Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Gio 26 - 16:41
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione
martedì 25 Ottobre 2011, 18:42

Salviamo i servizi pubblici di Torino

Nessuno lo sa, eppure è vero: nel giro di un paio di settimane Torino perderà di fatto il controllo dei propri servizi pubblici. Già lunedì 7 novembre in Consiglio Comunale PD, SEL, IDV e Moderati approveranno la cessione del 100% di Amiat, TRM (inceneritore) e GTT alla holding Finanziaria Città di Torino SpA, la quale ne darà in garanzia una parte per ottenere dalle banche un prestito che verrà girato al Comune per tappare i buchi del 2011 e del 2012. La finanziaria provvederà poi a vendere entro marzo a privati il 40% di queste aziende, ripagando il prestito (se tutto va bene).

Non vi tragga in inganno il fatto che il Comune tratterrà (per ora) il 60% delle quote. Questo è già avvenuto in altri casi di privatizzazione, come l’aeroporto e le farmacie comunali; in entrambi i casi, però, è stato stipulato un patto parasociale per cui a comandare è il privato. Di fatto è un ulteriore favore: il privato paga per il 40% ma comanda per il 100%. L’unica banca disposta a finanziare l’operazione – Unicredit – ha chiesto di controllare addirittura l’intera holding.

I rifiuti finiranno quasi certamente nel calderone Iren – e se oggi è difficile farsi ascoltare da Amiat per le strade sporche o i cassonetti mancanti, figuratevi quando dovrete chiamare un call center a Reggio Emilia. La TARSU aumenterà senz’altro, visto che attualmente il Comune paga ad Amiat meno di quanto costa il servizio di raccolta; ora Amiat compensa con altri guadagni, ma un privato certo non lavorerà in perdita. L’inceneritore, una volta privato, avrà come unico obiettivo bruciare qui più rifiuti possibile. I trasporti finiranno come l’aeroporto, dove da dieci anni comanda Benetton che ha trasformato lo scalo in aerogrill: pochi voli e tanti negozi, utili elevati per gli azionisti, e i torinesi costretti a volare da Malpensa o da Bergamo.

Perdipiù, questa privatizzazione avviene a pochi mesi da un referendum votato da 27 milioni di italiani, che diceva esattamente l’opposto: i servizi pubblici essenziali devono rimanere pubblici. Il 14 settembre, zitto zitto, il governo ha reintrodotto la norma abrogata dal referendum, obbligando a privatizzare entro marzo. I partiti che governano Torino, che a giugno erano in piazza a farsi belli con il voto degli italiani, ne sono stati talmente addolorati che il 7 ottobre avevano già approvato in giunta la privatizzazione.

Ma da qui a marzo non saranno in vendita solo le nostre aziende, ma quelle di tutta Italia: una vera svendita in blocco del patrimonio pubblico, che ovviamente comporterà incassi bassissimi per i Comuni, e grandi guadagni per i privati che compreranno. I soldi incassati pagheranno qualche debito e poi saremo da capo. Anche chi non ha pregiudizi di principio contro i privati deve riconoscere che questo è un pessimo momento e un pessimo modo per privatizzare.

Lunedì pomeriggio, insieme al comitato referendario per l’acqua pubblica e a quello contro l’inceneritore, abbiamo organizzato un primo presidio sotto il Municipio; lo ripeteremo il 7 novembre. Ma è la città che deve svegliarsi, nonostante il silenzio complice dei mezzi di informazione. Invece di farsi da parte, i politici svendono la città per mantenersi il castello dorato ancora per un po’. E quando ci saremo venduti tutto?

[tags]torino, fassino, privatizzazioni, referendum, acqua, gtt, amiat, trm, rifiuti, inceneritore[/tags]

divider

7 commenti a “Salviamo i servizi pubblici di Torino”

  1. rccs:

    Ma non eri tu quello che prima di candidarti voleva vendere le proprietà immobiliari del comune e le aziende partecipate per far cassa e ridurre il debito? Eh, si, siam tutti voltagabbana.

  2. Piero:

    I privati? Illusi. I privati sono degli illusi. Uno crede, per esempio, che comprandosi una casa, di diventarne padrone e liberarsi dal giogo di dover pagare l’affitto al padrone. Illuso! Lo Stato gli mette la patrimoniale come l’ICI e l’affitto lo paga comunque allo Stato-Comune. I privati esistono fino a quando lo Stato, il vero padrone, li lascia esistere finché gli fanno comodo.

    Quando non ci sarà più niente da vendere? Si mette una bella patrimoniale sui beni dei privati e non più su quelli dello Stato che sono stati venduti e si continua a mangiare alla grande sempre a spese dell’ingenuo cittadino ormai ridotto in schiavetto, servo dai baroni dell’Europa, dello Stato, delle Regioni, delle Provincie, dei Comuni.

  3. vb:

    @rcss: Veramente si era parlato di vendere le partecipate non essenziali (che so: gli studi cinematografici di corso Lombardia), non i servizi pubblici essenziali…

  4. rccs:

    Certo,come no! Anch’io volevo vendere la mia vecchia bicicletta arrugginita a 10.000 euro per pagare il mutuo della casa. Invece, che strano! Nessuno me l’ha comprato!

  5. D# AKA BlindWolf:

    @rccs: la risposta è già qui: http://torino2011.voisietequi.it/posizione_candidato_tema/Bertola/35.html

  6. rccs:

    D#, la propaganda elettorale è una cosa tanto bella. Però la credibilità si conquista quando si dimostra la fattibilità di ciò che si dice.
    Bertola dimostri che vendendo quote delle società che a lui sembrano inutili, si ottengono gli stessi incassi. In fondo lo paghiamo anche per quello e magari riesce a convincere pure Fassino. Se per 5 anni pensa di stare su a ripetere sempre e soltanto le quattro chiacchiere della propaganda elettorale, che lo paghiamo a fare?

  7. D# AKA BlindWolf:

    Veramente nel link che ho postato il commento dell’interessato è “Non è così che si ripiana il debito”…

 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike