicono gli esperti, fanno molto peggio poche fibre di amianto lavorato cadute da un tetto - la Valsusa ne è piena - che un mucchio di polveri grezze estratte da uno scavo, sia perchè basta adottare le opportune precauzioni: esistono ogni giorno centinaia di cantieri dove si lavora con l'amianto senza problemi.
Su quello economico, non sono in grado di valutare, ma prima di dire che le ferrovie non servono più e che tutto sommato possiamo accontentarci di aggiustare le modernissime strade ferrate che abbiamo (la ferrovia della Valsusa è ancora quella inaugurata a metà Ottocento...) ci andrei cauto, specie visto che l'alternativa sono le autostrade, e che gli altri - vedi gli svizzeri col nuovo tunnel del Gottardo - i tunnel ferroviari da 50 km sotto le Alpi li inaugurano a brevissimo, altro che discutere se serva farli.
Ridicolo è l'argomento che "costerebbe caro e sarebbe il treno dei ricchi": forse la vecchietta che prende il treno una volta l'anno per andare ad Alassio si può lamentare che sette euro sono già troppi, ma chi si sposta per affari (il cui termine di riferimento è l'aereo) ha bisogno di collegamenti veloci quasi a prescindere dal prezzo, non perchè sia un Porco Borghese Arricchito ma perchè sono costi intrinseci nel business; costa molto di più dover stare a Parigi due giorni invece di uno perchè ci vanno sei ore ad arrivarci.
Ancora più ridicolo è l'argomento che "la valle ha già dato", nel senso che ospita già l'autostrada e la vecchia ferrovia, e che le comunicazioni dovrebbero passare da qualche altra parte. Peccato che la valle di Susa sia, da secoli, l'unico collegamento possibile tra il Piemonte e la Francia meridionale. E comunque, è un po' come se gli abitanti di Loano si opponessero all'ampliamento degli stabilimenti balneari, perchè "hanno già dato" ospitandoci per le ultime cinquanta estati.
A tutto questo si aggiunge il solito argomento del "non nel mio cortile", per cui ognuno vuole continuare ad avere tutti i vantaggi della società moderna, ma nessuno vuole farsi carico di alcuno degli aspetti potenzialmente spiacevoli. E questo è puro e semplice egoismo.
La cosa agghiacciante, insomma, è che ormai non è nemmeno più necessario presentare un motivo ragionevole per opporsi a quest'opera: la protesta è diventata un mugugno perpetuo e irresolubile contro il mondo, che non può essere calmato in alcun modo e per nessuna ragione.
E così, si arriva agli episodi di ieri, con qualche centinaio di persone che si inerpicano per i boschi per impedire l'accesso a un terreno dove si dovrebbe fare uno scavo, solo per capire se l'amianto c'è o non c'è e poi decidere che fare; operazione concordata in precedenza con gli stessi oppositori del TAV, proprio per venire incontro ai loro dubbi sui rischi ambientali, e già rimandata innumerevoli volte per evitare lo scontro.
Già che ci sono, i manifestanti infangano la memoria della Resistenza dichiarando di "aver seguito i sentieri dei partigiani per opporsi alla dittatura", come se la Bresso fosse un gerarca fascista; così, non sapendo che fare, nella loro lotta per la democrazia insultano giornalisti e carabinieri e bloccano la ferrovia in segno di pace; e poi hanno anche la faccia tosta, dopo anni di discussioni e di rinvii all'infinito, di accusare le istituzioni di rifiutare il dialogo.
Al TG regionale, gli chiedono le loro ragioni: il massimo che ne viene fuori è una signora isterica che, in perfetta buona fede, grida al microfono che "qui in valle non si può più uscir di casa perchè abbiamo il settanta per cento di inquinamento". Dice proprio così, "il settanta per cento di inquinamento".
