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domenica 4 Dicembre 2011, 13:06

La politica aspetta il morto

È da quando sono bambino, allievo delle vicine scuole Baricco e Maritano, che vedo persone morire sulle strisce pedonali di corso Peschiera all’altezza di via Sagra San Michele. E’ un attraversamento pericolosissimo in cui si concentrano vari fattori di pericolo; sta subito dopo l’incrocio con via Bardonecchia, a cui c’è un semaforo che è sempre verde o per l’una o per l’altra strada, e da entrambe le strade le auto arrivano a velocità sostenuta, visto che da via Bardonecchia ci si immette quasi senza curvare, mentre corso Peschiera è uno stradone rettilineo a sei corsie.

Il tutto è complicato dal fatto che ci sono auto che inchiodano e svoltano a sinistra verso via Sagra San Michele in modo vietato, usando un varco nel controviale che sarebbe riservato alla scorta del giudice Caselli, che abita proprio lì accanto. I pedoni che attendono di passare – spesso bambini, perché all’angolo c’è un grosso negozio di giocattoli – sono sostanzialmente invisibili, persi nell’ombra in mezzo agli alberi sulla banchina. Qualche anno fa hanno fatto un attraversamento semaforizzato solo cento metri più su, ma, per abitudine decennale, quasi tutti continuano a usare le strisce in quel punto.

Sabato 15 ottobre, come molti sabati, passavo di lì subito dopo pranzo; è sul percorso da casa di mia mamma a casa dei genitori di Elena. Arrivavo da corso Peschiera con una fila di verdi, e ho visto un’auto accostare sulla destra subito dopo via Bardonecchia. Sembrava volesse far scendere qualcuno; ci ho messo qualche secondo a capire che era il raro automobilista che decide di fermarsi per far passare i pedoni sulle strisce. Tutti gli altri davanti a me l’hanno capito tardi, e all’ultimo secondo hanno cominciato a inchiodare. Anche io ho inchiodato, e abbiamo mancato di poco uno spettacolare tamponamento a catena. Accanto a me, sulla corsia di sinistra, uno non si è proprio fermato e ha attraversato le strisce a settanta all’ora, mancando di un metro i pedoni.

Lunedì 17 ottobre dunque sono arrivato in ufficio e ho deciso di fare qualcosa; ho presentato questa mozione, intitolata “Messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali non semaforizzati”, che impegna l’assessore a fare una ricognizione di tutti i casi in cui vi sia un attraversamento di questo tipo, per poi decidere se installare un semaforo, mettere un dosso, o chiudere il passaggio se se ne può fare a meno, visto che possiamo discutere per ore sull’inciviltà degli automobilisti, ma non cambieremo mai la loro testa; quel tipo di attraversamento è soltanto un invito alla strage.

Dal 17 ottobre, tuttavia, la mozione giace abbandonata nei cassetti, in attesa che il presidente della seconda commissione, quella che si occupa di urbanistica, edilizia, viabilità e trasporti, decida di metterla all’ordine del giorno. Il perché ve l’avevo raccontato in un post proprio il 15 ottobre: “sarebbe bello parlare di viabilità e trasporti, ma la relativa commissione è intasata di palazzi da costruire e dunque non ce n’è mai il tempo”.

La seconda commissione è un buco nero, e lo è in particolare per le nostre mozioni: dopo questa ne ho presentate altre, per reprimere gli accessi non autorizzati alle zone pedonali, per combattere la doppia fila, per chiedere di aumentare le tariffe della sosta privata piuttosto che il biglietto dei mezzi pubblici. Nessuna è ancora stata messa all’ordine del giorno: sono perse nel limbo.

Ieri, come avrete letto, è successa la stessa identica cosa che è successa a me il 15 ottobre, ma questa volta l’auto sulla corsia di sinistra ha falciato la vita di tre persone, tra cui un bambino. A me è venuta una gran rabbia; per carità, anche se la mozione fosse stata prontamente discussa e approvata non è che un minuto dopo avrebbero messo il semaforo. Ma è evidente che l’amministrazione non ha attribuito alcuna importanza a questo tema.

Adesso, improvvisamente, questo diventerà un problema urgente. Scommetto che a brevissimo metteranno il semaforo; già successe così pochi anni fa in un altro noto attraversamento pericoloso, quello di via Pietro Cossa angolo via Nicomede Bianchi, subito dopo che un nonno morì investito per salvare la nipotina. Scommetto anche che ora in consiglio comunale pioveranno altre mozioni, richieste, interpellanze. Magari anche la mia verrà calendarizzata al volo, oppure chiederò che venga messa ai voti in consiglio comunale senza che sia passata dalla commissione (di solito questo implica una bocciatura certa, ma in questo caso chi oserà votare contro?).

E poi? E poi succederà come con questa mozione la cui esistenza ho scoperto poco fa: presentata il 7 aprile 2008 dopo l’investimento di via Pietro Cossa, rimasta nel cassetto un anno, e poi approvata il 6 aprile 2009. E non servita a niente. Perché o questa cosa se la prendono a cuore il sindaco, l’assessore e i dirigenti dallo stipendio di giada, oppure non succederà niente: i consiglieri comunali possono solo sollecitare. Chissà se i torinesi riusciranno a far capire a Fassino che questa è una priorità.
[tags]viabilità, trasporti, incidente, consiglio comunale, torino, pedoni[/tags]

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4 commenti a “La politica aspetta il morto”

  1. Enrico:

    Per quel che mi riguarda la situazione di inciviltà del traffico ha raggiunto un livello intollerabile. Bisognerebbe riempire di autovelox random e a tappeto il territorio nazionale e instaurare negli automobilisti una sana e genuina paura di essere toccati nel portafoglio, che è l’unica cosa che capiscono. Tanto chi guida da persona responsabile e rispetta i limiti non ha nulla da temere.
    E poi, per fare bene le cose, piazzare telecamere ad ogni incrocio, in modo da poter registrare cosa è veramente successo in caso di incidente. E magari beccare, come in questo caso, l’assassino che se la dà a gambe.
    Le altre soluzioni sono solo dei palliativi politically correct.

    “possiamo discutere per ore sull’inciviltà degli automobilisti, ma non cambieremo mai la loro testa”

    Affermazione realista ma di una tristezza infinita. Rassegnarsi allo schifo imho causa ancora più schifo.

    P.S.
    Ma possibile che tra tutta la gente che c’era l’unica testimonianza che si è riusciti a raccogliere è che “era una clio scura”?

  2. mousse:

    D’accordo, o quasi: bisognerebbe anche mettere dei limiti di velocità sensati. E gli autovelox, dossi e quant’altro solo dove serve. Non ha senso mettere gli autovelox su una strada secondaria su cui non si affacciano case solo perchè è diritta e uno è invogliato a premere l’acceleratore con sicurezza.

    Fermo restando che i semafori pedonali sono indispensabili su certe strade, ma bisogna beccare chi non li rispetta, se no finisci come a Milano in viale Fulvio Testi (che è simile al viale torinese di cui parla Vittorio) in cui se ti fermi al semaforo pedonale ROSSO rischi di essere tamponato.

  3. Anonimo codardo:

    Leggo [0] di sicuri aumenti dei trasporti pubblici a Torino. Gli aumenti colpiranno anche gli abbonamenti annuali (forse la maggiore voce di entrate nella vendita del servizio).

    Sarebbe un bel gesto da parte del GTT includere nell’abbonamento urbano annuale anche l’abbonamento annuale al Tobike (o una quota maggioritaria di esso, ora è a 25€). Invoglierebbe chi già è abituato ad usare i mezzi pubblici ad usare il bike sharing per spostarsi.

    [0] http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/12/06/news/gtt_sale_1_50_euro_il_biglietto_del_bus-26150585/

  4. max:

    Ma no, bastano i dossi, metti un bel dosso prima di un attraversamento pedonale e stai tranquillo che per non scassare gli ammortizzatori (mica per altro) rallentano tutti. Già che ci sono segnalo anche l’attraversamento di corso Agnelli in corrispondenza di via C. Del Prete (che per ora non conta nessun morto).

 
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