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Gianni Vattimo ha rotto i coglioni
Numero 86 - 5 Agosto 2005 (Venerdì), 18:45

Vecchio Commonwealth Oggi su fotoblòg

Vecchio Commonwealth

Molto inglese.

In realtà, avrei voluto intitolare questo post "Heavy Fuel", in omaggio al pezzo più sotto riportato; perchè questa mattina, svegliandomi (la sveglia ufficiale, dopo tre o quattro volte durante la notte) con un gran mal di testa dopo una bella serata e dopo la sbornia più emozionante della mia vita, sapevo di dover recuperare il CD e metter su quella canzone, come sigla ufficiale della giornata. E così, mentre camminavo davanti alla cucina mimando una andatura alla Schwarzenegger che tenta inutilmente di far ridere (per quanto, più facilmente, dovesse assomigliare a quella del suo gemello Danny De Vito), ho anche pensato che, per entrare meglio nel personaggio, dovrei comprarmi degli occhiali da sole.

E però, l'oggetto di questo post è invece l'esimio professor Gianni Vattimo, che ieri ne ha combinata un'altra delle sue.

Chi non è di Torino conoscerà Vattimo di fama: è uno dei maggiori filosofi del ventesimo secolo. Chi è di Torino e legge la Busiarda, purtroppo, si imbatte di frequente nelle sue incursioni nella politica e nella vita locale, in cui ama intromettersi.

Il personaggio, in realtà, sarebbe anche simpatico, e tenderebbe a far tenerezza. Di persona, l'ho visto due volte; una sul treno per Milano, e una ad un convegno a Palazzo Nuovo, in cui io, rappresentando gli studenti del Politecnico, mi beccai una bordata di fischi ("siete il braccio armato della Confindustria!") dagli autonomi del posto, anche se nulla rispetto a quello che successe quando dovette parlare il rappresentante del FUAN. Furio Colombo, che moderava il convegno, prese una posizione dominante sul palco e cominciò ad urlare "Ecco, dopo questo potete soltanto sparargli!". Mentre io, per la mia salute, speravo che quelli non lo facessero davvero, Vattimo, seduto un paio di sedie più in là, era perso in qualche riflessione, presumibilmente di tipo metafisico.

Eppure, non può non far tenerezza la sua confessione pubblica, qualche mese fa, di amare follemente un cubista ventenne, che però lo ricambia debolmente per via delle sua scarsezza come "oggetto sessuale"; così come fa tenerezza il modo da superpollo in cui si è fatto trombare alle ultime elezioni europee.

Ancor più tenerezza mi fece quando, una decina d'anni fa, i borsisti del Poli che si occupavano delle riprese del Consorzio Nettuno mi fecero vedere di nascosto i "dietro le quinte" delle sue lezioni: in pratica, per prepararsi spiritualmente, Vattimo fischiettava. Ma non per dieci secondi, non per mezzo minuto: per venti o trenta. E così, per mezz'ora, si poteva osservare un distinto professore universitario che canticchiava, sbirulava, soffieggiava assente, cercando la concentrazione necessaria.

Eppure, quando si mette di buzzo buono, e in particolare quando parla della gestione di Torino, Vattimo è veramente insopportabile. Il problema è che pare essere l'archetipo del torinese medio: lamentoso, negativo su tutto, e refrattario a qualsiasi novità.

L'occasione di ieri, poi, era la notizia che la Smat, ex Azienda Acquedotto Municipale, sponsorizzerà il Toro con un milione di euro e rotti nel caso in cui Cimmi fallisca e si riparta con una nuova società dalla serie B. Capisco l'obiezione che l'azienda acquedotto non abbia particolare bisogno di pubblicità, anche se è una obiezione insensata, visto che il mercato dell'acqua è ormai liberalizzato, che la Smat si è già comprata l'acquedotto di Genova, e che ambisce a diventare uno dei maggiori gruppi italiani del settore.

Ma anche fosse, ci sarebbe da chiedersi perchè le amministrazioni pubbliche di mezza Italia, da Palermo a Lecce fino a Firenze, sponsorizzano le relative squadre di calcio; forse che hanno capito che la squadra di calcio locale (e ricordiamo che la Juve, a Torino, non lo è: del resto per Toro-Perugia l'anno scorso allo stadio c'erano più spettatori che per Juve-Liverpool, semifinale di Champions League...) è insieme un volano di interessi economici, un veicolo fondamentale di immagine per la città, e una componente essenziale dell'identità locale; e che in una città che difetta sopratutto di fiducia, spirito di iniziativa e voglia di fare, lasciar morire la squadra di calcio sarebbe un segnale per tutti che dice "signori, si chiude".

