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Archivio per il mese di Gennaio 2009


sabato 31 Gennaio 2009, 16:21

Si è piantato Google!

A dimostrazione che anche nelle migliori famiglie ogni tanto qualcosa non funziona, da almeno un quarto d’ora si è incartato Google.

Ciò che succede, più precisamente, è questo: Google ha da tempo un meccanismo per identificare i siti che cercano di installare dialer, badware o altri programmi pericolosi. In questo caso, invece di linkare il sito, viene presentata sotto il link la scritta “Questo sito potrebbe arrecare danni al tuo computer.”, e cliccando sul link si viene rediretti a una pagina di spiegazione che ti invita a non entrare nel sito, oppure a farlo a tuo rischio e pericolo copiando e incollando l’URL a mano.

Bene, in questo momento, qualsiasi cosa voi cerchiate sul motore di ricerca, tutti i siti contenuti fra i risultati vengono marcati come potenzialmente pericolosi. Per esempio, cercando “torino”, questo è ciò che si ottiene:

googlepiantato12.png

Come vedete, tutti i siti dal primo all’ultimo – quello del Comune, Wikipedia, quello del Torino FC, quello della Provincia, quello del Politecnico… – vengono marcati come pericolosi. Se cliccate ad esempio sul link a Wikipedia, viene fuori la pagina di avvertimento:

googlepiantato3.png

Se poi volete davvero capire meglio e sapere perché il sito è stato classificato come pericoloso, potete cliccare sul link alla “pagina diagnostica Navigazione sicura” e, dopo un po’, ottenere questo:

googlepiantato4.png

Probabilmente quest’ultima pagina viene generata da un sottosistema apposito che è dimensionato per situazioni normali; in questo momento in cui tutti i risultati di Google portano lì, quelle povere macchine stanno sicuramente morendo.

Immagino che qualcosa sia andato storto in un aggiornamento software o in una base dati, e ora tutti i siti vengano marcati in automatico come pericolosi… Il bello è che questo accade per tutti i risultati, qualsiasi cosa cerchiate, e su qualsiasi versione di Google (almeno, ho provato quella inglese ed è piantata uguale). Non c’è quindi modo, se non con un copia e incolla dell’indirizzo, di arrivare a un qualsiasi risultato: Google è completamente inutilizzabile.

Per dieci minuti ho pensato “oddio, e adesso come faccio a usare Internet?”, finché Elena non mi ha ricordato che esiste anche Yahoo!

[tags]google, errori, software, bachi, badware, protezione utonti[/tags]

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venerdì 30 Gennaio 2009, 22:33

Rottura morale

La signora Sung è il mio nuovo idolo.

Seriamente: non ho ancora capito se questo siparietto in realtà fosse preordinato o meno. Ma l’idea di saltare sul palco, fregandosene di telecamere e contratti, vestita da sciura anni ’50 al mercato, brandendo un immaginario mattarello contro quel povero vecchietto del marito Milingo che cerca di calmarla, per difendere l’idea che far vedere una ballerina seminuda (nella parte precedente di trasmissione) insieme a un monsignore è una mancanza di rispetto alla religione, mi sembra un atto – oltre che di amore – di rottura morale dirompente: altro che Papachannel su Youtube, altro che negazionismi e calcoli politici.

Anzi, correggo l’affermazione iniziale: la signora Sung è il mio nuovo Papa.

[tags]religione, morale, chiambretti, milingo, sung, chiesa, papa, ratzinger, modernità[/tags]

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giovedì 29 Gennaio 2009, 22:41

Il mercato degli ingegneri

Intendiamoci, sono molto contento che si sia trovato il modo per salvare il posto di lavoro a 180 dei trecento e passa ingegneri del Centro Ricerche Motorola, alcuni dei quali sono pure amici. Sono contento anche perché Reply è una azienda torinese a cui bisogna fare tanto di cappello per i successi che riscuote, in cui lavorano altri amici, e il cui amministratore delegato Tatiana Rizzante è stata pure mia collega di attività sociali durante il Politecnico.

Resto però perplesso per le modalità, se sono quelle pubblicate dai giornali: in pratica, per assumere 180 persone, Reply riceve dalla Regione Piemonte e dal governo un contributo a fondo perduto (= regalo) di 20 milioni di euro, più finanziamenti agevolati per altri 5 milioni e una commessa da 10 milioni dalla Regione.

