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venerdì 20 Gennaio 2012, 17:51

Il Movimento e la cittadinanza ai figli degli immigrati

L’immigrazione, si sa, è un tema che accende gli animi, e che io ho sempre cercato di affrontare senza pregiudizi e concentrandomi sui problemi concreti, a costo di beccarmi del razzista o del comunista da chi ragiona per dogmi ideologici (vedi una dottissima discussione da 585 commenti con me e il collettivo Wu Ming).

Lunedì, dunque, io e Chiara dovremo votare su un ordine del giorno del centrosinistra che esprime adesione all’appello di Napolitano e alla campagna L’Italia sono anch’io, che chiede la cittadinanza italiana automatica per chiunque nasca qui, anche se figlio di immigrati, e il diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri che risiedono qui da almeno cinque anni. Non stiamo dunque parlando di modificare i requisiti per poter immigrare in Italia, ma della situazione di bambini che attualmente, pur nascendo e crescendo in Italia con la cultura e la lingua degli italiani, devono fare tutte le scuole da “diversi” e attendere i 18 anni per diventare cittadini italiani, con l’obbligo di risiedere qui “ininterrottamente”: se a quattro anni vai a passare qualche mese dalla nonna che sta morendo, rischi che poi a 18 non ti diano la cittadinanza (è un caso che conosco personalmente) e che tu debba scegliere se vivere da straniero in Italia o tornare in un Paese di origine che praticamente non conosci.

Sapete che io non sono certo favorevole all’immigrazione senza regole o al buonismo verso gli immigrati delinquenti (o gli italiani delinquenti, o i politici delinquenti, o i rom delinquenti… il punto è il delinquere e non l’origine). Personalmente, rispetto alle proposte della campagna, avrei preferito qualche cautela in più per la concessione automatica della cittadinanza ai bambini; ad esempio che almeno un genitore sia residente in Italia da almeno qualche anno (come in Germania, dove gli anni di residenza sono 8) oppure che il bambino svolga in Italia almeno le scuole elementari, concedendogli la cittadinanza a 11 anni. Tuttavia, il problema è reale e improcrastinabile e tra la situazione attuale e quella proposta preferisco decisamente quella proposta; la soluzione alle difficoltà di integrazione dei figli degli immigrati non è escluderli ma è farli sentire orgogliosamente e pienamente italiani. Per questo motivo, personalmente io vorrei votare a favore dell’ordine del giorno e aderire alla campagna.

Io, però, rappresento il Movimento 5 Stelle e i cittadini torinesi che l’hanno votato, e dunque mi ritengo in dovere di portare una posizione collettiva e non personale. Per questo motivo, già martedì scorso ho iniziato un piccolo sondaggio su Facebook, da cui emerge una prevalente opinione favorevole, ma anche una serie di dubbi non da poco. La situazione si è complicata discutendone con gli altri gruppi e consiglieri del Movimento; da una parte vari gruppi locali hanno aderito anche formalmente alla campagna, dall’altra alcuni esponenti di punta sono contrari ad essa (potete leggere qui il ragionamento di Davide Bono). In Emilia-Romagna i due consiglieri regionali hanno votato a favore dell’adesione alla campagna (nonostante Repubblica abbia subito scritto il contrario…) ma non hanno partecipato al voto sull’adesione alle parole di Napolitano; linea concordata con i consiglieri regionali piemontesi.

I contrari all’adesione, pochi ma agguerriti, sottolineano anche questi punti di metodo: il problema è nazionale e non locale, dunque i consiglieri comunali non sono titolati a prendere posizione; un sondaggio su Facebook non è certo attendibile; nel programma comunale non si dice niente in merito (ovviamente, perché non è competenza comunale); nel programma nazionale idem (e questa è una mancanza da colmare). Qualcuno ha suggerito una votazione tra attivisti o tra eletti, ma questa è una soluzione “da partito” che è stata più volte (secondo me giustamente) sconfessata da Grillo. Insomma, detto che io devo pur votare qualcosa e che abbandonare l’aula mi sembra un triste mezzuccio politico, so che qualsiasi cosa io faccia ci sarà qualcuno pronto a gridare che ho tradito il Movimento e il mandato elettorale.