In realtà, l'obiezione di Vattimo si spiega con l'idea che tanto a Torino va tutto male, va tutto storto, va tutto in vacca, e quindi non vale la pena che chi è responsabile della città si sbatta e utilizzi tutti gli espedienti possibili per salvare il salvabile o, non sia mai, costruire qualcosa di nuovo.

Del resto, gli altri interventi del professore nella vita sociale non sono molto diversi: ad esempio la campagna contro il parcheggio di piazza San Carlo, che anch'io trovo una scelta urbanisticamente sbagliata, ma che è comunque una opera utile a togliere un po' di macchine dalle strette vie del centro e metterle sotto terra; e invece no, è lotta dura, con tanto di ricorsi e battaglie legali: non sia mai che a Torino si riesca a costruire qualcosa - perdipiù, un'opera "plebea" come un volgarissimo parcheggio, che rovinerà con due griglie di aerazione i nostri bei cubetti di porfido del primo Novecento (talmente belli che i giapponesi, si sa, vengono in massa ad ammirarli).

Ma la più incredibile e famosa "rottura di coglioni" di Vattimo resta quella del Capodanno 2002, quando, stando alle cronache, durante la prima notte dell'anno un irritatissimo Vattimo telefonò a casa del sindaco Chiamparino per lamentarsi che "è mezzanotte e mezza e qui sotto casa mia, in piazza Castello, c'è ancora gente che fa casino". Non contento, lanciò interviste ai giornali e campagne pubbliche perchè venisse una buona volta vietato che a Capodanno la gente continuasse a festeggiare in piazza dopo la mezzanotte.

Insomma, soltanto a Torino e a un torinese può sembrare uno scandalo pubblico che la notte di Capodanno, nella piazza più centrale della città, ci sia gente che festeggia fino - orrore! - all'una di notte, non lasciando dormire i bravi ed onesti cittadini che lavorano tutto il giorno eccetera.

E però, in una città che ha disperatamente bisogno di vita, di voglia di fare, di rumore e attività, questo genere di pensiero debole ha veramente rotto i coglioni.


Last time I was sober, man I felt bad
Worst hangover that I ever had
It took six hamburgers and scotch all night
Nicotine for breakfast just to put me right
'Cos if you wanna run cool
If you wanna run cool
If you wanna run cool, you got to run
On heavy, heavy fuel

My life makes perfect sense
Lust and food and violence
Sex and money are my major kicks
Get me in a fight I like dirty tricks
'Cos if you wanna run cool
Yes if you wanna run cool, you got to run
On heavy, heavy fuel

My chick loves a man who's strong
The things she'll do to turn me on
I love the babes, don't get we wrong
Hey, that's why I wrote this song

I don't care if my liver is hanging by a thread
Don't care if my doctor says I ought to be dead
When my ugly big car won't climb this hill
I'll write a suicide note on a hundred dollar bill
'Cos if you wanna run cool
If you wanna run cool
Yes if you wanna run cool, you got to run
On heavy, heavy fuel


Dire Straits - Heavy Fuel
[On Every Street, 1990]


--vb.

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<Commenti>

Attenzione: quanto segue potrebbe non essere vero.
matteo
23 Settembre
12:06
geniale anche se un po' fazioso
 
hachi
5 Gennaio
14:01
io ci ho studiato, con Vattimo. era molto affascinante, finchè non grattavi troppo la superficie. Che tristezza l'intervista alla Stampa che ha rilasciato. Mi ha fatto pena. mi resta un dubbio: ma ci fa o ci è?
 
Patroclo
22 Ottobre
11:41
Sulle sponsorizzazioni alle squadre di calcio Vattimo ha ragione.
Sono soldi nostri buttati al vento sia perchè una municipalizzata non ha bisogno di pubblicità, sia perchè non spetta certo all 'acquedotto occuparsi di risollevare le sorti di una squadra di calcio che avrebbe l' utilità (e su questo avrei parecchie obiezioni) di dare un segnale ai cittadini. Che si dia, il segnale, con servizi efficenti non con un campionato di calcio. Che si investa quel milione e mezzo di euro sui servizi. Sarebbe più utile, non credi?
Su capod'anno hai ragione però converrai con me che Vattimo è un grande ma ha 64 anni. E' naturale che abbia qualche ingiustificato sclero. Io non sono per santificare le persone o per l' intoccabilità dei mostri sacri come Vattimo ma visto che lui è un gran filosofo, uno di cui si può andar fieri da italiani, io avrei più rispetto.
Magari contesta le sue scelte o sparate se per te sono sbagliate ma dirgli che "ha rotto i coglioni" mi sembra eccessivo. No?
 


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