Anche considerando solo il fondo perduto, vuol dire che Reply riceve oltre 110.000 euro per ciascun dipendente ex Motorola che assume: in pratica, per almeno un paio d’anni Reply avrà a disposizione 180 lavoratori pagati da noi contribuenti, ma il cui lavoro sarà venduto e monetizzato dai soci di Reply. Insomma, messa così, pare un caso da manuale di socializzazione delle perdite e privatizzazione degli utili; Chiamparino e Bresso l’hanno fatto prima con Motorola e lo fanno ora con Reply.

Per certi versi è una buona cosa: se con questa spintarella Reply riuscirà a stabilizzare queste persone, ad espandersi, magari a conquistare mercato lontano da Torino e quindi a drenare denaro dall’estero verso di noi, ne sarà valsa la pena.

Esiste però – si è verificato tante volte in Italia in casi simili – anche lo scenario opposto: l’azienda sovvenzionata sfrutta i lavoratori finché non li deve pagare, poi li scarica alla prima occasione; nel frattempo, grazie al grosso vantaggio competitivo derivante dall’abbattimento dei costi del personale, elimina dal mercato locale i concorrenti, senza creare nuova ricchezza in città, ma semplicemente appropriandosi di quella altrui. Quanti ingegneri delle altre aziende ICT di Torino perderanno il posto in silenzio perché le loro aziende non potranno più competere con Reply? Spero nessuno, ma il rischio c’è.

Per non parlare dei 160 che non saranno assunti da Reply, e di quelli che avevano contratti a progetto che sono evaporati da un giorno all’altro già mesi fa: su di loro è già sceso il silenzio, per non turbare la bella figura dei politici cittadini. Eppure, da una parte le casse pubbliche sosterranno altre spese per ricollocarli, dall’altra perché qualcuno dovrebbe assumerli a condizioni più sfavorevoli rispetto ai loro colleghi?

Alla fine va bene così: tra tante sovvenzioni pubbliche che vanno in giro per l’Italia, meglio comunque se qualcosa arriva anche a Torino; ed è difficile dire “lasciate che il mercato faccia il suo corso”, quando di mezzo ci sono persone che conosci personalmente e che da mesi non dormivano la notte. Però, razionalmente, ho come il sospetto che queste nostre manovre tipicamente italiane, che fanno sì che in Italia di economia di mercato non ce ne sia praticamente mai, nel complesso ci facciano molto più male che bene.

[tags]motorola, reply, torino, ict, industria, sovvenzioni, mercato, economia[/tags]

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mercoledì 28 Gennaio 2009, 12:52

A caccia di pirati

Forse avrete seguito la polemica relativa al nuovo Comitato contro la pirateria digitale e multimediale (già il nome è tutto un programma) istituito per studiare sanzioni severissime e durissime contro alcune decine di milioni di italiani, e alla tremenda bozza di legge scritta dalla SIAE e circolata in questi giorni.

Il Comitato ha finalmente aperto un forum di discussione, che stamattina si è improvvisamente animato (l’avranno linkato da qualche parte): quindi, iscrivetevi e partecipate anche voi!

E’ moderato ma finora non mi hanno cassato nulla; io ho già postato quattro dettagliati interventi e cioé:

1) sulla proposta di una flat fee aggiuntiva sul costo degli abbonamenti ADSL;

2) sul “metodo Sarkozy” cioé tagliare il collegamento a chi viola il diritto d’autore;

3) sull’effettiva applicabilità di qualsiasi legge sul diritto d’autore venga fuori, e sulla necessità invece di ampliare la partecipazione e coinvolgere gli utenti;

4) e infine (dato che il forum è invaso da videotecari di Savona che sostengono di vantare un diritto a continuare a guadagnare noleggiando VHS in eterno) sul fatto che resistere all’innovazione tecnologica è futile.

Naturalmente non sono così ingenuo da pensare che il Comitato terrà troppo conto di cosa viene scritto nel forum, ma tentare non nuoce.

[tags]pirateria, download, peer to peer, internet, internet governance, diritto d’autore, siae[/tags]

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martedì 27 Gennaio 2009, 17:29

Giustizia italiana

Riemergo da due giorni di febbre per rammaricarmi: se non fossi stato malato, era già in preventivo il giro a Roma per partecipare alla manifestazione indetta dall’Associazione Familiari Vittime della Mafia a sostegno del Procuratore di Salerno Apicella (no, non il cantante berlusconale).