Credo di non poter fare diversamente da come sto facendo, e dunque, come sempre, usare Facebook e blog per sentire il maggior numero possibile di pareri da parte delle persone che mi hanno votato, e poi valutare e decidere secondo coscienza. Questo post vuole dunque sollecitare i vostri commenti sia sulla campagna, sia sul comportamento da tenere in quanto portavoce del Movimento 5 Stelle di Torino; lunedì prenderemo una decisione definitiva.

[tags]immigrazione, cittadinanza, diritti, movimento 5 stelle, politica, democrazia[/tags]

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28 commenti a “Il Movimento e la cittadinanza ai figli degli immigrati”

  1. Redsox:

    Assolutamente favorevole, mi stupirei del contrario!

  2. Antonio Fucile:

    Vittorio, se mi permetti, credo che tu abbia letto un po’ frettolosamente il testo della proposta di legge sulla riforma della 91/1992, che regola l’acquisizione del diritto di cittadinanza. Nella prima pagina del pdf (non cito gli articoli perchè farei un paciocco inverecondo) http://www.litaliasonoanchio.it/fileadmin/materiali_italiaanchio/pdf/Cittadinanza_PROGETTO_DI_LEGGE.pdf puoi osservare che:
    – è richiesto il regolare soggiorno DA ALMENO UN ANNO di almeno un genitore. Sembra poco, ma in realtà ciò tendenzialmente significa, per le leggi italiane, avere una certa stabilità di permanenza e soprattutto un lavoro. Infatti, il genitore dev’essere “regolare” già 3 mesi prima dell’inizio della gestazione e continuare a esserlo finchè il figlio nasce. Ergo, stando alla normativa sul permesso di soggiorno (in pillole: http://www.poliziadistato.it/articolo/225-Il_rilascio_del_permesso_di_soggiorno/ ), l’unico modo per il genitore è avere già un lavoro (non in nero, of course);
    – in alternativa, al fondo sempre della prima pagina, troviamo che il 18enne deve aver legalmente soggiornato per almeno gli ultimi otto anni (evitando l’assurda ma reale situazione che hai descritto) e che il MINORENNE può diventare italiano se conclude qui un ciclo di studi o un percorso di formazione professionale, esattamente come auspichi tu.

    L’unico caso in cui lo ius soli agirebbe in automatico, se venisse approvata la proposta, è per i figli di genitori stranieri-ma-nati-a-loro-volta-in-Italia: i curatori della proposta, nella relazione introduttiva http://www.litaliasonoanchio.it/fileadmin/materiali_italiaanchio/pdf/Prop_cittadinanza_-_relazione_intro_.pdf , al fondo della quarta pagina, fanno l’esempio dei Rom.
    Spero di non essere sembrato inutilmente pignolo e sono a disposizione per dibattere.

  3. paolo ranieri:

    Secondo me , chi é per l’autogoverno, come lo é esplicitamente questo nostro Movimento, non può che essere per l’autocittadinanza, cioé per l’attribuzione a ciascuno della libertà assoluta e non limitabile di partecipare a quella comunità che meglio ritiene corrispondergli. In altre parole non ritengo che siano gli italiani attuali ad avere titolo di sindacare sull’arrivo o meno di un nuovo italiano.
    Tanto più escludo che possa essere lo Stato che é la negazione dell’autogoverno, dal momento che nello Stato il governare é una funzione riservata a una cosca di specialisti, fra l’altro per lo più inetti e/o corrotti, a concedere (notare il vocabolo), la cittadinanza. Per conseguenza trovo la normativa proposta del tutto limitativa e parziale e tuttavia ritengo indispensabile un cjhiarissimo intervento a favore da parte del Movimento. Se questo dovesse mancare, avrei forti dubbi sulla mia possibilità di continuare a trovarvi uno strumento delle mie ragioni e delle mie passioni

  4. Marco Giustini:

    Mi ritrovo nella posizione espressa da Paolo Ranieri e quindi ti invito a votare a favore.

    Marco Giustini
    Consigliere Municipio Roma XVI
    Movimento 5 stelle

  5. Paolo Cicerone:

    Come già anticipatoti su FB concordo pienamente con la tua posizione in quanto ritengo che chiunque nasca in Italia da geniori residenti in Italia non possa non avere la cittadinanza italiana.

