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domenica 4 Novembre 2007, 10:05

Pomeriggio a Santa Monica

La cosa positiva dei trasporti pubblici della città di Santa Monica è che una delle loro quattordici linee ha una fermata proprio davanti al mio albergo – che pure si trova a una dozzina di chilometri dai confini della suddetta città – e ne ha altre ad ogni angolo della Quarta Strada, proprio accanto alla Third Street Promenade e vicino al famoso molo di Santa Monica.

La cosa negativa dei trasporti pubblici della città di Santa Monica è che all’andata, con una frequenza annunciata di un bus ogni quindici minuti, ne ho attesi ventidue; al ritorno, con una frequenza di un bus ogni venti minuti, ne ho attesi cinquanta… per poi fare i 55 minuti di viaggio in piedi, in un pullman strapieno, dove ad ogni fermata era il delirio.

Ma me la sono voluta, ho preso gli autobus in America… e d’altra parte il viaggio è costato in tutto un dollaro e mezzo contro i sessanta che avrei speso in taxi. In più, ho avuto modo di fare un confronto interessante: all’andata infatti sono uscito attorno alle 15, e quindi il pullman era pieno di studenti (avete mai notato che ora segna l’orologio nei fumetti americani, quando suona la campanella?). Solo che alla high school di Westchester sono salite essenzialmente ragazzine nere di stazza cetacea e qualche ispanica derelitta, mentre a Santa Monica High sono salite tre diciottenni alte, bionde, truccatissime e con le tette già rifatte (il rifacimento di tette e/o naso qui è il tipico regalo dei 18 anni per chi non ha problemi di soldi).

La spiaggia di Santa Monica è comunque bellissima, specialmente in questa stagione, quando è quasi deserta (non del tutto però, anzi c’erano gruppi che facevano il bagno). E’ talmente enorme – ci saranno tranquillamente tra i duecento e i trecento metri di spiaggia, tra la fila di case sotto lo strapiombo e il mare – che è facile ritrovarcisi completamente soli, attorniati dalla sabbia piena di tracce di quad e di zampe di uccelli, nel silenzio assoluto, rotto appena dal vento, dal mare e da qualche gabbiano.

Certo, poi poco più in là c’è David Hasselhoff uno vestito come David Hasselhoff che esce dal regolamentare gabbiotto del baywatch e, dalla noia, insegue i turisti per farsi fotografare con loro. Io mi chiedo invece come facessero a girare le scene di corsa di Pamela Anderson: probabilmente cementavano la sabbia, perchè è talmente fine e alta che ci si sprofonda dentro, e si riesce a malapena a camminare, figurarsi a correre, e figurarsi a correre con quella distribuzione dinamica di pesi sul davanti che ballonzolano in modo scomposto.

Anche il centro commerciale all’aperto è piacevole, voglio dire, più della media del centro commerciale americano. Il fulcro della Third Street Promenade è ovviamente l’Apple Store, nel quale ho incontrato almeno una decina di partecipanti al meeting di ICANN. Ho giochicchiato con l’iPhone, che è davvero bellissimo, se non fosse che, con quella tastierina, è assolutamente impossibile scrivere un SMS; ci ho provato varie volte, senza riuscire ad andare oltre a “CIQL MSBNA”. In più, l’oggetto è coperto da mezzo centimetro di grasso e ditate; capisco che è quello in esposizione, ma non oso pensare che ne sarebbe di uno di essi tra le mie mani. Alla fine non ho comprato niente, perché è vero che costa tutto il 30% in meno, ma tra il rischio dogana, la difficoltà di scaricare l’IVA e la spina da sistemare mi sembrava che non ne valesse la pena.

Il resto della promenade sono negozi di abbigliamento, cinema e ristorantini; io sono andato prima a comprare libri da Barnes & Noble, e poi pantaloni da Macy’s, e poi ho cenato al fast food cinese, con dell’ottimo manzo al pepe in mezzo a noodles e pollo ai funghi. E nel frattempo è scesa la notte, e mi sono divertito a guardare un po’ la vita che mi scorreva attorno, prima di fare amicizia con una vecchietta brasiliana che aspettava il mio stesso pullman. Ha otto figli, di cui un paio a L.A., un altro paio a San Francisco, e uno che fa il militare a Padova, con l’uniforme e tutto quanto, e un altro che si è trasferito da poco a Roma, e un marito che è mancato da poco, e la capacità di indovinare al volo da dove vengo e il mio segno zodiacale, e poi sparirà nella notte a una fermata qualsiasi, e però avrà avuto un senso lo stesso.

[tags]santa monica, iphone, david hasselhoff, pamela anderson, third street promenade[/tags]

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sabato 3 Novembre 2007, 22:02

Tributo (2)

Ieri mattina è venuto il momento del mio ultimo meeting nel Board di ICANN, che, per combinazione, coincideva anche con l’ultimo meeting di Vint Cerf.

Quella per Vint è stata una seconda grande festa, non tanto per i regali – ICANN ha contribuito con una dozzina di bottiglie di vino di grande valore – ma per la sincera commozione di tutti e di Vint per primo. E’ facile essere buonisti in queste situazioni, ma osservandolo ancora una volta da vicino ho capito che Vint dispone effettivamente, al di là della competenza tecnica e dei suoi grandi successi in moltissime situazioni, di molte qualità speciali.

Tutti i membri del Board hanno voluto dire qualcosa, e trovate qui, nell’ultimo quarto, la trascrizione della seduta. Molti hanno raccontato della prima volta in cui lo hanno conosciuto, della soggezione che provavano, di come lui li abbia subito messi a loro agio, e trattati sempre da pari. Altri hanno raccontato dei suoi grandi risultati, della sua preparazione maniacale, della sua efficienza e dedizione. Io ho voluto fare due osservazioni.

La prima è che, in sette anni passati a rivolgermi a lui in varie forme, e ad osservare altri fare lo stesso, non l’ho mai visto perdere la calma, essere arrabbiato, diventare scortese o irragionevole, e questo anche in quei casi in cui, ogni tanto, succedeva a noi di essere scortesi, irragionevoli o arrabbiati. In un processo comunitario come quello di ICANN, questa capacità è fondamentale per evitare l’esplosione; ma non è affatto scontata.

La seconda è che, osservandolo da vicino per tre meeting, mi sono reso conto di quanto sia duro e faticoso essere Vint Cerf. Probabilmente dall’esterno si vedono soltanto gli onori, il successo, i premi, i privilegi, il bacio del ministro, i regali di valore, i trasferimenti in elicottero… Eppure, in cambio di tutto questo si deve essere sempre in servizio, sempre disponibili per tutti, sempre gentili con la quantità innumerevole di persone che viene a mendicare attenzione, una foto, una stretta di mano; si deve sempre essere all’altezza di se stessi, e questo costa sacrifici e fatica immane. Anche se questo sembra non pesare, non posso che pensare che un po’ di tranquillità sia più che meritata.

Chiudo tornando solo per un attimo al tributo poco rilevante, quello a me medesimo. ICANN ha approvato ufficialmente una risoluzione che recita:

Whereas, Vittorio Bertola was selected as nonvoting liaison to the ICANN board by the At-Large Advisory Committee to serve first during the year 2007.
Whereas, Vittorio has provided excellent insight, leadership, and expertise in this role, with an unmistakable Italian panache and Lamborghini speed of speech.
Whereas, as Vittorio has represented the voice of reason and even-handedness during his long service as liaison and has provided sage advice and counsel in all matters coming before the board.
Whereas, Vittorio has been a strong advocate of the at-large community and its involvement in ICANN.
Whereas, Vittorio Bertola has concluded his term as liaison on behalf of the At-Large Advisory Committee at the Los Angeles meeting.
Resolved that Vittorio Bertola has earned the deep appreciation of the board for his term of service as liaison and the board wishes him well in his future endeavors.

