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mercoledì 3 Maggio 2023, 14:53

Maree

Se vi state chiedendo dove io sia sparito nelle ultime ventiquattr’ore, ecco qui.

Ieri alle 18 a Milano, alla Cattolica, abbiamo presentato Internet fatta a pezzi. È stato un successone, sala piena, molte domande, multiple promesse di adozione come libro di testo o di riferimento, una caterva di complimenti sia per i contenuti che per lo stile di scrittura (per uno come me che scrive sin da ragazzo ma non ha mai avuto la fiducia in se stesso necessaria per provare seriamente a pubblicare libri fino a pochissimo tempo fa, quest’ultima cosa è bella ma anche una grande sorpresa).

Ma invece che di me vorrei parlare della vita, perché quella di ieri è stata anche una buffa coincidenza. Qualcuno, non molti, sa che il primo vero discorso pubblico della mia vita fu l’8 dicembre 1996: era l’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico e io, da rappresentante degli studenti, mi presentai tutto emozionato con giacca nuova e scarpe nuove per parlare dal palco. Anche allora l’ospite d’onore era Romano Prodi, allora presidente del consiglio, e fu gentile, e ci incontrò anche in privato.

È quindi indicativo di qualcosa che non so, forse solo la supremazia del caso, che alla presentazione ufficiale del mio primo vero libro, ventisette anni dopo, l’ospite d’onore fosse ancora Romano Prodi. Lui ovviamente non poteva ricordarselo, ma quando si è presentato dicendo “piacere, noi non ci siamo mai incontrati” (il momento nella foto) io gli ho subito risposto che non era vero, e che era la seconda volta.

Ho avuto il privilegio di andare poi in auto e a cena con lui, ed è stato una miniera di racconti, considerazioni e aneddoti (che ovviamente non posso riferire). È stato gratificante e arricchente e mi ha ricordato l’ultima persona che avevo potuto incontrare in modi simili e da cui ho imparato molto: un altro grandissimo intellettuale italiano, Stefano Rodotà. Volevo comunque ricordare anche lui, perché molto di quel che c’è nel libro dipende da ciò che ho capito da lui.

Insomma, le fortune nella vita sono strane, e vengono per cicli e per maree che non si possono prevedere e forse nemmeno cavalcare, ma soltanto un pochino indirizzare. Dev’essere per questo che ieri ho fatto una cosa che un tecnico non dovrebbe fare, e mi sono rimesso le stesse scarpe da cerimonia del 1996, molto consumate da numerosi giri del mondo, ma ancora presentabili; e quest’ultima descrizione è un po’ come mi sento anch’io in questa fase della vita.

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2 commenti a “Maree”

  1. mfp:

    Ne ho comprate 3 copie: una per me, una per mio fratello e una per il Dott. Gratteri, che dopo un esordio “i bambini vengono lasciati soli su Internet dove ci sono solo mafiosi e pedofili”, in 10 anni è diventato un fondamentalista della PEC e ora vuole anche assumere hacker ( https://webtv.camera.it/evento/22395 ) perchè non riesce ad intercettare le mafie: ha la sindrome dell’uccello piccolo nei confronti dei suoi omologhi esteri.

    Glielo mando a libro chiuso (non l’ho ancora letto, è in arrivo). Spero spieghi l’olocausto che il nostro stato ha prodotto sul vivaio STEM italiano.

    E smettila di sentirti come una vecchia Panda. Sei un sopravvissuto!

  2. mfp:

    Diavolo, ho letto solo la prefazione e mi son venuti gli occhi lucidi. Sembra molto bello. Grazie.

    P.s.: lo mando davvero a Gratteri. Se ti citofona uno della digos che vuole bonificarti casa per farci entrare dentro il magistrato antimafia che chiede di saperne di piu’… è colpa mia. Tu di’ sempre che è colpa mia, non te preoccupa’; poi la paranoia di questi scemi gliela tolgo io. Ci sono abituato. Però chiamami che ho una multa per eccesso di velocità che… siamo in Italia: se non chiedi un favore al magistrato potrebbe non sentirsi a suo agio. E per i prossimi giorni dai un’occhiata discreta alla strada sotto la tua finestra, da dietro la tendina. Se noti una strana assenza di via vai, e personaggi mai visti prima nel quartiere che fanno attività statiche (leggere il giornale; fare finta di riparare la strada; attendere qualcuno sotto un portone, ecc) vuol dire che ti stanno vendendo a prendere. Quindi fai la cacca, prepara lo zaino d’emergenza (carta igenica, mutande, calzini e L’ASCIUGAMANO!), poi indossa la magliettina “Usual Suspect” e stai lontano dalle finestre.

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