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Numero 106 - 17 Novembre 2005 (Giovedì), 18:22
Oggi è stata una giornata relativamente tranquilla. A parte i numerosi commenti sulla stampa internazionale a proposito dell'accordo di ieri, l'unica novità riguarda il meeting parallelo: sia ieri sera che oggi pare che gli incontri del “controsummit” si siano svolti regolarmente, in centro a Tunisi. Del resto, era abbastanza improponibile l'idea di impedire con la forza un incontro a cui partecipavano un Premio Nobel per la Pace e lo Special Rapporteur for Human Rights delle Nazioni Unite. Oggi, poi, sono stati esposti al pubblico i dissidenti in sciopero della fame da oltre un mese per protestare contro la repressione: e chi c'è andato racconta che non è un bel vedere. Ma, come dicevano a mezza voce i diplomatici, da parte tunisina è stupido reprimere queste cose e alzarne così la visibilità: tanto fra due giorni ce ne andiamo tutti.
E così, oggi vi parlerò soprattutto di costume. La trasferta ad Hammamet è terribile: con le navette ufficiali, tra la strada da fare e la necessità di fermarsi in tutti gli alberghi della zona, ci vogliono due ore, e la prima sera siamo usciti dal Summit poco dopo le 19 – dovendo andare a recuperare i bagagli con un'auto di servizio dell'ambasciata, per poi farci lasciare dove partono le navette – e siamo arrivati in albergo alle 23:30 passate, che sono diventate l'una per avere la stanza e una cena (sulla quale il cameriere ha cercato di fregarci una ventina di euro).
In compenso, Hammamet pare davvero un bel posto: l'albergo è nettamente migliore e più nuovo di quello di Gammarth, e tutta la strada è circondata dagli alberghi più fantastici e strani, a forma di palazzo arabo o con grandi vetrate e giochi d'acqua, quasi come Las Vegas anche se immensamente più in piccolo (di solito hanno due o tre piani al massimo). Noi siamo in particolare a Yasmine Hammamet, una zona autocontenuta interamente riempita di albergoni di lusso per turisti; però, passando in città per arrivarci, ho visto una quantità infinita di localini e ristoranti, molti anche aperti, nonostante si sia fuori stagione. Sarebbe un bel posto per venirci in vacanza con qualcuno.
Ho anche visto il mare in relativa lontananza, dal balcone della mia camera, all'alba; il mio albergo è l'ultimo della fila, e quindi dentro il muro ci sono piscine e palme, fuori solo terreno brullo con un po' di macchia, fino al mare. Invierò la foto quanto prima.
Ad ogni modo, per evitare le tremende navette, io e i miei sodali abbiamo incominciato a scroccare passaggi a CENTR, che ha noleggiato un'auto con autista (il costo medio di questo genere di servizio è di un centinaio di euro al giorno tutto compreso, quindi abbastanza abbordabile per un viaggiator d'affari).
Il problema è che siamo in tre pigiati dietro in una Peugeot 407, e l'autista guida in modo, ehm, “sportivo”. In pratica, sull'autostrada (gobbosa e sorvegliata da una coppia di poliziotti per chilometro, con altri poliziotti fermi sulle corsie di accelerazione di ogni svincolo...) veleggia sopra i centoventi, e si diverte a superare chiunque in malo modo.
Ieri, però, abbiamo incrociato un corteo che, procedendo a cento all'ora, bloccava l'autostrada: l'unica possibilità era restare accodati per 80 chilometri. Allora lui ha deciso che doveva assolutamente farci vedere lo spettacolo da vicino, e zigzagando sulla corsia di emergenza ha superato tutta la coda per assestarsi a dieci centimetri dalla fine della moto che chiudeva il corteo; e continuamente accelerando e poi inchiodando per evitare di travolgerla.
Naturalmente, durante gli 80 chilometri, si sono avvicinati altri autisti cercando di svolgere lo stesso servizio di voyeurismo; e lui però, tenace, non ha mai desistito, accelerando per poi chiuderli in frenata e prendendoli praticamente a portellate, e poi vantandosi della propria efficienza. Il massimo è stato sullo stradone a tre corsie che porta da Tunisi alla zona delle esposizioni, dove varie auto hanno cominciato a cercare di superarlo sia a destra che a sinistra, e allora lui ha dovuto impegnarsi per riuscire a chiudere entrambi i lati; sembrava di giocare alla Playstation, però con le macchine vere.
Tuttavia, il tratto di Tunisia che costeggia l'autostrada è davvero interessante; è brullo, rossiccio e quasi disabitato, ma tutt'altro che piatto; l'autostrada deve anzi attraversare una zona collinosa che ricorda molto il Colorado. Il contrasto con la distesa di case bianche di Tunisi è notevole: perchè qui l'ambiente assomiglia alla Sicilia, e le case sono bianche e dal tetto piatto, di solito basse, talvolta con l'armatura pronta per costruire un altro piano sopra il tetto. Sembrano anche piuttosto degradate, a dire il vero.
Ieri sera, comunque, siamo andati al ricevimento dell'Ambasciatore italiano. Già arrivarci è stato un problema: dallo stand italiano ci avevano detto di andare al parcheggio "Giallo 2", dove ci attendeva un autobus. Peccato che il suddetto parcheggio si sia rivelato essere un vialone di due carreggiate da tre corsie l'una, assolutamente in mezzo al nulla, che procedeva per un paio di chilometri e che era occupato da macchine e autobus abbandonati in mezzo alla strada per ogni dove. L'idea degli organizzatori era che l'autista ti portasse lì e poi ti spiegasse (solo in arabo) di indicargli dove volevi scendere. In pratica, l'intero vialone era cosparso di persone disperse che vagavano per ogni dove cercando delle auto, o delle navette, o salendo e scendendo a caso dai mezzi che passavano, disperate.
Ad ogni modo, partiti con venti minuti di ritardo, siamo arrivati al ricevimento. E anche se non sono riuscito a salutare il Ministro, ho trascorso la serata chiacchierando con gente di vario tipo. Ho fatto tutta la coda per la cena (buffet in piedi, e chiaramente molti più invitati del previsto) con Fiorello Cortiana, avendo anche il piacere di conoscere non solo altri parlamentari come Gentiloni e Palmieri, ma anche Achille Bonito Oliva, a Tunisi per le manifestazioni collaterali. La cena peraltro è stata davvero ottima, e il giardino dell'Ambasciata magnifico. E in più, in un angolo c'era un folto gruppo di persone che guardavano la partita della Nazionale in televisione... Ah, l'aria di casa!
Stamattina poi si è svolto al padiglione italiano un importante evento, con tra gli altri Cortiana, Gilberto Gil, e in videoconferenza da Roma Stefano Rodotà. Si voleva lanciare l'appello per una carta dei diritti della rete, e se non posso darvi un sito vero e proprio è colpa mia, visto che devo farlo da un paio di settimane ma non sono riuscito a finirlo. Ma l'evento è stato un successo, sia verso i vari giornalisti italiani – il Ministero ne ha portati e scarrozzati qui una ventina – sia verso il pubblico internazionale, con vari gruppi che si sono fatti avanti per condividere l'idea.
E poi, un altro evento al pomeriggio, in cui ero sul palco a discutere di collaborazione tra i vari gruppi d'interesse; e la riunione del nostro Caucus della Internet Governance. Adesso, mandato questo post, cercherò di capire se, per una sera, riesco a tornare in albergo per l'ora di cena; e ad andare finalmente a dormire a un'ora decente.
--vb.
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