Ormai sparare sui giudici è di moda, per esempio quando agli imputati vengono concessi gli arresti domiciliari, o quando le pene sono troppo leggere (il che, tenendo conto del fatto che la pena media auspicata oggi dall’italiano medio per qualsivoglia delitto varia dalla morte alla castrazione chimica, vuol dire praticamente sempre). In realtà, in questi casi quasi mai è colpa del giudice, ma piuttosto del Parlamento che fa le leggi che i giudici applicano.

Si sa però che per l’attuale classe politica la giustizia malfunzionante è un triplo vantaggio: per prima cosa, permette di additare continuamente al popolo i giudici come insensibili, molli, iniqui, magari mostrando quelle belle scene di madri con la bava alla bocca per il desiderio di vendetta, che si rotolano e si strappano i capelli davanti alle telecamere maledicendo il giudice che ha dato “solo” trent’anni di galera all’imputato. Per seconda cosa, fomenta il clima di insicurezza nel paese, aumentando le richieste generalizzate di “ordine e disciplina”, che possono poi essere usate per manganellare qualsiasi forma di opposizione all’ordine costituito. Per terza cosa, dato che il nostro Parlamento è pieno di criminali o sospettati tali, permette personalmente di sfuggire alla galera e di continuare a corrompere, farsi corrompere e fare i propri comodi.

Succede però che qualche giudice si ostini a indagare sui potenti: come il famoso pubblico ministero De Magistris, che indagava sul ministro della Giustizia Clemente Mastella finché il suo capo (il procuratore generale di Catanzaro) non gli tolse l’inchiesta, e lo stesso Mastella ne chiese e ne ottenne il trasferimento a Salerno. Ma nell’inchiesta di De Magistris compariva buona parte del gotha politico italiano, di destra, di sinistra e soprattutto di centro (Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere: l’equivalente bianco delle coop rosse emiliane).

Qualche mese fa, l’ulteriore scaramuccia: i magistrati di Salerno indagano su quelli di Catanzaro, con il sospetto che quella “sottrazione di inchiesta” fosse appunto una manovra per impedire alla giustizia di compiersi. Scoppia la rissa tra le due procure; qual è l’esito? Su pressione dell’attuale ministro della Giustizia Angelino Alfano, il CSM sospende il capo della procura di Salerno, Apicella, e trasferisce alcuni suoi collaboratori; una punizione epica.

Se avete fiducia nelle nostre massime cariche politiche, potete pensare che giustizia sia stata fatta: questi magistrati arroganti e ficcanaso, che si permettevano di importunare alte cariche dello Stato, sono stati finalmente fermati. Adesso, poi, si metterà fine anche allo sconcio delle intercettazioni telefoniche, in modo che nessuno potrà più sentire Berlusconi che parla di soubrette o Fassino che esulta perché ha una banca (anzi no, Berlusconi lo sentiremo comunque perché ormai fa battute sessiste anche in pubblico: l’anziano che avanza).

Se invece tale fiducia non avete, penserete che poteva essere una nuova Mani Pulite, ma è stata troncata sul nascere; del resto, anche Borsellino fu messo sotto accusa da parte del CSM, quando cominciò a dire pubblicamente delle verità scomode su quel che succedeva all’interno della magistratura. Allora ci fu un’ondata di indignazione, oggi non frega più niente a nessuno; e il giudice Carnevale, quello che negli anni ’80 chiamava Falcone “quel cretino” e che trovava tutti i cavilli per annullare le sentenze contro i boss della mafia, ora è di nuovo in Cassazione, a cassare sentenze e referendum.

Purtroppo, questi sono i tempi che corrono; e i nostri blog sono sempre più pieni di stupidaggini e minuzie, e sempre meno parlano delle cose importanti. Non sono un magistrato, ma condivido le domande angoscianti poste da uno dei magistrati trasferiti da Salerno, Gabriella Nuzzi, nella sua lettera all’Associazione Nazionale Magistrati, quella che dei magistrati dovrebbe essere il sindacato e che invece è ormai un puro e vuoto centro di potere e di raccomandazione. Per questo mi spiace proprio non poter essere domani a Roma.

[tags]mafia, giustizia, magistratura, politica, de magistris, apicella, alfano, roma, falcone, borsellino, berlusconi, fassino, nuzzi, mani pulite[/tags]

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domenica 25 Gennaio 2009, 14:37

Cose così

Alle volte nella vita succedono combinazioni ben strane.

