Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Mar 19 - 11:38
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per il mese di Maggio 2023


mercoledì 3 Maggio 2023, 14:53

Maree

Se vi state chiedendo dove io sia sparito nelle ultime ventiquattr’ore, ecco qui.

Ieri alle 18 a Milano, alla Cattolica, abbiamo presentato Internet fatta a pezzi. È stato un successone, sala piena, molte domande, multiple promesse di adozione come libro di testo o di riferimento, una caterva di complimenti sia per i contenuti che per lo stile di scrittura (per uno come me che scrive sin da ragazzo ma non ha mai avuto la fiducia in se stesso necessaria per provare seriamente a pubblicare libri fino a pochissimo tempo fa, quest’ultima cosa è bella ma anche una grande sorpresa).

Ma invece che di me vorrei parlare della vita, perché quella di ieri è stata anche una buffa coincidenza. Qualcuno, non molti, sa che il primo vero discorso pubblico della mia vita fu l’8 dicembre 1996: era l’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico e io, da rappresentante degli studenti, mi presentai tutto emozionato con giacca nuova e scarpe nuove per parlare dal palco. Anche allora l’ospite d’onore era Romano Prodi, allora presidente del consiglio, e fu gentile, e ci incontrò anche in privato.

È quindi indicativo di qualcosa che non so, forse solo la supremazia del caso, che alla presentazione ufficiale del mio primo vero libro, ventisette anni dopo, l’ospite d’onore fosse ancora Romano Prodi. Lui ovviamente non poteva ricordarselo, ma quando si è presentato dicendo “piacere, noi non ci siamo mai incontrati” (il momento nella foto) io gli ho subito risposto che non era vero, e che era la seconda volta.

Ho avuto il privilegio di andare poi in auto e a cena con lui, ed è stato una miniera di racconti, considerazioni e aneddoti (che ovviamente non posso riferire). È stato gratificante e arricchente e mi ha ricordato l’ultima persona che avevo potuto incontrare in modi simili e da cui ho imparato molto: un altro grandissimo intellettuale italiano, Stefano Rodotà. Volevo comunque ricordare anche lui, perché molto di quel che c’è nel libro dipende da ciò che ho capito da lui.

Insomma, le fortune nella vita sono strane, e vengono per cicli e per maree che non si possono prevedere e forse nemmeno cavalcare, ma soltanto un pochino indirizzare. Dev’essere per questo che ieri ho fatto una cosa che un tecnico non dovrebbe fare, e mi sono rimesso le stesse scarpe da cerimonia del 1996, molto consumate da numerosi giri del mondo, ma ancora presentabili; e quest’ultima descrizione è un po’ come mi sento anch’io in questa fase della vita.

divider
lunedì 1 Maggio 2023, 18:06

Il lavoro di massa è finito

Oggi ho letto in rete molti post sul primo maggio, quasi tutti reclamanti più stipendio, più garanzie, più diritti e meno sbattimento sul posto di lavoro, e non di rado il diritto di vivere senza lavorare. È un’idea che piace a tutti, però, ecco…

…ecco, scusate ma ve lo dico: il lavoro di massa, nel primo mondo, è finito. Già oggi siamo molto più importanti come prodotti, come prosumatori per il business di qualcun altro, che come produttori di qualsivoglia valore. Ci sono eccezioni, ma per la maggior parte di noi il poco che produciamo sarà presto realizzato a costi molto inferiori e con qualità molto superiore da un’intelligenza artificiale americana o cinese o ben che vada tedesca, da un robot controllato da essa, oppure da qualche asiatico che si è sbattuto a studiare e a competere per i primi venticinque anni della sua vita ed è molto più preparato e determinato di tutti noi, o, se proprio serve, da qualche operaio in un paese in via di sviluppo.

Ne consegue che le condizioni di lavoro del 90% di noi non faranno altro che peggiorare, e nessun governo – specialmente quello di un Paese impoverito e anziano come il nostro, che di questi temi non riesce manco a parlare – potrà mai evitarlo. Per cui sì, alla fine molti di noi vivranno senza lavorare, ma a condizioni sull’orlo della sussistenza, e solo per quanto sarà necessario per restituire subito tutti i soldi ricevuti come consumo di beni e servizi.

Buon primo maggio!

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike