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Archivio per il mese di Settembre 2021


mercoledì 29 Settembre 2021, 20:32

Il cambiamento climatico è grave, ma non è serio

Il riscaldamento globale è un fenomeno epocale, per cui epocali sono anche le buffonate che lo accompagnano.

E’ una buffonata il mega incontro e manifestazione di giovani che discutono – capeggiati da una ragazzina autistica a cui però adesso hanno affiancato un’africana, perché donna e disabile sì ma se non sei nera non sei comunque abbastanza politicamente corretta – e dopo giorni di ponderazioni partoriscono come unico risultato “fate subito qualcosa, è colpa vostra”. Ed è ovviamente una buffonata anche maggiore la gara dei politici a farsi fotografare colorandosi di verde, ben sapendo che tanto poi la cosa finirà lì.

Infatti, il riscaldamento globale è un problema che l’umanità non può né affrontare né risolvere. Intanto, tre quarti dell’umanità – Cina in testa – ha altre priorità ben più urgenti, principalmente legate al mettere insieme il pranzo con la cena; le riduzioni che potremmo fare noi “ricchi” sarebbero contemporaneamente troppo limitate per cambiare il trend e troppo impattanti sulla nostra economia.

Alla fine, nessuno sa esattamente se e quando una eventuale catastrofe climatica spazzerà via gran parte dell’umanità, ma se così è, tale catastrofe è inevitabile perché l’umanità per definizione non è in grado di prendere decisioni coordinate, specialmente decisioni che siano molto penalizzanti ora per avere effetti nel lungo termine. E infatti, i mega summit mondiali si concludono per forza con dichiarazioni cosmetiche e qualche vago impegno a vent’anni, che tanto sarà disatteso fin che la tecnologia non lo renderà possibile senza sforzo, perché nessun politico vuole perdere consenso imponendo sacrifici.

Inoltre non sapremmo nemmeno che decisioni prendere: stiamo tutti chiusi in casa per non generare emissioni? Mangiamo solo erba? Dormiamo al freddo? In gran parte, le tecnologie alternative per mantenere uno stile di vita più o meno simile all’attuale costano di più e non sono ancora disponibili su una scala di massa; e comunque, a parte una minoranza di stoici votati al sacrificio, la maggior parte dell’umanità non è interessata a cambiare il proprio stile di vita, e al massimo può accettare la sostituzione di una tecnologia con un’altra più ecologica, purché non costi troppo.

L’unica vera speranza sta dunque nel naturale progresso tecnologico. Se esso sarà insufficiente e se dunque gli stili di vita cambieranno, sarà perché la popolazione vi sarà costretta con la forza – quella delle armi, quella dei soldi o quella della natura. In attesa di quel momento, e dell’inevitabile scontro violento che genererà, possiamo al massimo chiacchierare sui social.

(P.S. per chiarezza: io differenzio religiosamente l’immondizia da vent’anni, vado a piedi o in bici quando posso, ho migliorato energeticamente il mio appartamento eccetera; dovrebbero farlo tutti. Il problema è che queste ormai sono piccole cose che non fanno alcuna vera differenza sul trend climatico.)

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venerdì 3 Settembre 2021, 13:38

Se Cacciari non sa leggere e far di conto

Caro direttore de La Stampa,

diversi contatti no vax hanno fatto apparire sotto i miei occhi il testo di un nuovo editoriale sul covid del filosofo Massimo Cacciari che lei pubblica oggi. Naturalmente ogni opinione è legittima e benvenuta, ma trovo diverse affermazioni del suddetto editoriale talmente assurde da meritare una dettagliata risposta.

Intanto, Cacciari inizia lamentandosi che lui e l’amico Agamben, oltre alle ovvie “centinaia e centinaia di lettere di stima e comprensione anche da parte di medici e giuristi” (ça va sans dire), hanno ricevuto in questi giorni “scriteriati attacchi”. Dopo un generale appello alla discussione democratica, Cacciari li sostanzia: “insulti e vaneggiamenti di chi mi ha trattato come un no-vax trumpiano anti-scientifico”. L’intero editoriale trasuda in effetti un senso di lesa maestà che Cacciari prova nei confronti di chi gli ha fatto notare un fatto molto semplice, cioé che, ammantati di paroloni e di nobili richiami ai diritti umani, egli nelle ultime settimane non ha fatto che ripetere gli argomenti pretestuosi e complottisti degli antivaccinisti.