  6. vb:

    @Antonio Fucile: Ieri il sito della campagna non funzionava (infatti non l’ho potuto linkare) e dunque non avevo visto i dettagli… meglio ancora.

  7. Luca Martini:

    La votazione per l’appoggio della Città non è stata formulata dal gruppo consigliare del M5S. In breve tempo siete chiamati a votare una proposta altrui. Vedo la situazione più tecnicamente. Astenersi e non esprimersi con un voto ha gli stessi effetti di non andare alle urne . Cioè, decidono gli altri anche per il M5S.
    Posto che i tempi non ci sono per un sondaggio approfondito e dato il non statuto, i Consiglieri possono/devono agire in coscienza.
    Tra votare SI o NO, il peggio è non farlo.
    La proposta di appoggio a “L’Italia sono anch’io” da parte della Città, non può essere emendata (se ho capito bene) e quindi in questa votazione non si possono apportare modifiche. Un SI o un NO non preclude ad un cambio di direzione in futuro forte di una maggioranza più vasta.
    Sono per il SI, ma se voterai per il NO, purchè in piena tua coscienza,
    per me và bene uguale.
    Buon Lavoro !

  8. Cloud:

    La mia politica sarebbe mettersi d’accordo con gli altri governi e dire potete mandarci i vostri cittadini se non delinquono ma se delinquono non c’è li mandate nella nostra nazione.

  9. Piero:

    Si chiama “Carta d’identità” quell’ipocrita e contraddittorio pezzo di carta dove viene scritta la cittadinanza delle persone.

    “Identità”, secondo la definizione dello Zingarelli, vuol dire uguaglianza. Il contrario di “identità” è differenza, diversità.

    Se vogliamo essere tutti uguali, a che serve scrivere la cittadinanza sulla carta d’identità, se non per differenziarci l’uno dall’altro e quindi per auto-discriminarci?

  10. paolo:

    Bertola, salga a bordo, cazzo!
    caro Bertola, salta sulla barca dei diritti: il fatto di essere nato in Italia è stato per noi pura fortuna, non abbiamo un briciolo di diritti a viverci più di un altro che arriva sul barcone, se paga le tasse.

  11. Vasco:

    A favore! Che il movimento si dimostri indipendente dalla visione dello Stato di Grillo, talvolta troppo simile allo Stato Sociale fascista… Ho già avuto i brividi quando alle regionali del Molise il M5S al suo esordio in questa regione, ha candidato un ex di Fronte della Gioventù!

  12. rccs:

    Ma la scritta beppegrillo.it nel simboletto là in alto nella pagina, significa che farete come dice tale Grillo Beppe da Genova, o farete ognuno come vuole? Sono confuso.

  13. Polemico74:

    Sii coerente con te stesso, vota contro.

    Da anni vivi con la lingua nel culo di Grillo e scrivi cose razziste su rumeni e rom. Sii coerente e vota contro.

    Noi perbenisti-sinistrorsi-ipocriti facciamo volentieri a meno di gente come te e il tuo amico del consiglio regionale

  14. Anonimo codardo:

    Nel mio piccolo non sono d’accordo a dare la cittadinanza ai figli degli immigrati.

  15. Marco[n]:

    Ma scusa, secondo te, un ragazzo che nasce in Italia, frequanta le scuole in Italia, ha amici italiani, vede la tv italiana ecc. ecc. come fa a sentirsi, che so, cinese, arabo o peruviano? Magari sono posti che non ha nemmeno mai visto, di cui conosce la lingua piu’ o meno… e un giorno gli dicono “Torna a casa tua”? Casa? Ma per favore.

  16. Anonimo codardo:

    Parte delle motivazioni che mi portano a dire ‘no’ ad una cittadinanza per tutti sono riassunti in questo articolo del corriere [0].

    Ovvio che situazioni citate nell’articolo (i ghetti, sia fisici che culturali) si possono evitare ma onestamente non credo lo si possa fare in Italia; provarci sarebbe fare il passo più lungo della gamba.

