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Archivio per il mese di Maggio 2021


domenica 2 Maggio 2021, 11:48

Una opinione diversa sul Primo Maggio 2021

Sì, ho visto il concertone. Sì, ho un’opinione su Fedez, ma prima parliamo un po’ della musica, dai.

Il pomeriggio (con un paio di eccezioni: gli Zen Circus in mezzo al mare, Toffolo e soci dalle montagne) è stato deprimente, una sfilata di giovanotti griffati in autotune che hanno fatto sembrare persino Bugo un sollievo.

La serata è andata meglio, nonostante Pelù fosse giù di voce, nonostante un Pippo Baudo ottantenne che imita Guzzanti che imita Venditti. Gli intrusi sfiatati sono stati pochissimi; certo, a tratti sembrava semplicemente una radio che manda le hit del momento, ma Gazzè/Silvestri e Bennato, per esempio, hanno fatto bella figura; Bennato è riuscito a suonare un rock di quarant’anni fa e creare più energia di chiunque altro. Gli ospiti internazionali, pur validi, erano chiaramente lì solo per il nome e per il cachet. Bene invece Peyote & friends, che continuano la loro ascesa. Spiace per gli Extraliscio sfumati dopo il primo pezzo, nonostante loro fossero il “complesso tipo Bregovic” di quest’anno, ma è il destino notorio di chi suona per ultimo.

Ora, veniamo all’impegno sociale. C’è stato ieri sera un discorso perfetto, è qui sotto: l’ha fatto Michele Bravi alle ore mezzanotte e zero sette, rispondendo con parole dolcissime a quelli che dicono che “ricchione” è una battuta divertente, e raccontando come sia stato difficile trovare le parole per esprimere il suo amore per un altro ragazzo.

Il discorso di Fedez, invece, meh. Intanto, per favore, non tirate in ballo Elio e le Storie Tese: loro fecero un discorso da completi sconosciuti a inizio carriera in cui denunciarono fatti, corruzioni, scandali, un sistema di potere onnipresente. Fedez è un miliardario sulla cresta dell’onda con il pubblico ai suoi piedi, ed è facile avere coraggio con tre Ferrari sotto il culo; certo, si potrebbe anche non averlo e quindi è apprezzabile lo stesso, ma non è certo un bracciante africano che contesta il suo padrone nei campi.

In più, Fedez non ha denunciato un bel niente, ha fatto un comizio su un argomento, a favore di una posizione e contro un partito. Elio menzionò Andreotti, Gaspari, Ciarrapico al massimo del loro potere; Fedez “rivela” che a Vergate sul Membro c’era un candidato della Lega (non so nemmeno se poi eletto) che ha detto che gli omosessuali sono figli del diavolo. Ma dai? Fedez documenta, datialla mano, che la Lega è contraria alla parità di diritti per gli omosessuali. Incredibile, che coraggio, non lo sapeva nessuno!

Ora, in Italia l’omofobia è un problema, sia nel Paese che nella politica. Che sia l’ennesima “nuova legge” a risolverlo ho dei dubbi (quante battaglie per una “nuova legge” sull’omofobia ha fatto la sinistra in vent’anni? tipo una ogni due anni), ma è meglio che niente. Che sia questo il modo di farlo, ho dubbi ancora più grandi. Dopo questa sparata il tema è diventato talmente importante che la Lega farà ancora più blocco, e non mi vedo Draghi sacrificare il governo per una legge, tanto più una legge su cui, a quanto ho capito, una maggioranza in Parlamento ancora non esiste, al di là della Lega.

Certo, Fedez ha fatto parlare di sé, si è fatto pubblicità, ha fatto bella figura con mezza Italia. Ma forse, come ha fatto Bravi, invece di attaccare un partito con la scusa dell’omofobia era più utile attaccare l’omofobia, ben rappresentata dai due “comici” che rivendicano il diritto di bullizzare un omosessuale chiamandolo “ricchione” e pretendendo pure che rida.

Nel frattempo, gli operai e i problemi del lavoro, su cui il concertone doveva richiamare l’attenzione, sono usciti rapidamente dalla scena. Magari sarebbe stato bello parlare di quello, parlare dello sfruttamento dei rider nel mondo delle consegne alimentari (pardon, del “food delivery”) o dei comportamenti ambientali dell’Eni che si pubblicizzava sui maxischermi, solo che avrebbe magari dato fastidio ad alcuni degli sponsor dei Ferragnez su Instagram.

Sparare su Salvini – anzi nemmeno su di lui: su semisconosciuti esponenti di terzo piano della Lega, molto più deboli di Fedez, che non hanno alcuna possibilità di rispondere – fa fine e non impegna; ed è anche un rischio ridotto, visto che non è certo la Rai a far passare Fedez sui media. Insomma, le battaglie sociali sulla propria pelle sono un’altra cosa; non vanno confuse con quel che è successo ieri.

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