Ok, devo parlare più lentamente e non mangiarmi le parole, va bene – anche se, come gli ho risposto, invece di parlare alla velocità di una Lamborghini preferirei che mi dessero la Lamborghini e finita lì (in regalo mi hanno comunque dato una bella palla di vetro). Ma quello che è stato toccante in questi giorni è stato essere fermato nei corridoi e alle cene dalla gente più disparata – tutti senior, tutti esperti, tutti di altissimo livello – per ricevere complimenti, espressioni di apprezzamento, inviti a continuare.

A margine di una riunione del Board, una delle tre persone che hanno costruito Internet dal primo all’ultimo bit mi è venuta a cercare, e mi ha detto di essere rimasta impressionata dalla capacità di analizzare i problemi in modo oggettivo, di comprenderne tutti gli aspetti, di sintetizzarli e proporre soluzioni imparziali, accettabili e funzionanti. Io ovviamente volevo sprofondare nel sottosuolo, per cui ho farfugliato qualcosa e ho cercato di ringraziare per quanto possibile… Il giorno dopo, quando è stata proposta la risoluzione di ringraziamento e come da rito è stato richiesto un secondo, metà del Board si è affrettata ad alzare la mano. Ecco, alla fine sono queste le cose che ripagano dell’impegno e della passione che ciascuno di noi mette nelle proprie attività preferite. Le faremmo lo stesso perchè ci piacciono, ma così è decisamente più facile.

[tags]icann, vint, cerf[/tags]

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sabato 3 Novembre 2007, 07:37

Un post

Qualche giorno fa, Sohrab Razzaghi, il direttore di ICTRC, una delle NGO iraniane più attive nel processo del WSIS e in altri forum di cooperazione internazionale, è stato arrestato a Teheran (qui in farsi). Pur non conoscendolo, tramite conoscenze avevo già firmato la petizione quando l’ufficio della sua organizzazione era stato chiuso con la forza dalle autorità.

Cosa si può fare? Niente, a parte forse mandare una lettera. Sono comunque situazioni che non conosciamo e che non sappiamo interpretare che in superficie, grazie a qualche email e a qualche informazione raccattata sul web. Eppure, quando qualcuno viene arrestato per le proprie idee è sempre un male, e vale sempre la pena di farci almeno un post.

[tags]razzaghi, ictrc, iran, diritti umani[/tags]

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venerdì 2 Novembre 2007, 19:50

Rom e romani

Ho scoperto oggi, leggendo i giornali dal web, che in Italia c’è un certo fermento per l’ennesimo episodio di violenza da parte di un rom su di un romano.

Vista da qui, la situazione non sembra così complicata: basterebbe evitare le generalizzazioni, punire adeguatamente chi commette crimini, sussidiare l’integrazione chi dimostra di comportarsi bene, e non tollerare situazioni di illegalità, come i campi di roulotte autoorganizzati o come quei gruppi di famiglie rom che notoriamente vivono di sfruttamento dei minori mandati ad elemosinare, quando non di furto organizzato.

Se tutto ciò diventa un problema di massa per l’abbondanza di delinquenti in un certo gruppo sociale, e se si pensa di non poter gestire una integrazione ordinata di tale massa, nulla dovrebbe vietare di chiudere le frontiere a nuove immigrazioni o di adottare provvedimenti che abbiano un effetto analogo – anche perché è noto che in Romania sono ben lieti di togliersi i rom dalle scatole, e allo stesso tempo questa situazione dà loro modo di chiedere più soldi all’Europa, con la giustificazione di dover creare condizioni sociali che riducano la tendenza ad emigrare (lo stesso trucco è stato utilizzato spesso da Gheddafi).

Questo è un tipico problema di integrazione “borderline”, cioè con una comunità che ha usi e costumi incompatibili con le nostre leggi; è lo stesso problema che si pone, anche se in modo meno marcato, con la comunità islamica. Non è mai facile tirare la riga, e definire fino a dove siamo noi che dobbiamo accettare la diversità, e dove devono essere gli altri che vengono qui ad adottare la nostra cultura; soprattutto, non è un problema che si possa risolvere in astratto, con un principio valido sempre e comunque.

Purtroppo, in Italia c’è ancora per questa questione un approccio ideologico nel senso deteriore del termine: non si riesce ad andare oltre il terzomondismo d’accatto, per cui tutto va accettato in quanto loro sono poveri (persino quando non lo sono affatto!), ed il corrispondente fascismo strisciante, per cui non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che sono rom.

Purtroppo, pare che in Italia, invece di avere discussioni basate su dati e proposte concrete, qualsiasi problema debba dare necessariamente luogo a isteria, scaricabarili e strumentalizzazione. La rete, tra le altre cose, dovrebbe essere un luogo sufficientemente libero e pacato per cominciare a rovesciare questo approccio. Eppure, quando non più di tre settimane fa Grillo ha lanciato l’allarme, i benpensanti della blogosfera l’hanno ricoperto d’insulti. Mi sa che è proprio vero che la nostra politica e i nostri media, tanto criticati in questo periodo, si limitano a riflettere la mentalità del romano medio.

[tags]rom, violenza, tor di quinto, grillo[/tags]

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giovedì 1 Novembre 2007, 19:00

Taxi o scherzetto

In questo momento sono sul palco, in mezzo al webcast del Public Forum di ICANN. Spero però che non stiate guardando: ho una faccia…

Ieri, difatti, era la nostra unica serata libera, ossia priva di una cena di lavoro con questa o quella constituency; io e una manciata di altri membri del Board ci siamo aggregati alla cena organizzata dai gestori di ccTLD, per gozzovigliare, spettegolare e passare una buona serata.

Siamo finiti al ristorante Chart House di Marina del Rey, che per chi non è del posto è non solo la zona di L.A. dove si trova l’ufficio di ICANN (ma non il meeting, che è qualche chilometro più giù, vicino al LAX), ma una delle zone più “in” ed esclusive, essendo costruita attorno a un grande porto turistico pieno di yacht di lusso. Il ristorante si trova proprio su una delle propaggini che si spingono verso il mare, con le barche sui lati e una fila di esclusivissimi condomini di lusso nel mezzo, circondati da palme e altri alberi. Insomma, un bellissimo posto, ma completamente deserto, tanto è vero che pur essendo la sera di Halloween non si vedeva in giro nemmeno un cane: se gli angelini lo festeggiavano, lo festeggiavano altrove.

La cena è stata interessante, e ho chiacchierato prima con Thomas Narten, il membro del Board che rappresenta la IETF, e poi con Paul Twomey, il gran capo in persona, che ha raccontato storie sulle piane australiane in cui è nato. Poi, verso le undici e un quarto, ci siamo alzati e – a parte Twomey, che era in macchina – siamo usciti per attendere i taxi: un certo numero, visto che eravamo una trentina abbondante.

Peccato che dopo mezz’ora fossimo ancora lì, e non si fosse visto niente. A quel punto sono partite multiple telefonate; tre diverse compagnie di taxi, interpellate, hanno promesso l’arrivo di taxi entro cinque minuti, ma ovviamente non è arrivato nulla, se non la rara BMW o Lexus che si infilava nei garage circostanti. Abbiamo mobilitato l’albergo del meeting, che ha promesso di reperire un pulmino. Uno dei partecipanti, alla fine, si è avviato a piedi verso il Marriott che dista un chilometro da lì, cercando di trovare dei taxi laggiù.

L’unico risultato è stato l’arrivo di una macchina della polizia, a fari spenti, per vedere cosa succedeva; noi inesperti ci stavamo affollando attorno al finestrino per chiedere aiuto, ma per fortuna nel gruppo c’era un americano che ha urlato di fermarsi, che i poliziotti che vedono avvicinarsi al loro finestrino, di notte, un gruppo di venti persone – anche se in giacca e cravatta – tendono all’azione preventiva, e non voglio sapere quale.

Dopo un’ora, finalmente, è arrivato un taxi, e ovviamente sono stati instradati prima donne e bambini. Il secondo taxi è stato quello delle scene pietose: tutti i distinti partecipanti erano distrutti dall’attesa e dalla prospettiva di non vedere altri taxi per un’altra ora, ma nessuno voleva farsi vedere nell’atto scortese di soffiare il passaggio agli altri. O meglio, quasi nessuno, visto che il membro neozelandese del Board, piuttosto provato, ha approfittato dell’attimo di esitazione per tuffarsi nel taxi, suscitando risate e “buu” del resto del gruppo, e anche varie foto a memoria dell’incidente.

Poi la situazione si è normalizzata, anche se il terzo taxi è andato, con uno scatto veramente imperioso e uno sguardo autoritario da dignitari del Regno Centrale, ai cinesi di CNNIC. E insomma, io e mister IETF ci siamo infilati insieme a un gruppo misto neozelandese-latinoamericano e siamo arrivati in camera all’una di notte.

Per cui, perdonate se stamattina ho lo sguardo spento. Però il tonno crudo, la bistecca extralarge e il mezzo chilo di gelato al caffè con panna erano eccellenti!

[tags]icann, halloween, taxi, bistecca[/tags]

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mercoledì 31 Ottobre 2007, 09:18

Tributo

Questa è stata la serata della festa per l’addio di Vint Cerf dalla presidenza del Board di ICANN. Essendo a Los Angeles, ICANN non poteva che organizzare una americanata: e quindi, ci hanno trasportati tutti ai Sony Studios (già Columbia/MGM) di Culver City, dove siamo stati accolti da una torma di gente vestita da Star Wars (gli imitatori originali, insomma). C’era persino un omino barbuto che girava con un fantoccio di Yoda a grandezza naturale e lo faceva parlare!

Ci hanno poi portato a fare un giro degli studios: ci sono qualcosa come diciassette teatri di posa uno dietro l’altro – ed erano ventinove fino a pochi anni fa – di cui uno alto quasi trenta metri, e uno grande come uno stadio (difatti ci provano le coreografie del Superbowl). Ci hanno fatto vedere come si gira una sitcom, di quelle con il pubblico in sala, e poi abbiamo pure visto gli studi di Jeopardy e La ruota della fortuna: cosa chiedere di più?

Mentre ci rimpinzavamo di frittume di ogni genere, andando nel frattempo ad ordinare da bere al banco cocktail – dove peraltro non avevano mai sentito nè il termine mojito nè il termine caipirinha, e dove mi son ben guardato dall’ordinare un cuba libre, per evitare che spuntassero i marines a portarmi via -, è partita la celebrazione vera e propria.

I discorsi dei presenti sono culminati nel momento in cui Steve Crocker ha prodotto delle foto di lui e Vint che entrano nel laboratorio informatico della UCLA dalla finestra del secondo piano, per commemorare i loro ingressi non autorizzati di quarant’anni fa. Poi sono seguiti i discorsi in video di varia gente da tutto il mondo, chiusi prima dalla commissaria europea Reding – un po’ impalata e decisamente troppo loquace – e poi da Al Gore, un uomo da cui, avendolo visto e sentito parlare in video con una scioltezza allarmante e con la capacità di infilare riferimenti al riscaldamento globale pure parlando di computer, non potrei evitare di comprare un’auto usata.

Alla fine è salito sul palco Vint, visibilmente commosso, e ha fatto un bel discorso di ringraziamenti, lanciando poi una specie di “titoli di coda” con le centinaia e centinaia di nomi di persone che partecipano in ICANN. Siccome hanno cominciato dal Board in ordine alfabetico, il mio nome era il secondo di tutta la lista: non male, potrei quasi fare un film con Tom Cruise.

Insomma, deve essere un grande privilegio essere Vint Cerf, ma deve anche essere costato tanti sacrifici; dall’esterno sono difficili da vedere. E’ certamente difficile dover sempre essere all’altezza di se stessi, imponendo le mani a tutti quelli che ti adorano e ti accerchiano non appena metti il naso fuori nel corridoio. Vint è talmente bravo nella parte del guru che viene difficile accorgersi di quanto non sia affatto scontato riuscire a farlo così bene. Spero quindi che possa godersi un po’ la vita, anche se Eric Schmidt, nel suo videomessaggio, ha subito rimarcato di come a Google siano “contenti che lui abbia finito il suo mandato, in modo da poterlo riavere in ufficio a tempo pieno”. E poi, conoscendolo, non riuscirà certo a stare con le mani in mano: da buon ingegnere, sentirà presto il richiamo dell’ignoto; verso l’infinito e oltre.

[tags]vint cerf, icann, google, al gore, sony studios, star wars, yoda nano malefico[/tags]

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martedì 30 Ottobre 2007, 07:32

Nuovi domini

Al meeting ICANN di Los Angeles, la giornata di oggi è stata occupata per la maggior parte da un workshop-mostro di sei ore, dedicato alle raccomandazioni approvate dalla GNSO per l’introduzione di nuovi domini generici di primo livello (gTLD).

Qui trovate una presentazione riassuntiva, di sole 78 pagine; queste sono le raccomandazioni, suddivise in principi generali, raccomandazioni vere e proprie, e principi per la loro implementazione.

Per certi versi, il passo sarà rivoluzionario: chiunque con un minimo di capacità tecnico-organizzative e centomila dollari da buttare sarà in grado di ottenere un nuovo TLD, qualsiasi ne sia il significato. Per altri versi, ci saranno dei criteri aggiuntivi che generano sin d’ora grandi controversie, come quelli secondo cui la stringa proposta non deve essere moralmente inaccettabile secondo principi etici riconosciuti a livello internazionale (come se ce ne fossero).

In altre parole, ICANN vuole avere un appiglio per rifiutarsi di creare .nazi, .pedofilia e .unaqualsiasibestemmia; siccome però negli Stati Uniti, grazie al primo emendamento, questo genere di cose è comunque legale, tutto il giro dei benpensanti liberal americani rompe le scatole da mesi, con tanto di campagne pubbliche e lettere precotte. Il punto è che, se mai si creasse .nazi, il giorno dopo Francia e Germania comincerebbero a filtrarlo, o magari addirittura a creare il proprio root server parallelo; ma questo è niente rispetto a cosa accadrebbe dopo una possibile richiesta per .tibet o .falun-gong.

Insomma, più si è liberali, ignorando i punti di vista di quelle società in cui culturalmente la morale collettiva prevale sulle libertà individuali, e più si rischia di ottenere l’effetto opposto, spingendo queste società alla censura, e ad autoisolarsi dalla rete.

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lunedì 29 Ottobre 2007, 14:12

I will not illegally download this movie (2)

Da The IT Crowd – telefilm che non avendo figone non sarà mai tradotto in italiano – ecco l’ultimo video della MPAA per convincervi a non scaricare film dalla rete. Fate attenzione.

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lunedì 29 Ottobre 2007, 07:07

Varie da ICANN

Beh, in effetti in questo meeting di casa – organizzato dallo staff di ICANN, a pochi chilometri dal suo quartier generale – ci trattano bene: nel cortile del ristorante di ieri sera stavano parcheggiate una Rolls Royce e una Ferrari, mentre in quello del ricevimento di stasera, proprio sulla spiaggia di Santa Monica, c’era una Lamborghini arancione. Il tutto nel solito ambiente di ragazzoni atletici e tipe in vestito superelegante, con la schiena nuda e le tette rifattissime a spingere sul davanti, mentre un pianista di mezz’età accenna del jazz o della musica lounge, e i camerieri rigorosamente messicani ti versano i cocktail.

Però, può succedere (a me) che l’Hilton pretenzioso ti schiaffi in una stanza all’ultimo piano che sta proprio sotto gli enormi motori del sistema di condizionamento, posizionati sul tetto; e così, per due notti ho fatto molta fatica a dormire, disturbato da un ronzio persistente e ben percettibile. Oggi, però, ne ho avuto abbastanza e nelle pause dei meeting sono andato a farmi valere presso la reception, ottenendo un’altra stanza due piani più sotto.

Nel frattempo, stamattina l’ALAC si è dedicato a una sessione di team building, con tanto di gioco di ruolo e gara di abbracci: good vibrations, peace and love, ma devo ammettere che sto cominciando a ripensare all’opportunità di spendere mezzo milione di dollari l’anno dei possessori di domini in un progetto del genere. Forse, se con un terzo di quei soldi ICANN assumesse un paio di persone sveglie da mandare nelle discussioni di policy a difendere l’interesse dell’utente medio, il risultato sarebbe migliore.

Insomma, dopo tutti questi anni questi meeting sono un po’ tutti uguali. Stasera una squallida cena nel sotterraneo dell’albergo, alla presenza di un sottosegretario americano: un quarantenne atletico e molto sveglio che ha prontamente cazziato Vint, segnalandogli che interporsi (come fa Google) tra la pagina di risultati della ricerca e i siti linkati, anche soltanto con lo scopo di visualizzare un avvertimento sulla possibile presenza di malware, è una violazione dell’antitrust e della neutralità della rete. Prima o poi anche noi avremo membri del governo in grado di formulare autonomamente un pensiero del genere.

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domenica 28 Ottobre 2007, 02:48

Messaggio importante agli ISP

Dalla cerimonia di chiusura del cinquantacinquesimo meeting di RIPE, l’associazione delle reti europee, arriva un chiaro messaggio a chiunque si occupi di infrastruttura di rete: migrate subito a IPv6, per non dovervi poi pentire il giorno in cui i router moriranno.

A long long time ago
I can still remember
When my laptop could connect elsewhere
And I tell you all there was a day
The network card I threw away
Had a purpose, and it worked for you and me

But 18 years completely wasted
With each address we’ve aggregated
The tables overflowing
The traffic just stopped flowing

And now we’re bearing all the scars
And all my traceroutes showing stars
The packets would travel faster in cars
The day the routers died

So bye bye folks at RIPE 55
Be persuaded to upgrade it or your network will die
IPv6 just makes me let out a sigh
But I suppose we’d better give it a try
I suppose we’d better give it a try

Now did you write an RFC
That dictated how we all should be
Did we listen like we should that day
Now were you back at RIPE 54
Where we heard the same things months before
And the people knew they’d have to change their ways

And we knew that all the ISPs
Could be future proof for centuries
But that was then not now
Spent too much time playing WoW

Ooh there was time we sat on IRC
Making jokes on how this day would be
Now there’s no more use for TCP
The day the routers died

So we’re singing, bye bye folks at RIPE 55
Be persuaded to upgrade it or your network will die
IPv6 just makes me let out a sigh
But I suppose we’d better give it a try
I suppose we’d better give it a try

I remember those old days I mourn
Sitting in my room downloading porn
Yeah that’s how it used to be
When the packets flowed from A to B
Via routers that could talk IP
There was data that could be exchanged between you and me

Oh but I could see you all ignore
The fact we’d fill up IPv4
But we all lost the nerve
And we got what we deserved!

And while we threw our network kit away
And wished we’d heard the things they say
Put all our lives in disarray
The day the routers died

We were singing, bye bye folks at RIPE 55
Be persuaded to upgrade it or your network will die
IPv6 just makes me let out a sigh
But I suppose we’d better give it a try
I suppose we’d better give it a try

Saw a man with whom I used to peer
Asked him to rescue my career
He just sighed and turned away
I went down to the net cafe
That I used to visit everyday
But the man there said I might as well just leave

Now we’ve all lost our purpose
My Cisco shares completely worthless
No future meetings for me
At the Hotel Krasnapolsky

And the men that make us push and push
Like Geoff Huston and Randy Bush
Should’ve listened to what they told us
The day the routers died

So bye bye folks at RIPE 55
Be persuaded to upgrade it or your network will die
IPv6 just makes me let out a sigh
But I suppose we’d better give it a try

[tags]ipv6, ripe, the day the routers died[/tags]

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