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Archivio per il mese di Ottobre 2017


lunedì 30 Ottobre 2017, 19:43

Kaori, sei araba

È domenica mattina, ho sonno. L’aereo di Etihad non è proprio nuovissimo, lo schermino ha una presa Ethernet (per i millennial, è quella roba fatta a pezzo di Tetris in cui si poteva infilare un cavo wi-fi), e uno di quei telecomandi a filo che si staccano e su un lato hanno anche un lettore di carta di credito per telefonare (per i millennial, è quella roba in cui si facevano delle lunghe stringhe di numeri che tutti imparavano a memoria per arrivare a parlare con qualcuno sul suo telefono senza usare Whatsapp). Le decorazioni dei sedili sono a righine alternate di gusto improbabile, un po’ color cammello e un po’ color vomito di cammello. Ma la hostess parla italiano ed è gentile, e il cibo è buono (tranne la cheesecake, la cheesecake fa schifo, sa di formaggino dimmerda, non la mangerebbe nemmeno Kaori sfiancata da sei ore di doppiaggio di Phineas & Ferb).

Nel frattempo, mentre Etihad mi ringrazia per la pubblicità non richiesta, noi ci libriamo nell’aria leggeri come un Boeing 787 Dreamliner pilotato da Antonino Cannavacciuolo. La popolazione è varia, davanti a me ho due signore arabe che a giudicare da quanto sono coperte hanno appena scalato il Monte Bianco, mentre a destra ho due colf filippine un po’ anzianotte che ritornano al paesello, e che aiuto volentieri a sollevare un bagaglio a mano che, pur stando nei limiti, è grande il doppio di loro.

(A fianco invece ho un tizio italiano, non sembra antipatico, ma è il genere di passeggero che si siede e diventa immediatamente una statua di cera per tutte le sei ore di volo. Non fa niente, non dorme, è al finestrino ma non guarda fuori, fissa lo schermo ma lo schermo è spento e non guarda né ascolta alcunché. Ha le mani intrecciate strette sulle ginocchia e non le allenta per nessun motivo. Gli danno il vassoio col cibo, lui lo posa lì e reintreccia le mani e non tocca niente, e lo restituisce gelido e intonso un’ora dopo. Ogni tanto controllo che sia vivo osservando se la pancia si muove almeno un po’.)

Mentre mi rilasso o mi rincoglionisco ulteriormente, guardo che film ci sono, ma non c’è nulla che mi attiri particolarmente. (Cioè, hanno fatto un film su Tupac Shakur: a questo punto facciamo pure un musical su Totò Riina che canta con l’autotune, dai.) Provo a guardare se BBC News apre con le dimissioni di Paolo Giordana: purtroppo becco il notiziario a metà, ma sono sicuro che pure loro ne hanno parlato in apertura. Poi mi dò alla musica.

E’ tanto tempo che non ascolto musica, se non video sciolti su Youtube. Però c’è Blackstar di David Bowie e quello sì che vale la pena.

Lazarus. Quante volte si può resuscitare nella vita? Si può morire o rischiare di farlo in molti modi, non solo fisici: umani, personali, professionali. Mi viene in mente padre Giordana che precipita in un abisso gridando “fuggite, sciocchi”, ma niente, quelli vanno avanti imperterriti, arroganti e pasticcioni come prima, e alla fine Sauron si mangia tutta la città. E comunque Sauron è incazzato con Giordana perché alla fine la multa non gliel’hanno tolta, anche se lui giura che aveva bippato appena salito, è solo che la macchinetta non funzionava.

Ma no, seriamente: i voli a lungo raggio sono il non-luogo per eccellenza, un teletrasporto alla moviola in cui la tua anima si disfa a pezzettini e rimane sospesa nel nulla a pensare, chiusa in un cubicolo immaginario ordinatamente incastrato tra quelli di altri esseri umani che probabilmente non vedrai mai più nella tua vita – ma anche se li rivedessi non li sapresti riconoscere. Oggi potrebbe essere cinque anni fa, dieci anni fa, quindici anni fa, e ogni volta sarebbe un me stesso diverso, risorto a nuova vita una volta di meno. E se stupefacente è la capacità di ogni essere umano di risorgere – almeno per quelli che vivono, che c’è chi fa tutta la vita la stessa cosa senza mai bruciarsi per ricominciare – ciò nondimeno esisterà una volta, chissà quando, in cui non risorgeremo più. E’ forse una beffa che in una esistenza umana che, alla fine, ha sempre in serbo qualcosa di bello per chi sa vedere la bellezza, succeda però che l’unica vera certezza sia triste. A meno che davvero non esistano gli zombi, nel qual caso anche quell’unica certezza va a farsi benedire.

E’ per questo che passo agli Iron Maiden.

(Una bambina nella fila davanti alla mia guarda un film animato. C’è un omino di Lego alto cinque centimetri vestito da Batman che batte i pugni sul tavolo. Sembra un comizio recente di Berlusconi.)

Non avevo mai sentito l’ultimo disco degli Iron, anche se è di un paio d’anni fa. Avete presente quelle band storiche degli anni ’70-’80 che sono ormai a fine carriera, ma che hanno conservato l’energia e la voglia di fare, inventandosi ogni volta un disco che, pur non essendo più brillante come ai tempi d’oro, sa ancora stupirti e trascinarti con qualcosa di nuovo? Ecco, no: gli Iron Maiden non sono così. Settant’anni per gamba e ancora gli stessi assolini, quelli che iniziano con una chitarra sola e poi dopo quattro battute entra la seconda e raddoppia una terza sopra. Ma basta, dai, ma godetevi i miliardi e fatemi rimettere su A Piece Of Mind, che però Etihad nella sua selezione stranamente non offre.

Così mi tocca il disco dei Muse. Ma non che mi piacciano troppo, eh; solo, è curioso come i testi sembrino scritti da una assemblea di attivisti del Movimento 5 Stelle. E il complotto intergalattico, e la rivoluzione da fare, e i militari cattivi, e i droni e i cyborg tanto tristi al largo dei bastioni di Orione. E che cazzo Bellamy, pure tu, fatti venire un’idea nuova, dai. Che so, fai un pezzo sul sangue di San Gennaro.

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giovedì 26 Ottobre 2017, 13:50

Una piccola spiegazione per l’amministrazione comunale

Stamattina, la metropolitana si è bloccata per un’ora, pare per un treno rotto alla stazione Marche, e la mia compagna ha perso il treno per Milano. In più, mentre ero in giro in bicicletta, ho potuto osservare corso Francia completamente bloccato per chilometri da un gigantesco ingorgo, causato dalle persone che abitando in zona ovest o arrivando in auto dalla provincia a Fermi, e scoprendo la metropolitana ferma a tempo indeterminato, si sono rimesse in macchina per andare a lavorare con quella, sperando di non arrivare troppo in ritardo. Così, ho fatto una foto e l’ho messa su Facebook.

Il post, ripetuto anche sul gruppo Torino Sostenibile, ha fatto un po’ discutere; e mi son beccato risposte incazzate o canzonatorie da tutti i fan del M5S, compresi diversi attivisti e persino il presidente della commissione ambiente:

“C’è navetta sostituiva come sempre. E cmq bloccata solo fino a Bernini.
Cmq la.metro l’ha voluta e costruita il M5S!!!11!!1!1!!”

“Alle 8.25 la metro è tornata regolare.
Ciò significa che per mera “comodità” le persone si sono riversate in strada, creando un traffico enorme che non solo crea inquinamento ma non permette ai mezzi pubblici di circolare liberamente. Chi in coda in questo momento ci metterà più tempo di quanto sarebbe servito prendendo la navetta e attendendo il ripristino del servizio. Probabilmente molti staranno urlando in auto a causa del traffico senza capire che sono “loro” il traffico.”

Raramente ho visto un politico che, a fronte di un disagio causato da un servizio pubblico, invece di scusarsi e minimizzare, se la prende con i cittadini che si lamentano.

Ora, la metro si può rompere, succede.

Allo stesso tempo, è anche normale che chi viene colpito direttamente dai disagi, come la mia compagna, non sia accondiscente e comprensivo, ma si incazzi e pretenda un servizio che si rompa di meno (la metro sarà anche all’avanguardia, ma la manutenzione è carente e ridotta all’osso e questi sono i risultati). E credo abbia tutto il diritto di incazzarsi.

Ma il post non era tanto sulla metro che non funziona.

La cosa infatti che fa incazzare veramente, da cittadino e non da politico, è avere una amministrazione che passa il tempo a farti la morale su quanto sei stronzo.

Ti dice che sei stronzo perché, anche se usi la bici quattro giorni su cinque, il quinto pretenderesti di poter fare la spesa percorrendo sei chilometri col tuo vecchio diesel, senza aspettare le 19, e non accetti in silenzio che te lo vietino.

Ti dice che sei stronzo perché si rompe la metro e tu, “per mera comodità” come ha scritto sopra il presidente della commissione ambiente, prendi la macchina e alimenti gli ingorghi invece che aspettare al freddo un’ora senza certezze sperando che il servizio riprenda, o pigiarti su un bus sostitutivo strapieno, e addirittura ti permetti di lamentarti.

Ti dice che sei stronzo perché non capisci che è tutta colpa del PD (anzi, non te ne frega niente di chi sia la colpa), ma invece pretendi che chi guadagna 9000 euro al mese pubblici per fare il sindaco (o 1500 euro al mese pubblici per fare il consigliere comunale) risolva i problemi di mobilità nel concreto almeno un po’, invece di passare il tempo a farsi i selfie finti con bebè e bici senza sellino e poi a dire che è tutta colpa di Fassino; che sia difficile lo si sapeva da prima di candidarsi, ma da qui a essere totalmente inutili e ininfluenti, e dichiararlo pure con orgoglio come faceva l’altro giorno il presidente della commissione trasporti a proposito dei vigili, ce ne passa.

E allora mi pare normale che quando i nodi vengono al pettine, e i problemi collettivi sono causati da errori e carenze dell’ente pubblico invece che dai comportamenti dei cittadini, i cittadini rispondano per le rime e non siano comprensivi, esattamente come l’attuale amministrazione non è comprensiva col cittadino che ha l’euro 4 (o che paga l’abbonamento strisce blu quadruplicato, o che vuole dare ai figli un panino invece che usare la mensa scolastica, o tante altre istanze di cittadini qualunque che l’attuale giunta ha non solo respinto, ma insultato, umiliato e sbeffeggiato).

Perché io non so cosa farei io al loro posto (peraltro non possono nemmeno dire che non mi sono offerto e che preferisco stare fuori a criticare), ma non è una questione che mi riguarda, visto che non sono io la persona pagata dai cittadini torinesi per amministrare, ma loro; e sono convinto che se l’amministrazione comunale passasse più tempo a lavorare, e meno tempo a lamentarsi e a incolpare il PD e i suoi cittadini in generale, almeno qualche problema potrebbe essere risolto.

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