    [0] http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_26/una-soluzione-di-buon-senso-giovanni-sartori_1d2340dc-47e6-11e1-9901-97592fb91505.shtml

  17. Giuseppe:

    Oh gioia! La ricetta perfetta per creare dei cittadini si serie B, sicuro la strada dell’integrazione passa dalla retrocessione, che bell’idea! Ma l’ha scritto davvero lui: http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Sartori_%28politologo%29 ? Tristezza…

  18. Anonimo codardo:

    Semplicemente cita processi già in atto in paesi che sotto il punto di vista dell’assistenza sociale sono molto più avanti di noi (es. il simil-reddito di cittadinanza in UK; i micro-asili nido in FR). Se non ci sono riusciti loro è improbabile ci riesca un Paese che ancora ha problemi a gestire in modo serio l’assistenza post-neonatale (…i pannolini…).

    Apri gli occhi: i cittadini di serie B ci sono già (sia italiani, sia extracomunitari, sia naturalizzati), senza bisogno di far intervenire presupposti razzisti nel voler negare la cittadinanza indiscriminata perché altrimenti ditelo che siamo ancora nel 1970 e non nel 2012…

  19. Giuseppe:

    Dunque il presupposto è che (oltre a dare cittadinanze di serie B) siamo anche un paese di serie B che rinuncia a dare ai sui cittadini dei servizi efficienti.

    Le sfide si vincono affrontandole e non chiudendosi in un comodo guscio di fantasie (come ha fatto l’Italia negli ultimi 20 anni), altrimenti la realtà ben presto si prende la sua rivincita.

  20. Anonimo codardo:

    Fantasia è pensare che il solo diritto alla cittadinanza basti a formare dei cittadini e basti a creare le condizioni economico-sociale-culturali che evitino le creazione banlieues ed i disretti ghetto inglesi.

    Il diritto alla cittadinanza dovrebbe essere il punto di arrivo, non il punto di partenza.

  21. rccs:

    Il diritto alla cittadinanza dovrebbe essere il punto di arrivo, non il punto di partenza.

    Arrivo a cosa? Partenza da dove?

    Fantasia è pensare che il solo diritto alla cittadinanza basti a formare dei cittadini

    Ha ragione, mi fa pensare a tutti quei presunti italiani che da una parte portano i soldi in Svizzera e dall’altra inneggiano a fantomatiche nazioni inesistenti. Penso che sarebbe giusto (e tantopiù gradito) a loro togliere la cittadinanza italiana, visto che non la riconoscono. E restituirgliela, solo se imparano ad usare i congiuntivi almeno al livello dei poveri extracomunitari nati in italia e diplomati in italia.

  22. Marco[n]:

    @anonimo codardo. Non mi e’ chiaro cosa risolverebbe la proposta di Sartori: davvero negare la cittadinanza a gente che lavora e paga le tasse contrasterebbe il formarsi dei ghetti e delle banlieu? Ricorderei anche all’articolista che la maggioranza degli immigrati NON e’ islamica.
    E il famoso “no taxation without representation” vale solo per gli americani?

  23. Anonimo codardo:

    @marco: concederla non risolverebbe il problema, e siamo punto e a capo. Per la mia firma a favore per la cittadinanza di diritto vorrei _anche_ proposte _concrete_ per evitare il formarsi dei ghetti.

  24. Andrea:

    Tendenzialmente contrario.
    Favorevole solo se almeno un genitore è *regolarmente* residente in Italia da almeno 2/3 anni.

    Andrea – Convintissimo Elettore Movimento 5 Stelle.

  25. rccs:

    Anonimo codardo: ma i ghetti non ci sono già?

  26. Anonimo codardo:

    @rccs: Sì, e certamente il _solo_ concedere la cittadinanza non evita di formarsene di nuovi ( o permettere a quelli vecchi di spostarsi ).

  27. Giuseppe:

    Non è la concessione della cittadinanza che deve evitare o meno il formarsi dei ghetti, ma una politica pianificata, tutto il discorso mi sembra un grosso fraintendimento. La cittadinanza la sì dà a chi rispetta le regole (pagare le tasse, non delinquere), non deve essere un “diritto ereditario” né una “distinzione” altrimenti non saremmo meglio del Kuwait (http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=20060807162012)

  28. rccs:

    Visto che come dici tu, e spiega meglio Giuseeppe, non c’è nesso causale tra ghetti e cittadinanza, perchè vuoi continuare a giudicare la bontà della legge sulla cittadinanza in funzione di qualcosa che non c’entra nulla?

    Come se io dicessi che Bianchi gioca bene solo quando il treno per Bologna arriva in orario.

 
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