Vede, caro direttore, il problema è che Cacciari – tra un richiamo ai padri costituzionali e un lamento perché “nessuno pone mano alle necessarie riforme”, che fa sempre fine – toglie immediatamente ogni dubbio semplicemente riproponendo “socraticamente” le sue domande. Che sono, una per una, precise precise, le domande retoriche sparate a ripetizione da tutta la propaganda no vax sui social del Paese, talmente precise che sembra che Cacciari si abbeveri alla fonte del gruppo “BASTA DITTATURA” su Telegram. Sono anche domande a cui è stata data risposta fino alla noia, e non si capisce come Cacciari non abbia le risposte. Fortunatamente, il mio senso di empatia mi impone di essere gentile con gli anziani filosofi e di ripetere dunque puntualmente le cose.

1) “non è in contraddizione col regolamento UE 2021/953, che vietava ogni discriminazione, l’istituzione del Green Pass?”

No, non lo è, perché i non vaccinati possono semplicemente farsi un tampone, possibilmente pagandoselo, visto che è una loro scelta quella di rifiutare la vaccinazione offerta gratuitamente dallo Stato; e lo ha recentemente ribadito persino una decisione del TAR Lazio.

2) “non sembra che la possibilità di obbligare a trattamenti sanitari dipenda dal pieno «rispetto della persona umana»? Non pensano che conditio sine qua non perché di rispetto per qualcuno si possa parlare è che costui venga correttamente informato? Risulta loro di essere stati precisamente informati su andamento dell’epidemia, vaccino, vaccini, loro possibili conseguenze, ecc.? E da chi avrebbero potuto? Dai bugiardini dei Big Pharma in continua evoluzione? Navigando in rete tra diecimila notizie in contrasto?”

Ora, se Cacciari a 77 anni non ha imparato a distinguere una fonte scientifica da una pagina sgrammaticata su Facebook non è colpa nostra; dopo un anno e mezzo, le persone dotate di media intelligenza e di un minimo di discernimento sanno distinguere da sole la prima dalla seconda, e anche fare la tara ai titoli, purtroppo raramente precisi e spesso sensazionalistici, degli articoli di giornale. Se ci si affida alle fonti scientifiche, non ci sono “notizie in contrasto” se non la naturale evoluzione della conoscenza su un fenomeno nuovo, soggetto di ampia e febbrile ricerca.

Certo però che se Cacciari – che pure, per mestiere, dovrebbe sapere come funziona il metodo scientifico – non riesce a scegliere a cosa credere tra quanto scritto in un articolo su Nature e quanto affermato da noncielodicono.com, è un problema personale suo e al massimo di chi lo sta a sentire. Per il resto, tutte le fonti informative sono piene di dati e indicazioni da un anno e mezzo, con tanto di grafici in tempo reale e analisi stile previsioni del tempo, per cui sostenere che non ci sia abbastanza informazione sul covid è francamente ridicolo, specialmente scrivendo su un giornale.

Ma il peggio deve ancora venire con le domande successive, che dimostrano l’incapacità di Cacciari di comprendere scientificamente il problema di cui parla:

3) “vero o falso che in Israele, dove il tasso di vaccinazione è stato tra i più alti, il 60% dei nuovi ospedalizzati (quasi il 90% ultra sessantenne) ha avuto il vaccino, e che dati analoghi o quasi sembrano emergere un po’ dappertutto?”

E’ ovvio, come già spiegato infinite volte, che se quasi tutti gli anziani sono vaccinati anche quasi tutti gli anziani che si ammalano sono vaccinati. L’efficacia dei vaccini per il covid non è totale, ed è indubbiamente più bassa di quello che vorremmo, ma in linea con l’efficacia dei vaccini per altre malattie già sviluppati in passato. La questione se mai è se i vaccinati abbiano, a parità di età, condizioni di salute e quant’altro, meno probabilità di ammalarsi dei non vaccinati, e tutti i dati a nostra disposizione lo confermano. Il fatto che Cacciari non capisca una cosa così semplice fa pensare che abbia, come purtroppo gran parte della popolazione italiana, grossi problemi con la matematica e la statistica.