Trovo ancora più vergognoso che siano i sindaci, che dovrebbero mediare e rappresentare le istituzioni, a guidare i blocchi ferroviari: senso dello Stato, zero. Perchè questo è innanzi tutto un fallimento della politica, della sua capacità di spiegare le cose ai cittadini, e insieme di far capire che persino in Italia, almeno una volta ogni tanto, è necessario che gli egoismi si facciano da parte; che si ottengano tutte le migliorie e le garanzie possibili, ma alla fine si possa anche costruire qualcosa. E invece, i politici locali hanno coltivato questi egoismi per interesse personale, fino a trasformarli in una rabbia tanto incontrollabile quanto insensata e fine a se stessa - ottenendo per i propri cittadini, probabilmente, molto meno di quanto si sarebbe potuto avere con un dialogo serio.
In un paese normale, a fronte di tutti questi piagnucolii da cinquenni, e dopo averli sopportati per anni e anni fino all'esasperazione, le istituzioni risponderebbero nell'unico modo in cui si può far ragionare un bambino: con quattro ceffoni. E quindi, per una volta, sono d'accordo con l'intervento della polizia, blitz notturno compreso; anzi, ancora complimenti per essere riusciti a far partire i lavori senza dover picchiare nessuno.
Ah, e a quelli che sicuramente diranno che la mia è una posizione sulla pelle degli altri, faccio notare che la cosa riguarda direttamente anche me, visto che il progetto prevede un tunnel di collegamento con l'interporto di Orbassano che passerebbe a cento metri da casa mia. E naturalmente, ho tutte le intenzioni di interessarmi perchè sia costruito con le opportune garanzie per chi ci vive vicino. Ma non pretendo certo che quel poco progresso che può ancora realizzare l'Italia si fermi solo perchè dovrebbe passare di fronte a casa mia.
--vb.
<Commenti>
Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero. |
D.
2 Novembre 17:31
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Mi pare che tu abbia descritto perfettamente la situazione e che ci sia nulla da aggiungere a parte dirti che hai perfettamente ragione
D.
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Pier Paolo
8 Novembre 11:46
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io credo che, quando si vuole analizzare le posizioni di due parti contrapposte, lo si dovrebbe fare con più lucidità di quella messa in questo post. Certo, c'è già qualcosa di buono, un tentativo di presentare i due punti di vista, ma di parte fin dall'inizio. A te sono antipatici i "no tav", e dai loro addosso fingendo di aver soppesato anche le loro ragioni. Ma poi fai come al tg1, metti in cattiva luce la fazione che non ti piace, presentandone solo motivazioni puerili. Certo, una parte di quel popolo non sa di cosa sta parlando, eppure ha capito che c'è un pericolo e si è mobilitato per contrastarlo. Segue i propri leader, ovvero quei sindaci evidentemente più informati, che hanno delle buone ragioni per fermare quel che sta succedendo, un pò come il sindaco di Erto aveva chiesto la sospensione dei lavori della Sade (vedi lo spettacolo di Paolini sul Vajont). Solo perchè son piccoli hanno torto, sembri dire. Forse nella tua furia commentatrice hai, come facciamo un pò tutti in questa società malata, avuto un pò troppa fretta di trarre le tue conclusioni.
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Frank
8 Novembre 16:49
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Ho metabolizzato questo tuo post per qualche giorno prima di commentare.
Come dici tu "sono anni che di argomentazioni non se ne sentono più; si parla solo di manifestazioni, slogan, occupazioni, scontri con la polizia, minacce", e questa volta ho cercato di andare oltre. Leggendo un po' sui siti dei no tav emerge una situazione non molto diversa da quella che si profila per il ponte di Messina: un'opera gigantesca di dubbia utilità , ma soprattutto in perdita.
Vediamo alcuni punti:
il treno sotto quel tunnel a 300 km/h non ci può andare, al massimo a 70/80, cosa fattibile anche sulla vecchia linea, magari adeguatamente ristrutturata; i flussi delle merci sono nord-sud e non ovest-est; il cantiere sarà eterno, con migliaia di camion che trasportano materiale di scavo, ergo polvere e rumore per 10 anni.