Per esempio, ieri all’ora di pranzo stavo andando in auto da mia mamma e ho imboccato l’ultimo tratto di via Bardonecchia, verso corso Brunelleschi. Mi sono trovato davanti un blocco: nella chiesa si svolgeva un funerale, e c’era così tanta gente che la massa strabordava e bloccava anche la via. Ho anche bestemmiato un po’, pensando “ma questi non potrebbero starsene sul marciapiede invece di bloccare il traffico”? Poi, tornato a casa, ho scoperto da un forum che era il funerale di uno dei quattro alpinisti morti sul Bianco.

Comunque, ieri ho usato LinkedIn per chiedere una introduzione a un mio conoscente americano, un ex manager di ICANN. Così ho visto il suo profilo, e ho cominciato a leggere per capire cosa avesse fatto dopo aver lasciato ICANN: bene, oltre a lavorare per Al Jazeera, è stato un “field coordinator” per la Universal, cioè un cercatore di luoghi e situazioni, per i due lungometraggi seguenti: 1) Borat; 2) Bruno. Così ieri sera ho finalmente visto Borat, ed effettivamente il suo nome compare nei titoli di coda…

Naturalmente non ho nessuna intenzione di chiedergli aneddoti sulla lavorazione dei film, visto che gliel’avranno già chiesti tutti. Però mi sono infine guardato il DVD, e devo dire che il film è migliore di quello che sembrava, cioè meno razzista e meno malvagio di quel che temevo. La parte migliore, comunque, sono le scene extra…

[tags]torino, coincidenze, funerale, borat[/tags]

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sabato 24 Gennaio 2009, 16:26

Chi cerca non trova

Qualche giorno fa, mi hanno segnalato che la saga di Uruknet continua.

Per chi non lo conoscesse, Uruknet è un sito di informazione alternativa dall’Iraq occupato, in italiano e in inglese, di orientamento chiaramente contrario all’invasione americana e alla filosofia dei teocon bushiani. Da anni, Uruknet è in lotta con Google, perché, sostengono loro, sia Google News che il motore di ricerca eliminano sistematicamente il sito dai risultati presentati al mondo.

Io non so se la censura lamentata da Uruknet sia vera; è anche possibile che loro si stiano semplicemente scontrando con l’imperscrutabilità e i muri di gomma dei call center, come immagino sia quello che risponde alle richieste di spiegazioni da loro inviate a Mountain View.

Tuttavia, conoscendo gli americani, non rimarrei troppo sorpreso se Google davvero limitasse la visibilità di questo genere di informazioni: in fondo, l’Iraq (o meglio, quella sua parte che dopo anni ancora si rifiuta di farsi occupare o di farsi governare da una amministrazione messa lì da Washington) è un nemico dell’America e ogni americano, anche il più liberal, trova del tutto naturale usare ogni mezzo a propria disposizione contro i nemici dell’America.

Purtroppo, gli allarmi di questo genere si ripetono spesso: pensate all’episodio di censura lamentato da Beppe Grillo, che sulle prime anche a me è parso un caso di incomprensione delle caratteristiche del mezzo; eppure, andando al di là delle scontate prese per il culo da parte di fonti autorevoli come Mantellini e Il Giornale, qualcosa di strano c’era, anche se probabilmente era una incompatibilità culturale tra gli algoritmi di indicizzazione di Google e il fatto che Grillo rediriga i visitatori non chiaramente italiani (tra cui me, maledizione) alla versione inglese del suo sito.

Insomma, il problema è che la visibilità su Google, e in misura minore sugli altri motori di ricerca, è ormai vitale per qualsiasi sito; se essa viene a mancare, il sito rimane effettivamente censurato e quasi completamente invisibile. A questo punto, diventa irrilevante che la cosa dipenda da Google o da qualche particolare tecnico (o errore vero e proprio) del sito indicizzato. Come in tante altre cose, il problema tecnico genera un effetto politico potenzialmente rilevante, tale da non permettere di liquidare l’incidente come una semplice questione tecnica da delegare agli ingegneri.

Io credo, insomma, che si dovrebbe tutti insieme trovare una strada per permettere a Google e agli altri motori di ricerca di fare il proprio mestiere senza lacciuoli, ma anche perché sia possibile a chiunque ottenere una spiegazione trasparente sul come mai certi contenuti non appaiono, in modo da risolvere i problemi anziché gridare subito alla censura; e così intrinsecamente verificare che i motori di ricerca non barino.

[tags]google, motori di ricerca, uruknet, censura, beppe grillo[/tags]

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venerdì 23 Gennaio 2009, 12:27

Cinici e cinesi

Hanno suscitato un certo scalpore, in giro per il mondo, le immagini del processo agli industriali caseari cinesi responsabili dello scandalo del latte alla melammina, conclusosi ieri con due condanne a morte, una terza tramutata in ergastolo, e altre pene esemplari:

(potete anche leggere una selezione delle fonti italiane, di cui naturalmente una parte parla di latte alla melamina e la grande maggioranza di latte alla melanina).