4) “nell’agosto di quest’anno rispetto a quello del 2020 sono aumentati contagiati, ricoverati, terapie intensive e decessi, malgrado la campagna di vaccinazione abbia già superato il 60%. Quanti di costoro sono stati vaccinati?”

Il fatto che quest’anno i numeri di casi siano superiori a quelli dell’anno scorso dipende – oltre che dall’infettività molto maggiore dell’attuale variante – dall’avere riaperto tutte le attività quando il numero di casi era il quadruplo di quello dell’anno scorso, e dopo lockdown ben meno rigidi. Questo peraltro è avvenuto anche per la pressione sociale di quelli che negano l’esistenza dell’epidemia o che ritengono che l’economia venga prima della salute, che tipicamente sono proprio quelli che adesso lamentano di avere così tanti casi… Per il resto, sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità si trova un comodo rapporto che dettaglia i casi dividendoli anche per stato di vaccinazione: basta usare Google.

5) “nessunissima ragione di allarme se anche a coloro che esibiscono il proprio Green Pass in numerosissimi casi (sulla base di quali criteri?) si richiede lo stesso il tampone?”

Si richiede lo stesso il tampone anche ai vaccinati perché la vaccinazione non ha una efficacia del 100%, e non si capisce la logica prima di lamentarsi che i vaccini non sono completamente efficaci, e poi di lamentarsi che si prendono precauzioni aggiuntive per gestire il fatto che non sono completamente efficaci.

6) “per gli scienziati al governo [la vaccinazione] è sempre, comunque e dovunque benefica, anche in caso di gravissime allergie o rischi di trombosi?”

No, infatti se uno è allergico ai medicinali non viene vaccinato o viene vaccinato sotto stretto controllo. Invece, i mitici “rischi di trombosi” tanto sbandierati da Cacciari e dai no vax esistono, ma – a meno che, come i no vax, non si creda che chiunque muoia improvvisamente sia stato certamente ucciso dal vaccino – sono molto minori del rischio da covid, il che rende la vaccinazione preferibile. Anche questo è stato detto in tutte le salse da mesi.

7) “In questa situazione non sarebbe prudente attendere prima di imporre la vaccinazione a milioni di adolescenti e bambini, che presentano un caso grave ogni qualche milione di contagiati? Come la mettiamo col diritto?”

Veramente nessuna vaccinazione è stata imposta ad alcuno al di fuori del personale sanitario, e tantomeno ai bambini. Il diritto dice peraltro che si può imporre un trattamento sanitario per legge, in caso di esigenze di salute pubblica; e il fatto che il rischio individuale del covid per i giovani sia basso è solo un elemento di valutazione, da commisurare con il fatto che possono comunque alimentare l’epidemia e trasmettere il virus a persone molto più a rischio.

In sostanza, la discussione sui diritti individuali e sugli strumenti giuridici è doverosa e benvenuta, ma nel caso di Cacciari lui stesso rivela come essa sia una semplice copertura per domande davvero da “no vax anti-scientifico”, domande a cui le risposte sono disponibili da tempo, e non vengono ascoltate solo da chi non le vuole ascoltare oppure non è in grado di comprenderle. Credendo pienamente nella buona fede di Cacciari, immagino che qui ci si trovi nella seconda situazione: una persona indubbiamente colta e intelligente ma che ha grossa difficoltà a leggere e comprendere le fonti informative di oggi, e ancora maggior difficoltà con le materie scientifiche.

E questo, mi permetta, dà spazio a un’ultima considerazione: che l’Italia in questa pandemia paga a duro prezzo la sufficienza con cui nei nostri circoli intellettuali – specie in quelli un po’ agé – le materie scientifiche sono tuttora considerata robetta pratica, subordinata alla grande dominazione del pensiero umanistico (che però, sfortunatamente, non è in grado di risolvere una emergenza sanitaria). Mi lasci dire però che, dopo tante lamentele sull’eccessivo spazio mediatico concesso a virologi e immunologi che almeno un po’ sanno di ciò di cui parlano, affidarsi a vecchi filosofi che chiaramente non sanno di ciò di cui parlano non è un passo avanti; per il bene loro e della loro immagine pubblica, li rassicurerei semplicemente sull’opportunità di affidarsi con fiducia alle prescrizioni di un buon medico curante, purché laureato in medicina non alternativa, e non all’università di Facebook.

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