Tutti vogliamo una nuova vita per Torino e questo paese in generale, ma siamo sicuri che tutto ciò passi per una nuova furia cementificatrice? Siamo nell'era dell'informazione, è sensato spendere queste montagne di soldi per opere "vecchio stile"?
Ho molti, molti, molti dubbi. Solo qualche tempo addietro avrei detto che questi montanari rompono i coglioni ed ostacolano il progresso. Oggi non lo so.
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loredana
11 Novembre 8:33
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ti rispondo brevemente forse se vai a documentarti un po prima di dire che difendiamo il nostro cortile fai più bella figura.
Il tuo punto di vista assomiglia molto a quello dei disinformati o che bevono come oro colato le notizie che si sentono sul tg senza andare a vedere realmente quello che succede, non stiamo difendendo il nostro cortile ma la nostra vita e quella dei nostri figli. Ti consiglio di collegarti al sito www.notav.it e poi non so se rimarrai della stessa idea. Ti saluto cordialmente
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giuseppe
15 Novembre 17:44
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Quello che dici si potrebbe applicare benissimo anche al ponte di messina. Anche lì non a caso si stanno formando dei comitati che si oppongono alla mega opera. Quello che mancano però sono dati che giustifichino dal punto di vista economico l'opera. In Sicilia ad esempio il flusso di merci e persone non giustificherebbe neanche una autostrada fra Palermo e Messina, figuriamoci un ponte fra Messina e la Calabria. Se progresso deve essere deve essere anche giustificato o deve essere progresso a tutti i costi? E tornando alla tav quali sono i flussi commerciali fra il Piemonte e la Francia,mai che nessuno ne parli citando dati reali. Con tutto il rispetto della potenza commerciale piemontese e italiana il costo di quest'opera non ci da un vantaggio reale. Queste cose si possono studiare e infatti qualcuno l'ha fatto. L'opera sarà sempre in perdita un po' come il tunnel sotto la manica.
E comunque la fretta è una cattiva consigliera guarda cosa è successo al mugello:
http://www.legambientemugello.it/
saluti
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joe
16 Novembre 18:55
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Ma che cacc*io ci dovete andare
a fare a Parigi in 4 ore? Viviamo
nell'era dell'informazione, i bit
viaggiano sempre più veloce di
qualunque TGV Atlantic da 520Km/h.
Invece andare a Tunisi a fare la
fila in 22mila per andare al cesso
non potevate usare la videoconferenza?
Forse non avete banda sufficiente?
Quanto alla citazione della vecchina
che prende il treno una volta
l'anno e troverebbe spropositato
anche 7 euro per andare ad Alassio
mi sembra totalmente campato per aria.
Forse non lo sai ma l'ETR450
(il famoso pendolino) esiste
da almeno 20anni..., eppure se
ne vedono ancora così pochi. E
quei pochi che ci sono costano
uno sproposito rispetto a quelli
"normali".
Ma i treni veloci ci sono e i binari pure, certo non per fare i 350Km/h
ovunque. Solo che non circolano.
Se vuoi andare a Roma da Torino
con l'EuroStar devi passare
prima per Milano e svegliarti
alle 5 del mattino. Si risparmierebbe
un'ora buona se fosse diretto.
Vogliamo parlare della situazione
della rete ferroviaria nelle
altre regioni d'Italia? La
Sicilia è in gran parte ancora
a binario unico.
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Adriana - Redazione RAZ
18 Novembre 11:38
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Questa sera alle ore 18 (con replica alle 22) all’interno della rubrica “Parola di Blogger†leggerò alcuni post sulla TAV. Avendo trovato il tuo blog molto interessante, ho deciso di leggerlo in trasmissione. Se vuoi ascoltarlo devi sintonizzarti su www.radioalzozero.net, la radio solo sul web. Ti ricordo inoltre che è attivo il nostro blog al sito www.razblog.net, per comunicare con noi.
Ciao e Grazie
Adriana - Redazione di radioalzozero
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