Le immagini che hanno fatto scalpore, però, non sono quelle della condanna, ma di ciò che accadeva fuori: i genitori dei bambini colpiti che protestavano con cartelli davanti al tribunale. In termini cinesi, la loro era una protesta durissima: stavano fermi lì, organizzati in forma quasi regolare, sorreggendo dei cartelli nel modo più ordinato possibile (tenere i cartelli ad altezze diverse e non allineati sarebbe una mancanza di simmetria e di ordine, istintivamente repulsiva per un gruppo di cinesi). Per gli standard cinesi, è un evento: naturalmente è impensabile che questi marcino per le strade (perdipiù non irreggimentati a passo da militari) o gridino slogan ad alta voce, come sono abituati a fare i licenziosi occidentali; ma l’esistenza stessa di una protesta, nonché il fatto che venga ripresa dalle telecamere, è molto significativa.

E’ probabile che questa protesta sia stata permessa perché bisogna mostrare agli occidentali che la Cina prende lo scandalo del latte sul serio, e fa di tutto perché non si ripeta mai più. Comunque, resta un evento; un indizio che la Cina, piano piano, si sta occidentalizzando o che perlomeno sente la pressione del mondo in tal senso.

A questo proposito, siete liberi di scegliere se preferite un paese dove uno che coscientemente inquina il latte in polvere invalidando e uccidendo decine di bambini viene messo a morte, o un paese dove uno del genere sarebbe condannato a massimo una decina di anni di carcere, scontati di un terzo per il patteggiamento, poi beneficerebbe di una buonuscita, di un indultino e di ulteriori sconti per buona condotta, e dopo pochi anni sarebbe fuori; un paese dove, anche se a forza di fiato sul collo, le telecamere riprendono una protesta, o un paese dove (visto ieri sera zappando al TG1) nominano come gestore supremo dei musei nazionali l’ex grande capo di McDonald’s Italia, dopodiché gli danno tre minuti nel momento di massimo ascolto sul principale telegiornale pubblico per dire quanto sarà bella la managerialità applicata ai beni culturali, senza contraddittorio e con un giornalista che invece di fare domande chiosa tra l’una e l’altra, ad esempio così: “Ricordiamo ai nostri telespettatori che in Spagna il museo Guggenheim è la prima industria della città” (si è dimenticato di dire quale città, ma ai fini dell’indottrinamento è irrilevante).

Io, personalmente, preferirei una via di mezzo; ma il confronto è sufficiente per trovare il trattamento che i media italiani riservano alla Cina magari anche giustificato, ma soprattutto cinico.

[tags]cina, italia, informazione, latte, musei, mcdonald’s, resca, tg1[/tags]

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mercoledì 21 Gennaio 2009, 18:32

George W, chi era costui?

Lo so che non ho parlato di Obama; però rimedio linkandovi la lettera a un amico americano che Jean-Jacques Subrenat ha appena pubblicato sul suo blog. Jean-Jacques è stato un mio collega di Board di ICANN, nonché ex ambasciatore della République in Finlandia e in Estonia, e la lettera merita anche solo per l’incipit: “Dear friend, as your country settles into the change from the Cheney to the Obama administration…”

[tags]diplomazia, stati uniti, obama, bush, cheney, subrenat[/tags]

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mercoledì 21 Gennaio 2009, 14:27

Tecnologia avanzata

Pochi minuti fa al TG1 (giuro che non lo guardo mai, è successo per caso) hanno intervistato, a margine di un convegno sul mitico digitale terrestre, il sottosegretario alle Comunicazioni Romani, il quale ha dichiarato che il digitale terrestre è importantissimo non solo perché permetterà finalmente agli italiani di “accedere all’alta definizione” (tette e culi ad altissima risoluzione!), ma perché “grazie alle funzionalità interattive, fornirà finalmente alle pubbliche amministrazioni la possibilità di offrire servizi tecnologicamente molto più avanzati ai cittadini”.

E io avrei voluto aggrapparmi al televisore per chiedergli: capisco che il digitale terrestre vi sia avanzato, ma signor sottosegretario, lei ha mai sentito parlare del World Wide Web?

[tags]italia, politica, comunicazioni, romani, televisione, digitale terrestre, web, pubblica amministrazione[/tags]

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